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venerdì, luglio 16, 2010

oggi 16 luglio ultimo giorno utile. i contribuenti possono pagare le imposte da Unico con un piccolo sovrapprezzo


Ormai dietro l'angolo l'ultimo giorno utile per pagare, con la maggiorazione dello 0,40%, il saldo relativo ai redditi 2009 e il primo acconto 2010 (o la prima rata se si è optato per la rateizzazione), così come risulta dal modello Unico e dalla dichiarazione Irap 2010. Interessati alla scadenza del 16 luglio i contribuenti che hanno saltato l'appuntamento del 16 giugno.
Si tratta, in particolare, di persone fisiche, società semplici, società di persone e di soggetti equiparati cui non si applicano gli studi di settore e che non partecipano ad associazioni, società e imprese ad essi sottoposti. Quest'ultimi, hanno tempo fino al 5 agosto per effettuare il versamento mancato applicando la stessa maggiorazione.
Il 16 luglio è anche l'ultimo giorno utile per pagare, con la maggiorazione dello 0,40%, l'Iva relativa al 2009 così come risulta dalla dichiarazione annuale, maggiorata dello 0,40% per mese o frazione di mese per il periodo 16/3/2010 - 16/6/2010.

Guardando in particolare l'Irpef, l'acconto è dovuto soltanto nel caso in cui l'importo indicato nel rigo RN34 di Unico Pf è superiore a 51,65 euro. Il versamento deve essere effettuato in un'unica soluzione (pari al 99% del totale) entro il 30 novembre 2010 se la cifra è inferiore a 257,52 euro, in due soluzioni se superiore.
In quest'ultima ipotesi, la somma da pagare è suddivisa in due rate: la prima, pari al 40% dell'imposta, deve essere versata entro il 16 giugno (o 16 luglio con la maggiorazione dello 0,40%), la seconda, pari al restante 60%, entro il 30 novembre.
Tutti i contribuenti possono chiedere la rateizzazione mensile degli importi da pagare (tranne l'acconto di novembre), applicando lo 0,33% di interessi.

Il calcolo dell'acconto può essere effettuato utilizzando due diverse strade: il metodo storico e quello previsionale. Il primo prende il via dalla dichiarazione dei redditi relativa all'anno precedente.
Il metodo previsionale, invece, va utilizzato quando si prevede di percepire un reddito minore rispetto al passato. In questo caso il conto sull'importo da pagare può essere fatto sul reddito presunto per il 2010. Se però i calcoli risulteranno sbagliati e l'imposta effettiva risulterà superiore a quella presunta, bisognerà pagare sanzioni e interessi.

Il versamento va effettuato compilando l' F24.
I titolari di partita Iva sono obbligati all'utilizzo della Rete per la trasmissione del modello, tramite i servizi telematici messi a disposizione dall'Agenzia delle Entrate, attraverso gli intermediari autorizzati o i servizi di home banking di banche e Poste.
I contribuenti non titolari di partita Iva, invece, possono eseguire il versamento anche con il modello F24 cartaceo.

Questi i principali codici tributo:
  • 4001 Irpef - saldo
  • 4033 Irpef acconto - prima rata
  • 4034 Irpef acconto - seconda rata o acconto in unica soluzione
  • 6099 Iva annuale saldo
  • 1668 interessi pagamento dilazionato importi rateizzabili
  • 3800 Irap - saldo.
Anna Maria Badiali
A CURA STAFF CIRCOLO ACLI "ORA ET LABORA"

sabato, settembre 06, 2008

passata la festa, gabbato lo santo. Il PDL alla ricerca di una nuova tassa al posto o come l'ICI

Calderoli vuole reintrodurre l'ICI altrimenti i comuni non ce la fanno, Bossi vuole chiamarla in un altro modo. In realtà le tasse aumenteranno..........
leggiamo qualcosa dalla stampa:
L'abolizione dell'Ici è stato uno dei primi provvedimenti del governo Berlusconi ma se nella Lega nord dubbi sulla opportunità dell'abolizione sono arrivati da tempo, nella bozza presentata ieri agli enti locali dal ministro Calderoli si parla di un tributo sugli immobili: e tanto è bastato per far scoppiare la polemica nel centrodestra. Contrari ad ogni ipotesi di reintroduzione sono Forza Italia e An. E in serata è stato il leader della Lega Umberto Bossi a chiarire la posizione del Carroccio, sottolineando di aver avuto anche l'ok da Tremonti: "mettere una tassa sulla casa ai cittadini è una brutta cosa - ha detto - invece dell'Ici bisognerà trovare una tassa sui servizi. Ne ho parlato con Tremonti poco fa e dice che é una buona proposta". "Io sono il reggente di An, fino a quando saremo al governo nessuna tassa sarà di nuovo reintrodotta sulla prima casa, federalismo o non federalismo; posso dirlo con certezza", ha detto oggi il ministro della Difesa Ignazio La Russa. "La casa é un bene primario, non di lusso. An non permetterà il ritorno di una tassa di sinistra", gli ha fatto eco Adolfo Urso, Sottosegretario allo Sviluppo Economico. Sulla stessa linea Silvano Moffa, dell'esecutivo di An: "Finché ci sarà Alleanza nazionale nel Pdl non si potrà tornare a parlare di reintrodurre la tassazione sulla prima casa". Netto anche il ministro per gli Affari Regionali, Raffaele Fitto: "su questo tema indietro non si torna", ha detto intervistato dal Tg3. Sul fronte opposto, per il sindaco di Torino e ministro ombra per il federalismo del Pd, Sergio Chiamparino, bisogna vigilare attentamente sul tributo immobiliare ipotizzato dalla bozza di riforma sul federalismo fiscale preparata dal ministro Calderoli, perché c'é il rischio che la pressione fiscale aumenti. "Avevo detto che cancellare l'Ici come ha propagandisticamente fatto il governo - ha detto - era un errore clamoroso. Se ne sono accorti. Ora non vorrei che rientrasse dalla finestra quello che si è scacciato dalla porta, peggiorandolo". E per Antonio Borghesi (Ivd) "quanto viene fuori adesso era ampiamente prevedibile: i comuni non possono fare a meno di determinate cifre che fino ad ora ricavavano dall'imposta sugli immobili e così il risultato è che i cittadini avranno una tassa in meno da pagare, ma una, nuova, in più".
"Quella tassa non tornerà mai o ci rincorreranno con i forconi" (Brunetta dixit)

sabato, luglio 26, 2008

ROBIN HOOD O SUPERCIUK?


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Robin Hood, celebre eroe della letteratura inglese, rubava ai ricchi per donare ai poveri.
IL GOVERNO BERLUSCONI HA INVENTATO LA “ROBIN TAX”, da far pagare ai petrolieri e alle società che producono energia.
Si tratta di una buona trovata pubblicitaria. Ma la realtà è un’altra.
Il costo della supertassa ai ricchi petrolieri la pagheremo noi, i consumatori, e graverà soprattutto sulle famiglie a reddito medio basso.

Vediamo perché:

La Borsa dell’energia ha registrato, nella scorsa settimana, il seguente andamento:

GERMANIA + 7%
FRANCIA + 11%
ITALIA + 23%

L’aumento è servito sulla tavola della famiglie italiane: la Robin Tax verrà pagata dai consumatori.

Secondo esempio:
il Governo ha stabilito il tasso di inflazione programmata all’1,7%, a fronte di un’inflazione reale media del 3,8%.
Quando si parla di tariffe autostradali il Governo prevede invece l’adeguamento all’andamento dell’inflazione reale. Anche in questo caso il conto lo pagheranno le famiglie.

Conclusione:
Forse sarebbe meglio dire che non ci troviamo di fronte a un Governo Robin Hood, ma a un Governo Superciuk, il celebre personaggio dei fumetti di Magnus & Bunker che rubava ai poveri per donare ai ricchi.

www.cesaredamiano.wordpress.com

sabato, giugno 14, 2008

costi e benefICI dal blog di Andrea Sarubbi, inviato in parlamento.


Qualche giorno fa, conti alla mano, ho cercato di spiegare nel blog come i 300 milioni di euro destinati ad Alitalia non siano stati trovati sotto un cavolo, ma tolti alle piccole e medie imprese ed al ministero del Welfare. Avevo chiamato il post “La coperta corta“. Oggi ho sottomano le tabelle delle coperture del nuovo decreto legge, intitolato “Disposizioni urgenti per salvaguardare il potere d’acquisto delle famiglie”: per capirci, la detassazione degli straordinari e l’abolizione dell’Ici. O meglio, del restante 60 per cento, visto che il governo Prodi ne aveva già stabilito l’esenzione per le famiglie meno abbienti. Per una volta, cercherò di non dare giudizi e mi limiterò ad esporre i numeri: chiedo a voi, nei commenti, di esprimere un parere sincero, al di là delle vostre simpatie politiche e delle personali convenienze di portafoglio. Cominciamo dai costi: 1 miliardo e 700 milioni all’anno per l’abolizione dell’Ici, 1 miliardo e 50 milioni fra 2008 e 2009 per la detassazione degli straordinari. Minori entrate significano, naturalmente, minori possibilità di spendere… e la lista dei tagli è così lunga che citerò solo i principali (tra parentesi, la cifra non erogata dallo Stato nei prossimi tre anni). Chi ci rimette di più sono i trasporti: viabilità secondaria in Sicilia e Calabria (1 miliardo di euro tolti alla statale Ionica, alla metropolitana leggera di Palermo, alla ferrovia Circumetnea, alla superstrada Agrigento-Caltanissetta etc…); E78 Grosseto-Fano (3 mln); collegamenti ferroviari Pescara-Roma (168 mln); autostrade del mare (241 mln); fondo per il trasporto pubblico locale (353 mln); sistemi di sicurezza delle ferrovie (35 mln); sicurezza stradale (72,5 mln); porto di Gioia Tauro (1,4 mln). Il sud è penalizzato anche su altri fronti: banda larga (50 mln); ristrutturazione rete idrica (70 mln); riforestazione (150 mln); fondo di solidarietà per gli agricoltori siciliani danneggiati da peronospera (50 mln); fondo sviluppo isole minori (60 mln). Un altro capitolo ridimensionato è quello culturale: i tagli riguardano, fra le altre cose, il credito d’imposta per gli investimenti nel cinema (151,3 mln), gli istituti di alta formazione (27 mln), il personale dei licei linguistici (15 mln), il fondo per le università (48 mln), lo sport di base (95 mln), il comitato paralimpico (4 mln). Infine, la solidarietà: fondo e progetti di inclusione sociale immigrati (144,9 mln); violenza contro le donne (20 mln) e, dulcis in fundo, un milione e mezzo di euro tolti al Telefono azzurro. “Aboliremo l’odioso balzello”, disse Berlusconi in campagna elettorale. Ma non spiegò come.

mercoledì, febbraio 27, 2008

meno tasse per chi ha figli.

PER UN FISCO A MISURA DI FAMIGLIA

Da diversi anni le Acli propongono di rivedere il sistema fiscale del nostro Paese per renderlo più giusto e attento alle esigenze delle famiglie, soprattutto di quelle più numerose.

Per questo hanno scelto di aderire alla petizione promossa dal Forum delle Associazioni familiari Per un fisco a misura di famiglia.
La raccolta firme vuole sostenere una proposta di riforma del sistema fiscale per cui siano presenti deduzioni dal reddito pari al costo di mantenimento di ogni soggetto a carico presente nella famiglia e di introdurre anche nel nostro Paese il quoziente familiare.

La raccolta firme è già iniziata. Domenica 2 marzo è prevista una raccolta firme in 100 città italiane tra cui Roma, Napoli, Verona, Parma, Assisi.

Dal 1° marzo al 30 aprile sarà possibile firmare la petizione presso le sedi territoriali delle Acli.

Per informazioni e chiarimenti: contattare Fabio Cucculelli (tel. 06-5840444; e-mail: fabio.cucculelli@acli.it), referente organizzativo della petizione per le Acli nazionali.


materiali:
http://www.acli.it/uploaded/documenti/fiscodifamiglia/quartino.pdf

lunedì, agosto 27, 2007

Bossi alza i toni sul fisco: per fucili c'è sempre prima volta

chi lo dice, chi lo pensa, chi lo fa....nel senso che li usa.



MILANO (Reuters) - Intervenendo ad un comizio nel Bergamasco, Umberto Bossi ha alzato oggi i toni per riaffermare la determinazione della Lega sulla protesta fiscale, dicendo che sebbene i "padani" abbiano sempre pagato le tasse e non abbiano mai "tirato fuori i fucili", c'è sempre "una prima volta".

I toni duri del leader del Carroccio, espressi al microfono davanti a una folla di sostenitori riuniti a Cà San Marco, rafforzano la proposta di una "protesta" del Nord contro la pressione fiscale.

"A Roma - ha detto Bossi ripreso dai tg - pensano: 'Al nord sono un po' pirla. Parlano ma poi pagano, quindi non diamogli niente".

Ma, ha proseguito il leader della Lega, "se la Lombardia potesse chiudere i rubinetti, l'Italia morirebbe in cinque giorni, perchè l'Italia vive con i soldi della Lombardia".

La protesta fiscale "è una cosa pericolosa per i romanofili e per tutta la banda di chi vive sulle spalle dei lombardi e dei veneti e dei piemontesi, di quelli che pagano le tasse", ha detto ancora Bossi, che non è la prima volta che ricorre a metafore forti per arringare i suoi simpatizzanti.

"Finora gli è andata bene. A loro interessano solo i nostri soldi. I lombardi di fucili non ne han mai tirato fuori ma (per farlo) c'è sempre la prima volta".

Lo sciopero fiscale, lanciata dallo stesso Bossi da Ponte di Legno il giorno dopo Ferragosto, propone di pagare le tasse direttamente alle Regioni anziché allo Stato centrale, un modo per chiedere che in Finanziaria ci sia un maggiore impegno per il federalismo fiscale.

I toni di Bossi sono destinati a sollevare un coro di reazioni tra i politici, tra chi la considera solo una provocazione e chi ne accusa l'eccesso. Per il ministro e leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro, "la chiamata alle armi di Umberto Bossi rivolta ai lombardi stanchi di pagare le tasse è inaccettabile, ma questo è un giudizio scontato. Ci sarà il solito polverone e, dopo, i fucili saranno usati solo per andare a caccia".

Per il capogruppo dei Verdi alla Camera Angelo Bonelli, "Bossi fa del terrorismo politico". "Cosa ne pensano Berlusconi, Fini e Casini? Ci attendiamo una netta condanna delle deliranti affermazioni del leader leghista", aggiunge il deputato dei Verdi.

© Reuters 2007. Tutti i diritti assegna a Reuters.

giovedì, agosto 09, 2007

Valentino Rossi Ha tre soluzioni: pagare opporsi o fare un accordo

Lo Stato vuole 112 milioni con le sanzioni. Per la legge il campione della Yamaha rischia da 1 a 3 anni di carcere. Tutti i dettagli del caso in dieci domande
MILANO, 10 agosto 2007 - Una selva di numeri, leggi e normative fiscali che cambiano da Paese a Paese. Ecco dieci domande e dieci risposte per capire il caso Valentino
Rossi
.
1. A quanto ammonta il reddito che Valentino Rossi non avrebbe dichiarato?
L’Ufficio di
Pesaro
dell’Agenzia delle Entrate ha contestato a Rossi compensi non dichiarati per 58 milioni 950.311 euro, relativi al periodo 2000-2004.
2. Quale è l’importo non versato al fisco?
Considerando
Irpef
, Irap e
Iva
, l’evasione fiscale è pari a 43,7 milioni di euro.
3. E’ la somma che l’Agenzia delle Entrate ha chiesto a Rossi?
No, perché il fisco chiede anche il pagamento delle sanzioni e degli interessi. Il totale dovuto ammonta quindi a 112 milioni di euro.
4. Come è stato possibile passare da "soli" 43,7 a "ben" 112 milioni?
Per tutti e 5 gli anni in questione
Rossi
ha presentato una dichiarazione Irpef infedele, cioè per un reddito inferiore a quello reale. Lo stesso ha fatto per l’Irap e l’Iva del 2000: per queste violazioni, la sanzione va dal 100 al 200 per cento dell’imposta in più dovuta. Per il quadriennio 2001-2004 non è invece stata presentata alcuna dichiarazione Irap e Iva: in questo caso la sanzione va dal 120 al 240 per cento dell’imposta dovuta.
5. Quali alternative ha ora Rossi?
Esclusa l’ipotesi che Rossi non faccia nulla, gli restano 3 possibilità: pagare quanto richiesto, impugnare la contestazione davanti alla Commissione tributaria provinciale, cercare un accordo con l’Agenzia delle Entrate, tramite una istanza di accertamento con adesione.
6. Quanto tempo ha Rossi per decidere cosa fare?
Rossi ha 60 giorni che solitamente decorrono da quando viene notificato l’avviso di accertamento. Nel caso in questione, però, la notifica è avvenuta il 3 agosto e questo gli garantisce ulteriori 45 giorni grazie alla "sospensione dei termini processuali nel periodo feriale". La legge 7 ottobre 1969 n. 742 prevede la sospensione del decorso dei termini processuali dal 1° agosto al 15 settembre. Pertanto i 60 giorni partono dal 16 settembre.
7. Quali criteri ha usato il fisco per dimostrare che Rossi è residente in Italia e non in Gran Bretagna?
Per contrastare le fittizie residenze anagrafiche all’estero vengono considerati i giorni trascorsi in Italia (almeno 183 all’anno, cioè la metà più uno di 365) ma anche i legami familiari e affettivi. Per essere considerati residenti in Italia è sufficiente quindi aver mantenuto nel nostro Paese il "centro" dei propri legami familiari. Ed è proprio quello che hanno appurato i ripetuti appostamenti.
8. Cosa rischia Rossi?
Dal semplice pignoramento dei beni fino al carcere da uno a 3 anni.
9. Quanto tempo ci vorrà prima di avere la sentenza definitiva?
Negli ultimi anni le cause fiscali si sono velocizzate ma in media per arrivare a una conclusione servono ancora dai 3 ai 4 anni.
10. E per gli anni 2005 e 2006?
Rossi rischia di pagare una multa salata anche per le ultime stagioni. Per evitarla può ricorrere al ravvedimento operoso, pagando il dovuto più una sanzione del 30 per cento.
Giovanni Cortinovis

lunedì, febbraio 26, 2007

Facciamo giustizia sulle tasse nascoste. Proposte per ripartire dalla famiglia.

Le tariffe di gas e luce sono tarate su consumi individuali penalizzando chi ha figli. Si intitolerà Norme per la promozione di un welfare generazionale e famigliare e sarà un progetto di legge «volto a rimuovere situazioni di mancanza di equità, a promuovere e investire sul futuro dell'Italia, cioè sulle famiglie con figli». Spiega a Vita il senatore Luigi Bobba, responsabile nazionale Dipartimento Welfare della Margherita, anticipandone gli indirizzi: «Abbiamo un duplice obiettivo. Sostenere, come in moltissimi altri Paesi, l'incremento del tasso di natalità e rendere conciliabili lavoro e vita in modo che le pari opportunità siano il veicolo della crescita dell'occupazione delle donne. I due tassi camminano insieme: se cresce l'occupazione, sale la natalità. Va resa effettiva la tutela e la promozione della famiglia di cui parlano gli articoli 29, 30 e soprattutto 31 della Costituzione».
A questo scopo la Margherita ha individuato cinque capitoli su cui lavorare: previdenza, fisco, servizi, assegni e tariffe. E un metodo, quello della trasparenza, in particolare contro le cosiddette tasse nascoste. Un rapido esempio: le tariffe di servizi come gas e luce sono per lo più tarate su un consumo individuale. È una scelta ragionevole ed equa nei confronti di chi ha figli e si ritrova un costo pro capite maggiore di quello di chi vive solo o in coppia?
Soglia di povertà relativa
Evidentemente è una situazione che va riequilibrata.
Come pure andrebbe ridefinito il sostegno pubblico per i figli a carico. Un parametro c'è. E si chiama soglia di povertà relativa, cioè 420 euro al mese: «Vorremmo che l'impegno pubblico si avvicinasse a questa soglia», spiega Bobba. «Chiediamo che lo Stato riconosca almeno il costo minimo per un figlio attraverso il sistema fiscale. Contemporaneamente pensiamo sia necessaria la rimodulazione del sistema delle deduzioni/detrazioni per i servizi che la famiglia acquista per i minori e per gli anziani non autosufficienti».
Sempre in tema di equità la Margherita punta a riformare i parametri della cosiddetta “situazione economica equivalente”. Oggi l'accesso ai servizi è valutato in misura inversamente proporzionale al numero: fino a due figli c'è un parametro, ma diminuisce per i successivi. Ora non sembra molto probabile che una famiglia più numerosa abbia costi minori di una famiglia con meno figli. In questo ambito, non ci sono economie di scala… Come accade in Francia, se aumentano i componenti deve crescere anche il quoziente.
Un anno di contributi
Altro aspetto rilevante, la previdenza. Il progetto di legge dovrebbe contenere il riconoscimento per le donne di una contribuzione figurativa per il lavoro di cura. Si tratterebbe cioè di una norma di discriminazione positiva per le donne alle quali andrebbero un anno di contributi per ciascun figlio. Avviene così in Gran Bretagna, in Germania.
L'ultimo capitolo, in via di elaborazione da parte del Dipartimento, riguarda un sistema di incentivi a favore della flessibilità e del part time in modo da conciliare lavoro e famiglia.
Quanto all'entità economica delle misure che la Margherita intende proporre, Bobba è chiaro: «Dovrebbe avere un peso analogo a quello del cuneo fiscale. Lì si partiva da un sistema economico e d'impresa con elettrocardiogramma piatto. Vista la possibilità di una ripresa, abbiamo scelto di pompare risorse in quella direzione. Adesso però occorre occuparsi della famiglia che, come ha per l'appunto scritto il direttore di Vita, “ha tirato i remi in barca”. Occorre un'iniezione di fiducia; si deve cambiare registro».