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sabato, maggio 30, 2009

Stamattina fiori sul luogo dove è morto Petru Birladeanu

Stamattina fiori sul luogo dove è morto Petru Birladeanu, il romeno rimasto ucciso da innocente nella sparatoria che si è verificata martedì sera a Napoli, zona Montesanto, Quartieri Spagnoli. Il giovane, che si guadagnava da vivere nei pressi della stazione della Cumana, si era trovato sulla traiettoria di alcune pallottole vaganti esplose durante quello che presumibilmente era uno scontro tra clan rivali, inquadrato nella faida che da tempo insanguina i Quartieri Spagnoli. Birladeanu si era precipitato all’interno della stazione insieme alla ragazza ma era già stato colpito: una pallottola gli si era conficcata sotto l’ascella, creando un foro inizialmente scambiato per una coltellata. Per lui non c’è stato nulla da fare.

La cerimonia c'è stata dopo una grande assemblea con tutte le comunità straniere e le associazioni di volontariato di Napoli con il Sindaco Rosa Russo Iervolino. Non aver paura, questo il messaggio emerso con forza. La città può far crescere solidarietà ed accoglienza.

Le ACLI di Napoli con il presidente Pasquale Orlando e le responsabili ACLI Colf Maria Laura Biscaglia e Anna Cristofaro erano lì a testimoniare il lavoro dell'associazione e la sfida educativa e sociale che le ACLI conducono per una città accogliente, sicura e giusta.

lunedì, giugno 16, 2008

L'emergenza sono gli italiani. La questione "rom" vissuta e guardata da un altro punto di vista

L'emergenza sono gli italiani


La questione "rom" vissuta e guardata da un altro punto di vista

(da Aesse 5 2008)

Oggi è venuto un padre di famiglia romeno (e rom). Era in cerca di un posto per sé e per la sua famiglia, dopo gli sgomberi di questi giorni qui a Roma. Sua figlia è malata di idrocefalia triventricolare, operata e seguita già da anni al Policlinico di Roma. Vive con una valvola in testa. Fino a ieri erano in baracca, lungo la riva del fiume. Oggi siamo riusciti a trovar loro un posto, domani non lo so.

Ecco uno dei risvolti della “emergenza rom”, come la definiscono strumentalmente da qualche tempo. Un’emergenza in cui, tra le altre cose, le identità si confondono: rom o romeni? Un’ignoranza in cui tutto è uguale.

Un’emergenza discriminatoria che da secoli si ripresenta a ondate, in genere in corrispondenza di momenti storici difficili. A me sembra che il vero disagio sia quello della società italiana, con una forte crisi di identità e valori che fa nascere la paura. E la paura ha bisogno di qualcuno cui dare la colpa e che non può difendersi. Il popolo rom è un popolo che non ha terra, né rappresentanza, né diritti, perché è un popolo sostanzialmente clandestino. Un popolo con cui ce la si può prendere senza che alcuno, da destra a sinistra, dal campanile o dalla piazza, proferisca parola.

Si parla di “campi rom”… Ma i rom non vivono nei campi, che sono un’invenzione occidentale. La vera causa di tutta la situazione che stiamo vivendo è proprio la politica fallimentare dei “campi nomadi” sorti dagli anni ’60 in poi. Delle riserve dove tra l’altro non vivono più i rom, ma un sottoproletariato urbano che di rom non ha più nulla. Perché è nei famigerati campi rom che si è compiuto quel “genocidio culturale” che neanche Hitler riuscì a ottenere con risultati così vincenti.

Ciascuno di questi campi, poi, costa a Roma circa un milione di euro l’anno all’amministrazione comunale. Soldi che vanno a tutto un indotto (anche di malaffare), che si scanna sui bandi e offre “servizi” collegati alla gestione dei campi: recupero scolastico, servizi igienici, attività culturali e ricreative di vario genere. Servizi e attività sovvenzionate non controllate e che spesso non sono davvero realizzate.

Noi, già nel 2000, abbiamo proposto, insieme ad altre 7 famiglie, un progetto-pilota di un “vero” campo nomadi perfettamente autogestito, a costo zero: attivato con un prestito, tutto restituito, di 80 milioni di lire. È piaciuto in Francia e Spagna, ma non qui.

Io sono un gagiò, non sono un rom. Ma un giorno ho deciso di condividere la vita dei rom nei campi. Dai rom sono stato accolto, e tra i rom ho vissuto e lavorato fino al 2001. Tra loro ho conosciuto anche mia moglie Dzemila, con cui ora divido anche le fatiche e le gioie del centro di accoglienza “Padre Arrupe”, nato col sostegno dei gesuiti del Centro Astalli, e della “Casa di Marco”, una casa famiglia per bambini, italiani e stranieri, che abbiamo aperto nel 2006. Una scelta di accoglienza fatta con lo stesso spirito che avevamo nei campi: fare un cammino “di liberazione” insieme ad altre persone, ad altre famiglie.

Per me la parola integrazione è quindi una bellissima parola. Anche il nostro matrimonio è stato ed è un incontro tra culture diverse, vissuto come una risorsa in più. Anche se mia moglie resta una romnì e io resto un gagiò. E tali dobbiamo rimanere.

(l’autore è il responsabile del Centro di prima accoglienza “Padre Arrupe” di Roma - www.padrearrupe.com)

Carlo Stasolla

giovedì, giugno 12, 2008

Domani un milione di persone in Italia tiferà per la Romania (sono i romeni)


IMMIGRAZIONE - Foto di gruppo di un milione di romeni

SPECIALE. Almeno un milione di persone in Italia tiferanno domani per la Romania. Tanti sono i romeni in Italia secondo l'ultima stima della Caritas, contenuta in un dossier che smonta le distorsioni create dalla "emergenza sicurezza" e illumina una comunità che oggi rappresenta un quarto di tutti gli immigrati oggi in Italia, e la cui presenza è centuplicata in 17 anni.

- 557 mila gli occupati. Contribuiscono per l'1,2 per cento al Pil italiano. Aumentati specialmente gli uomini, 70mila dei quali hanno fruito delle misure di emersione nel settore edile. Ma è anche diminuito il numero di ore lavorate e sono aumentati i part-time, spia della maggiore diffusione del lavoro "grigio”. A Roma è in nero il 26% dei lavoratori dipendenti romeni.
- Dal pacchetto sicurezza al pacchetto integrazione. L'intervento del direttore Nozza: "Qualcosa non ha funzionato. Si è voluto imputare le responsabilità di frange limitate a un’intera collettività". vai>>

IMMIGRAZIONE - "Gli italiani? Furbi e razzisti, ma in fondo amici"

SPECIALE. Leggono molto i giornali (soprattutto Repubblica, Corriere della Sera e il Messaggero), in Tv preferiscono l'informazione, i documentari e bocciano la fiction, cioè la preferita dagli italiani... Dell'Italia apprezzano molto la sanità, ma non l'istruzione. E oltre gli stereotipi (per cui loro sono sono "zingari, ladri, criminali" e gli italiani "furbi, razzisti, sfruttatori") il 94% dichiara di avere amici italiani, e le reti amicali rappresentano uno dei principali fattori di inserimento.

Nel dossier Caritas anche nuovi approfondimenti sul punto di vista della comunità romena verso di noi.

- Tutti lavoro e chiesa. Sono soprattutto i luoghi di lavoro che sostengono la socializzazione e l’integrazione dei romeni, seguiti dalle istituzioni religiose; le strutture istituzionali (uffici comunali, questura, ecc.) solo terze, in coda le associazioni della comunità

giovedì, maggio 15, 2008

Napoli: Il campo rom fa deflagrare la città e la politica. Reazione anche a Bruxelles e in Curia.



Bassolino e il manifesto antirom del Pd:
«Inaccettabile, un pugno nello stomaco»
«È un messaggio sbagliato. Ci sono limiti da non superare mai.
Un conto è la questione sicurezza, un altro è l’intolleranza»

NAPOLI - Il governatore non usa giri di parole o inopportuno politichese per stigmatizzare l'accaduto: «I terribili fatti di Ponticelli chiamano tutti a una riflessione seria. L’insicurezza, la sofferenza sociale, il disagio civile ci dicono che le istituzioni, a tutti i livelli, e la politica devono fare di più per i grandi quartieri popolari di Napoli e di altre grandi città italiane. Ma quei fatti chiamano anche a una netta presa di distanza da azioni che offendono gravemente la dignità umana». Questo il commento di Antonio Bassolino al «pogrom» di cui sono stati vittime in questi giorni i nomadi dei campi di Ponticelli».
«Quelle fiamme, quelle grida, quegli applausi mettono i brividi. Ecco perchè anche quel manifesto del Pd sui muri di Ponticelli e ripreso dal Corriere del Mezzogiorno («Via gli accampamenti Rom da Ponticelli!») è un pugno nello stomaco per tutti noi. È un messaggio sbagliato e inaccettabile, perchè vi sono limiti da non superare mai. Un conto è la consapevolezza che la sicurezza è oggi una grande questione di cittadinanza, altro conto è sconfinare nell’intolleranza», conclude Bassolino.

Il PD si giustifica e condanna la violenza
Il Pd di Ponticelli, da par suo, condanna gli episodi di violenza e di intolleranza che hanno colpito i rom nel quartiere della periferia est di Napoli: è questo il messaggio contenuto in una nota del partito che chiarisce il contenuto del manifesto apparso nel quartiere e citato da Bassolino. «Il Pd di Ponticelli, come si evince anche da una innumerevole serie di dichiarazioni rese da esponenti istituzionali nei giorni scorsi sui giornali cittadini - si legge nella nota - ha condannato e condanna gli episodi di violenza e di intolleranza che si sono verificati in questi ultimi giorni». «Attraverso i suoi rappresentanti eletti nella Municipalità - aggiunge - ha innumerevoli volte segnalato, ben prima che accadessero i terribili fatti di questi giorni, la drammatica ed esplosiva situazione che si era creata nel quartiere». Nel comunicato si cita anche una lettera, inviata lunedì 12 maggio, al sindaco, al prefetto, al questore e al direttore della Asl Napoli 1: «Il Pd avvertiva che vi erano concreti pericoli che scoppiassero disordini e che la situazione degenerasse - conclude la nota - e lanciava un appello affinchè si intervenisse tempestivamente».

Nel frattempo Maroni nomina un Commissario
«Roma, Milano e Napoli avranno un commissario straordinario per i rom». Lo ha annunciato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, al termine dell'incontro al Viminale con il suo collega romeno, Cristian David, e prima di recarsi al Quirinale per illustrare al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, «alcune delle misure che prenderemo» nell'ambito del pacchetto sicurezza. Per la nomina dei tre commissari, ha aggiunto il ministro, «non ci sono problemi di copertura finanziaria».


Dopo i recenti assalti ad alcuni campi rom, Maroni ha precisato che «non esiste un problema con la comunità romena in Italia, esiste il problema della sicurezza sentito dai cittadini a cui il Governo deve dare risposte efficaci». «È la gente che delinque, a prescindere dai paesi di appartenenza - ha aggiunto il ministro - Bisogna colpire i criminali per i fatti da loro commessi. Se chi delinque è straniero, va espulso». «Ma nell'emergenza sicurezza - ha sottolineato Maroni - non esiste una sottoemergenza romena, loro sono una comunità bene integrata, ci sono stati singoli episodi che hanno danneggiato l'immagine di questa comunità, ma loro sono perfettamente integrati e le relazioni tra i due paesi sono ottime». Espulsioni di massa? Un'ipotesi che «non esiste».

La Commissione Europea condanna...
La Commissione Ue «condanna con forza i comportamenti criminali individuali che ritiene debbano essere sanzionati dalle autorità competenti caso per caso». È quanto ha affermato la portavoce Pia Arenhkilde, rispondendo ad una domanda dei giornalisti sulle violenze nei confronti dei campi rom alla periferia di Napoli. Per quanto riguarda, poi, la questione più generale dell’immigrazione la portavoce ha sottolineato che più volte il presidente della Commissione Josè Manuel Durao Barroso ha sottolineato «l’importanza e l’apprezzamento del dialogo costruttivo e della cooperazione fra Romania e Italia». «Questa posizione è tuttora valida - ha spiegato la portavoce - e Italia e Romania devono fare il maggiore uso possibile della cooperazione bilaterale e delle possibilità previste dalle norme e dai fondi Ue».
I campi nomadi incendiati
Mentre arrivano le bacchettate da Bruxelles, si fa sentire anche la questura di Napoli per la quale le manifestazioni di questi giorni sono solo espressione di «intolleranza». La camorra, per il questore Antonino Puglisi, non c'entra. «Si tratta di reati gravissimi che danno un’immagine incivile della nostra città - ha aggiunto il questore - atti da cui tutti dobbiamo prendere le distanze, non a parole ma con i fatti». Puglisi si è detto sorpreso dalla presenza nel quartiere di «manifesti inneggianti all’intolleranza». E ha poi annunciato il pugno duro anche per chi ha soffiato sul fuoco della protesta. «Favoreggiare i raid con forme di solidarietà è un reato previsto dal codice - ha detto - e come tale andrà punito». In merito a presunte infiltrazioni della criminalità organizzata nelle manifestazioni dei giorni scorsi, Puglisi ha manifestato un certo scetticismo. «Non sono sicuro - ha detto - che a fare gesti del genere siano stati malavitosi di un certo calibro: riportare tutto alla criminalità organizzata mi lascia un po' perplesso». Insomma, nei raid ci sarebbe la mano di singoli esponenti dei clan, non dell’intera organizzazione criminale.
Le proteste dei residenti
Per il questore Puglisi «le nostre indagini stanno portando all’identificazione dei responsabili dei raid». Altro discorso è quello della sistemazione dei rom cacciatì da Ponticelli. Tocca alle amministrazioni locali provvedere a trovare un posto per i rom, ha commentato il questore, «ma certo non può passare il principio che determinate persone non possano risiedere in certi ambienti».

Preoccupazione e dolore della Curia di Napoli

Preoccupazione e dolore «per i gravi episodi che stanno rendendo molto difficile la vita quotidiana e la convivenza civile in alcune parti della nostra area metropolitana» sono espresse dalla Curia arcivescovile di Napoli. «Probabilmente le generali condizioni ambientali acuiscono il clima di esasperazione e di tensione per i possibili danni di carattere igienico-sanitario. Ma questo non può assolutamente portare a comportamenti che compromettono o annullano la civiltà e la correttezza dei rapporti umani. Nessuno può pensare di agire impunemente violando, con atti gravissimi e talvolta anche delittuosi, l’ambito personale e familiare altrui». «La violenza, comunque manifestata, non può trovare alcuna giustificazione, anzi trova ferma condanna».

martedì, aprile 22, 2008

I romeni li conterei sia quando commettono delitti sia quando li subiscono.


La campagna elettorale di Roma riporta al centro, a seguito dei gravi fatti di cronaca, il tema della sicurezza. Trovo su www.decidiamoinsieme.it la riproduzione di questa lettera al Riformista che almeno ci fa pensare.
Tolleranza zero verso i reati non contro le persone, almeno...