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sabato, settembre 24, 2011

REFERENDUM: ACLI, APPELLO PER ACCELERARE IMPEGNO CONTRO PORCELLUM



(ASCA) - Roma, 23 set - La Direzione nazionale delle Acli lancia un ''appello a tutti i dirigenti ed iscritti dell'associazione affinche' si mobilitino per firmare e far firmare il quesito referendario teso a cancellare l'attuale famigerata legge elettorale, accelerando l'impegno in questi ultimi giorni di raccolta''.

C'e' tempo fino al 30 settembre per presentare le firme in Cassazione. Le Acli si associano all'iniziativa di mobilitazione con il ''rammarico per l'incapacita' delle forze politiche di trovare un'intesa in Parlamento per superare il cosiddetto Porcellum, inviso alla stragrande maggioranza dei cittadini''.

''L'Italia - affermano le Acli citando il messaggio di papa Benedetto XVI al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano - ha bisogno di un 'sempre piu' intenso rinnovamento etico', ma esso puo' nascere solo da un ampio ricambio del gruppo dirigente, troppo lontano ormai dal sentire comune dei cittadini. Una nuova legge elettorale, che consenta nuovamente di poter scegliere i propri rappresentanti in Parlamento e spezzi la logica perversa della cooptazione e' dunque presupposto indispensabile per l'uscita da una crisi che, insieme all'economia, ha travolto la fiducia e la stessa speranza nel futuro dei cittadini''.

Le Acli invitano ancora le forze politiche, ''in particolare l'attuale maggioranza di governo, a manifestare il coraggio del cambiamento: la drammaticita' della situazione impone che si abbandonino gli interessi di parte e si lavori per il bene comune''.

domenica, giugno 21, 2009

BOBBA:"Ai tre quesiti referendari bisogna votare sì"


“Ai tre quesiti referendari bisogna votare Sì, affinché il Parlamento si decida finalmente a cambiare una pessima legge elettorale, normalmente conosciuta come “porcellum”.
Il Sì alla cancellazione della possibilità delle candidature multiple, mira a impedire ai candidati più noti di presentarsi in tutte le circoscrizioni, consentendo poi, secondo calcoli ed equilibri meramente politici, di poter optare per l’uno o l’altro collegio. Un fenomeno del tutto distorsivo della volontà dell’elettore che ha riguardato nelle ultime elezioni politiche ben 121 deputati.
Il Sì all’attribuzione del premio di maggioranza alla lista vincente, anziché alla coalizione di liste, mira invece a ridurre la frammentazione, portando di fatto la soglia di sbarramento al 4% e consentendo così una maggiore governabilità. Questo secondo quesito produce altresì un effetto non certo convincente, perché potrebbe attribuire a un solo partito la maggioranza assoluta dei seggi pur non avendo conseguito la stessa maggioranza nei voti degli elettori.
Ma si sa che il referendum è uno strumento “rozzo”: come se si volesse utilizzare un’accetta per fare la punta a una matita. Non di meno una vittoria dei Sì “obbligherebbe” il Parlamento a rivedere la pessima legge elettorale attualmente in vigore e restituire così lo scettro al ‘principe’, cioè agli elettori, in modo che i parlamentari non vengano più nominati dai partiti ma eletti dai cittadini, valorizzando la responsabilità di chi è stato eletto nei confronti del territorio di riferimento senza per questo penalizzare la governabilità del Paese”.
On. Luigi BOBBA
Deputato PD
Vice Presidente Commissione Lavoro Camera dei Deputati

sabato, giugno 13, 2009

REFERENDUM: Bossi ricatta e Berlusconi segue"




All'indomani delle elezioni Berlusconi ritira il sostegno ai quesiti referendari. La risposta del presidente del comitato
"Bossi ricatta e Berlusconi segue". Così il presidente del Comitato promotore del referendum sulla legge elettorale Giovanni Guzzetta, commenta la decisione del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di non sostenere il 'si al referendum del 21 giugno. "Sono passate 24 ore dalle elezioni - sottolinea Guzzetta - ed è evidente che Bossi ha già chiesto un posto in più in Rai, due Regioni e la rinuncia al referendum. Queste Europee - aggiunge - al contrario dimostrano che gli italiani vogliono il bipartitismo".

In mattinata, tramite una nota della presidenza del Consiglio, Berlusconi aveva fatto sapere di non ritenere più "opportuno un sostegno diretto al referendum" del 21 giugno. La decisione dopo una riunione avuta ieri sera con il segretario della Lega Nord, Umberto Bossi.

Comitato Promotore

lunedì, maggio 04, 2009

REFERENDUM E LEGGE ELETTORALE, GUZZETTA: L'UNICA DEMOCRAZIA PER BOSSI E' QUELLA IN CUI COMANDA LUI

Continuiamo a pubblicare posizioni politiche sul referendum relativo alla legge elettorale. Oggi è il turno del presidente del comitato promotore del referendum prof. Giovanni Guzzetta.


Il ministro Bossi afferma che la La Lega Nord starebbe lavorando a una proposta di legge elettorale.
Risposta di Giovanni Guzzetta, presidente del comitato promotore.
“Messa all'angolo dall'iniziativa referendaria, anche la Lega ha capito che la legge elettorale, la 'porcata' di Calderoli, va cambiata. Meglio tardi che mai. Noi, che non siamo dei fanatici del referendum, abbiamo sempre sperato che il parlamento facesse il suo mestiere. Certo, un'iniziativa in zona Cesarini, per di più proveniente dalla Lega, appare oggi quantomeno sospetta. Un partito di minoranza che ha appena consumato un ricatto nei confronti della maggioranza, con il solo obiettivo di affossare il referendum facendolo fissare in estate, non ha titoli istituzionali per pensare alla riforma elettorale nell'interesse generale. Basti vedere che idea della democrazia ha Bossi quando si scaglia contro il referendum. In realtà l'unica democrazia che la Lega concepisce è quella in cui è il Carroccio a fare il bello e il cattivo tempo. La stragrande maggioranza dei cittadini vuole il bipartitismo, e se non glielo darà il parlamento se lo prenderanno i cittadini con il referendum, facendo direttamente loro la riforma che i costituenti si rammaricavano di non poter fare”.

Giovanni Guzzetta

sabato, maggio 02, 2009

MIMMO LUCA': "IO, REFERENDARIO PENTITO".

Per riflettere sul prossimo referendum sulla legge elettorale riproduco questo articolo, pubblicato da Europa, di Mimmo Lucà. coordinatore dei Cristiano Sociali e deputato del PD.
Settimanalmente avremo altre posizioni. Il referendum va discusso e riflettuto seriamente.

MIMMO LUCA': "IO, REFERENDARIO PENTITO".

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Sono stato tra quanti hanno contribuito a promuovere il referendum abrogativo sulla legge elettorale. Le ragioni di questa scelta le ho dichiarate allora. La legge Calderoli viola un principio democratico elementare: i parlamentari li scelgono gli elettori, non le segreterie dei partiti.
Il cosiddetto “porcellum” ha creato un parlamento di onorevoli “nominati” dalle segreterie dei partiti, spezzando il rapporto tra cittadino ed eletto che si era creato nelle legislature precedenti. Ha cancellato i collegi uninominali privando il territorio di una rappresentanza e il parlamentare di una legittimazione popolare, minandone l’autorevolezza e facendo venire meno nei fatti il principio della responsabilità della politica. Il risultato è stato quello di allontanare e quasi separare dal paese la classe politica.
Sono ragioni più che valide per cambiare quella legge elettorale. Ma la concezione stessa della democrazia e lo strettissimo legame tra questa e il sistema politico e istituzionale mi inducono a ritenere che quella riforma sia prerogativa e compito del parlamento.
Ho aderito al referendum solo dopo aver constatato che i partiti non sarebbero riusciti a esprimere una reale volontà politica di farlo. Tanto meno un accordo. Insomma, se ho sostenuto il percorso referendario è stato essenzialmente in una logica di “deterrenza”, convinto di offrire in questo modo un utile pungolo al parlamento. Già allora sostenevo, come faccio oggi, che spetta alle camere elaborare la nuova legge. Una vittoria referendaria – lo dicemmo in tanti – non avrebbe fatto venir meno la necessità di una riforma per via parlamentare. Va d’altra parte ricordato lo scenario politico nel quale prese corpo l’iniziativa del referendum. L’Unione aveva vinto di misura le elezioni e stava governando, con Prodi presidente del consiglio e con i ben noti problemi di coesione della coalizione. Il cantiere del Partito democratico stava finalmente dando credibilità alla prospettiva di un bipolarismo compiuto, in grado di superare la frammentazione e di assicurare una diversa governabilità.
È da questo scenario che il referendum traeva il suo senso. Una riforma della legge elettorale non sarebbe stata facile, in parlamento, ma non avrebbe corso il rischio di colpi di mano della destra.
Sappiamo poi come è andata. Crisi di governo, elezioni anticipate, rinvio del referendum, netta vittoria del centrodestra, Berlusconi di nuovo al governo. In questo scenario la funzione deterrente del referendum è semplicemente svanita. Berlusconi non ha bisogno, oggi, di cambiare la legge. E se nel referendum dovessero prevalere i Sì, la normativa che ne risulterebbe sarebbe per lui ancora più favorevole. Il Pdl sarebbe predestinato a fruire del premio di maggioranza che gli consentirebbe di controllare saldamente, da solo, il parlamento. Solo la Lega avrebbe interesse a cambiare la legge, obiettivo che potrebbe perseguire anche minacciando di uscire dalla maggioranza. Ma sarebbe un’arma spuntata: un nuovo ricorso alle urne consegnerebbe il governo del paese al solo Pdl. Berlusconi avrebbe due risultati utili dalla sua. Noi neppure uno. Si capisce, quindi, il tono sicuro e ostentato con cui il presidente del consiglio ha annunciato il suo orientamento favorevole al quesito referendario.
La legge elettorale è un elemento importante, se non decisivo, di un sistema politico. Per questo non possiamo rischiare che il rimedio sia peggiore del male. Una eventuale vittoria dei Sì, da sola, non cancellerebbe quell’insulto alla democrazia costituito dalle liste bloccate che per noi è stata la motivazione più forte a sostenere il referendum. Anche il referendum abrogativo è un importante strumento di democrazia, ma insufficiente, da solo, a porre le basi di una nuova e più solida costruzione politico-istituzionale. Non si disegna un sistema bipolare degno di questo nome a colpi di referendum. Tanto meno senza tener conto dei concreti rapporti di forza in campo. La politica reale è altro dalla politologia.
Uno strumento si utilizza quando ci sono buone possibilità che risulti efficace. Se invece – in uno scenario politico profondamente mutato – è quasi sicuro che darà risultati opposti a quelli desiderati, allora meglio rinunciare. Spiegando agli elettori la evidente razionalità politica (non ideologica) che consiglia di farlo. Comprendo le ragioni che hanno spinto il Pd a pronunciarsi per il Sì, tanto più dentro una campagna elettorale che risulterà decisiva per la prospettiva del partito dei riformisti. Non riesco però a condividerle fino in fondo.
Qualcuno osserva che la scelta della data del 21 giugno rende molto improbabile, ancora una volta, il raggiungimento del quorum. Ma ben venga il referendum, aggiunge, se la campagna che lo precede può essere utilizzata per sensibilizzare i cittadini sul tema. Può essere. Obietto però che gli italiani, oggi alle prese con problemi esistenziali e sociali di grave portata, difficilmente si riveleranno disponibili ad ascoltare. È su ben altro terreno, quello della crisi economica, dell’impoverimento progressivo delle famiglie, della riduzione del benessere e delle opportunità, che i cittadini attendono – e con urgenza – risposte dalla politica. Le riforme politiche e istituzionali, per l’uomo della strada, non sono la priorità.
Quella domenica, sia chiaro, sarà importante andare alle urne, contribuendo al quorum. E di qui in avanti occorrerà spiegare all’opinione pubblica le ragioni per le quali la legge attuale va profondamente modificata. In primo luogo perché nessuna seria riforma del sistema dei partiti e dell’architettura istituzionale del paese – dalla riduzione del numero dei parlamentari, al rafforzamento dell’esecutivo in una chiave di maggiore stabilità e governabilità – è pensabile senza una nuova legge elettorale, ad esempio sulla base del modello tedesco. In secondo luogo, perché è più che mai necessario superare il meccanismo delle liste bloccate per restituire diritto di parola e di scelta ai cittadini, risultato peraltro non garantito da un successo del quesito referendario.
Votare Sì, però, è altra cosa. Sarebbe bene riflettere ancora.

Mimmo Lucà

mercoledì, febbraio 06, 2008

Referendum, il comitato promotore fa ricorso alla Consulta

Il referendum arriva alla Corte Costituzionale. Il comitato promotore del referendum elettorale ha deciso di sollevare un conflitto di attribuzione di fronte alla Consulta per fare in modo che, nonostante lo scioglimento delle Camere, si possano comunque votare i quesiti il prossimo 18 maggio.

Il consiglio dei ministri ha infatti fissato, come «atto dovuto» la consultazione referendaria per il 18 maggio. Ma poiché ad aprile dovremo tornare alle urne, il referendum slitta automaticamente di un anno. I promotori, Giovanni Guzzetta, Mario Segni e Natale D'Amico, però, non ci stanno: «Tutti dicono che la prossima sarà una legislatura costituente – spiega Guzzetta – Noi crediamo che questo percorso sarà ancora più forte se sorretto dal voto popolare». E chiedono alla Corte costituzionale di verificare se sia legittimo lo slittamento di 365 giorni.

I referendari ricordano che ci sono due precedenti nei quali si è votato un referendum subito dopo le elezioni politiche. «È successo nel 1987, quando il parlamento fece un legge ad hoc per tenere il referendum, precedentemente indetto, 4-5 mesi dopo il voto. Il secondo caso è avvenuto nel giugno 2006 quando il referendum di revisione costituzionale si tenne a giugno». Ora la Corte Costituzionale ha un mese di tempo per dare il suo responso.

venerdì, luglio 20, 2007

Referendum elettorale: buona prova delle ACLI a S. Giorgio a Cremano.

A S. Giorgio a Cremano le ACLI hanno promosso con successo la raccolta delle firme per il referendum elettorale.
Oltre quattrocento firme in pochi giorni raccolte tra i cittadini senza aiuto delle forze politiche.
Soddisfatto Antonio Di Maria presidente delle ACLI di S.Giorgio e componente della presidenza provinciale delle ACLI napoletane.

Nel frattempo a Roma i conteggi danno ragione ai referendari......

I promotori del referendum elettorale hanno raggiunto l’obiettivo delle 500mila firme. È lo stesso presidente del Comitato referendario Giovanni Guzzetta ad annunciarlo. «Mi sono sempre imposto -spiega- serietà nell’informazione ai cittadini sull’andamento della raccolta e quindi ho atteso questo giorno per potere dare una notizia certa e circostanziata che faccia un pò piazza pulita delle tante asserzioni e fuga di notizie non accreditate».

«Oggi -aggiunge- posso dire che presso il Comitato nazionale di Roma sono presenti già 500 mila firme. Ciò ci da molta soddisfazione, ma ribadisco che, come abbiamo sempre detto, la soglia di sicurezza è di 570 mila firme e questa soglia non è stata ancora raggiunta. Faccio pertanto appello al rientro delle firme. Siamo ottimisti sul fatto che ce la faremo e colgo l’occasione, dopo aver ringraziato tutti i comitati locali, per esprimere un elogio e un ringraziamento per tutti quei volontari che a decine in queste ore lavorano senza interruzione presso il Comitato per controllare tutte le firme. È merito anche loro, e del nostro coordinatore organizzativo, Antonio Funiciello -conclude Guzzetta- se stiamo conseguendo il risultato sperato».

domenica, luglio 15, 2007

Referendum, verso quota 570 mila firme "La notte bianca è stata un successo"

La raccolta notturna per il cambiamento della legge elettorale ha funzionato: migliaia di sottoscrizioni ai concerti e nelle zone turistiche. I referendari: "Massimo impegno nei prossimi giorni". Entro il 24 la consegna

Il tour de force della scorsa notte ha dato buoni risultati: "La notte bianca referendaria è stata un successo. Abbiamo lanciato l'appello ai cittadini a firmare subito perché il tempo sta per scadere e i cittadini hanno risposto con entusiasmo e partecipazione. Questo referendum è la prova che tra l'immobilismo e l'antipolitica esiste anche l'impegno civile", dice Giovanni Guzzetta, presidente del comitato promotore dei referendum elettorali.
Ottimismo, dunque, ma anche un nuovo appello a fare in fretta perché il tempo utile sta per esaurirsi. Superate ad oggi le 460.000 firme (oltre 50.000 a Roma), l'obiettivo sembra sempre più vicino: sono 500.000 le firme necessarie per il quorum, anche se la soglia di sicurezza a cui si punta è di 570.000, e devono arrivare in Cassazione il 24 luglio. Viste le questioni organizzative, però, non tutti i dieci giorni che restano potranno essere utilizzati per la raccolta. L'invito è a sottoscrivere entro mercoledì prossimo.

giovedì, luglio 05, 2007

REFERENDUM/ APPELLO ACLI AGLI ISCRITTI: SFORZO PER RACCOLTA FIRME

Olivero: Non sprechiamo questa occasione

Roma, 5 lug. (Apcom) - Appello delle Acli a tutti gli iscritti e alle strutture territoriali per la raccolta di firme per il referendum elettorale. Il presidente nazionale Andrea Olivero, dall'incontro a Roma degli Amministratori locali aclisti, chiede "un ultimo sforzo per raggiungere quota 500.000".

"Non ci sono altre strade possibili - spiega Olivero - il tempo scade e la politica si dimostra sorda. Sprecare questa occasione rischia di impedire una seconda volta ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti alle prossime elezioni".

venerdì, maggio 18, 2007

Riforma elettorale e Referendum. iniziativa a Napoli.

Riforma elettorale e Referendum
Napoli, Hotel Santa Lucia, mercoledì 23 maggio 2007 ore 17,00

ASSOCIAZIONE PER IL PARTITO DEMOCRATICO -
C a m p a n i a

Partecipa: Giovanni Guzzetta
Introducono: Gennaro Marasca - Amedeo Lepore
Coordina Interventi: Osvaldo Cammarota
INTERVENTI programmati:
Raffaele Cananzi
Pietro Ciarlo
Giuliana Di Fiore
Walter Di Munzio
Clementina Gily Reda
Pasquale Improta
Ernesto Mostardi
Pasquale Orlando
Ernesto Paolozzi
Gianluca Soldi

sabato, ottobre 28, 2006

Un referendum sulla legge elettorale per un paese delle opportunità


Depositati i quesiti. Parte la campagna.
La legge elettorale con cui abbiamo votato alle ultime elezioni fu definita "una porcata" dagli stessi proponenti. E' ora di cambiarla! Sono stati depositati i quesiti per i referendum abrogativi.
Nelle prossime settimane bisognerà formare i comitati locali e dare
avvio alla raccolta delle firme per dare finalmente al nostro paese un
sistema politico moderno. questo è l'obiettivo.

Alcuni di noi hanno espresso dubbi e riserve circa il il contenuto dei
quesiti e l'esito che, se approvati, avrebbero sul sistema
elettorale senza ulteriori interventi legislativi.
Obiezioni legittime e condivisibili. Senza il referendum, però e la
intrinseca minaccia ai poteri consolidati che esso rappresenta, il
parlamento non trovera le energie politiche per modificare
l'orrore che abbiamo sperimentato nelle ultime elezioni.
Per questo serve il nostro impegno.
E' attivo per ogni evenienza il sito
  • www.referendum elettorale.org
  • su cui sono pubblicati dettagliatamente i quesiti e tutte le informazioni.

    questi i riferimenti:
    SEDE DEL COMITATO REFERENDARIO:
    Via Vittorio Veneto 169
    00187 Roma
    Per informazioni o per aderire chiamate i seguenti numeri:
    06/4744916 - 47821834
    Oppure inviate una mail a:
    aderisco@referendumelettorale.org
    info@referendumelettorale.org

    Il comitato promotore:
    Giovanni Guzzetta: Presidente del Comitato Promotore dei Referendum Elettorali
    Giovanni Guzzetta, 40 anni, avvocato, due figli, è Professore Ordinario di Istituzioni di Diritto Pubblico nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma Tor Vergata.
    PHD all’European University Institute di Fiesole, si è specializzato a lungo in Germania, Regno Unito e Stati Uniti.
    Già Presidente nazionale della FUCI (federazione universitaria cattolica italiana) dal 1989 al 1991.
    Oltre che aver elebarato gli attuali quesiti referendari, è stato l’ideatore, insieme a Serio Galeotti, del quesito per il referendum sulla legge elettorale del 1991 e 1993.
    E’ stato collaboratore di vari organi parlamentari.
    E’ autore di varie monografie e saggi di diritto costituzionale italiano, comunitario e comparato e (insieme a Francesco Saverio Marini) di un manuale di Diritto pubblico italiano ed europeo.
    Componente della Società europea di diritto pubblico e dell’associazione italiana dei costituzionalisti
    Collabora con varie riviste e giornali.
    Per contatti: presidente@referendumelettorale.org

    Comitato Promotore dei Referendum Elettorali
    Di seguito l'elenco, in ordine alfabetico, dei presentatori dei quesiti referendari in Corte di Cassazione.
    1. Michele AINIS 2. Filippo ANDREATTA 3. Luca ANTONINI 4. Andrea BAIRATI 5. Augusto BARBERA 6. Franco BASSANINI 7. Antonio BASSOLINO 8. Antonio BERNARDI 9. Edmondo BERSELLI 10. Filippo BERSELLI 11. Roberto BIN 12. Marco BOATO 13. Luigi BOBBA 14. SANDRA BONSANTI 15. Michele BORDO 16. Willer BORDON 17. Gianluca BORGHI 18. Mercedes BRESSO 19. Donato BRUNO 20. Giuseppe CALDERISI 21. Daniele CAPEZZONE 22. Paola CAPOROSSI 23. Stefano CECCANTI 24. Enzo CHELI 25. Sergio CHIAMPARINO 26. Anna CHIMENTI 27. Bartolo CICCARDINI 28. Francesco CLEMENTI 29. Michele COSSA 30. Gianni CUPERLO 31. Natale Maria Alfonso D’AMICO 32. Stefano DA EMPOLI 33. Paola DE BIASE GAIOTTI 34. Giancandido DE MARTIN 35. Giuseppe DE VERGOTTINI 36. Gianmario DEMURO 37. Marida DENTAMARO 38. Bruno DETTORI 39. Federica DI LASCIO 40. Silvia DI TOMMASO 41. Luca DIOTALLEVI 42. Sergio FABBRINI 43. Massimo FANTOLA 44. Vittorino FERLA 45. Francesco FERRANTE 46. Marco FILIPPESCHI 47. Tommaso Edoardo FROSINI 48. Antonio FUNICIELLO 49. Carlo FUSARO 50. Roberto GIACCHETTI 51. Oscar GIANNINO 52. Enrico GIORDANO 53. Gregorio GITTI 54. Elisabetta GUALMINI 55. Giovanni GUZZETTA 56. Alberto HERMANIN 57. Riccardo ILLY 58. Ferdinando IMPOSIMATO 59. Pasquale IMPROTA 60. Giovanni KESSLER 61. Antonio LA FORGIA 62. Jasmine LA MORGIA 63. Donata LENZI 64. Gad Eitan LERNER 65. Nicolò LIPARI 66. Claudio LODICI 67. Mimmo LUCA’ 68. Claudia MANCINA 69. Michela MANETTI 70. Pierluigi MANTINI 71. Alessandro MARAN 72. Alessandro MARANNA 73. Luigi MARATTIN 74. Raffaella MARIANI 75. Annibale MARINI 76. Francesco Saverio MARINI 77. Luigi MARIUCCI 78. Antonio MARTINO 79. Pietro MARZOTTO 80. Diego Maria MASI DE VARGAS MACCIUCCA 81. Fabiana MASSA 82. Stefano MERLINI 83. Paolo MESSA 84. Gianfranco MICCICHE’ 85. Franco MONACO 86. Marco MONARI 87. Donatella MORANA 88. Enrico MORANDO 89. Andrea MORRONE 90. Anna MOSCARINI 91. Salvatore NAPPI 92. Ida NICOTRA 93. Maria Grazia PAGANO 94. Marco PALOCCI 95. Angelo PANEBIANCO 96. Alessandro PANSA 97. Arturo PARISI 98. Monica PARRELLA 99. Gianfranco PASQUINO 100. Andrea PASTORE 101. Edoardo PATRIARCA 102. Antonio PERRELLI 103. Teresa PETRANGOLINI 104. Pierluigi PETRILLO 105. Roberto PINARDI 106. Roberta PINOTTI 107. Luca PIROZZI 108. Giovanni PITRUZZELLA 109. Adriana POLI BORTONE 110. Elisa POZZA TASCA 111.Stefania PRESTIGIACOMO 112. Fabio PROTASONI 113. Massimo PROTO 114. Gaetano QUAGLIARIELLO 115. Emanuele RACO 116. Ermete REALACCI 117. Vincenzo RICCIUTO 118. Marco RIZZI 119. Umberto RONGA 120. Nicola ROSSI 121. Riccardo ROSSOTTO 122. Gianenrico RUSCONI 123. Giulio SALERNO 124. Michele SALVATI 125. Piero SANDULLI 126. Riccardo SARFATTI 127. Carlo Luigi SCOGNAMIGLIO PASINI 128. Mariotto Giovanni Battista Luigi SEGNI 129. Serse SEVERINI 130. Francesco SORO 131. Marco TARADASH 132. Alessandro TESINI 133. Giorgio TONINI 134. Roberto TRAVERSA 135. Lanfranco TURCI 136. Giuseppe VALDITARA 137. Salvatore VASSALLO 138. Lorenza VIOLINI 139. Niccolò ZANON 140. Alberto ZITO.