A partire dall'esperienza associativa vissuta nelle ACLI e da quella amministrativa a Napoli e Castellammare di Stabia utilizzo questo spazio per affrontare i temi del dialogo tra le generazioni, del lavoro, della formazione, del welfare, della partecipazione e della loro necessaria innovazione.
venerdì, aprile 24, 2020
Anziani al tempo del Coronavirus. Uscire dall'incubo sanitario e sociale.
venerdì, settembre 30, 2011
Londra/Seminario internazionale "Lavoro, partecipazione, democrazia"
A Londra quattro giorni di incontri per parlare della situazione lavorativa di giovani, donne e italiani all'estero
Uno sguardo al mondo del lavoro in Europa e a quello degli italiani all’estero. Ma non solo, la condizione di giovani e donnenel mercato del lavoro europeo, le politiche attive del lavoro e la riduzione delle disuguaglianze sociali, le nuove forme della rappresentanza e il rapporto tra lavoro, partecipazione e democrazia. Di tutto questo si parlerà a Londra, dal 6 al 9 ottobre, in una quattro giorni di respiro internazionale promossa dalle Acli (Associazioni cristiane dei lavoratori italiani). Un’occasione anche per fare il punto sulla presenza delle Acli nel mondo e sulle condizioni dei nostri connazionali all’estero in tempo di crisi.
Si parte giovedì pomeriggio, 6 ottobre, presso l’Ibis London Earls Court Hotel (47, Lillie Road Earl’s Court), con il seminario del Patronato Acli dedicato al tema: “Quale futuro previdenziale per i giovani lavoratori in Europa? Il ruolo del patronato nella previdenza e nell’advocacy in Europa”. Intervengono: Krzysztof Pater, del Comitato economico e sociale europeo (Cese), che presenterà il parere dell’organismo in merito al Libro Verde della Commissione europea sui sistemi pensionistici; Stefano Ricci, della direzione generale delle politiche previdenziali del Ministero del Lavoro; Fabrizio Benvignati, vicepresidente delegato del Patronato Acli.
Venerdì mattina, 7 ottobre, l’Assemblea generale della Fai, la Federazione delle Acli internazionali (Fai), con i presidenti e i rappresentanti delle Acli in Argentina, Belgio, Brasile, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Lussemburgo, Olanda e Svizzera.Sarà l’occasione per fare il punto sulla condizione degli italiani all’estero e riflettere sulle questioni in sospeso del rinnovo degli organismi di rappresentanza e della riforma del sistema elettorale deiComites e del Cgie.
Dal pomeriggio di venerdì a domenica 9 ottobre, il seminario internazionale “Work, Partecipation, Democracy (People, Rights, Civil Economy)”. Promosso dalle Acli con il sostegno del Centro europeo per i problemi dei lavoratori (Eza). Finanziato dall’Unione europea, con il patrocinio del Cese.
Tra gli interventi, nell’arco dei tre giorni: Piergiorgio Sciacqua, co-presidente Eza; Gijs Van Houten, responsabile per la ricerca di Eurofound; Martin Oelz, specialista giuridico dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil); Luca Jahier, presidente del terzo gruppo Cese;Conny Reuter, presidente della Social Platform; Bogdan Iuliu Hossu, presidente della Confederazione sindacale nazionale romena “Cartel Alfa”; Alfons Collado, del Movimento europeo dei lavoratori cristiani, già presidente dell’Acciò Catòlica Obrera (Aco); Alison Tate, direttore delle Relazioni esterne della Confederazione internazionale dei sindacati; Giuseppe Porcaro, segretario generale del European Youth Forum; Marco Cilento, consigliere della Confederazione europea dei sindacati; Georg Hupfauer, presidente del Movimento cattolico dei lavoratori tedeschi (Kab).Partecipano il presidente nazionale delle Acli e della Fai, Andrea Olivero, e il vicepresidenteMichele Consiglio, responsabile della “Rete mondiale aclista”. Si terrà infine a Londra, nei giorni del seminario, la seconda tappa del percorso formativo dei Giovani delle Acli, impegnati nello sviluppo dell’associazione giovanile all’estero.
È da qualche anno che il lavoro – in Europa, nel cuore dell'Occidente – è tornato al centro di un dibattito sempre più preoccupato e allarmato. La discussione europea sul "lavoro dignitoso" ha guardato, fino ad un decennio fa, fuori dei propri confini, verso oriente e verso i tanti sud del mondo.Oggi, fenomeni che non è più sperabile considerare recessivi o contingenti, hanno riportato quella discussione nel cuore del vecchio continente, non solo per l'allargamento ad Est dell'Unione e non solo confinandola in alcuni (pochi) Paesi.mercoledì, ottobre 20, 2010
Luca Jahier, eletto ai vertici del Comitato Economico e Sociale Europeo, il ponte tra l'Unione Europea e la società civile europea.
martedì, agosto 10, 2010
Ecco gli italiani dai piedi leggeri. di Franco La Cecla
leggo questa riflessione sul sito del Sole24ore che da una lettura della condizione dei giovani e della difficoltà a costruire nuova classe dirigente in Italia.
C'è una nuova classe, apparentemente invisibile, che si sta formando da circa vent'anni, una classe che non fa parte della borghesia italiana, che non rientra nell'esercito di precari, né in quello dei raccomandati per famiglia, politica, censo e appartenenza. È una strana compagine di quarantenni, trentenni, ventenni che ha abbandonato l'Italia appena finiti gli studi, o addirittura durante gli studi, fulminata sulla via dell'Erasmus dalla scoperta che la vita all'estero, in Europa, poteva essere tre volte più interessante, facile, appassionante che in Italia. Non si tratta di emigrati nel vero senso della parola e nemmeno di una fuga di cervelli, ma di italiani, ragazzi e ragazze, uomini e donne che stanno all'estero in Europa «come se fossero in Italia».
È lui però a dirmi che in realtà ha scoperto di essere italiano proprio a Barcellona. Perché, dice, gli italiani in Italia sono individualisti e non fanno quasi mai gioco di squadra, è solo all'estero che scoprono di avere qualcosa di particolare che li distingue dagli altri, un'italianità che gli "altri", gli "stranieri" riconoscono subito e che è considerata una qualità e non solo un tic nervoso. E ribadisce che Barcellona per lui è una città italiana, nel senso che lui ci si muove pensando di restare italiano, di non perdere i contatti con l'Italia. Ma è da Barcellona che può agire con una libertà e una creatività che in patria sarebbe solo punita come impertinenza giovanile e incapacità di rispettare faccendieri, speculatori, malavitosi e politici ignoranti.
lunedì, novembre 23, 2009
Napoli: Forum della società civile: Verso il 2010 anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale
Iscrizione on-line: Forum della società civile in vista dell'anno europeo 2010
Focus tematici:
- Verso una nuova agenda sociale europea 2010-2020 (iscrizione on-line al focus tematico)
- Cittadinanza diritti sociali inclusione attiva (iscrizione on-line al focus tematico)
- Immgigrazioe e Immigrazione (iscrizione on-line al focus tematico)
- Povertà e Globalizzazione (iscrizione on-line al focus tematico)
Nota bene: tutti i focus si terranno alle ore 14.30 il giorno 27 novembre 2009. E' possibile effettuare una sola registrazione
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Contatti:
Programma Forum (dim.: 216 kbyte)
giovedì, luglio 16, 2009
UN PARTITO FIGLIO DI NESSUNO
martedì, luglio 29, 2008
Sicurezza, Ue: '''Pacchetto' viola diritti umani e principi umanitari''
mercoledì, giugno 18, 2008
IMMIGRAZIONE - Direttiva rimpatri, "vince l'Europa della diffidenza"
giovedì, giugno 12, 2008
65 ore di lavoro settimanale: almeno alcune perplessità sulla proposta UE
Michele La Rosa- 12/06/2008
Come al solito la Comunità Europea dà un colpo al cerchio ed uno alla botte....e la nostra nazione ha subito cambiato "registro". Ambivalente la posizione dell’U.E. che recepisce la parità di trattamento per i lavoratori temporanei e a tempo indeterminato, ma nel contempo dà il proprio assenso affinchè i lavoratori possano lavorare più di 48 ore raggiungendo le 60 ore fino alle 65 ore settimanali lasciandolo al giudizio del lavoratore.
Sono in disaccordo per ameno tre motivi:-si va sempre più verso la "individualizzazione" del rapporto di lavoro che renderà sempre più forti i già forti e sempre più deboli i più deboli; chi si preoccuperà della qualità del lavoro e delle organizzazioni?-ciò danneggerà l'occupazione specie dei più giovani; -non ne trarrà certo benefici la qualità del lavoro dei soggetti ed anche delle famiglie laddove il lavoratore per far fronte ad esigenze economiche sarà sempre più costretto a non essere in famiglia.
Ovviamente la nostra nazione si è allineata; e forse è significativo registrare che SOLO cinque nazioni hanno votato contro ed aspramente criticato la proposta (Spagna, Belgio, Grecia, Ungheria, Cipro); ben magra soddisfazione. La proposta va detto per completezza che,del resto, è stata criticata anche dai sindacati europei.
Il nostro paese -è stato detto- è per la "semplificazione" delle norme che regolano il rapporto di lavoro, e che, nella misura in cui va verso la "individualizzazione" del rapporto stesso (contraddicendo ad un secolo di orientamenti differenti) è anche nel segno di quanto chiesto- non tanto paradossalmente- dalla Presidente dei giovani industriali italiani.
Non credo però che saranno tutte rose e fiori neppure da questa parte della barricata, visto che gli imprenditori invece che con un sindacato avranno poi a che fare con tanti gruppetti semi-corporativi con cui trattare. E' questo che desiderano sperimentare come nuovo?
mercoledì, febbraio 13, 2008
Campania in retromarcia tra le regioni Ue: I numeri della graduatoria del divario
MARCO ESPOSITO La regione più ricca d’Europa è l’area di Londra. La più povera il Nordest della Romania. E la Campania è molto più vicina a quest’ultima che alla prima. Fatta cento la media di ricchezza di un cittadino europeo, Londra è a quota 303 e il Nordest romeno a 24. La Campania, tra le 271 aree messe in fila da Eurostat, occupa la parte bassa della classifica con 66,9 punti, con un preoccupante arretramento rispetto agli anni scorsi, quando era a pochi passi da quella quota 75 che segna il confine statistico tra aree economicamente in salute ed aree arretrate. Le aree povere sono in tutto 69, di cui cinque italiane: oltre alla Campania, sono sotto la soglia Puglia, Calabria, Sicilia e, a sorpresa, la Basilicata, che pure è uscita dal piano di aiuti europei del 2007-2013 perché sembrava ormai stabilmente sopra la soglia. E a preoccupare, oltre che la classifica in sé, è la tendenza. Se si confronta infatti la classifica del 2005, resa nota ieri, con quella del 2000, la nostra regione perde sedici posizioni e viene superata da tre territori della Repubblica Ceca, da cinque della Grecia (tra le quali la Macedonia centrale e la Tessaglia), due della Spagna (Estremadura e Andalusia), una francese (la Guadalupa, territorio d’oltremare), una polacca (la Centrale), una slovena (Vzhodna), una del Regno Unito (la Cornovaglia), una romena (Bucarest) e infine una italiana, la Calabria. Rispetto all’indice di ricchezza dell’Europa a 27 stati - che per definizione è sempre a quota 100 - la Campania è scivolata da 72,9 a 66,9 arretrando di sei punti in cinque anni. Nello stesso periodo (2000-2005) per esempio l’Andalusia è passata da 71,9 a 80,4 con un recupero di otto punti e mezzo rispetto allo standard comunitario. In Italia non c’è nessuna regione più povera della Campania, nonostante come certificano i dati sui fondi europei la regione abbia speso tutti gli incentivi di Agenda 2000 (2000-2006) realizzando il miglior risultato tra le sei regioni del cosiddetto Obiettivo 1 (ovvero del Mezzogiorno). Girando per l’Europa, è ormai difficilissimo trovare un’area più arretrata, almeno tra i paesi con lunga permanenza nell’Unione europea. Dopo esser stata sorpassata da Andalusia ed Estremadura, infatti, la Campania è più povera di tutte le regioni spagnole, così come di quelle irlandesi, britanniche, tedesche (compresa la Germania Est) e ovviamente austriache, belghe, olandesi, scandinave. Le uniche aree dell’Europa a quindici ancora con una ricchezza procapite inferiore a quella campana sono nel Nord del Portogallo e su qualche isola greca. Va rilevato però che se la Campania perde visibilmente colpi, è stata tutta l’Italia nel periodo considerato ad arretrare. Nella classifica 2005 non c’è nessun territorio italiano nella top-15, dove pure fa ingresso un’area dell’Est, Praga, che con una ricchezza pari a 160 si pone molto sopra la Lombardia (136,5) e la provincia autonoma di Bolzano (135,6). Eppure soltanto cinque anni fa Praga era a quota 137 mentre la Lombardia a 155,7 e Bolzano a 158,6. Infine una curiosità: l’Italia nel suo insieme non è stata ancora sorpassata dalla Spagna, anche se nel 2005 la distanza era ormai minima: 104,8 a contro 103.
Bianchi (Svimez): risorse statali mancate in anni cruciali della sfida
«Ma anche le Regioni cambino registro: puntare su grandi scelte»
FRANCESCO VASTARELLA «Ce lo aspettavamo. Il differenziale di crescita nelle regioni del Sud è stato elevatissimo rispetto alle altre aree europee dell’obiettivo convergenza, che sullo sviluppo hanno puntato tutto, non solo gli aiuti Ue». Luca Bianchi, vicedirettore Svimez, l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno che per statuto promuove lo studio delle condizioni economiche del Sud. Perché una crescita così bassa nonostante la valanga di fondi strutturali dell’Ue dal 2000 al 2006? «Altrove la crescita è arrivata a quota 6% annua con porzione inferiori di finanziamenti europei, al Sud siamo scesi negli ultmi tempi a 0,4-0,5%. Il sistema non ha funzionato». Perché? «Sono state sbagliate le politiche di coesione con i fondi strutturali, in un Paese che complessivamente è cresciuto poco e con effetti moltiplicati nelle aree deboli. Quando si dice aree deboli si intende regioni che rappresentano il 40% della popolazione. A questo bisogna aggiungere le scelte non coerenti, sia quelle dei livelli regionali che di quelle centrali». A quali scelte si riferisce? «Allo Stato che ha fatto un passo indietro rispetto al Sud, con un forte calo delle risorse impegnate dal livello nazionale. In altre parole le risorse Ue sono state viste come sostitutive e non aggiuntive per lo sviluppo, proprio nel momento in cui si doveva puntare su entrambe per dare slancio alla crescita. Insomma, un assurdo passo indietro dello Stato e delle principali aziende pubbliche: non si è creduto nella capacità di crescita». Di quali aziende parla? «Le Ferrovie impegnano al Sud solo il 14% della spesa, tutto il resto va al Centro e al Nord. La stessa cosa per l’Anas. Insomma, lo Stato avrebbe dovuto costringere i grandi investitori a puntare sul Mezzogiorno e soprattutto rispettare il vincolo del documento di programmazione economica e finanziaria del 45% di spesa in conto capitale al Sud. Un modo per spezzare anche la spirale dei reciproci alibi, dello Stato che non ha investito e delle Regioni che non hanno saputo programmare». Per il futuro c’è possibilità di tornare a crescere a sufficienza? «Io sono ottimista. Ma devono appunto cambiare registro le Regioni nella programmazione, puntando su grandi interventi e soprattutto su quelli sovraregionali e sulle grandi reti. Insomma, senza discontinuità continueremo a guardare le regioni europee più deboli che balzano in avanti e con le quali sarà sempre più difficile competere in futuro».
lunedì, giugno 11, 2007
A Napoli dal 12 al 15 luglio la Summer School della Fondazione Mezzogiorno Europa
Dopo il successo riscosso lo scorso dicembre in occasione della prima Winter School , prenderà il via il 12 luglio la Scuola estiva di formazione politica “Cittadini, Politica, Istituzioni” organizzata dalla Fondazione Mezzogiorno Europa (www.mezzogiornoeuropa.it ), il think tank presieduto da Andrea Geremicca che raccoglie l'eredità politico culturale e il bagaglio di esperienze e competenze del "Centro Mezzogiorno Europa", fondato nel 1999 dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
La Scuola, che si concluderà il 15 Luglio e si svolgerà a Napoli nelle sale della Stazione Marittima, è rivolta a studenti universitari, dirigenti politici e amministratori per un’esperienza di analisi e formazione su temi di stringente attualità quali l’attuale crisi politica italiana, il rapporto fra politica e cultura, Europa e diritti di cittadinanza ed i nuovi modelli di partecipazione.
A confrontarsi con i cento partecipanti, che saranno selezionati attraverso il bando pubblico che si chiuderà il 25 giugno, esponenti del Governo, deputati europei, docenti universitari ed esponenti del mondo della cultura.
Il bando è scaricabile da: www.mezzogiornoeuropa.it/?d=formazione , le iscrizioni alla scuola invece si potranno fare esclusivamente compilando il modulo a questo link: www.mezzogiornoeuropa.it/?d=modulo.
Per ulteriori informazioni : formazione@mezzogiornoeuropa.it .
www.mezzogiornoeuropa.it
Segue il bando:
Cittadini.Politica.Istituzioni
Napoli
12>15luglio2007
Il format
La Fondazione Mezzogiorno Europa bandisce una selezione per titoli volta all’ammissione di 100 partecipanti ai workshop della Summer School. Le scuole di formazione si rivolgono ad una specifica tipologia di destinatari, interessati a partecipare con maggiore consapevolezza alla vita politica: laureati e ricercatori in scienze sociali e umanistiche; policy makers; docenti; quadri di partito e del sindacato.
Location
Centro Congressi Stazione marittima - Molo Angioino, Piazza Municipio - Napoli
Le sessioni
Quattro giorni di seminari e di discussione con personalità della politica, del mondo dell’impresa e delle istituzioni.
- sessione di apertura (giovedì pomeriggio), sessione di chiusura (domenica mattina)
- 4 workshop tematici (venerdì e sabato 9.30 >12.30; 14.30>17.30)
Temi dei workshop
POLITICA E CULTURA:
Come si ricostruisce un rapporto perduto;
LA CRISI ITALIANA:
Sistema elettorale, federalismo, modello istituzionale;
EUROPA E DIRITTI DI CITTADINANZA:
Bioetica, garanzie e tutele, cooperazione, multiculturalismo, libertà di stampa;
NUOVI MODELLI DI PARTECIPAZIONE:
Tavola rotonda con le Fondazioni.
sabato, aprile 14, 2007
TUTTI I DOCUMENTI DA PRESENTARE PER ISCRIZIONE ANAGRAFICA CITTADINI UNIONE EUROPEA
DOCUMENTI DA PRESENTARE PER ISCRIZIONE ANAGRAFICA CITTADINI UNIONE EUROPEA (d. leg.6 febbraio 2007 n. 30 g.u. 27 marzo n. 72).
A. Cittadini UE
B. Familiari comunitari dei cittadini UE
C. Familiari extracomunitari di cittadini UE
A-CITTADINO UE
Soggiorno fino a tre mesi
• Diritto di soggiorno per un periodo di tre mesi senza alcuna formalità
( documento di identità valido per l’espatrio).
Soggiorno oltre i tre mesi
• obbligo iscrizione anagrafica.
Documenti da presentare
1. SE LAVORATORE
Dipendente
• Contratto di lavoro con dichiarazione del datore di lavoro della relativa attualità
• Busta paga
Con collaborazione e progetto
• Contratto lavoro a progetto con durata della prestazione e corrispettivo
• Dichiarazione del committente da cui risulti l’attualità del contratto di lavoro a progetto
• Dichiarazione di gestione separata all’INPS
Socio lavoratore(cooperative)
• Visura camerale della cooperativa
• Fotocopia attribuzione Partita Iva cooperativa
• Dichiarazione Presidente cooperativa da cui risulta l’attualità del rapporto d lavoro e la sua iscrizione nel libro soci
• Busta paga
Autonomo
Di ditta individuale:
• Certificato iscrizione camera di commercio
• Fotocopia attribuzione partita IVA
• Fotocopia licenza comunale ove prevista (chiedere ufficio commercio)
• Dichiarazione documentata di avere risorse economiche sufficienti di cui al successivo punto 2
Amministratore/ socio di società
• Misura commerciale della società di data recente (non superiore ai tre mesi)
• Fotocopia partita IVA della società
• Dichiarazione documentata di avere risorse economiche sufficienti di cui al successivo punto 2
Libero professionista
• Iscrizione all’albo
• Dichiarazione documentata di avere risorse economiche sufficiente di cui al successivo punto 2
2- CITTADINO CON DISPONIBILITA’ DI RISORSE ECONOMICHE SUFFICIENTI
• Dichiarazione dei redditi del proprio paese con traduzione ufficiale asseverata c/o il Tribunale che dimostri il reddito annuo non è inferiore a € 5061.68 ( per n. 2 persone intese come famiglia o unione registrata); €10123.36 ( per ¾ persone intese come famiglia o unione registrata); € 15185.04 ( n. 4/5 persone intese come famiglia o unione registrata)
• TEAM ( tessera europea assistenza malattia ) oppure mod. E111.
3-CITTADINO CHE SEGUE UN CORSO DI STUDIO O FORMAZIONE PROFESSIONALE
• Iscrizione c/o un Istituto pubblico o privato riconosciuto dalla vigente normativa scuole pubbliche, private parificate, istituti riconosciuti dalla Regione, ecc.)
• Dichiarazione dei redditi del proprio paese con traduzione ufficiale asseverata c/o il Tribunale che dimostri il reddito annuo non è inferiore a € 5061.68 ( per n. 2 persone intese come famiglia o unione registrata); €10123.36 ( per ¾ persone intese come famiglia o unione registrata); € 15185.04 ( n. 4/5 persone intese come famiglia o unione registrata)
• TEAM ( tessera europea assistenza malattia ) oppure mod. E111.
B. FAMILIARI COMUNITARI DI CITTADINO UE
• Coniuge
• No partner in quanto in Italia non sono riconosciute le unioni registrate
• Figli di entrambi minori di 21 anni (compresi gli adottati)
• Ascendenti diretti di entrambi i coniugi (padre e madre se a carico)
• Figli di età superiore ai 21 anni se a carico
DOCUMENTI DA PRESENTARE
• Documento di identità alido per l’espatrio rilasciato nel loro paese o passaporto
• Certificati tradotti e legalizzati che dimostrino la qualità di familiare (certificato di matrimonio, nascita, ect.)
• Documenti per gli ascendenti diretti e per i figli di età superiore ai 21 anni che attestino la qualità di familiare a carico (busta paga o dichiarazione dei redditi o cud)
• Attestato richiesta iscrizione anagrafica del familiare
C- FAMILIARI EXTRACOMUNITARI DI CITTADINO UE
INGRESSO
• Passaporto e visto per i primi tre mesi senza iscrizione anagrafica
ISCRIZIONE ANAGRAFICA
• passaporto e visto di ingresso
• permesso di soggiorno
• certificati tradotti e legalizzati che dimostrino la qualità di familiare (certificato matrimonio, nascita)
• documenti per gli ascendenti diretti e per i figli di età superiore ai 21 anni che attestino la qualità di familiare a carico (busta paga o dichiarazione dei redditi o cud)
• attestato richiesta iscrizione anagrafica del familiare cittadino UE