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giovedì, luglio 16, 2009

UN PARTITO FIGLIO DI NESSUNO

Stefano Menichini dal quotidiano "Europa" del 14.07.2009

Hanno scambiato il Partito democratico per qualcos’altro.
Per un punching-ball. Un tram. La Casa del Grande fratello. Hyde Park Corner. Un albergo a ore.
Una pedana del wrestling. Un posto dove ognuno possa fare e dire quello che crede, andare e venire a piacimento, farsi forte e bello finché sono accesi i riflettori. Un posto dove conta solo il posto che danno a me, il ruolo che danno a me, la visibilità che danno a me.
Se non è abbastanza, sparo a zero su tutto e su tutti.
Vediamo all’opera gli attori di questa recita poco divertente. Alcuni lo sono in senso tecnico, altri perché interpretano in senso teatrale il proprio mestiere, magistrato o politico, altri ancora perché la politica li ha trasformati da persone autorevoli in dichiaratori senza rete. Ma non sono loro i soli colpevoli.
C’è chi li ha messi in condizione di nuocere. Un gruppo dirigente che sembra non voler bene al proprio partito, tanto che a ogni occasione ne disconosce paternità e maternità. C’è chi non riconosce il Pd perché non gliel’hanno fatto fare come volevano loro (Veltroni e Franceschini), chi perché non hanno ascoltato i suoi consigli (Bersani), chi perché è finito in minoranza (Rutelli), chi perché non gli hanno telefonato (D’Alema), chi perché gli ha portato più male che bene (Prodi).
Chi perché gli anziani fanno ostacolo e chi perché i giovani sono supponenti. Chi perché i comunisti contano ancora troppo e chi perché contano troppo i democristiani.

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martedì, settembre 25, 2007

Prodi: all'Onu per proseguire la battaglia contro la pena di morte

Nel giorno in cui si appresta ad intervenire alla 62esima sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Romano Prodi ricorda la sua recente lettera aperta ai 55 Premi Nobel - dal Dalai Lama a Mikhail Gorbachev, da Desmond Tutu a Lech Walesa - e rilancia dalle colonne di Repubblica il progetto di risoluzione Onu sulla moratoria universale della pena di morte, in vista della sua abolizione. "Una risoluzione delle Nazioni Unite contro la pena di morte potrebbe dimostrare che l'uomo di oggi è migliore di quello di ieri. Sarebbe un risultato enorme, destinato ad incidere sulla nozione stessa di progresso. Un risultato che aprirebbe le porte ad un futuro piu' giusto", scrive il premier.
Il presidente del Consiglio ricorda quanto sta facendo l'Italia contro la pena di morte e sottolinea l'importanza dell'appuntamento di questi giorni a New York con l'assemblea generale dell'Onu. Durante l'assemblea "l'Unione Europea e vari paesi in rappresentanza di ogni regione del mondo presenteranno una risoluzione per la moratoria universale. L'obiettivo è giungere al più presto alla sua approvazione. L'Italia -scrive Prodi- è da sempre impegnata in questa battaglia e ha svolto in questi mesi un ruolo decisivo perché si formasse il più ampio consenso possibile in Europa e nel mondo".
"La pena di morte è un atto estremo, contrario ai più elementari principi di convivenza civile, che si e' alimentato nei secoli grazie alla logica della violenza che chiama violenza in una catena senza fine. Oggi abbiamo un'occasione unica per affrancarci, per provare a spezzare questa catena", conclude Prodi.

venerdì, febbraio 23, 2007

Il governo Prodi vada avanti. Appello di molte associazioni

Non c'è nessun motivo per trasformare il voto al Senato in una crisi politica generale.

Intervenendo al Senato il Ministro degli Esteri D'Alema ha evidenziato gli elementi di discontinuità che caratterizzano la politica estera del nostro governo indicando alcuni importanti impegni e obiettivi che debbono essere portati avanti con ancora più determinazione insieme alle organizzazioni della società civile e agli enti locali che nel nostro paese operano in tanti per la pace, i diritti umani e la giustizia.
Grandi sfide sollecitano il nostro paese ad assumersi sempre maggiori responsabilità in Europa e nel mondo. Di questa nuova politica c'è bisogno per contribuire attivamente al superamento dell'unilateralismo e delle logiche di guerra, per ridare spazio alla politica, al diritto e alle istituzioni internazionali democratiche, alla lotta alla miseria, alla prevenzione e soluzione pacifica dei conflitti, alla giustizia e alla democrazia internazionale.
Chiediamo al Governo Prodi di mantenere aperto il dibattito e il confronto che oggi si è svolto al Senato e di estenderlo a tutto il paese perché sempre più grande sia la consapevolezza e la partecipazione diretta dei cittadini e delle loro organizzazioni.
Ci sono molti valori e obiettivi condivisi dalla stragrande maggioranza degli italiani. Ci sono anche scelte che debbono ancora essere dibattute e compiute in modo democratico e partecipato.
Il Governo Prodi vada avanti. Lo deve agli italiani che non sopporterebbero di tornare indietro. Lo deve ai tanti cittadini del mondo che confidano nella nuova politica estera dell'Italia.
Primi firmatari:
Arci, Associazione per la pace, Auser, Beati i costruttori di pace, Centro per la pace Forlì Cesena, CNCA Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza, Consorzio Italiano di Solidarietà, Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani, Forum Ambientalista, Gruppo Abele, Lega per i diritti e la liberazione dei popoli, Libera, Lunaria, Rete Nuovo Municipio, Tavola della Pace, Uisp, Un ponte per...
Per adesioni: ufficiostampa@arci.it tavola@perlapace.it