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domenica, maggio 23, 2010

L’assemblea dei soci di Banca popolare Etica approva il bilancio 2009 e nomina il nuovo Consiglio di Amministrazione



La finanza etica tiene grazie all’impegno di soci e dipendenti

Esercizio in utile contenuto; volumi in crescita; sofferenze al di sotto della media.
Alla guida dell’istituto arriva Ugo Biggeri.

Padova, 22 maggio 2010_ L’assemblea generale dei soci di Banca popolare Etica si è riunita oggi con la partecipazione straordinaria di 5.185 votanti (967 presenti fisicamente e 4.218 per delega) a Padova per approvare il bilancio ed eleggere il nuovo Consiglio di Amministrazione.

Il presidente storico e fondatore della Banca, Fabio Salviato, non si è ricandidato per aver già espletato il numero massimo di 4 mandati previsto dallo statuto della banca. «Abbiamo vinto la sfida e dimostrato che la finanza può essere etica. Il nostro modello ha iniziato a contagiare l’intero sistema bancario; abbiamo messo in moto una carovana che crescendo costruirà un’economia al servizio di un modo più giusto. Continuate così», è stato il saluto commosso di Salviato alla platea che lo applaudiva.

La guida del primo istituto di credito italiano interamente dedito alla finanza etica passa a Ugo Biggeri, fino a oggi Presidente della Fondazione di Banca Etica, da sempre impegnato, anche famigliarmente, nella solidarietà e nell'economia responsabile (Mani Tese, Lilliput, consumo critico), esperto di sviluppo sostenibile, ideatore e promotore di Terra Futura e del social network zoes.it. Socio storico di Banca Etica, aveva già fatto parte del CdA dal 1998 al 2007. «Banca etica è un sogno realizzato. Grazie al lavoro di questi anni possiamo oggi aiutare a costruire reti di economia responsabile. Reti che sappiano cogliere efficacemente la sfida di una economia capace di essere sostenibile, capace di non compromettere le opportunità delle generazioni future, capace di
dare il giusto valore alle relazioni. In breve un’economia capace di futuro. Banca Etica continuerà a fare la propria parte cercando di essere ancora più efficiente e innovativa. Parafrasando un nostro slogan: L'impegno più alto è quello per tutti!», ha detto Biggeri.

Anche Stefano Zamagni, economista e presidente dell’Agenzia per le Onlus, ha voluto inviare il suo saluto e il suo augurio ai soci di Banca Etica. Citando Platone ha detto: «Il solco e’ diritto solo se i due cavalli che tirano l’aratro vanno alla stessa velocità. I due cavalli per Banca Etica sono l’efficienza e la solidarietà. La ricerca dell’efficienza aziendale sganciata dalla prospettiva solidale conduce all’efficientismo – ed allora Banca Etica non avrebbe più senso. D’altro canto, prassi solidaristiche che non facessero i conti con il vincolo dell’efficienza scadrebbero nel mero assistenzialismo – ed allora Banca Etica non sarebbe sostenibile. Solo se i due cavalli marciano alla stessa velocità, il solco di Banca Etica sarà diritto e condurrà verso l’alto».

Per quanto riguarda la chiusura del bilancio, nonostante il mare agitato della crisi, esso evidenzia la capacità di resistere e di svilupparsi di Banca Etica. «Per chi come noi vuole fare banca in modo tradizionale, raccogliendo il risparmio per finanziare progetti di economia civile e solidale, rinunciando a ogni attività speculativa, gli ultimi anni sono stati durissimi. Il crollo dei tassi di interesse ci ha costretti a un faticoso contenimento dei costi per poter continuare a erogare credito alle imprese sociali e alle realtà non-profit che da sempre sono il nostro bacino di utenza e che proprio nella crisi hanno più bisogno di accesso al credito. Eppure grazie all’impegno costante di soci e dipendenti che credono nella mission di questa banca, i nostri clienti non hanno conosciuto il credit crunch!», ha detto il direttore generale Mario Crosta.
I finanziamenti concessi nel 2009 segnano una forte crescita (+26%). Particolarmente significativi gli interventi nel settore delle energie prodotte da fonti rinnovabili: nel 2009 Banca Etica ha deliberato finanziamenti per la realizzazione di impianti che utilizzano fonti energetiche rinnovabili per un totale di circa 21milioni e 320mila euro. E’ stato quasi triplicato il dato del 2008. Anche la raccolta di risparmio continua a salire (+11%). Autentico exploit delle sottoscrizioni dei fondi di Etica sgr, in aumento quasi del 50%. Il capitale sociale è cresciuto di 3,5 milioni di euro. Quasi 3.000 sono i nuovi soci, che si sono aggiunti ai 30 mila che la banca contava nel 2008. Permane elevata la qualità del credito. Le sofferenze nette sono ferme allo 0,3% del totale dei crediti. Il rapporto tra impieghi e raccolta raggiunge quasi il 57%. E’ aumentata anche la presenza operativa di Banca Etica nel territorio: nel 2009 è stata aperta la filiale di Genova che ha portato a 13 il numero complessivo di sportelli operativi su tutto il territorio nazionale.
In un anno complicato il conto economico chiude in - seppure contenuto (30.000 euro) – utile. Il margine di interesse rispetto al 2008 si è ridotto di 4 milioni di euro quale conseguenza dell’andamento dei tassi di mercato. Sono significativamente aumentati i ricavi derivanti da commissioni, segnale che Banca Etica è sempre più uno strumento utilizzato da parte di chi cerca una finanza trasparente e responsabile. E’ proseguita una rigorosa gestione del rischio di credito che si è tradotta in accantonamenti pari a 1,4 milioni di euro. «La banca – ha aggiunto Crosta - ha deliberato misure a sostegno dei propri clienti, in difficoltà a causa
della crisi economica. Vanno in questo senso le moratorie concesse in materia di mutui. I primi mesi del 2010 confermano una crescita incoraggiante soprattutto nei finanziamenti. E nonostante la crisi rappresenti anche per noi un passaggio difficile, abbiamo scelto di non rinunciare al piano di apertura delle nuove filiali nel 2010 (Ancona e Perugia). Sono inoltre partiti nuovi prodotti quali il conto deposito per il futuro che permette una gestione più attenta e razionale dei propri risparmi. Insomma, le difficoltà non scoraggiano, anzi rinvigoriscono la voglia di operare nel campo della finanza etica in modo ancor più efficace ed incisivo, per favorire un autentico sviluppo che al centro metta la persona».

Ecco la composizione del nuovo CdA di Banca Popolare Etica:

- Ugo Biggeri, eletto presidente dal primo CdA che si è riunito subito dopo la conclusione dei lavori e , in ordine alfabetico
Luigi Barbieri
Renzo Canal
Rita De Padova
Anna Fasano
Giuseppe Gallo
Daniele Lorenzi
Franco Marzocchi
Sergio Morelli
Roberto Museo
Roberto Oliva
Sabina Siniscalchi
Giulio Tagliavini

sabato, ottobre 31, 2009

Voglia di etica – Cittadini, banche e Finanza in tempi di incertezza


Roma, 20 ottobre 2009_ Il 92% degli italiani ritiene fondamentale o importante che la propria banca sia trasparente nell’indicare i settori in cui investe, l’81,2 % considera essenziale o importante che la propria banca investa una parte degli utili in progetti sociali o ambientali, mentre il 73,9% reputa fondamentale o importante che la propria banca non investa nel settore delle armi. Sono questi alcuni dei dati più significativi che emergono dalla Ricerca“Voglia di Etica, cittadini, banche e finanza in tempi di incertezza” curata da Demos&Pi per Banca Etica e presentata oggi a Roma alla stampa e a un nutrito gruppo di parlamentari, esponenti delle associazioni, del mondo bancario e della così detta “altra economia”.

Dallo studio – supervisionato dal Prof. Ilvo Diamanti – emerge con chiarezza la voglia di etica e il desiderio dei cittadini di potersi affidare ad istituti di credito che sappiano garantire attenzione non solo ai profitti ma anche alla sostenibilità socio-ambientale dell’operato loro e delle imprese che finanziano. Un desiderio che, per ora, si traduce in azione e scelta di consumo concreta per una minoranza di segmenti sociali (giovani, persone con scolarizzazione più elevata, etc.) ma che tuttavia sono in costante crescita.
I risultati di questa ricerca – ha detto il presidente di Banca Etica, Fabio Salviatoci incoraggiano a impegnarci ancora di più per rendere gli strumenti di finanza etica più facilmente accessibili a un numero sempre maggiore di cittadini. Un obiettivo che intendiamo perseguire non solo attraverso la crescita della nostra Banca Etica ma anche potenziando l’azione di contagio verso l’intero sistema finanziario e la nostra opera di sensibilizzazione nel segno dell’uso responsabile del denaro. Auspichiamo che - così come hanno dimostrato di essere attenti i cittadini - anche le istituzioni prendano atto delle potenzialità concrete degli strumenti di finanza etica. Sarebbe opportuno prevedere una fiscalità agevolata che premi i cittadini che scelgono gli strumenti di finanza etica, così come proposto dal ministro Tremonti per la Banca del Mezzogiorno. Da tempo invochiamo anche una normativa ad hoc per il microcredito: oggi i costi che una banca sostiene per erogare un finanziamento da 500mila o da 5mila euro sono gli stessi e questo rende il microcredito molto oneroso. E nel nome della legalità, oggi tanto vilipesa, affidare i beni mobiliari confiscati alla criminalità organizzata ai circuiti finanziari etici e socialmente responsabili rappresenterebbe un utile segnale in un momento di grande disillusione del cittadino rispetto alla capacità dello stato di difendere i suoi diritti e pretendere da tutti il rispetto delle regole. Beni sottratti all’illegalità utilizzati per fini sociali e ambientali: un contributo concreto per ridare anima alla finanza”.

La ricerca ha messo in luce un atteggiamento ambivalente degli italiani nei confronti della banche: se il 68% degli italiani le ritiene importanti per lo sviluppo del Paese, ma ben il 65% afferma che “quelle oneste sono davvero poche”. Gli italiani mostrano anche uno spiccato senso di “realismo” connotato anche da tratti di pessimismo: il 75,2% afferma che fino a oggi lo spazio per l’etica nel mondo dell’economia e della finanza è stato poco o nessuno, e solo il 26,5% si dice convinto che il superamento della grave crisi economica e finanziaria in corso poterà a una finanza “più giusta e rispettosa dei bisogni dei risparmiatori e degli investitori”.
Noi – ha concluso Salviato – siamo fiduciosi che la costante crescita delle pratiche di economia sostenibile non solo in campo finanziario, ma anche nel consumo dei prodotti biologici e del commercio equo e solidale, così come il diffondersi di comportamenti di consumo, produzione e governo sempre più attenti alla tutela dell’ambiente riusciranno a scalfire anche questa patina di rassegnazione contagiando i cittadini sfiduciati e convincendoli che alcuni comportamenti concreti praticati dal basso possono portare a un reale cambiamento nella direzione di quell’economia etica che 8 cittadini su 10 vorrebbero vedere tradotta in realtà”.

“Questa indagine sottolinea, in modo molto chiaro, che i valori, l’etica hanno smesso da tempo di essere considerati in modo esclusivo alla stregua di virtù “gratuite” e “altruiste”. L’etica serve. Deve essere coltivata e anzitutto riconosciuta, dichiarata, senza reticenze. Perché è “utile” e necessaria, alla vita sociale e delle persone. E agli interessi delle banche – ha commentato il prof. Ilvo Diamanti . La domanda di buoni sentimenti è diffusa e fondata. Non solo perché ad essere “buoni”, ogni tanto almeno, male non fa. Ma perché, al contrario, fare del “bene” fa bene anche a chi lo fa. Perché il bene comune, l’etica hanno effetti sociali e soggettivi non solo rassicuranti, ma efficaci e concreti. Tant’è vero che, come dimostrano numerose indagini, la diffusione di azioni e pratiche altruiste e solidali, nel nostro paese, è molto ampia. D’altro canto, “credito” significa “fiducia”. E la fiducia nelle banche e nel credito oggi è molto bassa. Espressa da circa 2 italiani su 10. Poco meglio dei partiti. Non solo, in quasi 2 persone su 3 la parola “banca” suscita un sentimento negativo. In altri termini: ri-sentimento. Ma se non si dà credito al credito, come credere che il credito possa essere creduto e credibile? Per questo motivo la domanda sociale di trasparenza nelle transazioni, nei finanziamenti, negli investimenti, nei depositi più che un desiderio o un auspicio suona come una condizione vincolante, nel complesso rapporto dei cittadini con il credito. Anche la richiesta di operare per la salvaguardia dell’ambiente e di investire in “buone” cause riflette l’esigenza di colmare il deficit etico che affligge la società e produce insoddisfazione diffusa. E diffidenza. Il fine altruista, in questo caso, coincide (come in molti altri casi) con un fine egoista. O meglio: orientato al beneficio personale oltre – e insieme – al bene comune”.

Leggi la sintesi del Rapporto Demos-Banca Etica.


giovedì, settembre 17, 2009

Stop alle rate dei mutui

Banca Etica, aderendo all'accordo siglato con ABI(Associazione Bancaria Italiana) lo scorso agosto, ha deciso di sospendere la quota capitale delle rate dei mutui per piccole e medie imprese, associazioni ed ONG, realtà “profit” e “non profit” duramente colpite dalla crisi economica di quest'anno.

Inoltre, Banca Etica ha anche sospeso le rate dei mutui – interessi compresi – per l'acquisto della prima casa per le famiglie che stanno affrontando licenziamenti, cassa integrazione, malattie, infortuni o lutti. L'agevolazione potrà durare fino a 18 mesi ed è suddivisibile in due tranches.

Per maggiori informazioni:

mercoledì, febbraio 11, 2009

10 ANNI DI BANCA ETICA

L’8 marzo 2009 Banca Etica festeggia i suoi primi 10 anni di lavoro insieme ai 30.000 soci e ai tantissimi risparmiatori che la scelgono ogni giorno per aprire un conto corrente o fare un investimento che – grande o piccolo che sia – diventa volano di un’economia sociale e solidale.
Proprio in un momento così difficile per la società mondiale, il decennale di Banca Etica è l’occasione non solo per festeggiare, ma per partecipare, discutere e riflettere su una finanza che – se usata con onestà e trasparenza - può servire l'interesse più alto: quello di tutti!
In questa sezione del sito puoi seguire gli eventi che si susseguiranno nel 2009 per celebrare il 10° compleanno di Banca Etica. Trovi il programma degli eventi principali che si svolgeranno a Padova, città natale di Banca Etica, Roma e Milano, ma anche il calendario delle molte iniziative a cura dei soci di Banca Etica che in tutta Italia contribuiscono volontariamente per una finanza responsabile.



Eventi a Padova
L'Orchestra di Piazza Vittorio per i 10 anni di Banca Etica
Evento a Milano
Evento a Roma
10 anni di Banca Etica - le tappe

venerdì, novembre 07, 2008

Finanza etica, finanza reale



Un sistema finanziario eticamente orientato avrebbe retto meglio alla crisi in corso(da Aesse 11 2008)
In molti oggi si chiedono se la drammatica crisi finanziaria ed economica che stiamo vivendo si sarebbe potuta evitare. Una cosa è certa: le regole, che pure c’erano, non sono state sufficienti. Devono essere riscritte con l’obiettivo di rendere trasparente il mercato, fermare la speculazione, favorire processi di sviluppo che siano legati con i territori e con le persone. Proprio come fa da anni – anche in Italia – la finanza etica. Nella ricerca di un modello che sappia coniugare etica ed economia, non è necessario partire da zero. L’esperienza maturata in questi anni da istituti come Banca Etica mette a disposizione un patrimonio di iniziative e progetti finanziati e realizzati che coniuga creazione di valore economico e valore sociale.Il capitalismo senza guinzaglio ha prodotto una delle crisi più profonde del sistema economico dell’ultimo secolo. Questa crisi ha reclamato un deciso intervento degli Stati che hanno tardivamente messo la mano pubblica negli affari privati andati male. Ci ritroviamo ora con voragini finanziarie per tappare le quali si utilizzano soldi dei cittadini. Gli stessi cittadini che pagheranno anche in termini di accesso al credito, al lavoro, ai servizi. Il credit crunch (calo dell’offerta di credito, ndr) che si profila – anzi, ci sono già ampie testimonianze al riguardo – sarà un altro costo da spartire tra tutti, lavoratori, consumatori, imprenditori, liberi professionisti.Un mondo produttivo completamente messo in discussione dalla insensata gestione di liquidità inesistenti e che oggi penalizzano chi la liquidità la produce tutti i giorni. A noi sembra fin troppo facile far passare in silenzio questo dazio pagato all’ingordigia di pochi e già caricato sulle spalle di molti, mentre si fa fatica a concedere respiro al welfare mondiale. Anche se i nostri governanti continuano a dirci che in Italia l’impatto sarà attutito, e per una volta dovremmo essere fieri dell’arretratezza del nostro sistema, le tasche degli italiani – del ceto medio e medio basso produttivo e contribuente – già leggere, saranno senz’altro svuotate. Dalla rata del mutuo che sale, dal credito al consumo (ormai consumi essenziali) che strozza, dall’incertezza del domani. Tra gli estremi del “solo stato” e “solo mercato”, il modello della finanza etica estende le possibilità del mercato stesso di contribuire alla soluzione di problemi sociali ed ambientali, non si sottrae alla competizione e realizza appieno il principio di sussidiarietà, sottoponendo il modello all’approvazione del voto con il portafoglio dei cittadini responsabili. È senz’altro ora di rimboccarsi le maniche e operare per la rinascita di un’economia reale messa da parte dopo essere stata usata come trampolino di lancio per la più ineffabile speculazione finanziaria che l’uomo ricordi.
Fabio Salviato

mercoledì, novembre 05, 2008

Crisi finanziaria: le proposte di Banca Etica

Crisi finanziaria: le proposte di Banca Etica

Appello dei soci fondatori: rilanciare l'economia nel segno dell'etica

Roma, 4 novembre 2008 - Rilanciare la dimensione sociale del credito riconoscendo le buone prassi della Finanza etica; definire una normativa più stringente per i fondi pensione e gli investitori istituzionali affinché investano in soggetti socialmente responsabili. E ancora: pieno riconoscimento del ruolo delle organizzazioni della società civile; sostegno alla microfinanza come efficace strumento di inclusione finanziaria; rilancio di un welfare mutualistico che valorizzi al massimo il contributo della cooperazione sociale.

Sono questi i punti salienti dell'appello lanciato oggi da 13 organizzazioni della società civile italiana che hanno contribuito a dare vita a Banca popolare Etica (le Acli tra queste), l’unico istituto di credito italiano che orienta tutta la sua attività secondo i principi della finanza etica e gestisce il risparmio di famiglie, singoli, organizzazioni private e pubbliche, orientandolo verso iniziative socio economiche che perseguono finalità sociali e che operano nel pieno rispetto della dignità umana e dell'ambiente.

I soci fondatori* di Banca Popolare Etica – convinti che la drammatica crisi finanziaria ed economica possa e debba diventare un'occasione di pulizia e di rilancio di bune prassi in campo economico e finanziario - chiedono oggi al Governo e alle istituzioni di poter mettere le proprie esperienze positive al servizio di un ripensamento globale delle regole che sappia ridare fiducia e stabilità al nostro paese e orientare lo sviluppo verso la sostenibilità economica e sociale.





*Arci, Acli, Agesci, Aiab, Cgm, Altromercato, Fiba-Cisl, Manitese, Mag2, Overseas insieme a Cnca, Legacoopsociali e Legambiente





In allegato il testo integrale dell'appello



Allegati - [Clicca sul link per il download]:

- appello_banca_etica.doc (113.5 Kbytes)

martedì, aprile 17, 2007

La Banca dei Bambini

Dal 10 al 24 aprile sarà in Italia la delegazione della Children's Development Bank; Banca Etica è tra i sostenitori.

Una banca fatta di bambini e per i bambini lavoratori è realtà in India, Afganistan e Sri Lanka. Dal 10 al 24 aprile sarà ospite in Italia la delegazione asiatica composta da ragazzi ed educatori, che presenzierà ad una fitta rete di appuntamenti, alcuni dei quali organizzati in collaborazione e con il contributo di Banca Etica. L’iniziativa è promossa da ItaliaNats e Asoc.

La Children’s Development Bank (Banca di sviluppo dei bambini) è gestita dai ragazzi; gli adulti hanno esclusivamente un ruolo di garanti e facilitatori. I risparmiatori con più di 15 anni possono chiedere anche prestiti per piccole attività economiche. La CDB ha iniziato a funzionare formalmente nell’aprile 2004 grazie alla National Foundation of India e a Butterflies, ong che opera a Nuova Delhi. Attualmente questa iniziativa si è estesa in diverse città dell’India e in altri paesi. L’obiettivo di Butterflies è la diffusione su scala globale.

In particolare Banca Etica ha contribuito ad organizzare le tappe padovana e fiorentina di questo evento itinerante.

Il 12 aprile i bambini banchieri saranno a Padova per un incontro presso il municipio di Padova con l’Università e la cittadinanza e nel pomeriggio presso la nuova sede di Banca Etica ci sarà un confronto con dipendenti, soci e cda della banca.

Il 13 aprile la delegazione si sposterà a Firenze presso l’Istituto degli Innocenti per un incontro organizzato in collaborazione con Unicef e Regione Toscana.
Di seguito i materiali illustrativi.

presentazione progetto
  • programma di tutte le iniziative
  • programma incontri di Padova e Vicenza
  • programma incontri di Firenze, Siena e Roma
  • presentazione Butterflies
  • presentazione Aschiana
  • presentazione Mahila Development Center
  • presentazione Kantha Shakthi
  • sabato, marzo 17, 2007

    BANCA ETICA: 8 ANNI, 27 MILA SOCI, E DA OGGI NUOVA SEDE CENTRALE



    (Banca Etica festeggia i primi 8 anni di operativita'inaugurando la sua nuova sede centrale a Padova. Cerimonia anticipata al mattino da un convegno con il viceministro dell'economia Roberto Pinza, il senatore Luigi Bobba, il presidente di Libera, don Luigi Ciotti. A 8 anni dall'inaugurazione (l'8 marzo del 1999) Banca Etica conta su un capitale sociale di 19 milioni di euro distribuito tra 27 mila soci (tra questi ricordiamo 354 Enti pubblici, 7 Regioni, 47 Province, 300 Comuni; e le principali sigle dell'associazionismo laico e cattolico italiano), 400 milioni di raccolta di risparmio e affidamenti per oltre 300 milioni con un totale di 3000 finanziamenti erogati, 130 dipendenti e dieci filiali. Banca Etica e' riuscita - come informa una nota - a dar vita ad un vero e proprio polo finanziario alternativo, che
    comprende anche Etica sgr (una societa' di gestione del risparmio), Etimos (un consorzio impegnato in attivita' di microcredito nei paesi in via di sviluppo) e la Fondazione culturale responsabilita' etica.
    La nuova sede si trova all'interno di un complesso di edifici particolarmente innovativo, che nasce dal recupero di due palazzine liberty di inizio secolo, collegate da un corpo centrale completamente in legno, e si ispira ai piu' rigorosi
    criteri della bioarchitettura: nella progettazione, nella scelta dei materiali, nelle soluzioni impiantistiche all'avanguardia per quanto riguarda la sostenibilita'
    ambientale, il risparmio energetico e l'utilizzo di fonti rinnovabili. Un progetto innovativo, per chiedersi cosa significa costruire e abitare ai giorni nostri; cosi' come innovativa e' da sempre la proposta di Banca Etica, nata 8 anni fa per riportare la persona, e non il profitto, al centro dei meccanismi economici.
    fdm/sam/lv

    venerdì, febbraio 16, 2007

    LEGACOOP: D’Angelo: Campania, servono 100 mila case

    “Sono molti i problemi da risolvere in Campania, a cominciare dall’emergenza casa: nella regione servono 100 mila alloggi in più. Per affrontare questioni di tale portata serve uno sforzo corale da parte di istituzioni regionali, parti sociali e associazioni. Non è il momento delle divisioni”. Sergio D’Angelo, presidente di Legacoop Campania, lascerà la guida dell’associazione nel corso del congresso regionale che si apre oggi. Ad attenderlo c’è un incarico di prestigio a Roma, in seno alla Presidenza nazionale di Legacoop. Carica che andrà ad aggiungersi alle numerose di cui è già titolare: D’Angelo è presidente nazionale del consorzio Drom, presidente di Gesco, consigliere di amministrazione di Banca Etica, componente del comitato tecnico della Fondazione Mezzogiorno, presidente della Fondazione Affido, componente della presidenza nazionale di Legacoopsociali e numero uno dell’Ape, agenzia di promozione della cooperazione sociale.
    di Giovanni Brancaccioda Il Denaro (clicca il titolo)
    Domanda. Non si può certo dire che gli ultimi mesi siano stati tranquilli per il mondo della cooperazione, in particolare dopo la vicenda Unipol-Bnl. Le coop campane come hanno reagito?
    Risposta. Il caso Unipol non ha inciso affatto sulle attività delle cooperative campane. Anzi, quella della cooperazione è oggi una realtà più vitale che mai anche in Campania, nonostante la difficile congiuntura economica che abbiamo attraversato e tutti i problemi di contesto che contraddistinguono la nostra regione e l’intero Mezzogiorno.
    D. Problemi che c’erano già all’inizio del suo mandato, quattro anni fa. Non è cambiato nulla da allora?
    R. Dei passi avanti ci sono stati, ma molto, moltissimo resta ancora da fare. Purtroppo la spesa dei fondi europei 2000-2006 non ha dato i risultati sperati. C’è stata un’evidente dispersione delle risorse, interventi troppo polverizzati e slegati tra loro. Con il risultato che le inefficienze e i vincoli allo sviluppo sono ancora lì che attendono di essere rimossi.
    D. Ora la Regione si sta preparando a spendere il nuovo ciclo di risorse comunitarie: andrà meglio?
    R. E’ l’auspicio di tutti, e si sta lavorando in questo senso. Ci vuole più incisività nell’affrontare nodi tuttora irrisolti come il gap infrastrutturale che ci divide dal resto del Paese, la lotta alla criminalità e al sommerso, l’emergenza rifiuti. Occorre poi combattere le inefficienze della Pubblica amministrazione, che hanno più di una responsabilità nel mancato sviluppo della nostra regione. Accanto a queste questioni c’è il problema drammatico della povertà: le famiglie campane sono tra le meno abbienti d’Italia.
    D. Quali interventi suggerisce Legacoop a sostegno delle famiglie?
    R. Il problema è innanzitutto di metodo. Uno dei principali limiti della scorsa programmazione dei fondi europei è stato il mancato equilibrio tra misure di sostegno alla competitività e interventi per favorire l’inclusione sociale. Si tratta di due facce della stessa medaglia ed è per questo che le questioni vanno affrontate contemporaneamente. Come pure va affrontata la questione abitativa: in Campania, secondo i nostri calcoli, c’è bisogno di 100 mila nuove abitazioni, un numero da vera emergenza.
    D. Già, ma i suoli per costruire tante abitazioni ci sono?
    R. Ormai è difficile reperire suoli edificabili, in particolare a Napoli, che è l’area piùcongestionata. E’ per questo che vanno riqualificate le periferie sfruttando meglio le superfici esistenti. Voglio ricordare che il piano strategico per la zona rossa del Vesuvio prevede che 80mila persone lascino quell’area. E’ indispensabile, dunque, un riequilibrio abitativo tra Napoli, la sua area metropolitana e le altre province, in modo particolare Avellino e Caserta. La questione del fabbisogno abitativo, quindi, va affrontata a livello regionale, e non, come prevede il Piano territoriale approvato dalla Giunta, dalle singole Province.
    D. Dunque auspica un miglioramento del Ptr in Consiglio regionale?
    R. Sì, sia le cooperative che i sindacati hanno già presentato le loro osservazioni a riguardo. Speriamo vengano recepite, anche se questa consiliatura fin qui ha accumulato qualche ritardo. C’è tempo per migliorare, comunque.
    D. Lei da dove comincerebbe?
    R. Senza alcun dubbio dalla sanità, che come noto assorbe oltre il 60 per cento del bilancio regionale senza fornire in cambio ai cittadini servizi qualitativamente adeguati alla spesa. Al contrario: i campani si ritrovano le aliquote Irpef e Irap al massimo e ora subiscono anche la beffa dei ticket sui farmaci. Sia chiaro: si tratta di problemi accumulatisi nel tempo, la colpa non è certo solo di questa amministrazione o di quella precedente. Però ora la questione va risolta una volta per tutte. Su questo come su altri fronti serve uno sforzo corale da parte di istituzioni e parti sociali.
    D. Che cosa intende?
    R. Dico che il compito delle associazioni rappresentative è anche quello di muovere critiche, e le istituzioni devono accettarle. Ma se tutti insieme ci facciamo carico delle nostre responsabilità, ci sono tutte le condizioni per far compiere un salto in avanti alla Campania. Bisogna avere fiducia, guardare al futuro con ottimismo perchè ci attendono grandi obiettivi. E certo questo non è il momento delle divisioni.
    D. Lei però, almeno per il momento, passa la mano...
    R. Sono stati quattro anni intensi, e ne frattempo i miei impegni si sono moltiplicati. Ma lascio la Presidenza di Legacoop Campania, non certo l’associazione, alla quale non farò mai mancare il mio contributo.