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mercoledì, maggio 28, 2008

Amnesty: Dal linguaggio razzista alle violenze, ecco le violazioni italiane

DIRITTI - Dal linguaggio razzista alle violenze, ecco le violazioni italiane.
Discriminazione, linguaggio razzista, violenze di genere e commercio di armi leggere. Queste le violazioni dei diritti umani viste da Amnesty International nel nuovo Rapporto mondiale presentato oggi.
Altrove va molto peggio ma non lasciamoci andare ad una colpevole indifferenza.
- Nel 2007 eseguite oltre 1.200 condanne a morte in 24 paesi. Tortura e violenze presenti in 61 paesi al mondo, in 77 ancora negata la libertà di espressione.

martedì, dicembre 18, 2007

L'inizio della fine dello 'Stato che uccide' . Stop alla pena di morte



NEW YORK - L'inizio della fine dello 'Stato che uccide' è scattato alle 11:45 ora di New York: sui tabelloni gemelli dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite 104 pallini verdi hanno segnato la vittoria della risoluzione sulla moratoria universale della pena di morte. "Un successo superiore alle aspettative", ha commentato il ministro degli Esteri Massimo D'Alema arrivato nella notte a New York e che ha partecipato al voto. In novembre, quando la moratoria era stata approvata in Terza Commissione, i sì erano stati 99 su 192 Paesi dell'Onu: sono entrati oggi nel 'club anti-pena di morte' Congo Brazzaville, Kiribati, Palau, Nauru e Madagascar. Ai 104 sì hanno fatto riscontro 54 no e 29 astensioni (i no erano stati 52 il 15 novembre, le astensioni 33).

Il successo è stata una vittoria per l'Italia in una grande battaglia di civiltà:
"Una decisione coraggiosa della comunità internazionale", ha reso omaggio al risultato il segretario generale Ban Ki-moon che la risoluzione incarica di far rapporto tra un anno all'Assemblea Generale. Un rapporto dal forte peso morale e dalle implicazioni concrete perché - ha commentato D'Alema - punterà i riflettori sul tema della pena di morte "facendo diventare la moratoria un tema assunto da una organizzazione internazionale quale l'Onu".

Secondo Ban il voto sulla moratoria "é un altro segno di una tendenza verso l'abolizione, alla fine, della pena di morte", anche a causa del sostegno espresso per l'iniziativa "da parte di tante regioni del mondo". Perfino gli Stati Uniti, fino a pochi mesi fa decisamente anti-abolizione, ci stanno ripensando: proprio ieri il New Jersey ha approvato per legge la fine delle esecuzioni. Il voto di oggi segna il superamento di un tabù politico: due volte in passato, sempre su input italiano, una risoluzione sulla pena di morte era approdata al Palazzo di Vetro e per due volte era finita su un binario morto.

Stavolta, dopo il voto del 15 novembre in Terza Commissione, non c'erano dubbi sul fatto che il testo sarebbe stato approvato dall'Assemblea: quando hanno aperto bocca in Aula oggi, per esprimere il loro dissenso, i rappresentanti delle isole caraibiche di Antigua e Barbados, di Singapore e della Nigeria, hanno parlato con la voce degli sconfitti. Il 18 dicembre passerà agli annali delle campagne contro la pena di morte come uno spartiacque: "Un voto di significato storico", ha detto D'Alema che in una conferenza stampa presso la missione italiana all'Onu ha indossato il nastrino di Nessuno Tocchi Caino che il campione olimpico Stefano Baldini aveva portato in novembre al traguardo della maratona di New York. Alla missione italiana è arrivato il tabulato del risultato del voto: i diplomatici italiani che hanno guidato a tutto campo la campagna affiancati da Nuova Zelanda, Francia, Messico, Brasile e alcuni Paesi africani hanno salutato con soddisfazione spostamenti come quello del Malawi dal partito del no a quello delle astensioni. "Alcune astensioni adesso potrebbero diventare sì", ha auspicato l'ambasciatore Marcello Spatafora che ha coordinato al Palazzo di Vetro il successo dell'iniziativa. Nessuno ha intenzione di riposare sugli allori: Sergio D'Elia, che ha partecipato alla conferenza stampa per Nessuno Tocchi Caino, ha guardato ai prossimi mesi come mesi di mobilitazione per arrivare al prossimo rapporto di Ban Ki-moon "con una serie di risultati positivi sul fronte delle moratorie e delle abolizioni".

La vittoria corona una campagna costruita su un lavoro a tappeto per creare una coalizione maggioritaria che ha tra Paesi in ogni area geografica: "In Nuova Zelanda il primo ministro Helen Clark ne ha fatto una priorità della politica estera del suo governo", ha detto il sottosegretario agli esteri Gianni Vernetti, notando anche che in Asia Centrale cinque repubbliche ex Urss - tutti Paesi islamici - hanno fatto del no ala pena di morte un fiore di democratizzazione". Al successo della risoluzione ha contribuito il fatto che nelle ultime settimane il partito del no si è sfaldato: se Singapore è ancora visceralmente pro-esecuzioni, la posizione dell'Egitto è più moderata. Il Cairo non ha preso la parola nel breve dibattito che ha preceduto il voto e c'é chi non esclude che il prossimo anno, quando l'Assemblea generale tornerà a contarsi sulla moratoria, gli egiziani potrebbero smarcarsi.
di Alessandra Baldini

Il testo della risoluzione al voto
La lunga battaglia per la moratoria



martedì, settembre 25, 2007

Prodi: all'Onu per proseguire la battaglia contro la pena di morte

Nel giorno in cui si appresta ad intervenire alla 62esima sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Romano Prodi ricorda la sua recente lettera aperta ai 55 Premi Nobel - dal Dalai Lama a Mikhail Gorbachev, da Desmond Tutu a Lech Walesa - e rilancia dalle colonne di Repubblica il progetto di risoluzione Onu sulla moratoria universale della pena di morte, in vista della sua abolizione. "Una risoluzione delle Nazioni Unite contro la pena di morte potrebbe dimostrare che l'uomo di oggi è migliore di quello di ieri. Sarebbe un risultato enorme, destinato ad incidere sulla nozione stessa di progresso. Un risultato che aprirebbe le porte ad un futuro piu' giusto", scrive il premier.
Il presidente del Consiglio ricorda quanto sta facendo l'Italia contro la pena di morte e sottolinea l'importanza dell'appuntamento di questi giorni a New York con l'assemblea generale dell'Onu. Durante l'assemblea "l'Unione Europea e vari paesi in rappresentanza di ogni regione del mondo presenteranno una risoluzione per la moratoria universale. L'obiettivo è giungere al più presto alla sua approvazione. L'Italia -scrive Prodi- è da sempre impegnata in questa battaglia e ha svolto in questi mesi un ruolo decisivo perché si formasse il più ampio consenso possibile in Europa e nel mondo".
"La pena di morte è un atto estremo, contrario ai più elementari principi di convivenza civile, che si e' alimentato nei secoli grazie alla logica della violenza che chiama violenza in una catena senza fine. Oggi abbiamo un'occasione unica per affrancarci, per provare a spezzare questa catena", conclude Prodi.

lunedì, agosto 20, 2007

PENA MORTE USA: IERVOLINO ADERISCE A MOBILITAZIONE PER FOSTER

(AGI) - Napoli, 20 ago. - Il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino ha aderito alla mobilitazione mondiale in difesa di Kenneth Foster, il giovane americano che dovra’ essere giustiziato in Texas il prossimo 30 agosto per un omicidio che avrebbe non ha commesso.
Il primo cittadino partenopeo ha anche rivolto un appello al governatore dello stato americano Rick Perry, chiedendogli di commutare la pena. “La nostra contrarieta’ alla pena di morte e’ convinta e assoluta - gli ha scritto Rosa Russo Iervolino - nessuno puo’ essere privato al diritto alla vita, e la pena, come recita la nostra Costituzione, deve sempre avere fini rieducativi. E’ quindi in nome dei diritti umani fondamentali che Le chiedo di commutare la pena di morte di Kenneth Foster in altra pena”. (AGI)

sabato, aprile 07, 2007

La marcia di Pasqua contro la pena di morte


Raduno alle dieci in Campidoglio poi a piedi fino al Vaticano L'arrivo è previsto durante la benedizione di Benedetto XVI

giovedì, gennaio 04, 2007

Ban Ki-moon: «Pena capitale da abolire»

Un no alla pena di morte arriva anche dai vertici del Palazzo di vetro. Facendo una parziale, ma concreta retromarcia rispetto a quanto affermato solo due giorni fa, il neo segretario generale dell'Onu, il sud coreano Ban Ki-moon, ha appoggiato ieri l'abolizione della pena capitale. E questo mentre l'iniziativa del governo italiano, che ha proposto una moratoria globale delle esecuzioni, ha raccolto ieri il consenso del presidente della repubblica Giorgio Napolitano e dell'Unione europea, con Francia e Germania che si sono dette pronte ad appoggiare la richiesta di fermare l'attività dei boia in sede Onu.
Ma a dare ossigeno alle speranze degli abolizionisti di tutto il mondo, sono state proprio le parole pronunciate ieri da Ban Ki n-moon. Il successore di Kofi Annan è stato duramente criticato dalla stampa internazionale per aver sostanzialmente giustificato l'impiccagione di Saddam Hussein, ricordando le vittime della sua dittatura e l'esclusiva competenza degli stati nazionali su un tema come la pena di morte. Ieri la correzione di rotta, fatta attraverso la sua portavoce, Michele Montas. Il segretario generale, ha detto, «ritiene che l'Onu debba lavorare» per arrivare all'abolizione della pena di morte, anche se «si rende conto che sarà un processo lungo».
Nessuna incertezza, invece, da parte del Colle. Per il presidente della repubblica Giorgio Napolitano l'iniziativa contro la pena capitale annunciata da Prodi «è coerente con la tradizione italiana, che affonda le radici in primo luogo nella Costituzione». Napolitano ha anche sottolineato come alle immagini dell'esecuzione di Saddam Hussein «tutti i leader europei abbiano ribadito profonda contrarietà alla pena di morte. E' bello - ha concluso il presidente - che l'Italia abbia fatto questa scelta a nome di tutta l'Europa».

martedì, gennaio 02, 2007

Pena di morte: l'Italia all'Onu per l'abolizione


L'esecuzione dell'ex dittatore Saddam Hussein ha lasciato il segno.
La pena di morte entra di prepotenza nelle stanze della discussione politica e l'Italia si mette in prima linea contro le condanne capitali.
Infatti sarà proprio Romano Prodi a chiedere ufficialmente all'Onu l'abolizione della pena di morte. A rendere nota l'iniziativa del Governo italiano è un comunicato che arriva da Roma: «Il Presidente del Consiglio e il Governo si impegnano ad avviare le procedute formali, coinvolgendo in primis i Paesi già sottoscrittori della dichiarazione di dicembre, perché l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite metta all'ordine del giorno la questione della moratoria universale sulla pena di morte» - si legge sul documento.
Intanto lo sciopero della fame, iniziato per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla questione, di Marco Pannella è arrivato al settimo giorno. I medici sono preoccupati per il suo stato di salute.
Il rappresentante dei Radicali ha spiegato che: «L'impegno formale e concreto che il Governo italiano può prendere è la presentazione della risoluzione per la moratoria universale delle esecuzioni capitali all'Assemblea Generale dell'ONU in corso o in una sua sessione straordinaria da convocarsi in base agli articoli 8 e 9 delle regole di procedura dell'Assemblea stessa. A questo proposito, l'atto politicamente decisivo è l'avvio, in queste ore, da parte del Governo italiano della raccolta firme di cosponsor alla risoluzione stessa».
L'uso della pena di morte nel mondo è contemplata in 74 nazioni, quelli che non applicano condanne da più di 10 anni sono invece 28 (come si può vedere nella foto).
Una curiosità: anche Città del Vaticano era tra i paesi che applicavano la pena capitale. Questo fino al 1969, quando Papa Paolo VI l'abolì. L'ultima esecuzione nello Stato pontificio ha data 9 luglio 1870. Mentre in Italia venne abolita nel 1948, per quanto riguarda in tempo di pace.
Uscì di scena definitivamente per tutti i crimini nel 1994. L'ultima esecuzione tra i nostri confini risale al 4 marzo 1947, alle ore 7.41. Tre assassini, Franco La Barbera, Giovanni Puleo e Giovanni D'Ignoti, accusati di essere gli autori della strage di Villarbasse, alle porte di Torino, vennero fucilati a Basse di Stura, sempre nel torinese, da un plotone d'esecuzione formato da 36 agenti, metà dei quali, secondo il regolamento, avevano il fucile caricato a salve.
Ma torniamo all'impiccagione del Rais. Ormai in rete è incominciata la caccia al video integrale degli ultimi momenti del dittatore irakeno. I siti delle maggiori testate giornalistiche mostrano il filmato, girato da chi era presente grazie ad un telefonino. Però si sta creando, come spesso accade davanti ai fatti clamorosi della storia, un partito di chi non crede che Saddam sia stato veramente giustiziato. Qualcuno parla di filmato poco chiaro, altri di sosia. Dubbi che non hanno un riscontro nella realtà.
Nel video si possono vedere i secondini con il volto coperto dai passamontagna urlare in faccia al condannato il nome del loro leader sciita Moqtada Al Sadr (nemico di Hussein - nda) e invitano l'ex Rais ad "andare al diavolo".
L'ultime parole di Saddam, che non ha voluto indossare il cappuccio, sono proprio rivolte ai boia e ai presenti: «E' questo il vostro coraggio?»
Andrea Doi (link al'articolo sul titolo)

sabato, dicembre 30, 2006

Ucciso Saddam: torna il tema della pena di morte.


Ma se ora hanno ucciso Saddam, che differenza c'è tra assassino e giustizieri? Assassino uno e assassino l'altro. Ci vorrebbe qualcuno che uccida i giustizieri, e qualcun altro che uccida gli assassini dei giustizieri e qualcun altro ancora che uccida gli uccisori degli assassini dei giustizieri dell'assassino...