Visualizzazione post con etichetta immigrati flussi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta immigrati flussi. Mostra tutti i post

domenica, gennaio 02, 2011

Arriva il nuovo decreto flussi primo clic day il 31 gennaio

ROMA - L'Italia riapre le sue porte. Per migliaia di extracomunitari riparte la "lotteria delle quote": entro fine mese verrà, infatti, approvato il decreto flussi 2010. Una sorpresa, dopo due anni di chiusura totale. I posti in palio? Ottantamila, di cui 30mila per colf e badanti e 50mila per i lavoratori delle nazionalità privilegiate.

Con il decreto flussi l'Italia fissa ogni anno le quote di extracomunitari, che possono entrare per motivi di lavoro subordinato o autonomo. Insomma è rivolto a chi si trova all'estero e vuole venire nel nostro Paese a lavorare. In realtà, come sanno bene gli immigrati e i datori di lavoro, il decreto è da anni (vista la rarità delle sanatorie) l'unica chance per uscire dalla clandestinità e mettersi in regola. L'iter però non è semplice, né privo di rischi: si presenta domanda d'assunzione, si rientra nelle quote, si esce dall'Italia col nulla osta e si rientra con un visto d'ingresso. Insomma, si esce clandestini, si rientra regolari. Sempre che, attraversando le frontiere, non ti venga consegnato un foglio d'espulsione. A vincere la lotteria sono però in pochi. Di fronte ai ridotti posti in palio, infatti, le domande sono sempre una valanga. Un esempio? Nel 2007 su 170mila quote, le richieste d'assunzione presentate sono state oltre 740mila.

L'ultimo decreto flussi risale al 2008: 150mila i posti messi allora a disposizione. Poi sono seguiti due anni di black out: nessuna quota. Stop agli ingressi. Un'apertura parziale è arrivata
con la sanatoria 2009, limitata però a colf e badanti: 294mila le domande presentate, di cui 180mila per colf e 114mila per badanti. Ora a sorpresa il governo riapre i cancelli del Paese. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, qualche giorno fa aveva infatti annunciato "ingressi limitatissimi e solo per colf e badanti". E così i tecnici del Viminale si sono messi al lavoro.
Il nuovo decreto flussi è pronto. Sarà datato 2010, scritto e approvato entro fine dicembre, salvo sorprese. La pubblicazione in Gazzetta ufficiale dovrebbe però slittare agli inizi del nuovo anno. Le quote? Basse: dovrebbero essere limitate a 80mila lavoratori subordinati o autonomi. Così divisi: 30mila posti per colf e badanti, 50mila per i lavoratori provenienti da quei Paesi che hanno sottoscritto accordi di cooperazione con l'Italia. Verranno inoltre convertiti in permessi per lavoro subordinato 5/6mila permessi di soggiorno per studio.

Non è tutto. Anche quest'anno tutta la procedura sarà esclusivamente on line: nessuna fila alle questure insomma. Il click day dovrebbe essere a febbraio 2011. La corsa alle quote è assicurata. Il tempo di smaltimento delle pratiche, meno: colpa del taglio dei lavoratori a tempo determinato del Viminale, annunciato per fine dicembre. Ieri i 650 "precari dell'immigrazione" hanno scioperato: sono loro a mandare avanti il lavoro degli sportelli unici per l'immigrazione nelle prefetture. Ma, salvo proroghe, nel 2011 andranno tutti a casa.

Il nuovo decreto piace alle associazioni. "Che si faccia è sicuramente una buona notizia, che aspettavamo da tempo e risponde a una logica di buon senso - afferma Andrea Olivero, presidente nazionale Acli - è la conferma che la presenza degli immigrati è una risorsa necessaria per il Paese, per il mondo produttivo e per le famiglie. Speriamo che le vicende politiche di queste ore, comunque si risolvano, non compromettano il lavoro fatto. Certo i numeri sembrerebbero limitati, se confrontati con quelli degli scorsi anni. Probabilmente si vuole colmare la differenza con gli immigrati già presenti in Italia, che hanno perso nel frattempo il lavoro a causa della crisi. A questo punto sarebbe coerente prolungare per loro i tempi di scadenza del permesso di soggiorno, per consentirgli di non perdere la condizione di regolarità".

mercoledì, luglio 22, 2009

Vogliamo andare in pensione prima? Regolarizziamo molti più lavoratori immigrati.

Vogliamo andare in pensione prima? Regolarizziamo molti più lavoratori immigrati.

di Leonardo Becchetti da benecomune.net


Sono molti gli aspetti dolorosi dal punto di vista umano della legge che rende l’immigrazione clandestina un reato ma purtroppo nel dibattito politico non contano. Gli immigrati irregolari non votano e scontano la contraddizione di un sistema socioeconomico che è ormai globale nei movimenti di persone e di merci a fronte di sistemi politici ancora nazionali.

Dunque il timore e lo smarrimento di chi non è mai uscito dall’Italia e si sente perduto vedendo tante facce straniere nelle strade e sugli autobus vale di più di tanti disperati che perdono la vita cercando di arrivare nel nostro paese.

Quello che intendo sottolineare però in questo articolo è il paradosso economico e il circolo vizioso che questo provvedimento rischia di creare.

Sul paradosso era evidente che la legge avrebbe tirato con sé una sanatoria per gli irregolari da tempo regolarmente al lavoro nel nostro paese. Non si capisce però perché le badanti e le colf sì e non tutti gli altri lavoratori stranieri impegnati nell’industria e nei servizi che reggono il sistema paese e gli consentono di competere con il resto del mondo. Non per nulla l’incongruenza è stata rilevata prima di tutto in ambienti industriali e la preoccupazione per il provvedimento espressa più volte su quotidiani come il Sole 24 Ore.

Il circolo vizioso in cui rischiamo di cadere preoccupa ancora di più. La bolla speculativa della paura (il mondo è molto più insicuro di prima) alimentata da sciocchezze statistiche (ogni giornale quando parla di delitti efferati dovrebbe prima premettere la loro rilevanza statistica) trova negli stranieri (tutti non solo quelli che delinquono) un capro espiatorio. Il problema di polizia si confonde con il problema dell’economia. Un periodo di stagnazione economica così lungo come quello che stiamo vivendo accresce (come dimostrato da molti lavori di ricerca) l’ostilità verso gli stranieri. Gli stranieri sono una minaccia alla sicurezza e ci tolgono il lavoro. Si promulga una legge che rende reato l’immigrazione clandestina senza una seria politica dei flussi che riconosce il contributo decisivo della forza lavoro straniera. Se applicata alla lettera la legge genera espulsioni di massa che mettono in crisi l’economia (i posti vuoti sono in settori nei quali la sostituzione da parte dei lavoratori italiani è scarsa o nulla) e alzano il costo del lavoro. E’ opportuno domandarsi a quante forze, non solo dell’opposizione ma anche e soprattutto della maggioranza, convenga una dinamica del genere.


Infine molti italiani non hanno gradito le riforme pensionistiche (a proposito è interessante notare che i provvedimenti più scabrosi o controversi vengono varati strategicamente quando gli italiani sono al mare o sono in procinto di andarci) che hanno allineato la situazione delle donne a quella degli uomini nel pubblico impiego e prevedono nei prossimi anni (ragionevolmente) di adattare l’età pensionabile alle variazioni dell’aspettativa media di vita della popolazione. Gli studi sulla felicità dimostrano chiaramente l’enorme eterogeneità tra chi non vede l’ora di andare in pensione (per lui la pensione aumenta la soddisfazione di vita) e chi viceversa perde la propria ragione di esistenza il giorno dopo il pensionamento. Bisognerebbe sfruttare di più quest’eterogeneità per consentire, entro ragionevoli limiti, la possibilità di scambiare “diritti pensionistici” per un numero limitato di anni tra individui diversi (attraverso lo Stato). Si può lavorare molto di più sulla volontarietà delle decisioni di uscita dal lavoro tenendo il sistema in equilibrio. Una sorta di cap and trade del tipo di quello pensato per lo scambio di emissioni di CO2.

Cosa c’entra questo con i dolorosi problemi della legge sull’immigrazione? C’entra e molto. Date le proiezioni del nostro andamento demografico, del rapporto tra lavoratori e popolazione inattiva, le riforme approvate in questi giorni sono inevitabili per mantenere l’equilibrio. A meno che non si decida di accettare un numero molto più elevato di lavoratori stranieri regolari che pagano contributi ribaltando il rapporto tra lavoratori e popolazione inattiva contribuendo al riequilibrio dei conti. Vogliamo andare in pensione prima? Allora dobbiamo regolarizzare molti più lavoratori immigrati.

lunedì, dicembre 15, 2008

decreto flussi 2008

Il 3.12.2008 il Presidente del Consiglio dei Ministri ha firmato il Decreto Flussi 2008 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 10.12.2008.
Il decreto in questione prevede una quota complessiva di 150.000 persone per motivi di lavoro subordinato non stagionale, da ripartire tra le regioni e le province autonome a cura del Ministero del Lavoro, della Salute e delle politiche sociali, in base ai dati forniti dal Ministero dell’Interno sulle richieste inviate agli sportelli unici entro il 31 maggio 2008.
La quota è così ripartita:
  • 44600 cittadini dei 14 Paesi non comunitari che hanno stipulato accordi con l'Italia.
  • 105400 cittadini stranieri non comunitari residenti all’estero provenienti dai paesi diversi da quelli che hanno sottoscritto accordi con l’Italia, di cui sopra, ma soltanto per motivi di lavoro domestico o di assistenza alla persona. La volontà dichiarata è dare riscontro in via prioritaria ai bisogni delle famiglie, consentendo in prevalenza gli ingressi per lavoro domestico e assistenza alla persona.
La quota di 44.600, come specificato nella circolare del Ministero dell’Interno del 5/12/2008, è da intendersi per tutte le tipologie di lavoratori (sia ogni tipo di lavoro dipendente sia lavoro domestico) provenienti dai Paesi elencati mentre quella di 105.400 lo è solo per i lavoratori domestici provenienti da tutti gli altri Paesi.
Trascorsi sessanta giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, qualora vi siano quote significative non utilizzate, si procederà ad una nuova ripartizione sulla base delle effettive necessità riscontrate dal mercato del lavoro.
Il Decreto decorre dal 15 dicembre e prevede il ripescaggio di una parte delle domande di assunzione presentate entro il 31 maggio 2008 in seguito al Decreto Flussi 2007 e non rientrate nella quota dei 170000; le domande saranno trattate sulla base del rispettivo ordine cronologico di presentazione.
Per i soli datori di lavoro di origine straniera non comunitari, persone fisiche, sono richiesti i seguenti requisiti:
• l’essere in possesso o aver fatto richiesta entro la data del 10.12.2008:
- carta di soggiorno (cartacea o elettronica)
- permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo
- carta di soggiorno rilasciata al cittadino straniero familiare di cittadino comunitario.
• confermare a partire dal 15 dicembre e entro il termine perentorio di 20 giorni (3 gennaio 2009), l’interesse all’assunzione a pena di esclusione. Non è richiesta nessuna conferma ai datori di lavoro italiani.
È previsto un ruolo per i Patronati, vista la sottoscrizione dei protocolli d'intesa.
Ai Patronati che hanno inoltrato pratiche di datori di lavoro di origine straniera non comunitari, verrà richiesto o di rilasciare il codice identificativo domanda e il codice di verifica presente nella ricevuta dell’avvenuta ricezione dell’istanza da parte del Ministero dell’Interno, così da permettere al soggetto di poter gestire eventualmente da solo la procedura collegandosi al sito dello stesso Ministero dell’Interno, oppure di rispondere, su richiesta del datore di lavoro, direttamente tramite via telematica.
Il Patronato Acli invierà in questi giorni a tutti i datori di lavoro di origine straniera, non comunitaria che, per il Decreto Flussi 2007 si sono rivolti alle proprie sedi, una lettera con cui li avvisa della novità emersa dal Decreto Flussi invitandoli a recarsi negli uffici ove è stata lavorata l’istanza, per dare la conferma di cui sopra.

martedì, maggio 13, 2008

Stranieri: Acli, no al reato di immigrazione clandestina

Le anticipazioni sul Pacchetto Sicurezza allo studio del nuovo governo

Roma, 13 maggio 2008 - Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani esprimono «forti preoccupazioni» per le anticipazioni sui contenuti del Pacchetto Sicurezza che il Governo si preparerebbe a varare. «I reati commessi da cittadini stranieri vanno certamente perseguiti - afferma il presidente delle Acli Andrea Olivero - ma non vanno demonizzati gli stranieri presenti sul territorio, come se fossero gli unici responsabili di una percezione di insicurezza che sembra ormai pervadere i cittadini italiani e gli stessi immigrati».

Non servono, secondo le Acli «proclami e annunci che criminalizzano indistintamente una realtà», come l'ipotesi del ricorso all'esercito, ma «politiche certe ed efficaci di sicurezza, destinate tuttavia ad essere inefficaci se non affiancate da seri interventi di riqualificazione urbana, di mediazione, di accompagnamento». Viene giudicata «buona» la logica dei patti territoriali, ma non limitati alla questione dell'ordine pubblico: «Costruiamo invece dei tavoli locali sulla sicurezza e l'integrazione. Per costruire una società sicura, infatti, servono iniziative che incidano sulla qualità della vita delle persone, italiani e stranieri, che si sviluppa nei vari spazi di socializzazione: la scuola, il quartiere, il lavoro, il tempo libero».

«Assolutamente contrarie» le Acli all'introduzione del reato di immigrazione clandestina, una «misura demagogica - la definisce Olivero - tanto inutile quanto pericolosa per le ricadute sul piano sociale e culturale. Come è possibile mettere insieme senza distinzioni il disagio e spesso la disperazione delle persone che lasciano le proprie case e i propri affetti con le attività illecite e criminali di chi sfrutta il fenomeno migratorio? Perché non introdurre, a questo punto, il reato di povertà?».

Sì, invece, all'emersione dei lavoratori immigrati irregolari. «L'irregolarità di molti stranieri - aggiunge Olivero - è dovuta soprattutto a un sistema legislativo limitato e poco lungimirante, che rende angusto l'accesso regolare e addirittura provoca una fin troppo facile caduta nella illegalità di coloro che sono riusciti ad entrare in Italia nel rispetto delle norme. Si pensi alle migliaia di famiglie che hanno alle proprie dipendenze altrettante donne straniere, spesso in condizione di irregolarità, a cui però affidano i propri anziani, figli e abitazioni. L'irregolarità o clandestinità è spesso dovuta alle lungaggini burocratiche e agli immensi ritardi con cui lo Stato risponde alle esigenze di queste famiglie e delle imprese. Cosa avverrebbe in Italia se anche qui si ripetesse, come avvenuto in Francia, lo sciopero dei 'senza documenti'? Imprese e famiglie sarebbero fortemente penalizzate. Il governo, le amministrazioni locali sarebbero capaci di rispondere alle richieste di welfare che ne deriverebbero? Oggi il welfare di queste famiglie è 'fatto in casa' senza il supporto dello Stato, grazie anche a questi lavoratori e lavoratrici. Sarebbe allora più logico, in ordine alla sicurezza di tutti, permettere l'emersione di questi lavoratori»

Stranieri: Acli, no al reato di immigrazione clandestina

Le anticipazioni sul Pacchetto Sicurezza allo studio del nuovo governo

Roma, 13 maggio 2008 - Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani esprimono «forti preoccupazioni» per le anticipazioni sui contenuti del Pacchetto Sicurezza che il Governo si preparerebbe a varare. «I reati commessi da cittadini stranieri vanno certamente perseguiti - afferma il presidente delle Acli Andrea Olivero - ma non vanno demonizzati gli stranieri presenti sul territorio, come se fossero gli unici responsabili di una percezione di insicurezza che sembra ormai pervadere i cittadini italiani e gli stessi immigrati».

Non servono, secondo le Acli «proclami e annunci che criminalizzano indistintamente una realtà», come l'ipotesi del ricorso all'esercito, ma «politiche certe ed efficaci di sicurezza, destinate tuttavia ad essere inefficaci se non affiancate da seri interventi di riqualificazione urbana, di mediazione, di accompagnamento». Viene giudicata «buona» la logica dei patti territoriali, ma non limitati alla questione dell'ordine pubblico: «Costruiamo invece dei tavoli locali sulla sicurezza e l'integrazione. Per costruire una società sicura, infatti, servono iniziative che incidano sulla qualità della vita delle persone, italiani e stranieri, che si sviluppa nei vari spazi di socializzazione: la scuola, il quartiere, il lavoro, il tempo libero».

«Assolutamente contrarie» le Acli all'introduzione del reato di immigrazione clandestina, una «misura demagogica - la definisce Olivero - tanto inutile quanto pericolosa per le ricadute sul piano sociale e culturale. Come è possibile mettere insieme senza distinzioni il disagio e spesso la disperazione delle persone che lasciano le proprie case e i propri affetti con le attività illecite e criminali di chi sfrutta il fenomeno migratorio? Perché non introdurre, a questo punto, il reato di povertà?».

Sì, invece, all'emersione dei lavoratori immigrati irregolari. «L'irregolarità di molti stranieri - aggiunge Olivero - è dovuta soprattutto a un sistema legislativo limitato e poco lungimirante, che rende angusto l'accesso regolare e addirittura provoca una fin troppo facile caduta nella illegalità di coloro che sono riusciti ad entrare in Italia nel rispetto delle norme. Si pensi alle migliaia di famiglie che hanno alle proprie dipendenze altrettante donne straniere, spesso in condizione di irregolarità, a cui però affidano i propri anziani, figli e abitazioni. L'irregolarità o clandestinità è spesso dovuta alle lungaggini burocratiche e agli immensi ritardi con cui lo Stato risponde alle esigenze di queste famiglie e delle imprese. Cosa avverrebbe in Italia se anche qui si ripetesse, come avvenuto in Francia, lo sciopero dei 'senza documenti'? Imprese e famiglie sarebbero fortemente penalizzate. Il governo, le amministrazioni locali sarebbero capaci di rispondere alle richieste di welfare che ne deriverebbero? Oggi il welfare di queste famiglie è 'fatto in casa' senza il supporto dello Stato, grazie anche a questi lavoratori e lavoratrici. Sarebbe allora più logico, in ordine alla sicurezza di tutti, permettere l'emersione di questi lavoratori»

mercoledì, marzo 12, 2008

Decreto Flussi 2007 . Petizione per l’accoglimento di tutte le domande inviate


Decreto Flussi 2007 - Petizione per l’accoglimento di tutte le domande inviate
Firma la petizione che sarà inviata ai Ministeri competenti
http://www.meltingpot.org/articolo12321.html#sp12321
Questa petizione nasce dalle sollecitazioni di molte associazioni, collettivi, comitati e soprattutto singoli migranti.
Il decreto flussi 2007 infatti, produrrà l’esclusione di oltre 550.000 persone dalla possibilità di avere un titolo di soggiorno, visto l’ingente numero di domande inviate e lo farà con modalità assolutamente poco trasparenti.

Per sottoscrivere la petizione sarà sufficiente:
- inserire i vostri dati nei campi sottostanti;
- clickare su "invia";
- confermare la sottoscrizione attraverso un link che riceverete al vostro indirizzo e-mail.

Anche gli operatori degli sportelli potranno dare il loro contributo:
invitate quanti si recano presso i vostri spazi ad aderire. Compilate per loro conto la petizione ed eventualmente inserite nel campo relativo all’e-mail l’indirizzo segnalazioni@meltingpot.org.

Importante: nel caso non siate in possesso di un indirizzo e-mail sarà sufficiente scrivere nell’apposito campo segnalazioni@meltingpot.org, la conferma della sottoscrizione verrà in questo modo effettuata automanticamente.

E’ possibile scaricare i muduli cartacei per la sottoscrizione che dovranno essere poi inviati via fax al nr. 049 664589
[ scarica moduli ]

Il testo della petizione
In Italia, centinaia di migliaia di migranti sono costretti all’"irregolarità" da una legge, la Bossi Fini, spietata e crudele, ma ancora in vigore.
Si tratta di persone che quotidianamente contribuiscono a costruire la realtà delle nostre città, con il loro lavoro, con la loro presenza, con i loro progetti e le loro esperienze.
Nonostante questo, sono invisibili, privi di diritti.

L’ultimo Decreto Flussi, quello emanato negli ultimi mesi dell’anno 2007, ha confermato una situazione allarmante, rappresentata dall’inoltro di oltre 700.000 domande.
E’ cosa risaputa come queste riguardino, per la quasi totalità, persone già presenti in questo paese.
A fronte di oltre 700.000 domande presentate solo 170.000 sono le quote di ingresso messe a disposizione.
Questi numeri aiutano a capire come ogni tentativo di "governare le migrazioni" gestendone in qualche modo i "flussi" sia assolutamente anacronistico.
E’ questa idea stessa a produrre "clandestinità".

Inoltre, la procedura messa in campo per gestire l’invio delle domande si è rivelata un vero e proprio caos telematico.
Le ricevute attestanti il ricevimento delle pratiche riportano orari che non hanno alcun riferimento all’orario reale di invio.
Da più parti sono stati ipotizzati anche ricorsi legali, assolutamente auspicabili.
Rimane comunque il problema dei posti disponibili e questa è una prima forma di "ricorso collettivo" contro l’ingiustizia che vorrebbe escludere centinaia di migliaia di persone dalla possibilità di avere il loro titolo di soggiorno.

La retorica del discorso sull’immigrazione impone che, per entrare in Italia, sia necessario avere un lavoro ed una casa.
Ma questa stessa retorica impallidisce davanti alla realtà: tutte le domande presentate con il decreto flussi riguardano persone con un lavoro, ed una casa disponibili.
Nonostante questo la loro presenza continuerà ad essere negata, o peggio, motivo di iniziative "contro il pericolo clandestinità".

Ogni ipotesi di Decreto Flussi per l’anno 2008 non può non tener conto delle domande ancora inevase. Diciamo questo anche perchè la politica, in questi giorni impegnata nella campagna elettorale, rischia di giocare sulla pelle dei migranti slogan o false promesse, o peggio, di sottrarsi al dibattito.

Ma in gioco c’è la vita di centinaia di migliaia di persone.
Consapevoli che la soluzione più corretta ed immediata sarebbe quella di una sanatoria per tutti i migranti presenti nel territorio italiano, che eviterebbe anche un inutile viaggio "clandestino" a ritroso verso il paese d’origine (con il decreto flussi si continua a fingere che i migranti assunti si trovino nel loro paese di residenza) chiediamo quantomeno una iniziativa minima per il riconoscimento del loro diritto ad avere almeno un permesso di soggiorno.

Noi, chiediamo l’accoglimento di tutte le domande presentate con il Decreto Flussi 2007.

ACLINAPOLI
Che cosa è lo Sportello Immigrati

E’ un servizio di informazione, assistenza e orientamento rivolto ai cittadini stranieri su ogni aspetto legato alla loro permanenza nel nostro Paese. Presso lo Sportello, potrai richiedere il rinnovo dei titoli di soggiorno, avere informazioni sulla pratica di ricongiungimento familiare o conoscere le modalità di accesso ai servizi socio-sanitari presenti nel territorio.

Obiettivi prioritari del servizio sono:
• offrire un punto di riferimento presso il quale ricevere in primo luogo informazioni sulla legislazione italiana sull'immigrazione e sui diritti di cittadinanza e orientamento sull'accesso ai servizi sociali e socio-sanitari nel territorio;
• assistere i cittadini stranieri nel disbrigo degli adempimenti amministrativi, in particolare per quanto riguarda il rinnovo dei titoli di soggiorno;
• offrire un punto di ascolto e orientamento per quanti abbiano subito discriminazioni o atti lesivi della loro dignità e dei loro diritti.

Lo Sportello è nato nel 2002, sulla scorta delle novità introdotte dalla legge di riforma dei Patronati e all’interno di un più vasto programma di intervento con il quale abbiamo inteso mettere a disposizione degli immigrati tutto il nostro patrimonio di esperienze e competenze, coniugandolo con i valori di accoglienza e di solidarietà che ci sono propri e impegnando la nostra rete di servizi territoriali nell'attività d'informazione, accompagnamento e tutela dei cittadini immigrati.

Finalità dello Sportello è quella di diffondere una cultura dell’accoglienza e della solidarietà, di stabilire con chi si rivolge a noi un rapporto che prosegua oltre lo svolgimento di una pratica.
Per questo, in molte realtà territoriali lo Sportello svolge anche altre attività, in collaborazione il sistema ACLI o con altre associazioni, dai percorsi di orientamento per chi è appena arrivato in Italia ai corsi di lingua italiana o ai corsi sportivi per giovani e bambini. Per questo, ci manteniamo in contatto. Per segnalare le nostre iniziative o, semplicemente, per ricordare la prossimità di una scadenza.

martedì, gennaio 29, 2008

Immigrati: gravi ritardi nel rilascio dei permessi

Le Acli, fortemente preoccupate, chiedono una immediata risposta

Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani si dicono «fortemente preoccupate» per i gravi ritardi nel rilascio dei permessi di soggiorno ai cittadini immigrati. Il Patronato Acli, che sin dall'inizio collabora nell'invio telematico delle richieste di rinnovo dei permessi o per il rilascio della carta di soggiorno, ha lamentato più volte questi ritardi facendo presente il disagio in cui versano quanti ne hanno fatto richiesta.

«L'ottenimento rapido del permesso di soggiorno valido - afferma il Patronato Acli - è la condizione indispensabile perché il cittadino immigrato si possa sentire effettivamente tutelato. Ne va sia del processo di integrazione sia del sistema di sicurezza generale. L'amministrazione deve trovare un'immediata risposta a questa situazione che rappresenta una piaga cronica presente praticamente da sempre. Nello stesso tempo il mondo politico deve altrettanto dare una risposta responsabile accelerando l'iter per l'approvazione della proposta di legge di modifica del Testo Unico Immigrazione in cui si prospetta l'aumento del periodo di validità dei permessi di soggiorno, così da ridurre il carico di lavoro dei funzionari delle Questure. Nel frattempo, in attesa della politica, si suggerisce al Ministero dell'Interno di effettuare eventuali convenzioni con enti che possano contribuire nelle Questure al disbrigo di questo cumulo di pratiche così da cercare di azzerare i ritardi. Si ricorda infatti che oggi, insieme all'esame delle pratiche per il rilascio dei permessi di soggiorno, le Questure devono anche esaminare le pratiche di quanti hanno inoltrato domande secondo il recente Decreto Flussi».

Facendo appello al senso di solidarietà cui sprona la Costituzione, le Acli chiedono agli stessi Comuni, di cui si prevede nel progetto di legge in Parlamento una maggiore responsabilità in questo contesto, che si sentano interpellati e spronati fin da ora a dare una mano di aiuto. «La persona immigrata è un'immensa risorsa per il nostro Paese che non può essere umiliata proprio con l'incertezza della propria stabilità regolare nel territorio italiano»

venerdì, gennaio 18, 2008

Flussi 2007: 683.799 le richieste. Da oggi 18 gennaio sarà possibile verificare on line dello stato delle domande

News Immigrazione.Flussi 2007: 683.799 le richieste. Dal oggi sarà possibile verificare on line dello stato di avanzamento delle domande.
Flussi 2007: 683.799 le richieste. Dal 18 gennaio sarà possibile verificare on line dello stato di avanzamento delle domande. Patronati e Associazioni vigilano sulle graduatorie


Hanno assistito oltre 350.000 persone, inviando per via telematica più del 50% delle domande di assunzione pervenute al Ministero dell’Interno. Sono i Patronati e le Associazioni che, per questo lavoro svolto gratuitamente, hanno dapprima fortemente sollecitato e poi sottoscritto un apposito protocollo di collaborazione con il Ministero.
Sono gli stessi che ora chiedono assicurazioni sulla possibilità di conoscere lo status delle pratiche inoltrate, e – a fronte di una dismisura così enorme – chiedono l’immediata riapertura dei Flussi, mantenendo in graduatoria quei lavoratori e quelle lavoratrici rispondenti ai requisiti e non rientranti nelle quote del decreto flussi 2007.
683.799 domande. E’ infatti questo il dato ufficiale diffuso ieri dal Ministero dell’Interno, a fronte dei 170.000 ingressi previsti per le diverse tipologie di lavoro.
Sulle decisioni del Governo e le azioni del Ministero c’è attesa su più fronti, ma già sono troppe le persone comunque escluse o deluse…

I dati diffusi dal Ministero dell'Interno
683.799 le domande inviate fino ad oggi. Da Milano le più numerose. I lavoratori più richiesti dal Marocco e dalla Cina Popolare

Ad oggi sono state:
683.799 le domande di nulla osta al lavoro inviate;
391.864 le richieste per lavoratori da impiegare in lavori domestici e assistenza alle persone (mod. A);
286.460 sono state quelle per il lavoro subordinato (mod. B).

Le nazionalità dei lavoratori più richiesti risultano:
Marocco 116.897
Cina Popolare 70.107
Bangladesh 67.279
India 47.819
Ucraina 44.042
Moldavia 35.794
Albania 35.257
Pakistan 34.154
Sri Lanka (Ceylon) 27.197
Filippine 25.977
TOTALE 504.523

Le città con maggiori richieste sono:
Milano 74.362
Roma 44.928
Brescia 42.340
Napoli 23.305
Bergamo 21.894
Torino 21.484
Bologna 21.114
Verona 19.856
Modena 18.993
Vicenza 16.801
Treviso 15.324
Firenze 14.865
Venezia 14.657
Padova 14.425
Reggio Emilia 13.563
Mantova 13.294

Etichette: decreto flussi, graduatorie, online

# posted by pasqualeorlando @ 4:35 PM
Comments: Posta un commento



pasquale orlando: News Immigrazione.Flussi 2007: 683.799 le richieste. Dal 18 gennaio sar�possibile verificare on line dello stato di avanzamento delle domande.

martedì, dicembre 18, 2007

Immigrati: Secondo invio senza problemi ma «Resta il problema delle graduatorie e degli scarti»

Roma, 18 dicembre 2007 – Si è svolta «senza particolari problemi» nelle sedi del Patronato Acli la seconda giornata dedicata all’invio telematico al Ministero dell’Interno delle domande per assumere i lavoratori domestici provenienti dai Paesi 'non riservatari'. «Tutto ha funzionato molto meglio di sabato – spiega il vicepresidente del Patronato Acli Michele Consiglio – anche se nella prima ora si sono ripresentate le stesse lentezze del 15. Poi però la situazione si è sbloccata e alle ore 10.30 avevano già terminato l’invio da tutte le nostre province».

Quasi 9000 le domande inviate questa mattina dal Patronato Acli, per circa 3100 lavoratori dall’Ucraina, 1250 dal Perù, 900 dall’India e altrettanti dalla Cina. Poche le posizioni scartate dal Ministero, che sabato invece erano state circa 1000 su oltre 14mila invii. «Troppe – afferma il direttore generale del Patronato Acli Damiano Bettoni – e accompagnate da motivazioni spesso incomprensibili o non plausibili».

Per definire il comportamento rispetto agli 'scarti' e risolvere la questione della graduatoria delle domande, dopo i gravi ritardi nella procedura di sabato, il Patronato Acli, insieme agli altri Patronati, ha chiesto un incontro al Ministro dell’Interno. Nel frattempo, la decisione presa è quella di sospendere la consegna di tutte le ricevute in attesa di una risposta chiarificatrice da parte del Ministero.

La richiesta del Patronato Acli è che non venga costruita la graduatoria in base all’ora di arrivo delle domande, ma che si proceda con la verifica della regolarità del rapporto di lavoro agli sportelli per l’impiego e che poi il Governo faccia un nuovo decreto flussi.


“Il secondo "Click day" è stato meno disastroso del primo, ma questo sistema non funziona”
Lo denuncia il presidente delle Acli di Napoli Pasquale Orlando


Napoli, 18 dicembre 2007 - Il secondo "Click day" è stato meno disastroso del primo. E' quanto emerge dai dati in possesso dalle Acli di Napoli, il cui Patronato è riuscito ad inviare la prima pratica appena quaranta secondi dopo l'orario d'inizio dell'accettazione delle domande per regolarizzare la posizione di lavoratori, solo colf e badanti, immigrati provenienti da quei paesi non rientrati nei flussi indicati il 15 dicembre.

“Anche noi eravamo rimasti intrappolati in un sistema pensato male e realizzato anche peggio. – affrma il direttore provinciale del Patronato Acli Pasquale De Dilectis – L'altro giorno la nostra prima pratica inviata riguardava un lavoratore dello Sri Lanka con il nome molto lungo e visto che il sistema non riusciva a leggerlo siamo rimasti in attesa anche per le tantissime altre come tutti i patronati e le associazioni.”

Secondo Pasquale Orlando, presidente delle Acli di Napoli, il meccanismo della regolarizzazione tanto quanto quello dei flussi, non funziona. “E' inutile che ci raccontiamo favolette, cinquecentomila persone in tutta Italia non saranno regolarizzate. - continua Orlando – A quel punto, che succederà? Tutti gli abusivi usciranno fuori dai confini nazionali e torneranno ai loro Paesi? Ovviamente no, continueranno ad essere clandestini, a lavorare qui da noi a nero, senza diritti e senza pagare le tasse, producendo una ricchezza sommersa. Tutto ciò non va e credo sia arrivata l'ora di cambiare pagina, permettendo a tutti questi lavoratori di ottenere un permesso di soggiorno.”

domenica, dicembre 16, 2007

Rivolta sul web: «Tutto più difficile» La rabbia dei datori di lavoro «È stato un flop telematico»


Badanti, computer in tilt per i permessi.
Sei ore di blackout informatico alla scadenza di ieri. Corsa contro il tempo per oltre trentamila domande
ANNA MARIA ASPRONE Alle otto meno un minuto tutti pronti con il dito per il clic. Allo scoccare dell’ora «x», anche a Napoli e provincia, come nel resto d’Italia, migliaia di computer si sono connessi al sito del ministero dell’Interno per inviare altrettante domande di assunzione di extracomunitari, in base al decreto dei flussi 2007. Il problema però è stato subito chiaro: il server non consentiva l’invio delle pratiche. Sembra che a causare il collasso del sistema sia stato un disguido relativo alle richieste per i cittadini dello Sri Lanka che in pratica hanno ingolfato tutte le operazioni, bloccando l'invio delle domande anche per le altre nazionalità fino alle 14,30. «Solo a quell’ora - spiega Mohamed Saady, responsabile dell’Anolf Cisl Campania - il Viminale si è «accorto» dell’intoppo. Ma noi già dalle otto, ci siamo accorti che non riuscivamo ad inviare le nostre 200 domande. Solo dopo 6 ore ha risolto il problema». Chi, come i patronati o gli enti accreditati dal ministero dell'Interno doveva spedire centinaia di domande e aveva inoltrato per prima la richiesta di uno srilankese, pur essendosi collegati alle 8 in punto è riuscito solo dopo sei-sette ore. «Anche per noi è stato così - spiega Jamal Qaddorah, del patronato Inca Cgil - alle sette era già tutto pronto e gli addetti del sindacato alle 8 in punto si sono connessi dai nostri computer. Ci era stato assicurato che il sistema era stato tarato per reggere un flusso consistente di domande, con picchi di 9600 connessioni al minuto. Purtroppo però - aggiuge Quaddora - fino alle 12,30, delle 500 domande che avremmo dovuto spedire, siamo riusciti ad inviarne solo 11. Lo stesso problema si è verificato a Salerno e a Caserta». Il primo giorno del «clic-day» era destinato esclusivamente alle domande di assunzione degli immigrati provenienti da paesei che hanno sottoscritto accordi bilaterali con l’Italia: Albania, Algeria, Bangladesh, Egitto, Filippine, Ghana, Marocco, Moldavia, Nigeria, Pakistan, Senegal, Somalia, Sri Lanka, Tunisia, per qualsiasi tipo di occupazione (comprese le badanti). Altri due appuntamenti, il 18 e il 21 dicembre, saranno invece dedicati ai lavoratori originari di altri paesi. Migliaia di badanti e lavoratori non stagionali ieri hanno partecipato alla gara on line (ufficialmente a presentare la domanda dovrebbero essere i datori di lavoro), dal Piemonte alla Sicilia, per aggiudicarsi uno dei 47100 ingressi previsti per questa prima tranche. In tutto saranno regolarizzati nei tre giorni 170mila lavoratori mentre le domande giunte solo ieri sono state ben 353mila. La posta in palio è un futuro occupazionale finalmente in piena legalità. Per questo, dopo il gap di ieri mattina si preannunciano ricorsi e proteste. «Anche l’anno scorso da Napoli sono arrivate ben 32mila domande e si prevede che altrettante ne saranno anche questa volta. Il problema - conclude Jamal Qaddorah - è che, per rientrare tra i primi centosettantamila, contava la data e l'orario di ricezione della domanda. Noi dell’Inca Cgil chiederemo l’annullamento di questa graduatoria».


Dal Viminale, soddisfazione per la riuscita del «clic day». Per migliaia di datori di lavoro, invece, proteste e polemiche sull’«inefficacia del sistema», per ore in tilt. «Dalle otto in punto sono stato davanti a due dei miei computer, per inviare una domanda per me e una per un mio amico - spiega Giuseppe Agostini, ingegnere informatico - ma il sistema si è bloccato subito. Sono riuscito ad inviarle solo alle 14,40. Quella di quest’anno sembrava una soluzione logica rispetto alla file alle Poste dell’anno scorso. Invece anche questa volta c’è stato un disservizio, solo che è stato telematico. Per le mie domande - conclude - ho capito che l’intoppo era stato causato dalla generalità del lavoratore da assumere che era dello Sri Lanka». Disagi anche per chi aveva una sola domanda da inviare: «Il ministero ha dato la possibilità di spedire centinaia di domande con un solo clic. Il mio clic, invece, era per una sola domanda - dice Adelaide Bianchi - ed è stato messo alla pari di quello dei patronati che contemporaneamente ne hanno inviato tantissime. Magari si sono collegati un attimo prima di me, hanno intasato la rete e io sono rimasta bloccata tutto il sabato per una sola domanda». Stessa polemica per Marco Esposito «Ero pronto alle 8,01 con l’orologio del computer aggiornato sul sito Galileo come era stato indicato dal ministero. Ho inviato e dopo 27 minuti di attesa, con indicazione di caricamento al 50% è apparso un messaggio in rosso: «la domanda non può essere accettata perchè già inviata». Non certo da me. E poi il modulo è sparito». Polemiche anche sulla questione orario per la validità delle domande. «Trovo iniquo considerare le richieste in base all'orario di avvio - dice Claudio De Luca - Se deve essere una lotteria, tutti dovrebbero avere le stesse possibilità di vincita. Con i computer in tilt come fanno a stabilire il prima e il dopo? Sono convinto che anche il 18 dicembre quando ci saranno le domande da inviare per colf e badanti ci sarà un altro disastro». a.m.a.

sabato, dicembre 15, 2007

Decreto Flussi 2007 - Il disastro del "click day"

Ritardi, messaggi di errore e arbitrarietà nell’ accoglimento delle oltre 340mila domande:il Ministero deve dare spiegazioni

Domande oltre sette volte superiori ai posti disponibili: il sistema informatico del ministero dell'Interno ha registrato 352.955 invii per le richieste di assunzione di lavoratori extracomunitari. Il primo turno di spedizioni in corso nella giornata di sabato, infatti, offre solo 47.100 permessi destinati ai cittadini di Paesi che hanno sottoscritto accordi con l'Italia di cooperazione in materia migratoria. Nonostante questo, il "cervellone" del Viminale continua a essere bombardato dalle richieste, compilate dai singoli datori di lavoro o dai patronati. Nel momento di picco massimo di invio le richieste sono giunte con una frequenza di 200 al secondo.


La ricezione delle domande ha subito rallentamenti a causa di una falla nel sistema che non accetta cognomi troppo lunghi. Ad accorgersene sono stati i sindacati e i datori di lavoro che compilavano richieste per assumere cittadini dello Sri Lanka: «Lo stesso problema – spiega Maurizio Bove, responsabile dell'Ufficio immigrazione della Cisl di Milano - era stato riscontrato nel decreto flussi 2006. Avrebbero dovuto risolverlo per tempo».
Il blocco è durato circa due ore. «Problema risolto – afferma, infatti, Mario Morcone, responsabile del dipartimento immigrazione e libertà civili del Viminale - le domande relative agli srilankesi sono state accolte dal sistema e non è necessario procedere a un nuovo invio».


Dal ministero dell'Interno confermano anche il successo del sistema informatico: «Tutto sta funzionando – aggiunge Morcone – e non abbiamo dovuto ricorrere al sistema di scorta». Il tempo medio dell'invio della domanda – che oscilla da un minimo di dieci minuti a un massimo di diverse ore – dipende non solo dal traffico telematico ma anche dal numero di istanze. Fino a questo momento, infatti, l'invio è stato più facile per i datori di lavoro che hanno scaricato sul proprio pc il software per i flussi rispetto ai patronati, i quali hanno inviato le richieste in pacchetti multipli. «E' normale – spiega Morcone dal ministero – che le domande singole siano più veloci rispetto agli invii multipli». Ma all'Inca Cgil si parla già di "gestione discriminante" per tutti coloro che si sono rivolti ai patronati, e cioè per il 32% delle richieste.


«Verificheremo nelle prossime ore – affermano Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil e Alberto Sera, vicepresidente della Ital - se le procedure informatiche rispondono ai criteri di trasparenza e di pari opportunità che erano la 'conditio sine qua non' per la sottoscrizione del protocollo tra patronati e ministero dell'Interno».
Secondo Michele Consiglio, responsabile immigrazione delle Acli, il sistema penalizzerebbe i soggetti più deboli come anziani, persone con handicap, famiglie, piccole imprese individuali. In considerazione di ciò il patronato Acli chiede al ministero dell'Interno di provvedere fin da ora a modificare i criteri per la graduatoria delle richieste di nulla osta.

lunedì, novembre 26, 2007

Decreto flussi 2007: non più code agli sportelli per le assunzioni di lavoratori stranieri.

La rivoluzionaria procedura telematica presentata al Viminale dal capo Dipartimento delle libertà civili e l’immigrazione, prefetto Mario Morcone: «una sfida importante, di crescita di civiltà»

Sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale nella seconda metà di novembre il decreto del presidente del Consiglio dei ministri, firmato la sera di martedì 30 ottobre, sulla «programmazione transitoria dei flussi d'ingresso dei lavoratori extracomunitari non stagionali nel territorio dello Stato per l'anno 2007» che prevede la possibilità di assumere 170.000 lavoratori immigrati.

Per evitare i disagi e i disguidi che si sono riscontrati in occasione dei precedenti decreti sui flussi migratori, è stato modificato il sistema per la presentazione delle domande eliminando l’obbligo di spedizione postale; inoltre, è stata adottata una procedura di compilazione più semplice; il contatto con gli uffici della P.A., infine, è previsto in una sola occasione, al termine dell’istruttoria.

La modulistica è stata oggetto di studio da parte di un gruppo di lavoro interministeriale costituito ad hoc che ha recepito, apportando diverse novità, le sollecitazioni pervenute dagli Sportelli unici, dagli enti e dalle associazioni che si occupano di immigrazione, nonché dai cittadini.

Tutte le informazioni a riguardo sono state illustrate nel corso di una conferenza nel salone del Viminale, ripresa in audio video, con il capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione, prefetto Mario Morcone.

INFORMAZIONI GENERALI

Il sistema è composto da un sito web al quale l’utente deve connettersi tramite una connessione ad Internet, ed un programma da installare sul proprio Personal Computer per effettuare la compilazione e la spedizione per via telematica delle domande.

Le operazioni da effettuare per poter inviare le domande allo Sportello Unico per l’immigrazione sono descritte di seguito, e richiedono l’utilizzo di un Personal Computer e la disponibilità di una connessione ad internet.

E' qui possibile visualizzare una simulazione della procedura di inserimento telematico di nulla osta al lavoro.

RegistrazionePer poter accedere alla procedura on-line di richiesta dei moduli da compilare, è necessario che l’utente effettui una registrazione tramite un collegamento (link) inserito nella home page del sito istituzionale del Ministero dell’Interno. Per effettuare la registrazione è richiesto un indirizzo di posta elettronica valido e funzionante. La registrazione è gratuita.

Richiesta del moduloL’utente registrato, è abilitato ad accedere all’ area di richiesta dei moduli di domanda. Sulla base delle richieste effettuate, il sistema provvede a generare, in formato elettronico, il modello da compilare. In tale fase è necessario fornire alcuni dati e, in particolare, quelli relativi al datore di lavoro (se persona fisica o giuridica) e la località di impiego del lavoratore, rilevante al fine di individuare lo Sportello Unico competente al rilascio del nulla osta.

Installazione del programma per la compilazione delle domande sul proprio personal computer
Per la compilazione del modulo precedentemente generato, è necessario utilizzare uno specifico programma disponibile sul sito web. Il programma deve essere scaricato ed installato sul proprio personal computer.

Compilazione del modulo
Tramite la funzione Importa, disponibile all’interno del programma per la compilazione off line, è possibile scaricare sul proprio personal computer i moduli elettronici generati sul sito web del servizio.
Una volta effettuata l’importazione dei moduli informatici dal sito web, l’utente è in grado di procedere alla compilazione del modulo, inserendo i dati richiesti. Guide di contesto e strumenti di verifica dei dati immessi sono di supporto all’utente durante tutta la procedura di compilazione.
In questa fase non è necessario che il proprio PC sia connesso ad internet.

Invio del modulo compilatoTramite il programma di compilazione, è possibile inviare i moduli, correttamente completati, al servizio di inoltro telematico delle domande.

ATTENZIONE: Per effettuare l’invio, è necessario che il proprio personal computer sia connesso ad internet.
Si consiglia di leggere attentamente il manuale d’uso prima di procedere con la compilazione dei moduli.

A breve verrà attivato un help desk per fornire chiarimenti, sia di tipo informatico che procedurale.

Il Decreto flussi 2007 prevede una quota di 170.000 cittadini stranieri non comunitari per «motivi di lavoro subordinato non stagionale e di lavoro autonomo»:

  • 47.100 sono attribuite ai cittadini di Paesi che hanno sottoscritto accordi di cooperazione (4.500 albanesi; 1.000 algerini; 3.000 cittadini del Bangladesh; 8.000 egiziani; 5.000 filippini; 1.000 ghanesi; 4.500 marocchini; 6.500 moldavi; 1.500 nigeriani; 1.000 pakistani; 1.000 senegalesi; 100 somali; 3.500 cittadini dello Sri Lanka; 4.000 tunisini; 2.500 cittadini di altri Paesi non appartenenti all'Unione europea che concludano accordi finalizzati alla regolamentazione dei flussi di ingresso e delle procedure di riammissione)
  • 65.000 saranno ripartite tra categorie come le colf e badanti
  • 14.200 gli addetti del settore edile
  • 1.000 ingressi per dirigenti e personale altamente qualificato
  • 500 sono riservati ai conducenti nel settore dell’autotrasporto
  • 200 per il settore della pesca marittima
  • 30.000 ingressi per i restanti settori produttivi

saranno convertiti, inoltre, in permessi per lavoro subordinarto:

  • 3.000 permessi di soggiorno studio
  • 2.500 permessi per tirocinio
  • 1.500 per lavoro stagionale
  • 1.500 per i cittadini non comunitari residenti all’estero che abbiano completato i programmi di formazione e di istruzione nel paese d’origine
  • 3.000 unità, appartenenti a particolari categorie (ricercatori, manager e liberi professionisti), potranno fare ingresso per motivi di lavoro autonomo
  • 1.500 conversioni di permesso di soggiorno per lavoro autonomo.

Le domande in formato digitale dovranno essere inoltrate telematicamente nei termini indicati dal decreto e seguendo criteri di scaglionamento che prevedono l’invio:

  • a partire dal 15° giorno successivo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale per le istanze relative ai lavoratori delle nazioni che hanno sottoscritto specifici accordi di cooperazione in materia migratoria
  • a partire dal 18° giorno successivo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale per le domande relative ai lavoratori domestici e di assistenza alla persona
  • a partire dal 21° giorno successivo la pubblicazione in gazzetta ufficiale per le domande relative a tutti i restanti lavori.

A Napoli puoi rivolgerti alle ACLI che con il Patronato ACLI, le ACLI Colf e il Caf ACLISERVICE, sono pronte ad affrontare questa procedura.
Sede Provinciale Patronato ACLI - Corso A. Lucci 121 - 80142 Napoli tel.081/5539706/081/19574910 Fax 081/19574919


Orari di Apertura al Pubblico:
Lun/Ven dalle ore 9.00 alle ore 13.00
Lun/Giov. Dalle ore 15.00 alle ore 17.30

Sedi Zonali

* Via Amato 27 - 80053 Castellammare di Stabia Tel. 081/8717581 Orari di Apertura al Pubblico: Lun/Ven dalle ore 9.00 alle ore 12.30 Mar e Giov dalle ore 15.00 alle ore 17.30
* Via San Massimo 110 - Nola Tel. 081/5125420 Orari di Apertura al Pubblico: Lun/San dalle ore 9.00 alle ore 12.30 Lun/Mart/Giov dalle ore 16.00 alle ore 19.00

* Via Canonico Scherillo 45 - Napoli Soccavo - tel. 081/2413891 Orario di Apertura al Pubblico: Lun/Ven dalle ore 9.00 alle ore 12.30 Mart/Giov dalle ore 15.00 alle ore 17.30
* Piazza della Libertà 5 - Napoli Secondigliano Orario di Apertura al Pubblico : Mer/giov/Ven dalle ore 9.00 alle ore 12.30
* Via Nazionale 195 – 80059 Torre del Greco – Tel. 081/8815659 Orario di Apertura al Pubblico: Lun/Merc/Ven ore 8.30 / 12.30 Mart e Giov dalle ore 15.00 alle ore 18.00
* Via E. Fermi 4 - Marigliano - Tel. 081/8854603 Orario di Apertura al Pubblico Merc/Giov/ven dalle ore 8.30 alle ore 12.30
* Via Mariano Semola 15 - Napoli Vomero Tel. 081/5494625 Orario di Apertura al Pubblico: Lun/ven dalle ore 9.00 alle ore 12.30 Mart/merc/giov dalle ore 15.00 alle ore 18.00
* 2 Vico Massimo Stanzione 12 - Frattamaggiore Tel. 081/8318977 Orario di Apertura al Pubblico: Lun/Ven dalle ore 9.00 alle ore 12.30
* Via Plino 162/165 - Torre Annunziata Tel. 081/8626900 Orario di Apertura al Pubblico: Lun/Ven dalle ore 9.00 alle ore 12.30


mercoledì, marzo 14, 2007

Colf e badanti stranieri, novità per oltre 1,1 mln

Roma, 13 mar. (Adnkronos/Labitalia) - Niente più quote per colf e badanti stranieri. Lo prevede la legge delega Amato-Ferrero, in arrivo al Consiglio dei ministri la prossima settimana. Secondo la riforma che dovrebbe archiviare la legge Bossi-Fini, dunque, i lavoratori stranieri extracomunitari impiegati nei servizi di cura domestici e di assistenza alla persona non saranno più vincolati rigidamente al numero di ingressi stabilito nel decreto 'flussi' e la quota stabilita per il lavoro parasubordinato domestico potrà essere superata in caso di aumento della domanda interna.
Le persone straniere che nel 2006 hanno lavorato nel nostro Paese come colf e badanti sono stimate tra le 713mila e le 1.134mila unità (ricerca Cergas - Centro di ricerche sulla gestione dell'assistenza sanitaria e sociale - dell'Universita' Bocconi), a fronte delle 500mila regolari e iscritte all'Inps a fine 2005.
''Speriamo che i provvedimenti annunciati - commenta con Labitalia Ramona Campari, responsabile nazionale per la Filcams Cgil delle colf - servano a favorire la regolarizzazione delle migliaia di lavoratrici straniere presenti sul nostro territorio. E speriamo anche - aggiunge - che questa scelta non diventi una scappatoia per rinunciare definitivamente a un welfare pubblico''. ''Questa rinuncia alle quote per colf e badanti - avverte Campari - dovrebbe in realtà intrecciarsi con una buona politica pubblica di welfare. Altrimenti, stando così le cose, le famiglie devono individuare le loro soluzioni in solitudine''.
La disciplina attuale in materia di colf extracomunitarie prevede che il datore di lavoro presenti (prima dell'arrivo del lavoratore in Italia) la domanda di nulla osta al lavoro, indirizzandola al competente Sportello Unico per l'Immigrazione con allegati, oltre ai documenti delle due parti, una dichiarazione di retribuzione minima salariale di 381,72 euro mensili. Le domande si presentano presso uno degli uffici postali abilitati e finora hanno fatto riferimento ai cosiddetti decreti flussi.
Se passerà la riforma Amato-Ferrero, non ci saranno più problemi di quote e ogni datore di lavoro interessato ad assumere una colf potrà presentare regolare domanda. All'arrivo in Italia è necessario provvedere entro 8 giorni alla firma del contratto e alla richiesta di permesso di soggiorno. Il datore di lavoro dovrà in un secondo tempo provvedere alla denuncia di assunzione entro il giorno 10 del mese successivo al trimestre solare nel quale è avvenuta l'assunzione.
Per quanto riguarda le retribuzioni del personale domestico in Italia, il contratto collettivo nazionale di lavoro (appena rinnovato) prevede per la prima volta il riconoscimento delle diverse mansioni di pulizia e di cura. Per un'assistente familiare convivente, alla prima assunzione e che si occupa di una persona autosufficiente, con un orario di 54 ore settimanali, lo stipendio è di circa 850 euro, mentre per chi si occupa di una persona non autosufficiente è di circa 1.200 euro. La retribuzione oraria di una colf, invece, è di circa 7 euro.

venerdì, marzo 09, 2007

Lavoratori extracomunitari: Flussi di ingresso per il 2007

E´ stata firmata la circolare sulla programmazione transitoria dei flussi di ingresso per l´anno 2007 dei lavoratori stagionali extracomunitari e dei lavoratori che hanno partecipato a programmi di formazione e di istruzione nel Paese di origine. Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri relativo sarà pubblicato il 12 marzo sulla Gazzetta ufficiale, mentre sul sito del Ministero dell'Interno sono già disponibili le istruzioni, le procedure e la modulistica necessaria per la presentazione delle domande di accesso.

Il Decreto prevede l´ammissione di 80.000 lavoratori stagionali non comunitari e di altri 2.000 che hanno partecipato a programmi di formazione e di istruzione nel Paese di origine.

Le domande potranno essere presentate a partire da
lunedì 12 marzo.

Rispetto allo scorso anno le novità più importanti sono:
 l´aumento del numero delle associazioni di categoria che possono presentare le domande dei datori di lavoro con procedura informatica, canale che offre all´imprenditore la procedura più semplice;
 la semplificazione delle domande individuali del datore di lavoro che potranno avvalersi di moduli scaricabili dal sito.
per saperne di più:
Informazioni e moduli sul sito del Ministero dell'Interno

sabato, dicembre 09, 2006

SPORTELLO IMMIGRATI: Pubblicato finalmente il decreto flussi.

Sulla G.U. n. 285 di oggi 7 dicembre 2006 si trova pubblicato il DPCM 25 ottobre 2006 che stabilisce una quota aggiuntiva massima di 350.000 ingressi per lavoro subordinato non stagionale, oltre quella già determinata con DPCM 15 febbraio 2006 nell´ambito della programmazione dei flussi d´ingresso dei lavoratori extracomunitari per l´anno 2006.
La quota aggiuntiva vale esclusivamente per le domande già presentate entro la data del 21 luglio 2006.
Ecco la distribuzione:
Valle d'Aosta 300
Piemonte 27500
Lombardia 77000
Prov. autonoma di Trento 2500
Provincia autonoma di Bolzano 0*
Veneto 42000
Friuli Venezia Giulia 5600
Liguria 7600
Emilia Romagna 33000
Toscana 24000
Umbria 10000
Marche 13000
Lazio 50000
Abruzzo 6000
Molise 800
Campania 20000
Puglia 6100
Basilicata 1300
Calabria 9800
Sicilia 11000
Sardegna 2500
TOTALE
350000