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lunedì, ottobre 29, 2007

MIGRANTI: FERRERO, LA BOSSI-FINI PRODUCE CLANDESTINITA'

(AGI) - Napoli, 26 ott. - La legge Bossi-Fini "e' un meccanismo che produce clandestinita' per persone che stanno in Italia e lavorano regolarmente". Lo ha detto Paolo Ferrero, ministro della Solidarieta' Sociale, ospite questa mattina a Napoli della conferenza nazionale sull'immigrazione, organizzata dalla Cgil. "Io auspico - ha aggiunto il ministro - una regolarizzazione di tutti gli immigrati che lavorano nel nostro Paese, altrimenti rischiano di permanere in una situazione assurda in cui ci sono migliaia di persone che pur lavorando e pur facendo richiesta di ingresso nei flussi non concludono poi l'iter di regolarizzazione perche' rischiano, uscendo dall'Italia, di beccarsi un decreto di espulsione di dieci anni e, dunque, di non potervi piu' rientrare legalmente". (AGI)

martedì, settembre 11, 2007

IMMIGRATI: FERRERO, PER 140MILA ROM NO A MEGA-CAMPI, SI' INTEGRAZIONE


(ASCA) - Roma, 11 set - Non esiste una una 'via di mezzo' tra l'integrazione dei 140mila rom piu' o meno residenti in Italia, e il loro 'confinamento' in mega-campi, ipotizzati in alcuni grandi citta' italiane ma che, poi, ''e' difficile che non vengano gestiti da dalla malavita''. Ne e' convinto il ministro per la Solidarieta' Paolo Ferrero che ha incontrato questa mattina Maud De Boer Buquicchio, la vice segretario generale del Consiglio d'Europa, che ha sollevato nei confronti dell'Italia tre rilievi all'Italia rispetto alla condizione di Rom: integrazione scolastica, sgomberi forzati e espulsioni 'facili' e le condizioni inadeguate dei campi nei quali vivono. ''I mega-campi hanno un solo vantaggio: sono pochi. L'integrazione ha un solo svantaggio: genera un certo grado di litigio con l'opinione pubblica''. Tuttavia, secondo Ferrero, che ha annunciato un incontro previsto per la prossima settimana con i sindaci delle grandi citta' su questo problema, ''bisogna avere il coraggio virile di dire all'opinione pubblica che i 140mila rom presenti in Italia si possono integrare''. E per supportare questa tesi ha ricordato l'entrata in vigore della ripartizione dei 50 milioni di euro del Fondo per le politiche di integrazione dei migranti che prevede, per il capitolo Rom, sinti e camminanti, 3 milioni di euro per quattro progetti di superamento dei campi a Roma, Padova, Torino e Milano e un milione di euro per progetti di inserimento scolastico dei bambini rom a Roma, Bologna, Napoli, Firenze e Milano. sis/cam/ss (segue)


martedì, giugno 12, 2007

SERVIZIO CIVILE - 39 mila volontari pronti a "partire"



Quasi 9.000 progetti presentati per un totale di 118 mila volontari richiesti. Si sono "salvati" 2.856 progetti, per i poco meno di 39 mila posti disponibili per svolgere il servizio civile (altri 2.000 ragazzi e ragazze presteranno il servizio a Napoli per il progetto speciale sulla legalità). Il 53% dei progetti approvati è nel settore dell'assistenza; il volontariato all'estero rappresenta l'1,4%. L’Ufficio nazionale presenta il nuovo bando e traccia il bilancio 2006-2007. Parte anche la campagna sui mezzi di comunicazione, con lo slogan "Un anno da non perdere".

-La sottosegretaria Cristina De Luca: E domani Prodi dovrebbe chiarire se per il prossimo anno ci saranno i 130 milioni in più chiesti dal ministro Ferrero.

mercoledì, maggio 09, 2007

Bindi: "Accuse sbagliate e strumentali" sulla Conferenza sulla famiglia di Firenze


INTERVISTA – Bindi: "Accuse sbagliate e strumentali" - Giovanna Casadio - LA REPUBBLICA

ROMA - Chiamano dal Quirinale. Il presidente Giorgio Napolitano sarà all'inaugurazione della Conferenza sulla famiglia di Firenze e bisogna accordarsi con il cerimoniale. Rosy Bindi dimentica per un attimo la bufera politica scatenata dal suo "no" alle associazioni gay. «Che bufera? Qualcuno ha le idee confuse, o è in malafede - contrattacca il ministro della Famiglia - Abbiamo sempre sostenuto il riconoscimento dei diritti delle persone conviventi anche omosessuali, ma altresì abbiamo affermato che i Dico non erano matrimoni di serie B, non rappresentavano un altro tipo di famiglia. Ora non si può pretendere che nella Conferenza nazionale del governo sulla famiglia ci sia confusione. La famiglia è quella dell'articolo 29 della Costituzione».

Ministro Bindi, non potrebbe ripensarci? «Perché dovrei? Allora va ripensato il programma di governo».

Il ministro della Solidarietà, il comunista Paolo Ferrerò non sarà a Firenze per protesta. Ne ci sarà Emma Bonino. L'Unione è divisa persino sugli Stati generali della famiglia? «Il ministro Ferrerò non può permettersi di non venire, il suo mi sembra un atteggiamento strumentale. Ha un dovere istituzionale come responsabile della Solidarietà sociale, molte delle richieste che saranno rivolte al governo interessano in particolare il suo ministero, quindi non deve sottrarsi».

Barbara Pollastrini, autrice con lei della legge sui Dico, afferma che le porte vanno aperte, non chiuse. Cominciate a litigare anche voi due? «Barbara convochi, come ministro dei Diritti e delle Pari opportunità, una Conferenza sui diritti degli omosessuali. Ma io sono ministro della Famiglia. Fare politiche familiari non è in contrapposizione con i diritti delle persone, però le carte non si possono mischiare. Sono critica nei confronti di chi ha convocato il Family day, e li ci si accusa di avere confuso tra convivenze e famiglia. Non è così e sono coerente».

Come risponde alle associazioni gay che l'accusano di discriminazione e le dicono: «Cara Bindi, fartene una ragione, noi siamo famiglie»? «Da un punto di vista sociologico, affettivo, saranno pure famiglie, ma giuridicamente non lo sono. Dopodiché, il governo fa una politica che non discrimina. Inoltre, le associazioni dei genitori omosessuali sono state invitate, anche se adesso annunciano che non verranno».

Lei vuole conquistare la benevolenza dei cattolici? «Casomai quello che sta accadendo mette in evidenza la contraddizione di chi si ostina a fare del Family day, sabato prossimo, solo una manifestazione contro i Dico».

È un nuovo braccio di ferro tra laici e cattolici? «Questa non è distinzione tra cattolici e laici, bensì tra chi legge la Costituzione e chi non la legge. Io non sto sostenendo queste cose perché sono cattolica, ma perché così c'è scritto nella Carta»

Il Partito democratico nasce con fibrillazioni sui diritti civili.«Non credo. In questo paese si va avanti per fazioni: da un lato, ci sono le tentazioni neoclericali, che vedono nel riconoscimento dei diritti delle persone un attentato alla famiglia; dall'altro c'è chi, anche nella mia coalizione, ritiene il riconoscimento dei diritti sia l'equiparazione alla famiglia. No. Chi sta scatenando questa bufera forse ha nascosto prima la realtà a se stesso».

Fatto sta che si trova sotto un fuoco incrociato di critiche.«Vuoi vedere che ho ragione? Qui c'è qualcuno che è stato in malafede, ha giocato sull'equivoco dei Dico: sbaglia chi li legge contro la famiglia come chi li ritiene una forma di famiglia surrettizia. Paradossalmente rischiano di darsi ragione a vicenda. Se avessero ragione gli organizzatori della giornata del 12 maggio, dovrei invitare gli omosessuali alla Conferenza e chi mi critica perché non li invito da ragione alla piazza del Family day secondo cui i Dico sono un attentato alla famiglia».

Perché ritiene che i ministri non debbano manifestare al raduno cattolico? «I ministri non devono andare. È buffo che alcuni non vengano alla conferenza del governo e altri vadano alla manifestazione contro il governo o comunque contro un atto del governo. Mastella, che da ministro della Giustizia ha firmato il provvedimento sulle unioni civili, evidentemente si dissocia da quella parte di sé che fa il Guardasigilli. Fioroni è in contraddizione con se stesso, dal momento che non ha mai criticato i Dico. Dal Family day mi aspetto serie proposte per la politica della famiglia, e quella è la parte della manifestazione che ascolterò e con cui entrerò in sintonia, ma dal mio posto di ministro».

9 maggio 2007

sabato, aprile 14, 2007

Volontariato a Napoli: partenza col turbo


Già nel primo pomeriggio della V Conferenza nazionale, sono 1600 gli accrediti. Una partecipazione che ha superato le aspettative, ha creato qualche problema logistico ma anche ha archiviato i "dubbi" relativi alla manifestazione. Dubbi che Vita aveva raccolto nelle scorse settimane: poca preparazione, un cammino non partecipato verso la Conferenza.
E' naturale perciò che Paolo Ferrero sia soddisfatto (anche se non lo dà troppo a vedere) e che, nel corso dell'incontro con la stampa, svoltosi subito dopo la sua relazione introduttiva, ribadisca alcuni ragionamenti. Anzitutto il tema della gratuità: il volontariato e l'impresa sociale sono due cose diverse; è possibile che i volontari operino entro un'impresa sociale, ma sempre gratuitamente senza fittizi rimborsi spese che mascherano lavoro nero e malpagato. Una delle questioni aperte, non a caso citate da Ferrero nella sua introduzione: "da affrontare laicamente" consapevoli del rischio dello snaturamento del volontariato.
Nella conferenza stampa il ministro ha anche annunciato che stamattina è stato raggiunto lo sblocco di fondi stanziati e mai erogati, circa 60 milioni. Una parte dei quali andrà al comune di Napoli, dove nella mattinata una manifestazione ha chiamato a raccolta circa 10.000 persone che hanno protestato contro i tagli sociali. Sempre in tema di spesa sociale, "le risorse aggiuntive dell'extragettito - ha proseguito Ferrero - andranno utilizzate almeno in parte per i trasferimenti agli enti locali"
Soddisfatta il sindaco Jervolino: "tagliare di un quarto la spesa sociale del comune sarebbe stata una cosa politicamente insostenibile. Non parliamo di convegni ma di cose concrete come bambini, case famiglie, servizi agli anziani".
Il sindaco Jiervolino si è dichiarata d'accordo con l'ipotesi, fatta da Erri de Luca e commentata da Ferrero sull'ultimo numero di Vita: "è certamente un segnale d'integrazione, la scelta di essere volontari".
Nel frattempo i lavori in sala sono proseguiti con i contributi degli enti di ricerca - Istat, Fivol, Isfol - dell'osservatorio nazionale per il volontariato e del Forum del terzo settore.
di Maurizio Regosa (maurizio.regosa@consorziocgm.it)da Vita non profit online

lunedì, marzo 26, 2007

Alcol e tabacco più dannosi della cannabis. Ferrero: ''Basta con il moralismo nella classificazione delle sostanze''

DIPENDENZE – Alcol e tabacco più dannosi della cannabis. Ferrero: ''Basta con il moralismo nella classificazione delle sostanze''
ROMA – Il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero interviene sull’articolo della rivista The Lancet che propone una nuova classificazione delle sostanze stupefacenti spiegando come alcol e tabacco sono più dannosi per la salute della cannabis. “Lo studio svolto dai farmacologi dell’università di Bristol e pubblicato sulla rivista The Lancet – afferma Ferrero - dimostra come il confine esistente nel nostro paese tra quelle che vengono considerate droghe oggi illegali, e inserite nelle tabelle, e quelle che non vengono invece considerate droghe perché non inserite nelle tabelle, è un confine basato e costruito non sulla razionalità della ricerca scientifica ma su elementi morali e tutt’altro che scientifici. Da questo studio emerge infatti ancora una volta come il punto centrale sia quello di operare per ridurre il consumo di tutte le sostanze e gli effetti negativi che hanno sulla salute delle persone. Ed è su questo asse che si vuole costruire anche la nuova legge in materia: non sulla base di una divisione manichea e non scientifica tra le sostanze, ma mettendo al centro la prevenzione e la riduzione del danno, oltre alla lotta più ferma al narcotraffico”.

mercoledì, marzo 14, 2007

Colf e badanti stranieri, novità per oltre 1,1 mln

Roma, 13 mar. (Adnkronos/Labitalia) - Niente più quote per colf e badanti stranieri. Lo prevede la legge delega Amato-Ferrero, in arrivo al Consiglio dei ministri la prossima settimana. Secondo la riforma che dovrebbe archiviare la legge Bossi-Fini, dunque, i lavoratori stranieri extracomunitari impiegati nei servizi di cura domestici e di assistenza alla persona non saranno più vincolati rigidamente al numero di ingressi stabilito nel decreto 'flussi' e la quota stabilita per il lavoro parasubordinato domestico potrà essere superata in caso di aumento della domanda interna.
Le persone straniere che nel 2006 hanno lavorato nel nostro Paese come colf e badanti sono stimate tra le 713mila e le 1.134mila unità (ricerca Cergas - Centro di ricerche sulla gestione dell'assistenza sanitaria e sociale - dell'Universita' Bocconi), a fronte delle 500mila regolari e iscritte all'Inps a fine 2005.
''Speriamo che i provvedimenti annunciati - commenta con Labitalia Ramona Campari, responsabile nazionale per la Filcams Cgil delle colf - servano a favorire la regolarizzazione delle migliaia di lavoratrici straniere presenti sul nostro territorio. E speriamo anche - aggiunge - che questa scelta non diventi una scappatoia per rinunciare definitivamente a un welfare pubblico''. ''Questa rinuncia alle quote per colf e badanti - avverte Campari - dovrebbe in realtà intrecciarsi con una buona politica pubblica di welfare. Altrimenti, stando così le cose, le famiglie devono individuare le loro soluzioni in solitudine''.
La disciplina attuale in materia di colf extracomunitarie prevede che il datore di lavoro presenti (prima dell'arrivo del lavoratore in Italia) la domanda di nulla osta al lavoro, indirizzandola al competente Sportello Unico per l'Immigrazione con allegati, oltre ai documenti delle due parti, una dichiarazione di retribuzione minima salariale di 381,72 euro mensili. Le domande si presentano presso uno degli uffici postali abilitati e finora hanno fatto riferimento ai cosiddetti decreti flussi.
Se passerà la riforma Amato-Ferrero, non ci saranno più problemi di quote e ogni datore di lavoro interessato ad assumere una colf potrà presentare regolare domanda. All'arrivo in Italia è necessario provvedere entro 8 giorni alla firma del contratto e alla richiesta di permesso di soggiorno. Il datore di lavoro dovrà in un secondo tempo provvedere alla denuncia di assunzione entro il giorno 10 del mese successivo al trimestre solare nel quale è avvenuta l'assunzione.
Per quanto riguarda le retribuzioni del personale domestico in Italia, il contratto collettivo nazionale di lavoro (appena rinnovato) prevede per la prima volta il riconoscimento delle diverse mansioni di pulizia e di cura. Per un'assistente familiare convivente, alla prima assunzione e che si occupa di una persona autosufficiente, con un orario di 54 ore settimanali, lo stipendio è di circa 850 euro, mentre per chi si occupa di una persona non autosufficiente è di circa 1.200 euro. La retribuzione oraria di una colf, invece, è di circa 7 euro.

sabato, gennaio 13, 2007

Convegno annuale di presentazione delle attività dei Centri di Servizio per il Volontariato in Italia




77 Centri di Servizio per il Volontariato, oltre 400 punti diffusi praticamente su tutte le province italiane, 8.600 associazioni socie, 174.000 le prestazioni effettuate, oltre 70.000 utenti, impiegato quasi il 95% delle risorse assegnate dal fondo speciale per il Volontariato da parte delle Fondazioni di origine bancaria.
Questi alcuni dati relativi alle attività dei Centri di Servizio per il Volontariato nel 2005.
Il quadro generale delle iniziative viene presentato nel corso del convegno annuale sabato 13 gennaio a Roma.
Al convegno intervengono tra gli altri il Ministro per la Solidarietà Sociale Paolo Ferrero, l’on. Mimmo Lucà, Presidente della XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, Vilma Mazzocco, Portavoce del Forum del Terzo Settore, e molti esponenti del mondo del volontariato del terzo settore.
per stampare l'invito clicca il titolo del post.

martedì, dicembre 19, 2006

NAPOLITANO SULL'IMMIGRAZIONE: Non abituarsi a morti e tragedie''

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della 'Giornata Internazionale del Migrante' ha inviato un messaggio al ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero, con il quale rivolge ''un saluto augurale ai tanti stranieri immigrati in Italia e agli emigranti italiani che contribuiscono allo sviluppo dei Paesi che li ospitano''.
''L'emigrazione italiana ha subito una drastica riduzione da diversi decenni e tuttavia non si è mai interrotta - scrive Napolitano -. I nuovi emigranti sono ormai in misura limitata lavoratori dipendenti e operai; si tratta soprattutto di tecnici, di imprenditori, di persone altamente qualificate. E sono in forte incremento i laureati italiani che scelgono di lavorare all'estero. Spero che i nuovi, come i vecchi emigrati, si trovino a loro agio nei Paesi che li ospitano, che possano mettere a frutto le loro capacità e vedere realizzati i propri progetti di vita. Tuttavia, spero anche che il nostro Paese sia in grado di offrire loro la possibilità di tornare in Patria, trovando gli stessi supporti e le stesse opportunità che li hanno motivati a partire''.
''L'Italia è oggi soprattutto un Paese di immigrazione. Un'immigrazione che contribuisce a colmare carenze di manodopera, che consente alle imprese di produrre e alle famiglie di essere aiutate nella cura dei propri cari - aggiunge il capo dello Stato -. Gli immigrati rappresentano ormai una quota significativa non solo dei nuovi occupati, ma anche dei nuovi imprenditori. Si tratta di un'immigrazione che si radica positivamente: basti pensare alla consistente presenza dei bambini nelle scuole o ai numerosi immigrati che comprano casa e prodotti di consumo durevole. Ma la strada dell'integrazione è ancora lunga e va affrontata con coerenza e rigore. A tal fine è anzitutto necessario che gli ingressi avvengano per via legale''.
''Gli immigrati non devono più avere la paura di vivere in condizione irregolare e di sopportare le conseguenze dell'emarginazione che all'irregolarità si associa - si legge ancora nel messaggio di Napolitano -. E' soprattutto cruciale evitare i gravissimi rischi collegati agli ingressi clandestini, che troppo spesso avvengono per opera di organizzazioni che lucrano sul traffico di vite umane e generano un flusso incontrollato che può anche includere componenti criminali e che comunque provoca allarme nelle comunità nelle quali gli immigrati devono potersi inserire''.
''D'altra parte, la criminalità che ha origine dall'immigrazione clandestina ha spesso come vittime gli stessi immigrati: bambini e adulti ridotti a lavorare in condizioni estreme e umilianti, giovani donne costrette a prostituirsi, persone contrabbandate come merce di nessun valore e talora costrette a subire vere e proprie forme di schiavitù. Né dobbiamo abituarci a tollerare le morti strazianti che uomini, donne e bambini trovano sulle vie di fuga da guerre, da conflitti interni, da situazioni di povertà e di carestia. Dobbiamo impegnarci tutti, a livello nazionale, europeo e internazionale affinché le tante tragedie che ancora avvengono nei nostri mari e nei deserti dell'Africa non accadano più. Dare certezze al percorso migratorio fin dai Paesi di origine, con regole che tutti devono rispettare, significa far rientrare nella normalità un fenomeno che ormai contrassegna questo secolo''.
''La presenza di immigrati contribuisce alla crescita e alla modernizzazione di un Paese e non solo sul piano economico - conclude il presidente della Repubblica -. Anche sul piano sociale l'incontro di costumi, tradizioni, culture e linguaggi diversi si intreccia e contribuisce al dialogo, al confronto e alla convivenza in una moderna società''.
Occorre ''trovare un meccanismo affinché la gente possa entrare regolarmente'' anche per il ministro Ferrero, il quale si dice anche convinto che i cpt ''sono una struttura che va chiusa''. ''A gennaio dovremmo essere in grado di presentare una legge'' ha poi assicurato. Si tratta, in sostanza, di ''riscrivere una legge sull'immigrazione, cioè il Testo unico che identifica una politica dell'immigrazione radicalmente diversa'' rispetto a quella attuale. Il ministro ricorda che senz'altro ''la Bossi-Fini va abrogata'', ma precisa anche che ''non esiste come legge, perché è un'insieme di emendamenti alla Turco-Napolitano''.