Le Regioni applicano le norme in materia di liberalizzazioni? A questa domanda ha cercato di rispondere l'indagine curata dal Tavolo di lavoro congiunto Mse-Regioni-Associazioni dei Consumatori del Cncu, presentata oggi in occasione della IX Sessione Programmatica del CNCU,"Dieci anni di attività del CNCU. L'incidenza del consumerismo sul territorio", attualmente in corso a Saint Vincent, in valle D'Aosta. Servizi turistici, trasporti, artigianato e prezzi e tariffe. Questi i temi presi in considerazione dall'indagine, eseguita mediante l'invio di apposite schede, alle singole Regioni, con richiesta di compilazione. Quattro le Regioni, insieme anche alla Provincia autonoma di Bolzano, che non hanno voluto partecipare: Abruzzo, Basilicata, Sardegna e Sicilia.
Dall'indagine emerge che sul fronte del trasporto pubblico locale, i servizi sono affidati a mezzo gara nel 43% dei casi, mentre l'affidamento diretto è riscontrato nel 25% . Tra le Regioni che si affidano alla gara troviamo: Marche, Puglia, Umbria, Valle d'Aosta, Veneto, Lombardia, Campania, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. L'affidamento diretto preavale invece in Calabria, in attesa di un progetto di legge regionale in materia, nella provincia di Trento, che dal 1 gennaio 2009 passerà all'affidamento diretto a società in Hause, in Piemonte con contratto di servizio, in Liguria e in Molise con concessioni.
Bilancio negativo per i taxi. Il 57% delle 14 Regioni, infatti, non ha ancora adottato le misure della L.248/06. Più incoraggiante il settore dei servizi turistici dove nel 60% dei casi è stata già recepita la L.40/2007 e nel 33% è in corso il recepimento. C'è invece ancora molto lavoro da fare sul fronte dell'artigianato: il 36% delle Regioni non ha adottato alcuna misura e il 14% lo sta facendo.
Infine, dalla rilevazione sembra essere ancora lunga la strada per quel che riguarda prezzi e tariffe. Nove Regioni non hanno neanche fornito i dati necessari al monitoraggio e solo nel 36% dei casi sono state intraprese iniziative di contenimento dei prezzi. In particolare, non risultano azioni di intrevento da parte di Molise, Piemonte e Valle D'Aosta. Lazio, Liguria, Provincia autonoma di Trento, Puglia, Marche, Calabria e Campania si sono rese protagoniste di una sola iniziativa. Mentre il titolo di più virtuosa spetta all'Emilia Romagna con cinque iniziative, seguita dal Veneto con due.
"I servizi pubblici locali - ha detto il responsabile delle politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva, Giustino Trincia - sono fuori controllo per quanto riguarda l'inflazione. Regioni e comuni possono e devono intervenire. Sul lato delle associazioni dei consumatori poi, l'impegno è quello di attuare il comma 461 della legge finanziaria che prevede strumenti nuovi proprio di tutela dei diritti e di partecipazione civica. Questo consentirebbe alle nostre associazioni, appositamente addestrate, di intervenire sui piani industriali, sulle politiche tariffarie e sulle caratteristiche di qualità dei servizi".
"Definire accordi sulla filiera". Questa la strada indicata dal Presidente Legaconsumatori-Acli, Pietro Praderi per ampliare l'intervento delle Regioni su prezzi e tariffe al fine di ridurli.Praderi ha anche auspicato l'inizio di una stagione in cui le associazioni possano essere "protagoniste" nella definizione "dell'andamento del costo della vita" con un ruolo di "pari dignità" rispetto altri soggetti.
A cura di Laura Muzzi
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