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lunedì, gennaio 21, 2008

Mastella se ne va, Prodi cerca la fiducia alle Camere


Mastella se ne va, Prodi cerca la fiducia alle Camere
di Sara Bianchi

La decisione di Clemente Mastella ha aperto di fatto la crisi di governo. Il leader Udeur si è espresso per le elezioni anticipate ed è probabile che la soluzione possa rivelarsi questa. Ma non si esclude nemmeno l'ipotesi di un governo istituzionale, della quale è tornato a parlare Lamberto Dini proponendo «un esecutivo per le emergenze». Certamente l'inchiesta che ha coinvolto l'ex guardasigilli, sua moglie e altre persone a loro vicine ha fatto da potente detonatore nei già difficili equilibri della maggioranza. Ma l'altro elemento fortemente destabilizzante è stato la discussione sulla riforma della legge elettorale. Dopo il via libera della Corte Costituzionale al referendum i timori dei piccoli partiti si sono fatti più grandi. Non è bastata a rassicurarli la discussione in atto sulla bozza Bianco 2 nè quella sul Vassallum. E se il compito di avviare la crisi se l'è assunto Mastella, l'Italia dei Valori, i Verdi, il Pdci, tutti i piccoli dell'Unione, compresa Rifondazione comunista non hanno contribuito ad ammorbidire i toni dello scontro in atto in questi giorni.
Domani mattina il Presidente del Consiglio riferirà alla Camera. Alle 9.00 si riunirà la conferenza dei capigruppo per modificare il calendario d'Aula e subito dopo, già alle 10.00, potrebbe parlare Romano Prodi. Prima del suo discorso a Montecitorio il premier potrebbe recarsi dal Capo dello Stato. Prodi vuole «parlamentarizzare» questo passaggio, presentandosi alle Camere e chiedendo una verifica della fiducia. Le sue comunicazioni dovrebbero dunque essere ripetute al Senato, aprendo in entrambi i rami del Parlamento un dibattito, a conclusione del quale Prodi trarrà le conseguenze, chiedendo il voto o andando al Colle a rimettere il mandato. È un modo per semplificare le procedure e sapere se nelle Camere esiste la possibilità di proseguire il mandato.
Immediatamente dopo l'annuncio di Mastella il segretario del Pd, Walter Veltroni si è recato a Palazzo Chigi per un uncontro con il premier, presente anche Dario Franceschini. La riunione si è poi allargata ai vertici del Pd, con i due vicepremier Massimo D'Alema e Francesco Rutelli, i ministri Arturo Parisi e Giuseppe Fioroni e il capogruppo alla Camera, Antonello Soro. E in serata è cominciato un vertice di maggioranza, con tutti i capi dell'Unione.
Secondo Gennaro Migliore, capogruppo Prc a Montecitorio «Mastella ha fatto prevalere gli interessi personali a quelli del paese e non si possono chiedere elezioni anticipate sulla base di interessi personali». Migliore ammette: «non ci aspettavamo una precipitazione degli eventi di questo tipo; l'appoggio esterno è durato fin troppo poco».
Guarda con decisione ad elezioni anticipate il segretario Pdci. «Se dopo l'uscita dell'Udeur dalla maggioranza ci sarà crisi, non c'è che una strada: il voto anticipato», secondo Diliberto, che spiega: «questo Governo è l'unico legittimato dal voto degli elettori, non ce ne possono essere altri».
Domani il Presidente del Consiglio riferirà in Aula alla Camera, mentre l'opposizione chiede che il premier salga al Quirinale.
Silvio Berlusconi la definisce «una crisi che era già evidente nei fatti». «Ora - prosegue - è indispensabile e urgente ridare la parola ai cittadini».
Secondo Pier Ferdinando Casini «la crisi di governo è inevitabile». Il leader Udc pensa che Prodi «nelle fasi e nei modi che riterrà opportuno, non può non coinvolgere il Quirinale», perchè «l'uscita di un partito dalla maggioranza è un fatto che ha rilievo istituzionale».
Sulla stessa linea anche An, il cui portavoce Andrea Ronchi invita Prodi a «prendere atto della decisione dell'Udeur e rassegnare le dimissioni».
È scettico il presidente dei senatori della Lega Nord, Roberto Castelli: «finché non vedo non ci credo. Dini, Mastella e compagnia cantante ci hanno abituato a troppi proclami. Li aspettiamo al voto, in Senato». Ma Roberto Maroni precisa: «chiediamo che Prodi si dimetta subito, che non si facciano pasticci con governi tecnici o istituzionali, e che si vada direttamente alle elezioni».
21 gennaio 2008

domenica, ottobre 21, 2007

Napoli accoglie il Papa


Napoli, 21 ott. (Adnkronos/Ign) - Nonostante la pioggia, una folla immensa ha accolto Benedetto XVI arrivato poco fa a Napoli. A dare il benvenuto al Papa, giunto in elicottero da Roma, alla Stazione Marittima del porto il presidente del Consiglio Romano Prodi e il Guardasigilli Clemente Mastella.

Il Pontefice, come nel suo stile non si tratterrà molto nel capoluogo partenopeo oggi blindatissimo. La sua partenza è prevista per le 17.30. Poche ore quindi ma estremamente significative per questa giornata che segna l'ottavo viaggio pastorale. Tra breve il Papa celebrerà l'Angelus in piazza del Plebiscito. Poi incontrerà i leader religiosi convenuti nella città per il meeting interreligioso promosso dalla Comunità di Sant'Egidio

Quella di oggi è la terza visita di un Papa nel capoluogo campano e cade nel 28esimo anniversario della prima visita di Karol Wojtyla. Le due volte precedenti, il 21 ottobre del 1979 e il 9 novembre 1990, infatti, fu sempre Giovanni Paolo II a recarsi a Napoli: nel primo caso, il Papa era di ritorno da una visita al santuario di Pompei; nel secondo caso, invece, si trattò di una lunga visita pastorale ricca di incontri e momenti religiosi. Se per Ratzinger questa è la prima volta da pontefice, diversi sono stati invece i viaggi fatti a Napoli da cardinale, l'ultimo, nel 2004, quando ha presieduto nella cattedrale l'ordinazione episcopale di mons. Bruno Forte arcivescovo di Chieti-Vasto e originario del clero di Napoli.

Napoli, Sepe: ''Città pronta a risorgere con il Papa''

Città del Vaticano, 20 ott. (Adnkronos) - ''Napoli è pronta a ricevere il Papa; Napoli è pronta finalmente a risorgere''. E' questo il messaggio che il cardinale Crescenzio Sepe (nella foto) ha voluto inviare all'opinione pubblica in un testo diffuso nella mattinata di oggi dalla sua diocesi, alla vigilia della visita pastorale del Santo Padre nel capoluogo campano. La speranza è il tema del messaggio dell'arcivescovo, speranza che è virtù dei giusti ''per risollevare le sorti di un popolo meraviglioso, di una comunità civile ed economica''. E in questo contesto, afferma ancora il cardinale, la Chiesa di Napoli non può essere che Chiesa missionaria.

''Il Santo Padre, Benedetto XVI - scrive l'arcivescovo alla guida della diocesi partenopea - viene nella nostra terra per confortarci nella fede, per sostenerci nell'esaltante e faticoso lavoro del Vangelo, per incoraggiare gli sforzi di una Chiesa, la nostra adorata Chiesa di Napoli, bella di storia e di coraggio, che cerca con ogni mezzo e instancabile tenacia di rendere ragione della fede che è in lei''.

E ancora Sepe insiste sul nesso forte che esiste fra la ''speranza'' di un futuro diverso e l'arrivo di Ratzinger nel capoluogo campano. ''Il Papa viene tra noi - si legge infatti nel messaggio - nella nostra amata città, per rilanciare il percorso della speranza che è virtù dei giusti, di tutti gli uomini di buona volontà, dei credenti diversi per fede e anche di chi la fede la cerca o ancora non la trova. L'imperativo speranza non può che diventare la parola d'ordine per risollevare le sorti di un popolo meraviglioso, di una comunità civile ed economica, spesso costretta dal pessimismo e dalla sfiducia di una collettività ancora ripiegata su se stessa, ad essere prigioniera solo dei suoi fallimenti, più che essere consapevole delle sue enormi risorse''.

Ancora, scrive il cardinale, ''Il Santo Padre Benedetto XVI viene in mezzo a noi per rafforzare il nostro desiderio di essere Chiesa missionaria, aperta alla novità dei figli di Dio, incarnata nei diversi territori della nostra diocesi. La diocesi di Napoli vuol parlare al cuore dell'uomo contemporaneo che chiede, e ne ha pieno diritto, di ricevere il Vangelo con parole comprensibili, così da farlo diventare cibo quotidiano, vita vissuta''.

''Il Santo Padre Benedetto XVI viene a Napoli perché Napoli, accogliendo Pietro - si legge nella conclusione del messaggio - accolga in lui Cristo che lo ha inviato. Noi tutti siamo pronti a rinnovare la nostra fedeltà al Signore e la nostra passione per una vita trasformata da Cristo. Napoli è pronta a ricevere il Papa; Napoli è pronta finalmente a risorgere''.

martedì, ottobre 09, 2007

De Magistris-Mastella, scontri a Benevento tra Forza Nuova e Centro Sociale: due feriti

Benevento - Il centralissimo Corso Garibaldi è stato teatro ieri sera, attorno alle 20.45, di uno scontro tra agenti della Polizia di Stato ed anarchici e componenti del Centro Sociale Autogestito “Depistaggio”. Questi avevano presidiato Piazza Matteotti, dove stava per tenersi una manifestazione autorizzata del gruppo di estrema destra “Forza Nuova”, indetta in favore del magistrato di Catanzaro Luigi De Magistris (che rischia di essere trasferito dal Consiglio Superiore della Magistratura per incompatibilità ambientale) e contro il ministro della Giustizia Clemente Mastella che aveva sollevato il caso.
Alcune decine di estremisti di destra si sono così riuniti in corteo in Viale San Lorenzo per muovere verso il Corso.I ragazzi dell’estrema sinistra hanno però cercato di impedire che, proprio a Piazza Matteotti, vittima del fascismo, arrivassero quelli di Forza Nuova.
Le forze di polizia, in un primo momento, si sono limitate a interporsi tra le opposte fazioni, all’altezza di Piazza San Bartolomeo, fermando lì il corteo.
Di fronte all’insistenza degli antifascisti a non sgomberare il loro assembramento non autorizzato, è partita la carica contro questi, presenti in numero più o meno pari ai neofascisti (gli agenti erano una ventina). A questo punto le versioni degli agenti e dei caricati divergono.
Per la Questura si sarebbe trattato solo di una carica di alleggerimento per disperdere una manifestazione non autorizzata e rendere possibile quella di Forza Nuova, munita di autorizzazione. Qualcosa di poco rilevante che avrebbe portato al ferimento di un agente che avrebbe ricevuto un pugno e di un giovane antifascista.
Per i manifestanti anarchici e del Centro, invece, la carica sarebbe stata ingiustificata, dura e in molti di loro sarebbero rimasti feriti dalle manganellate, anche se poi non si sarebbero recati in ospedale per non ricevere ulteriori conseguenze. I ragazzi del Depistaggio e gli anarchici si sarebbero difesi a mani nude e lanciando qualche uova verso gli agenti.
Allontanati da Piazza Matteotti, i caricati si sono poi spostati nei pressi della Prefettura e così quelli di Forza Nuova hanno potuto concludere la loro manifestazione in Piazza Matteotti, durata pochi minuti, contro Mastella e per De Magistris sul cui trasferimento il CSM, comunque, non ha deciso, rinviando il pronunciamento al prossimo 17 dicembre.

venerdì, settembre 21, 2007

Mastella difende l'indulto e annuncia nuove carceri

Napoli, 21 set (Velino) - ''Un provvedimento eccezionale adottato per far fronte a una situazione altrettanto eccezionale'', è stato questo l'indulto secondo il ministro della Giustizia Clemente Mastella. Lo ha detto nel corso del suo intervento a Napoli dove si celebra il 190esimo anniversario della fondazione della polizia penitenziaria, e dove ha difeso gli 800 parlamentari - poi si sono ''mimetizzati'' perché "impauriti", secondo Mastella - che l'hanno votato e ringraziato il presidente del Consiglio Romano Prodi, che "sull'indulto ha speso parole di verità; ma anche il leader dell'opposizione, Silvio Berlusconi, che anche di recente, ha detto apertamente che lo avrebbe rivotato''. Quanto al sistema carcerario il ministro ha sostenuto che "la sola segregazione non basta a garantire la sicurezza dei cittadini, l'esclusione fisica ha infatti comunque un termine" e "il carcere deve essere insieme il luogo di severità, dignità e recupero". Sono necessarie però altre carceri e sono in corso di realizzazione nuovi edifici che potranno ospitare altri 5.886 detenuti.

Mastella ha criticato la "campagna mediatica di rara virulenza e spregiudicatezza fatta solo per guadagnarsi gli applausi delle curve" e ha fornito i dati su recidivi e nuovi carcerati: "È il caso di dire basta alle polemiche strumentali perché da un'analisi fatta dal Dap non risulta che la presenza di soggetti recidivi in carcere non è aumentata. Anzi se la percentuale di recidivi si assestava al 48 per cento della popolazione carceraria prima dell'indulto, un anno dopo la presenza di recidivi in carcere è pari al 42 per cento del totale" e il dato "include anche quel 22,7 per cento dei detenuti usciti per il provvedimento votato dalla stragrande maggioranza del Parlamento che hanno varcato le porte del carcere".

A Napoli ha parlato anche il direttore del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. Ettore Ferrara ha chiesto una ''piena armonizzazione'' del trattamento economico delle carriere dei 42 mila poliziotti per la ''complessità dei compiti affidati alla polizia penitenziaria'' e la ''professionalità richiesta per il loro svolgimento''. È "incomprensibile - ha aggiunto Ferrara - il diverso trattamento di carriera a essa riservato rispetto ad altri corpi di polizia ... e improcrastinabili quegli interventi ordinamentali indispensabili per l'armonizzazione delle rispettive carriere''. In Italia ci sono 42 mila poliziotti penitenziari - tremila e 500 sono donne - garantiscono la sicurezza nei 231 istituti penitenziari, a hanno compiti importanti nella rieducazione dei detenuti, nella vigilanza di 500 detenuti al 41 bis, il servizio di traduzione e piantonamento. Il direttore del Dp ha anche rivelato che è in fase di pre-sperimentazione l'impiego di agenti penitenziari al di fuori delle carceri nell'ambito dell'esecuzione penale esterna.

venerdì, aprile 27, 2007

Benevento ricorda 25 anni dopo Delcogliano e Iermano

Si è tenuto questa sera presso il chiostro di Sant'Agostino, l'incontro di commemorazione organizzato dal Comune di Benevento e dall'Ufficio Scolastico Provinciale, in occasione del venticinquesimo anniversario del barbaro omicidio dell'assessore regionale, Raffaele Delcogliano, e del suo collaboratore, Aldo Iermano. All’incontro, oltre al sindaco Fausto Pepe, sono intervenuti Mario Pedicini, Antonio Pietrantonio, Roberto Costanzo e il ministro della Giustizia, Clemente Mastella.

“I nostri due concittadini – ha affermato il sindaco, Fausto Pepe nel corso del suo intervento – con il loro impegno appassionato, hanno dato dimostrazione di quanto possa essere oneroso il conto che si paga per la difesa delle proprie idee. Ancora oggi queste due figure sono vive nelle nostre coscienze come modelli da seguire, non solo nella vita politica e pubblica ma anche in quella privata”.

Nel tratteggiare la figura politica dell’assessore regionale Delcogliano, Fausto Pepe ha aggiunto: “Come Massimo D’Antona e Marco Biagi, Raffaele Delcogliano è stato ucciso alla vigilia di un’importante rivisitazione delle norme che regolavano il mercato del lavoro regionale.

Come D’Antona e Biagi, così Raffaele Delcogliano, ha perseguito l’obiettivo di estendere le tutele ad un numero sempre maggiore di lavoratori, anche a costo di sfidare sacche di atavica resistenza e privilegi precostituiti. In questo senso, Delcogliano era stato capace di precorrere i tempi, così come è prerogativa delle grandi menti, provando a razionalizzare e rendere più equo il mondo del lavoro”.

Il sindaco, che ha anche sottolineato come nel corso della sua carriera politica Raffaele Delcogliano abbia occupato anche lo scranno di consigliere comunale, ha offerto un ricordo sul 27 aprile 1982 e su come la notizia dell’attentato venne vissuta in città.

Il primo cittadino ha infine assicurato che “Benevento non dimenticherà mai questi suoi due figli che hanno saputo tenere alto il nome della democrazia e della giustizia, fino al punto di incappare nella ferocia di chi questi valori ha avversato”.

giovedì, aprile 26, 2007

Luigi Bobba a Benevento per " Il posto dei cattolici".

Venerdì 27 aprile 2007, alle ore 17.30, presso il Seminario arcivescovile di Benevento, sito al viale Atlantici 69, sarà presentato il libro del senatore Luigi Bobba “Il posto dei cattolici” edito da Giulio Einaudi editore.
Ne discuteranno con l’autore l’On Mario Pepe, Mons. Pompilio Cristino e Pasquale Orlando. E’ prevista la partecipazione del sen. Clemente Mastella, Ministro della Giustizia. Il confronto sarà moderato da Ettore Rossi.
Il libro, che ha riscosso l’attenzione di tutti i mezzi di comunicazione a livello nazionale, riflette sulla delicata fase politica attuale: “Quindici anni dopo la fine della Democrazia cristiana e dell'unità politica dei cattolici, la responsabilità di animare una presenza organizzata dei cristiani nell'Italia bipolare è interamente affidata ai laici credenti. Spetta a loro assumere pienamente il valore dell'alternanza, scegliere con chiarezza il campo riformatore o quello conservatore, evitare l'illusione sia di poter ricostruire un partito simile alla Dc sia di potersi rifugiare in un moderatismo perdente o in un fondamentalismo falsamente rassicurante”.
Luigi Bobba, ricercatore e giornalista, è stato presidente nazionale delle Acli dal 1998 al 2006. Oggi è senatore della Repubblica eletto nelle liste della Margherita.
Il ricavato dei diritti d’autore del libro saranno destinati a sostegno della Scuola Professionale “Estrema do mar” realizzata dalle Acli a Inhassoro in Mozambico.

domenica, febbraio 18, 2007

Napoli/ Bimbi in gabbia in tribunale: il ministro Mastella manda gli ispettori

Il ministro della Giustizia Clemente Mastella ha incaricato il capo dell'ispettorato del dicastero di via Arenula di avviare accertamenti preliminari sul caso della donna, una nomade slava accusata di furto ed evasione, tradotta presso la Corte d'appello di Napoli per assistere al processo e rinchiusa nella gabbia dell'aula assieme ai due figli di uno e tre anni. Gli ispettori chiederanno informazioni sul caso al presidente della Corte d'appello del capoluogo campano. L'udienza in questione si è celebrata giovedì scorso davanti all'ottava sezione penale della Corte d'appello di Napoli: l'imputata, detenuta nel carcere femminile per furto, avrebbe chiesto di non essere separata dai bambini in occasione dell'udienza, nell'ambito del procedimento in cui deve rispondere del reato di evasione degli arresti domiciliari.
"E' uno spettacolo ignobile. Quest'immagine conferma una volta di più quanto bisogno ci sia di umanizzare la giustizia'', ha detto Mastella. Un diritto, quello di restare con i figli, che una madre detenuta può esercitare, decidendo di non affidarli momentaneamente alle vigilatrici d'infanzia che operano nelle carceri. La donna, dunque, sarebbe stata tradotta al processo passando dalle camere di sicurezza del tribunale direttamente all'aula. Per questo, la stessa Corte giudicante non sapeva della presenza dei bambini accanto alla madre. In ogni caso, la permanenza dei piccoli nella gabbia sarebbe durata solo qualche minuto.

domenica, febbraio 11, 2007

Ma i teodem smorzano la critica: è il male minore

Bobba: "E' un punto di partenza. Ora si realizzi il programma dell'Unione a favore delle famiglie"

I teodem della Margherita non si sentono in ginocchio dopo quella che è parsa una sconfitta sui Dico. Anzi, «raddoppiano»: lanciano l'iniziativa di un'associazione di circoli per marcare ancora di più la loro «ispirazione cristiana» in politica. Ma il loro giudizio sul provvedimento non coincide con quello preoccupato del Papa e dell'Osservatorio Romano per il quale
La pattuglia di teodem della Margherita, con i loro tre voti a Senato, potrebbero fare la differenza. Tuttavia si rendono conto che i rapporti di forza dentro il centrosinistra non consentono loro di tirare la corda. «E' il miglior risultato possibile - ammette Paola Binetti - in questo momento storico e con questa maggioranza così variegata. Bisogna prendere atto della realtà democratica». In fin dei conti, aggiunge Luigi Bobba, «Non si lede la Costituzione»: «Ora però si deve pensare alla famiglia. Le unioni civili non sono in cima ai pensieri degli italiani, non ci sono folle di conviventi che assediano il Parlamento. La Margherita chiederà che i 3,4 miliardi di maggiori entrate fiscali vengano destinati alle famiglie». Per Emanuela Baio «è un apprezzabile sforzo di conciliare le diverse sensibilità della coalizione: diamo pienamente atto al lavoro faticoso e paziente svolto dalla ministra Bindi».
La verità, spiegano nella Margherita, è che i teodem sono stati ammansiti da Rutelli: in cambio hanno mano libera di farsi i loro circoli. Per il momento frenano perchè non voglio rimanere chiusi nel fortino e radicalizzare lo scontro con l'ala più laica e radicale della sinistra che già affila le armi per «migliorare» i Dico (Rifondazione, Pdci, Verdi e Rosa nel pugno sono pronti a presentare emendamenti). Il rischio che vedono i parlamentari della Margherita legati alla Cei è di perdere un'altra battaglia. Esattamente come sta facendo Rutelli quando dice che il testo non può essere stravolto. «Deve essere chiaro a tutti - avverte Carra - che il nostro voto ci sarà se non ci saranno trappole in Parlamento. Noi siamo leali, non siamo dei terroristi parlamentari, ma se ci saranno agguati, risponderemo colpo su colpo».
Messi all'angolo dagli ex Popolari della Margherita e in difficoltà di fronte alla linea dura della Cei contro i Dico, i teodem ieri mattina hanno valutato perfino l'ipotesi di sciogliersi e proseguire la loro «crociata» come singoli parlamentari. E invece alla fine hanno deciso di rilanciare la loro presenza dentro il partito e sulla scena politica. Nei prossimi giorni, appunto, costituiranno un'associazione con l'obiettivo di costituire circoli in giro per l'Italia. Negano che si tratti di una nuova corrente della Margherita e che questa iniziativa sia legata alle dinamiche congressuali, ma c'è chi guarda con sospetto alla nascita di questi circoli: sono sempre gli ex Popolari di Franceschini e Castagnetti. In questi ambienti si pensa che la scelta dei teodem sia una mossa teleguidata da Rutelli, e che serva a sostenerlo nella battaglia del congresso. Macchè, rispondono loro, «vogliamo un'associazione di persone che, nel percorso di costruzione del Partito Democratico, non voglio tradire l'ispirazione cristiana».
Comunque sia, quando il provvedimento sulle coppie di fatto arriverà al Senato, l'Unione dovrà preoccuparsi di far passare il testo uscito l'altro giorno dal Consiglio dei ministri. Con tutta l'opposizione che già dichiara di essere contro, i «miglioramenti» in senso laico rischiano di combinare la frittata. Andreotti, che al Senato voterà contro, dà un suggerimento a Prodi: «Se posso dare un consiglio alla maggioranza, direi che questo è il classico argomento da accantonare, mettere in frigorifero e tenercelo fino a tempi migliori». Un altro senatore cattolico, Marco Follini, invece sostiene che sui Dico è giusto aprire il confronto in Parlamento: «Non deve essere nè uno scontro di civiltà nè una sfida all'O.K. Corral». Mentre nell'Unione si scaldano gli animi Mastella, che chiederà ai suoi tre senatori di non votare il ddl, se la prende con il leader dei Ds: «È singolare che Fassino dica che bisogna ricercare consensi nell'opposizione. Ma perché non è un'eresia se questo è detto da Fassino, lo è invece se detta da noi?».
da La Stampa Amedeo La Mattina

giovedì, febbraio 08, 2007

Coppie di fatto, ecco le novità dei 'Dico'

La legge vale per i conviventi legati da rapporti affettivi ma anche di parentela
In arrivo diritti e doveri, come quello della tutela del più debole nel caso di interruzione dopo tre anni della relazione

Adnkronos/Ign) - Sono diverse le novità che i Dico introducono nell'ordinamento italiano, molte delle quali anticipate da Rosy Bindi e Barbara Pollastrini. Per ammissione delle stesse ministre, il testo è stato limato fino all'ultimo minuto. I Dico regolamentano le convivenze omosessuali e eterossessuali, prevedendo dei diritti 'ex novo', senza introdurre nuovi istituti giuridici o strumenti amministrativi che ledono i diritti della famiglia o prefigurino realtà "paramatrimoniali".
A parte la dichiarazione 'contestuale' di convivenza, anticipata già nel pomeriggio, tra le novità ci sono i diritti riconosciuti dai Dico: assistenza in caso di malattia e ricovero, decisioni in materia di cure, salute e in caso di morte, permesso di soggiorno, assegnazione alloggiativa nell'edilizia pubblica, riduzione dell'imposizione fiscale in caso di successione testamentaria, successione e locazione, agevolazioni nel trattamento pensionistico. Ma i Dico prevedono anche doveri, come quello della tutela del convivente più debole nel caso di interruzione dopo tre anni della relazione.
La legge vale per i conviventi legati da rapporti affettivi, ma anche da rapporti di parentela. La Bindi ha fatto l'esempio di un nipote cha assiste una vecchia zia. Il Ddl, ovviamente, riguarda le persone maggiorenni e capaci, e i diritti introdotti non sostituiscono quelli già esistenti. Le disposizioni sulle convivenze more uxorio, quindi, restano valide.
Per quel che riguarda le pensioni, come anticipato, non si parla di un diritto alla reversibilità. Il Ddl impegna invece il legislatore a varare una nuova norma nell'ambito dell'annunciata riforma delle pensioni. Come ha spiegato il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, i diritti che non hanno un contenuto economico-patrimoniale (come ad esempio l'assistenza ospedaliera o le visite in carcere) possono essere concessi fin da subito. Per quelli che invece hanno requisiti economici (come la successione legittima, agevolazioni in materia di lavoro, la possibilità di subentro nel contratto di locazione in caso di morte o di cessazione della convivenza) ci sarà bisogno di un certo numero di anni (tre o nove) di convivenza per maturarli.
La legge non disciplina la poligamia, perché parla esplicitamente di "due persone" come parti essenziali di una convivenza di fatto. Del Ddl non possono usufruire le persone che convivono per motivi lavorativi. "La perpetua - ha ironizzato Amato - rimane fuori dalla legge". Tutto quello che riguarda la legislazione sui figli, sui minori in generale e sulle adozioni, non viene toccata dalla legge.
E' prevista, come ha spiegato il ministro Pollastrini, una "sorta di retroattività" per il riconoscimento delle convivenze che sono in essere da diversi anni e che vengono 'coperte' dalla nuova normativa. Come? Chi convive potrà entro nove mesi dall'entrata in vigore della legge dimostrare che la convivenza è iniziata prima. Sono previsti anche accertamenti sull'effettiva convivenza e sanzioni in caso di dichiarazione di convivenza mendace.

PRODI ACCELERA SU UNIONI CIVILI, PER MASTELLA INTESA POSSIBILE

Roma, 8 feb. (APCom) - Prodi accelera sulle unioni civili e pensa a stringere i tempi per l'approvazione di un disegno di legge sui diritti delle convivenze di fatto. A Palazzo Chigi si è appena concluso un vertice tra il presidente del consiglio e i ministri Rosy Bindi, Barbara Pollastrini, Giuliano Amato, Clemente Mastella, Massimo D'Alema e Francesco Rutelli per mettere a punto il testo da portare all'esame del Consiglio dei ministri. Favorevole all'intesa sul tema il ministro della Giustizia Clemente Mastella. "Prima si fa e meglio è", ha sintetizzato lasciando la riunione di Palazzo Chigi. E farlo presto significa, per il Guardasigilli, "evitare inutili tensioni". Ma sul tema resta tutto il suo dissenso: "Anche se la mia collaborazione istituzionale è corretta e garantita, le mie posizioni sul problema restano quelle di prima: non ho cambiato opinione o idea". L'incontro si svolge dopo che ieri la Margherita, su proposta di Francesco Rutelli, ha raggiunto un accordo a favore dell'ultima stesura del ddl illustrata da Rosy Bindi. Un testo che distingue bene i diritti e doveri delle persone che convivono dall' impossibile creazione di un 'simil-matrimonio'. "Ci siamo impegnati nel programma dell'Unione ad approvare una normativa su prerogative e responsabilità di chi convive, soprattutto a tutela del convivente più debole, in una società in cui cresce la frammentazione", ha detto Rutelli. Il tema delle unioni di fatto ha acceso il dibattito nellla Margherita: gli ex del partito popolare hanno presentato un documento più che avallato da Franceschini, Soro e Marini. Il testo ha raccolto rapidamente 60 firme, non solo di 'ex Ppi': oltre ai mariniani Oliverio e Ladu, hanno firmato anche i parisiani Monaco, Magistrelli, Procacci e Treu. Nel partito di Rutelli molti si sono poi attestati su posizioni laiche, come Paolo Gentiloni. A spingere per un accordo nella Margherita è anche il segretario di Rifondazione Comunista Giordano. "Rutelli dovrebbe lavorare per convincere i suoi e farne rientrare il dissenso".