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lunedì, luglio 04, 2011

Gianluca Mastrovito delle Acli di Salerno, eletto nuovo portavoce unico del Forum del Terzo Settore di Salerno

Alla presenza del portavoce del Forum nazionale Andrea Olivero, si è svolta nel pomeriggio di venerdì 01 luglio presso la sede Arci di via Porta Catena, la seconda Assemblea congressuale del Forum di Salerno, per eleggere i nuovi organi dirigenti.


I lavori assembleari, introdotti dalla relazione del Portavoce uscente Giuseppe Cavaliere, hanno registrato la partecipazione di Giuseppe Bruno (vice presidente nazionale di Federsolidarietà-Confcooperative), Nino Savastano (Ass. Politiche sociali del Comune di Salerno) e Francesca Coleti (Portavoce Forum III Settore Campania).

Nutrita la presenza dei delegati delle 23 reti provinciali aderenti, in rappresentanza delle principali esperienze del volontariato, della cooperazione e della promozione sociale: Acli, Acsi, Ada, Agesci, Anolf, Anteas, Arci, Arciragazzi, Arci Servizio Civile, Compagnia delle Opere, Confcooperative-Federsolidarietà, Confederazione delle Misericordie, AVO, Legambiente, Legacoop, El Ceppo, Comunità Emmanuel, F.A.P. Acli, Fenalc, Fish, Uisp, Us Acli.

Ai lavori ha preso parte, in qualità di invitato permanente, la Caritas Diocesana di Salerno, attraverso il Direttore don Marco Russo.



Al termine della relazione, è seguito il confronto pubblico, dal quale è emersa la necessità di dover dare un forte segnale di coesione sui temi della sussidiarietà, in un momento in cui la società appare sempre più frammentata e fragile.



Si apre così una nuova fase, di un progetto unitario teso ad esprimere una nuova soggettività politica. Rafforzare l’autonomia di un Terzo settore che si propone parte integrante del “Sistema Paese”.

Sin da subito il Forum provinciale ha agito come soggetto unitario di rappresentanza, con una crescita costante nel numero di adesioni e nell’insediamento territoriale accreditandosi come parte sociale ed interlocutore propositivo delle istituzioni locali.



Dalla riflessione, è emersa chiara in ragione dell’attuale crisi senza precedenti e delle aumentate difficoltà nel rapporto tra cittadini e istituzioni una ridefinizione della mission e del modello organizzativo del Forum.

Il Forum Salernitano, sin dalla sua costituzione ha attuato un percorso partecipato, fatto di condivisione e operosità delle varie componenti.



Al termine delle riflessioni, si è proceduto all’elezione del Consiglio e del Coordinamento provinciale. Quest’ultimo ha eletto all’unanimità portavoce unico Gianluca Mastrovito vice presidente vicario delle Acli di Salerno, già tesoriere.

Il Coordinamento risulta così formato: Giuseppe Cavaliere (Arci) – Angelo Orientale (Acsi) - Generoso Di Benedetto (Fish) – Giancosmo Di Perna (Compagnia delle Opere) – Agostino Braca (Arci Servizio Civile) e Patrizia Stasi (Confcooperative) quest’ultima nominata Tesoriere. E’ stato riconfermato, invece, come responsabile della segreteria Andrea Pastore.



«Al termine delle votazioni - ha dichiarato il nuovo portavoce Mastrovito - con orgoglio possiamo rileggere il percorso fatto, per affrontare le nuove sfide con la passione di sempre e un rinnovato slancio. Siamo in una nuova fase, evolutiva, della nostra iniziativa unitaria, che nasce anche grazie al prezioso lavoro delle portavoce che mi hanno preceduto. Il Forum del Terzo Settore di Salerno è parte sociale riconosciuta: un ruolo che rivendichiamo con forza, in virtù del quale intendiamo dare voce a chi non ce l’ha».



L’azione volontaria, continua il portavoce, non può essere esposta a collateralismi o subordinazione ai luoghi della politica, ma deve essere capace di operare in un autentico e libero confronto con gli altri attori.

Autonomia non vuol dire estraneità verso la politica e le istituzioni, ma capacità di offrire un contributo originale alla ricostruzione delle reti di cittadinanza e al rinnovamento della politica, colmando la distanza che oggi separa la sfera istituzionale dalla società. Questo è uno degli obiettivi che il Forum vuole prefiggersi.

Il nuovo portavoce, saluta con entusiasmo la nomina, all'interno del Coordinamento del rappresentante della Fish.
Presenza, questa, assai rilevante per le istanze provenienti dalle persone con disabilità e dalle associazioni che di esse si occupano.

I Lavori assembleari hanno eletto il Consiglio, il Comitato dei garanti e il Collegio dei revisori.




Il Forum del Terzo settore di Salerno

Il Forum è l’organismo di rappresentanza delle organizzazioni di secondo e terzo livello che operano negli ambiti del volontariato, dell’associazionismo, della cooperazione sociale e della solidarietà internazionale. Il Forum ha come obiettivo la valorizzazione delle attività e delle esperienze che i cittadini autonomamente organizzati attuano sui diversi territori della provincia di Salerno, attraverso percorsi basati su equità, giustizia sociale, sussidiarietà e sviluppo sostenibile per migliorare la qualità della vita delle comunità.

I principali compiti sono: la rappresentanza sociale e politica nei confronti delle Istituzioni; il coordinamento e il sostegno delle reti interassociative a partire dalle consulte e forum degli ambiti territoriali dei piani sociali di zona (10 nella provincia di Salerno); la comunicazione per dar voce a valori, progetti ed istanze delle realtà organizzate del terzo settore.



lunedì, giugno 20, 2011

23/06/2011 MANIFESTAZIONE NAZIONALE BASTA TAGLI, ORA DIRITTI! SUSSIDIARIETÀ, NON SCARICABARILE!



Basta tagli, ora diritti!
Sussidiarietà, non scaricabarile!

Il nostro Paese sta attraversando una grave crisi, che ha portato via posti di lavoro e risparmi, in molti casi spingendo persone e famiglie verso la povertà e l’insicurezza.

Nonostante le difficoltà molti hanno continuato a lavorare per mantenere la coesione sociale e per garantire che i problemi comuni non producessero lacerazioni sociali né condannassero molte persone ad essere marginalizzate. A fronte di questo il Governo ha continuato ad operare tagli massicci alla spesa, riducendo e talvolta azzerando le risorse per il sociale.

Nel 2008 i fondi nazionali per le politiche sociali erano oltre i 2,5 miliardi, nell’anno 2011 ammontano a soli 538 milioni di euro: un taglio dell’80%. Ciò significa riduzioni e chiusure di servizi, diritti negati ai cittadini, rischio di disoccupazione per molti lavoratori e per tante persone svantaggiate, e problemi che tornano a scaricarsi per intero sulle famiglie.

Ora è venuto il momento di dire basta. Sosteniamo la centralità della persona e crediamo nella possibilità di dare voce a ciascuno dando opportunità e garantendo diritti.

Affrontare la crisi solo “tenendo a posto i conti”, senza affrontare riforme e investire in ciò che garantisce un autentico sviluppo è suicida e condanna l’Italia al declino.

Il Terzo Settore non chiede per sé, ma per tutti i cittadini, a partire da quelli più in difficoltà esclusi dalla comunità oppure a rischio di esclusione. E, prima di chiedere, offre il suo contributo di azione volontaria, di professionalità sociale, di innovazione a fianco delle persone.

Le politiche sociali sono un investimento nel futuro del Paese, tanto più preziose quanto più esso è in difficoltà. Eppure l’Italia investe in esse meno di quanto si investa nel resto d’Europa. Anzi le considera un costo e le taglia senza criterio.

La nostra capacità di tirare la cinghia e di trovare soluzioni dignitose per assicurare diritti alle persone si sta esaurendo: senza un cambiamento si avvia la liquidazione del welfare italiano e si cancellano i tanti sforzi fatti per costruire sussidiarietà.

Governo, Regioni ed Enti Locali debbono fare ciascuno la propria parte e decidere quale futuro vogliono per il nostro Paese. Noi abbiamo fatto e faremo la nostra parte, ma non vogliamo essere presi in giro.

RINNOVARE E RILANCIARE LE POLITICHE SOCIALI

PER UN NUOVO PATTO SOCIALE
PER IL FUTURO DEL PAESE
CHIEDIAMO
  • La definizione dei” livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali”, come previsto dalla nostra Costituzione (art. 117).
  • Un forte investimento nelle politiche sociali, attraverso un congruo aumento delle risorse destinate al sociale, all’educazione e alla scuola, da connettere alla reale esigibilità dei livelli essenziali.
  • Una reale e concreta applicazione del principio di sussidiarietà previsto dalla Costituzione (art. 118) e dalla legge 328/00 sul sistema dei servizi sociali, che dia un effettivo riconoscimento di pari dignità alle organizzazioni della società civile.
  • Una misura universalistica di sostegno al reddito contro la povertà e un concreto aiuto a ridurre i rischi di vulnerabilità sociale.
  • Il ripristino del fondo per le non autosufficienze e il suo potenziamento.
  • Adeguato finanziamento del Piano Nazionale Infanzia e Adolescenza e un adeguato ripensamento delle Politiche Giovanili.
  • La definizione del Piano Nazionale per la Famiglia e il suo adeguato finanziamento.
  • Il rilancio del Servizio Civile Nazionale, quale esemplare esperienza di cittadinanza attiva dei giovani, con investimenti coerenti.

E OCCORRE

  • Scegliere le priorità nel gestire le risorse piuttosto che i tagli lineari, intervenendo sia sul fronte delle entrate (in particolare con la leva fiscale e la lotta all’evasione) sia sul fronte delle uscite (riduzione degli sprechi, riduzione delle spese militari…).
  • Declinare al meglio il percorso federalista, responsabilizzando tutti per ridurre le disparità nel Paese e per riqualificare la spesa pubblica.
  • Potenziare e innovare le politiche sociali orientandole al benessere e alla ricerca della felicità, dando protagonismo alle persone, alle famiglie, ai corpi sociali.
  • Ridefinire ruoli e compiti degli Enti Pubblici e il loro rapporto con i cittadini attivi e gli attori sociali secondo il principio di sussidiarietà.
IL TERZO SETTORE È PRONTO A FARE LA SUA PARTE,

CON I TAGLI AL SOCIALE NON C’È VITA BUONA NÉ SOCIETÀ ATTIVA

I DIRITTI SOCIALI NON SONO PRIVILEGI

SVILUPPO E COESIONE NON SI FANNO CON L’ELEMOSINA

MOBILITAZIONE NAZIONALE
ROMA, PIAZZA MONTECITORIO
23 GIUGNO 2011 ORE 11.00
Promotori:

- Forum nazionale del Terzo Settore

- Campagna I diritti alzano la voce

Le adesioni nel documento allegato


Per comunicare la propria adesione:

Invia mail a forum@forumterzosettore.it o a segreteria@idirittialzanolavoce.org specificando il nome, cognome e/o l’organizzazione se l’adesione è titolo collettivo.


In allegato le informazioni logistiche.

giovedì, settembre 17, 2009

TERZO SETTORE: BOBBA, NO A CONTROLLI FISCALI VESSATORI E INDISCRIMINATI


(ASCA) - Roma, 17 set - No a controlli fiscali vessatori e indiscriminati a danno delle associazioni di volontariato del Terzo settore: e' questa la richiesta di Luigi Bobba, ex presidente delle Acli ora deputato del Pd e vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera, che ha presentato in proposito un'interpellanza urgente al ministro Tremonti.

L'interpellanza sara' discussa la prossima settimana alla Camera dei Deputati. Interpellanza, spiega Bobba, relativa ai problemi posti dall'invio telematico all'Agenzia delle entrate del modello (emanato con provvedimento del 2 settembre 2009), contenente dati rilevanti ai fini fiscali da parte degli enti associativi.

Infatti, spiega ancora Bobba ''l'obbligo dell'invio del modello grava indistintamente sulle associazioni senza distinzione di ragione e scopo sociale, comprendendo anche partiti e sindacati, accomunando grossolanamente tipologie di associazioni molto diverse tra loro anche per struttura e disciplina, gran parte delle quali regolamentate da specifiche leggi settoriali. E' quindi evidente che non si tiene conto delle numerose, articolate e sostanziali differenze esistenti nel terzo settore''.

Inoltra la normativa (decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185) consente ''gli opportuni controlli'', con la conseguenza che saranno oggetto di verifica le associazioni grandi o piccole che sono dotate di un codice fiscale identificativo e che effettueranno l'invio telematico, mentre, quelle che non hanno un codice fiscale e che non faranno l'invio del modello rimarranno sommerse ed eviteranno il controllo diretto dell'Agenzia delle entrate.

''Il modello fa sorgere dubbi di legittimita' -aggiunge Bobba- e non ottempera nemmeno ai principi di eguaglianza formale e sostanziale, di cui all'articolo 3 della Costituzione. Appare quanto meno anomalo che alcune tipologie di associazioni siano state sollevate dall'obbligo della trasmissione del modello, mentre su altre di natura e finalita' del tutto analoghe si dispone un meccanismo di controllo eccessivo e vessatorio''.

Per queste ragioni nell'interpellanza si e' chiesto ai ministri competenti ''se non ritengano di assumere iniziative normative volte a modificare l'articolo 30 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185; come si spieghi la differenza di trattamento giuridico tra associazioni con natura e finalita' del tutto analoghe; se intendano assumere le necessarie iniziative affinche' il modello dell'Agenzia delle entrate sia riformulato, dato che appare altamente lesivo della dignita' e della ratio ispiratrice delle associazioni non lucrative del Terzo settore''.

Il primo di ottobre il Forum del Terzo settore manifestera' contro il provvedimento davanti a Montecitorio.

sabato, maggio 30, 2009

BOBBA: UNA LEGGE PER RIFORMARE IL NON PROFIT.


« È assolutamente necessaria una legge quadro per riformare il codice civile e costruire un moderno Terzo settore. Altrimenti il rischio è che prevalga la valenza fiscale e non quella settoriale». Lo ha affermato Luigi Bobba, parlamentare del Pd, ex presidente nazionale delle Acli e portavoce del Forum del Terzo settore, in occasione della presentazione del libro-intervista Non profit, scritto con Gabriella Meroni, avvenuta ieri all’Università Cattolica di Milano. Tre milioni di volontari, oltre 30mila organizzazioni non profit, 700mila dipendenti: sono questi i numeri del Terzo settore italiano, ovvero quel mondo, fatto di solidarietà, volontariato, partecipazione civica ed economia sociale che non è «né Stato né mercato». Un mondo fatto di persone, giovani e meno giovani, impegnate per un ideale di giustizia e orientate dai valori della sussidiarietà, che negli ultimi 20 anni è costantemente cresciuto fino a diventare interlocutore irrinunciabile delle istituzioni ed elemento portante anche del sistema economico. «I nostri legislatori – spiega Stefano Zamagni, presidente dell’Agenzia delle onlus – hanno due strade: un Testo unico o, appunto, una legge quadro organica. La scelta legislativa non serve solo a razionalizzare il settore, ma a indicare il modello e gli obiettivi per i prossimi anni, divisi tra funzione assistenziale e funzione produttiva. Il mercato, comunque, deve cominciare a fare i conti con le imprese del non profit». Il presidente dell’Agenzia delle onlus si è detto dispiaciuto per come sia passata sotto silenzio la direttiva sull’economia sociale approvata a febbraio scorso dal Parlamento europeo: «Una normativa ispirata da noi italiani, che però non si riesce a imporre nel nostro Paese». Anche Mariella Enoc, vicepresidente della Fondazione Cariplo, ha sottolineato che «servono leggi e innovazioni culturali per cambiare le Fondazioni, viste ancora come legate alle banche. Oggi, invece, sono più dedite alla sussidiarietà. Se c’è trasparenza, se ci sono progetti seri, ci possono essere esempi di eccellenza perfino nel non profit. Tuttavia è necessaria una formazione mirata: da un lato rivolta all’impresa e alle logiche economiche, dall’altra agli imprenditori del Terzo settore». Il libro-intervista pubblicato dall’Editrice La Scuola (126 pagine, 9 euro) è qualcosa che è molto di più di una mappa del non profit italiano, pure scandagliato nelle caratteristiche e nei numeri più significativi, nelle dinamiche di partecipazione e rappresentanza, nei suoi rapporti con la politica. Il volume, infatti, aiuta anche a capire quali sfide attendono oggi questa realtà dinamica, tra crisi economica, globalizzazione, povertà emergenti e bisogni sociali, senza eludere il problema delle risorse: donazioni e 5 per mille. Ribadendo l’indipendenza del volontariato e di un «non profit moderno» che non ha smarrito la sua anima comunitaria, nelle pagine del libro e nel corso della presentazione – a cui hanno partecipato anche Giambattista Armelloni, presidente regionale delle Acli Lombardia, e Luigi Campiglio, prorettore dell’Università Cattolica di Milano – è stato lanciato un preciso allarme contro l’imperante tendenza della loro statalizzazione. Insomma: «no al volontariato di Stato».
MAURIZIO CARUCCI

martedì, giugno 10, 2008

Il 16 giugno il terzo settore è costretto a sospendere i servizi sociali della città di Napoli

Il welfare non è un lusso

    LUNEDI 16 GIUGNO

    P.ZZA MUNICIPIO ORE 9.30

Il 16 giugno il terzo settore è costretto a sospendere

i servizi sociali della città di Napoli

I servizi sociali realizzati dal terzo settore a favore dei cittadini per conto del Comune di Napoli e della Asl Na 1 sono di nuovo a rischio perché, dopo le nostre proteste culminate nelle manifestazioni di aprile e novembre scorso, l’incertezza nel presente e nel futuro è ancora massima, visto che i vari Enti non hanno rispettato tutti gli accordi presi.

Diverse attività stanno per terminare e non si sa se riprenderanno.

Buona parte delle organizzazioni del terzo settore che lavorano per i servizi socio assistenziali e sanitari sono in seria difficoltà e non sono più in grado di sopportare i ritardi di pagamento che superano i dieci mesi, cofinanziando così i progetti e i servizi.

Inoltre non c’è trasparenza: come cittadini, come imprese e come terzo settore abbiamo diritto alla trasparenza e ad avere informazioni sulle scelte politiche e sui bilanci economici.

      Le Amministrazioni devono fare chiarezza

      sui debiti, sulle prospettive reali di risanamento e

assicurare condizioni minime di condivisione

dei programmi rispetto delle regole e della legalità

    Chiediamo:

  • l’ immediato sblocco dei pagamenti arretrati;
  • assicurazioni, assunte ai massimi vertici istituzionali, sul rispetto dei tempi di pagamento;
  • di prevedere un incremento delle risorse per l’aggiornamento delle tariffe in modo da permettere alle organizzazioni del terzo settore la piena applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro;
  • di conoscere tempi, modi e contenuti del rinnovo dei capitolati e delle forme di esternalizzazione dei servizi;
  • di inserire i servizi sociali tra quelli “indispensabili” (elenco del decreto legislativo n. 504 del 1992), affinché non siano più sottoposti al meccanismo del cosiddetto cronologico, e sia garantita così una priorità nei pagamenti;
  • la definizione di un quadro chiaro e trasparente sulle prospettive a breve e medio termine.

    Per tutti questi motivi vi diamo appuntamento per

    LUNEDI 16 GIUGNO

    P.ZZA MUNICIPIO ALLE ORE 9.30.

Il Comitato il welfare non è un lusso

Forum del terzo settore Campania

venerdì, marzo 28, 2008

Il PD incontra e ascolta il mondo del Volontariato e del Terzo Settore Campano

POLITICA E SOLIDARIETÀ
Il PD incontra e ascolta il mondo del Volontariato e del Terzo Settore Campano
“Per costruire insieme le Politiche del Welfare “
Ore 10.30-1300
INTRODUZIONE
Rosanna Romano - Resp. Volontariato III sett.
Esecutivo regionale PD
INTERVENTI
• Sergio D’Angelo - Forum Regionale Terzo Settore
• Mariano Anniciello- ARCI Napoli
• Nando Flagiello – Confcooperative Provinciale
• Mario Melluso- AUSER regionale
• Paolo Romano - MOVI regionale
• Pasquale Orlando-ACLI Provinciale
Modera Anna Torre – Resp. Politiche sociali Esecutivo regionale PD

DIBATTITO “Criticità e proposte dal mondo della solidarietà”
Sono invitati gruppi, associazioni e coordinamenti.
Intervengono e Concludono
Mariagrazia Guida - Resp. Politiche sociali
Esecutivo nazionale PD
Tino Iannuzzi Segretario regionale PD Campania
29 marzo 2008
Via Nazario Sauro- Comitato Elettorale PD

sabato, dicembre 29, 2007

Il welfare non è un lusso

Sergio D'Angelo, portavoce del forum campano del Terzo Settore, ritorna opportunamente sulla questione welfare e sviluppo in relazione al caso campano e alla finanziaria regionale.

Il welfare non è un lusso
di Sergio D´Angelo *
da Repubblica - Napoli del 28 dicembre 2007

Il confronto sul bilancio regionale annuncia un percorso molto complicato e non meno problematico di quello per la legge finanziaria appena licenziata e anche tanto criticata: le risorse sono poche e saranno tagliati importanti settori di attività.
A farne le spese saranno soprattutto il welfare, l´edilizia abitativa e le politiche attive del lavoro. Guardare al welfare con fastidio o rimuoverlo come se fosse, ormai, un peso del passato di fronte alle emergenze di nuovi, presunti, più importanti problemi è una tesi molto sciocca che alla lunga non porterà vantaggi per nessuno.
Tutti - imprenditori, sindacati e partiti - sanno di una situazione estremamente complessa e difficile da affrontare e avanzano suggerimenti di ogni genere, ma i risultati, bisogna dirlo, non sono per niente positivi: poco sviluppo, scarsa sicurezza, occupazione ferma, aumento del degrado e della disgregazione sociale. L´ulteriore deterioramento sociale è stato chiaramente causato anche dal minore apporto della spesa pubblica che ha penalizzato innanzitutto le regioni meridionali e i loro sistemi locali di welfare, peggiorando le condizioni di difficoltà materiale e di preesistente crisi sociale. Niente più del livello di arretratezza delle regioni meridionali può spiegare meglio l´esigenza di dover accompagnare la crescita con robuste dosi di politiche e interventi sociali. Perché per uno sviluppo reale e duraturo c´è bisogno di un forte investimento sociale e di un impegno di lungo periodo, che richiede scelte nazionali, ma anche uno sforzo serio e politiche nuove da parte di chi ha responsabilità di governo locale.
Purtroppo non si scorgono ancora elementi di novità nell´orizzonte della politica: il welfare dei servizi non è in alcuna agenda politica e non interessa più nessuno. La Regione Campania non trova nemmeno un euro in più di 33 milioni da investire per reddito di cittadinanza e legge sulla dignità sociale: meno della metà di quanto spendeva già 2 anni fa solo per il reddito di cittadinanza; meno di quanto richiede ai Comuni; molto meno di quel poco previsto dallo Stato; meglio solo della Calabria.
Il governo nazionale, nonostante il recente boom fiscale, non co-finanzia alcuna misura di contrasto alla povertà come pure aveva promesso, sostenendo che bisogna attendere il tempo necessario per far ritornare a posto i conti pubblici e rimettere in moto l´economia; un tempo, però, che in Campania e in tutto il Sud non verrà mai: non solo perché la crescita, così, avrebbe un costo sociale troppo elevato e non sarebbe né possibile né giusto chiedere alle persone più bisognose di aspettare ancora, ma soprattutto perché la ripresa economica non può realizzarsi in un contesto così deteriorato e disgregato.
In Campania è proprio il nesso tra sviluppo e welfare il punto debole attorno a cui deve ruotare la costruzione di una società che, da un lato, deve rendere concreta la possibilità che nuove esigenze dei cittadini possano trovare spazio e modi adeguati di risposta nell´ambito dei sistemi di interventi socio educativi e delle politiche del lavoro; dall´altro - anche in relazione alla domanda di sicurezza che giustamente viene dalle persone - deve prevenire forme di disagio e di devianza, che possono maggiormente svilupparsi in ambienti così deteriorati e socialmente degradati come lo sono molte realtà della regione.
Nel frattempo, invece, per continuare a parlare di sicurezza e legalità senza fare confusione, sarebbe assai utile diffondere l´idea - nelle istituzioni così come nella società - che il welfare non è un lusso, ma soprattutto un importante settore di attività per fornire risposte reali alle necessità della collettività e un sistema di diritti essenziali alle persone; cioè, quello che serve a rendere l´ambiente sociale non ostile all´attività economica e a dare più sicurezza ai territori.
* L´autore è portavoce del Forum regionale del terzo settore