Pontefice celebra la messa in piazza del Plebiscito a Napoli sotto una pioggia battente e davanti a ventimila fedeli
Il cardinale Sepe dice che "la violenza è contro Dio" e che la città "vuole guardare avanti"
Ratzinger chiede "più impegno" dei cattolici sia in politica che nel sociale
NAPOLI - "L'amore può vincere la violenza" e la violenza, purtroppo, "non è solo camorra ma anche una mentalità diffusa". Inizia con queste parole la visita di papa Benedetto XVI a Napoli. Il Pontefice è arrivato questa mattina intorno alle 9 nel capoluogo campano dopo un volo in elicottero da Roma. Ad accoglierlo c'erano il presidente del Consiglio Romano Prodi e il ministro della Giustizia Clemente Mastella. A quell'ora piazza del Plebiscito, la chiesa a cielo aperto di questa visita pontificia, era già affollata - almeno ventimila fedeli - malgrado la pioggia battente. Ma "il tempo brutto non ci scoraggia perché Napoli è sempre più bella" dirà poi il Pontefice durante l'omelia strappando applausi e sorrisi.
Prima della messa, il cardinale Crescenzio Sepe ha salutato il Papa dicendo che "la violenza è contro Dio" e che "Napoli vuole guardare avanti, credere in se stessa, nei propri giovani, nelle proprie importanti risorse, testimoniate da una storia gloriosa e certificate dal timbro dell'ineguagliabile bellezza umana, culturale e religiosa che caratterizza la città e i suoi abitanti".
Il Pontefice ha risposto entrando nel merito. Calando le sue parole nella realtà napoletana e parlando di camorra e violenza. "L'amore e la fede possono vincere la violenza" ha detto il Pontefice, così come "l'azione politica e la cultura possono essere l'antidoto contro il male" e la scuola e il lavoro "possono mettere i giovani in salvo dalla camorra". Ai cattolici, poi, Ratzinger ha chiesto "un maggiore impegno in politica e nel sociale".
A Napoli "non mancano energie sane, gente buona, culturalmente preparata e con un senso vivo della famiglia" ha detto Benedetto XVI. "Di fronte a realtà sociali difficili e complesse, come sicuramente è anche la vostra, occorre - ha detto - rafforzare la speranza, che si fonda sulla fede e si esprime in una preghiera instancabile. E' la preghiera a tenere accesa la fiaccola della fede".
Nella grande piazza, in una scenografia impressionante, hanno celebrato la messa con il Papa 77 tra vescovi e cardinali e 700 sacerdoti, 200 diaconi sono mobilitati per la distribuzione dell'Eucarestia e 400 orchestrali accompagnano i canti. C'erano presenti anche 42 esponenti di spicco di varie religioni: la funzione ha infatti inaugurato il Meeting interreligioso "Per un mondo senza violenza", organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio.
Vivere a Napoli così come in molte regioni del sud è sicuramente più difficile, ha aggiunto il Pontefice, "ma guai se la violenza tende a diventare una mentalità diffusa". Il Papa elenca "le situazioni di povertà, di carenza di alloggio, di disoccupazione o sottoccupazione, di mancanza di prospettive future". Comprende il disagio e le difficoltà. Ma questo non può giustificare "il triste fenomeno della violenza" che dilaga ormai non solo con episodi eclatanti: "Non si tratta - infatti - solo del deprecabile numero dei delitti della camorra, ma anche del fatto che la violenza tende purtroppo a farsi mentalità diffusa, insinuandosi nelle pieghe del vivere sociale, nei quartieri storici del centro e nelle periferie nuove e anonime, col rischio di attrarre specialmente la gioventù, che cresce in ambienti nei quali prospera l'illegalità, il sommerso e la cultura dell'arrangiarsi".
Ratzinger ha un messaggio per "gli ultimi" e per "le persone rette e oneste che soffrono per le sopraffazioni". Cita il Vangelo: "Come potreste pensare che il vostro Padre celeste, buono e fedele, il quale desidera solo il bene dei suoi figli, non vi faccia a suo tempo giustizia? La fede ci assicura che Dio ascolta la nostra preghiera e ci esaudisce al momento opportuno, anche se l'esperienza quotidiana sembra smentire questa certezza".
In effetti, ha continuato il Papa, "davanti a certi fatti di cronaca, o a tanti quotidiani disagi della vita di cui i giornali non parlano neppure, sale spontaneamente al cuore la supplica dell'antico profeta: 'Fino a quando, Signore, implorerò e non ascolti, a te alzerò il grido: violenza, e non soccorri?'". La risposta può essere solo la preghiera cristiana che "non è espressione di fatalismo o di inerzia anzi è l'opposto dell'evasione dalla realtà, dell'intimismo consolatorio: è forza di speranza, massima espressione della fede nella potenza di Dio che è Amore e non ci abbandona".
Il cardinale Sepe dice che "la violenza è contro Dio" e che la città "vuole guardare avanti"
Ratzinger chiede "più impegno" dei cattolici sia in politica che nel sociale
NAPOLI - "L'amore può vincere la violenza" e la violenza, purtroppo, "non è solo camorra ma anche una mentalità diffusa". Inizia con queste parole la visita di papa Benedetto XVI a Napoli. Il Pontefice è arrivato questa mattina intorno alle 9 nel capoluogo campano dopo un volo in elicottero da Roma. Ad accoglierlo c'erano il presidente del Consiglio Romano Prodi e il ministro della Giustizia Clemente Mastella. A quell'ora piazza del Plebiscito, la chiesa a cielo aperto di questa visita pontificia, era già affollata - almeno ventimila fedeli - malgrado la pioggia battente. Ma "il tempo brutto non ci scoraggia perché Napoli è sempre più bella" dirà poi il Pontefice durante l'omelia strappando applausi e sorrisi.
Prima della messa, il cardinale Crescenzio Sepe ha salutato il Papa dicendo che "la violenza è contro Dio" e che "Napoli vuole guardare avanti, credere in se stessa, nei propri giovani, nelle proprie importanti risorse, testimoniate da una storia gloriosa e certificate dal timbro dell'ineguagliabile bellezza umana, culturale e religiosa che caratterizza la città e i suoi abitanti".
Il Pontefice ha risposto entrando nel merito. Calando le sue parole nella realtà napoletana e parlando di camorra e violenza. "L'amore e la fede possono vincere la violenza" ha detto il Pontefice, così come "l'azione politica e la cultura possono essere l'antidoto contro il male" e la scuola e il lavoro "possono mettere i giovani in salvo dalla camorra". Ai cattolici, poi, Ratzinger ha chiesto "un maggiore impegno in politica e nel sociale".
A Napoli "non mancano energie sane, gente buona, culturalmente preparata e con un senso vivo della famiglia" ha detto Benedetto XVI. "Di fronte a realtà sociali difficili e complesse, come sicuramente è anche la vostra, occorre - ha detto - rafforzare la speranza, che si fonda sulla fede e si esprime in una preghiera instancabile. E' la preghiera a tenere accesa la fiaccola della fede".
Nella grande piazza, in una scenografia impressionante, hanno celebrato la messa con il Papa 77 tra vescovi e cardinali e 700 sacerdoti, 200 diaconi sono mobilitati per la distribuzione dell'Eucarestia e 400 orchestrali accompagnano i canti. C'erano presenti anche 42 esponenti di spicco di varie religioni: la funzione ha infatti inaugurato il Meeting interreligioso "Per un mondo senza violenza", organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio.
Vivere a Napoli così come in molte regioni del sud è sicuramente più difficile, ha aggiunto il Pontefice, "ma guai se la violenza tende a diventare una mentalità diffusa". Il Papa elenca "le situazioni di povertà, di carenza di alloggio, di disoccupazione o sottoccupazione, di mancanza di prospettive future". Comprende il disagio e le difficoltà. Ma questo non può giustificare "il triste fenomeno della violenza" che dilaga ormai non solo con episodi eclatanti: "Non si tratta - infatti - solo del deprecabile numero dei delitti della camorra, ma anche del fatto che la violenza tende purtroppo a farsi mentalità diffusa, insinuandosi nelle pieghe del vivere sociale, nei quartieri storici del centro e nelle periferie nuove e anonime, col rischio di attrarre specialmente la gioventù, che cresce in ambienti nei quali prospera l'illegalità, il sommerso e la cultura dell'arrangiarsi".
Ratzinger ha un messaggio per "gli ultimi" e per "le persone rette e oneste che soffrono per le sopraffazioni". Cita il Vangelo: "Come potreste pensare che il vostro Padre celeste, buono e fedele, il quale desidera solo il bene dei suoi figli, non vi faccia a suo tempo giustizia? La fede ci assicura che Dio ascolta la nostra preghiera e ci esaudisce al momento opportuno, anche se l'esperienza quotidiana sembra smentire questa certezza".
In effetti, ha continuato il Papa, "davanti a certi fatti di cronaca, o a tanti quotidiani disagi della vita di cui i giornali non parlano neppure, sale spontaneamente al cuore la supplica dell'antico profeta: 'Fino a quando, Signore, implorerò e non ascolti, a te alzerò il grido: violenza, e non soccorri?'". La risposta può essere solo la preghiera cristiana che "non è espressione di fatalismo o di inerzia anzi è l'opposto dell'evasione dalla realtà, dell'intimismo consolatorio: è forza di speranza, massima espressione della fede nella potenza di Dio che è Amore e non ci abbandona".
3 commenti:
parole giuste per Napoli, il papa ha fatto bene. Grazie s.egidio, grazie cardinale sepe.
Toni Di Vaio
Il Papa ai leader religiosi del mondo: mai la violenza in nome di Dio
Nell’incontro promosso dalla Comunità di Sant’Egidio a Napoli
CITTA' DEL VATICANO, domenica, 21 ottobre 2007 (ZENIT.org).- Non si puó mai giustificare la violenza in nome di Dio, ha detto Benedetto XVI ai rappresentati cristiani, ebrei e musulmani e di altre religioni presenti questa domenica a Napoli.
Il suo appello è risuonato nell’Aula Magna del Seminario arcivescovile a Capodimonte, nella giornata di inaugurazione delll’Incontro Internazionale per la Pace, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, a Napoli, fino al 23 ottobre sul tema: "Per un mondo senza violenza - Religioni e culture in dialogo".
"Di fronte a un mondo lacerato da conflitti, dove talora si giustifica la violenza in nome di Dio, è importante ribadire che mai le religioni possono diventare veicoli di odio; mai, invocando il nome di Dio, si può arrivare a giustificare il male e la violenza", ha detto il Papa.
"Al contrario – ha chiarito – , le religioni possono e devono offrire preziose risorse per costruire un’umanità pacifica, perché parlano di pace al cuore dell’uomo".
L’incontro di Napoli ha permesso al Vescovo di Roma di salutare il Patriarca ecumenico ortodosso di Costantinopoli, Bartolomeo I, l’Arcivescovo di Canterbury e Primate della Comunione anglicana, Rowan Williams, il Grande Rabbino d’Israele Yona Metzger, e l’Imam degli Emirati Arabi Uniti, Ibrahim Ezzedin.
Hanno partecipato anche rappresentanti di altre religioni orientali, come buddisti e induisti.
Il Santo Padre ha confermato che la Chiesa cattolica intende "continuare a percorrere la strada del dialogo per favorire l’intesa fra le diverse culture, tradizioni e sapienze religiose".
"Auspico vivamente che questo spirito si diffonda sempre più soprattutto là dove più forti sono le tensioni, là dove la libertà e il rispetto per l'altro vengono negati e uomini e donne soffrono per le conseguenze dell’intolleranza e dell’incomprensione", ha confessato.
Il Pontefice ha quindi chiarito che con la partecipazione a questo incontro ha voluto promuovere lo spirito di dialogo suscitato da Giovanni Paolo II nell'ottobre del 1986, ad Assisi, quando invitò i diversi rappresentanti religiosi a pregare per la pace.
Lo stesso Karol Wojtyla ha convocato nuovamente nel 2002 i leader religiosi del mondo nella città di San Franceso, dopo i drammatici eventi dell’11 settembre del 2001, "per chiedere a Dio di fermare le gravi minacce che incombevano sull’umanità, specialmente a causa del terrorismo", ha ricordato il Santo Padre.
"Nel rispetto delle differenze delle varie religioni, tutti siamo chiamati a lavorare per la pace e ad un impegno fattivo per promuovere la riconciliazione tra i popoli", ha sottolineato infine.
http://www.skylife.it/application/html/537/singolo_cronaca_53704.html
da sky.it il video del discorso del Papa
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