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sabato, giugno 26, 2010

TERREMOTO: ACLI, SOSTENIAMO PROTESTA DEGLI AQUILANI



(ASCA) - Roma, 24 giu - Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani sostengono la protesta dei cittadini aquilani e dei loro amministratori che in queste ora stanno manifestando a Roma per denunciare ''la reale situazione di desolazione'' del capoluogo abruzzese rispetto alla ''diffusa disinformazione circa una sostanziale soluzione di tutti i problemi''.

Con un ordine del giorno del proprio consiglio nazionale, le Acli esprimono ''solidarieta' e vicinanza'' alle popolazioni colpite dal terremoto e richiamano alle loro responsabilita' il governo e le forze politiche. Sono infatti ancora 50.000 - ricordano le Acli - le persone assistite dalla protezione civile e impossibilitate a tornare nelle proprie case. Il centro storico ''impressiona per il silenzio spettrale e la totale assenza di vita''. L'economia e' ''totalmente falcidiata'' con oltre 16.000 cassintegrati, esercizi commerciali fermi al palo, imprese edili in attese di essere saldate per il lavoro effettuato in questi mesi.

Le Acli chiedono dunque che ''il governo e le forze politiche onorino le promesse assunte un anno fa'', a partire dall'erogazione dei finanziamenti utili a permettere i ritorno degli aquilani nelle loro case. Che si favorisca la ricostruzione del tessuto urbano, economico e sociale consentendo la creazione di luoghi di aggregazione, ''oggi totalmente assenti''. Che, infine, come per altri analoghi tragici eventi, ''la restituzione degli oneri fiscali sia dilazionata e differita nel tempo'' al fine di far procedere la gia' lenta e faticosa ripresa economia e occupazionale.

Dal canto suo, l'associazione rinnova il proprio impegno nel concretizzare il progetto ''Casa Acli'' per l'Aquila volto a riconnettere il tessuto sociale e ricostruire i tanti circoli distrutti dal sisma.

martedì, aprile 06, 2010

TERREMOTO - L'Aquila, un anno dopo: vite ancora da ricostruire



Sono soprattutto anziani soli e genitori separati non affidatari di figli: non hanno avuto diritto agli insediamenti Map e Case, ma non hanno rinunciato a lottare. Riccardo, 67 anni, ha occupato la sua casa inagibile per la seconda volta in pochi mesi e Anita, 83 anni, una stanza della ex caserma Campomizzi. Va in piazza tutte le domenica Licia, “la prima guerriera”: il 21 febbraio, la domenica delle “chiavi” appese alle transenne, ha permesso a centinaia di suoi concittadini di entrare nella zona off limits per vedere lo stato delle cose. E sono ancora tanti gli sfollati sulla costa.

- Nella zona rossa solo 10 negozi attivi. Bruno, ottico, vice presidente di Confesercenti: “Commercianti e artigiani rappresentavano l’anima del centro storico della città: oltre mille esercizi con un fatturato di oltre 250 milioni”. Il decreto Abruzzo ha riconosciuto un 'aiuto' di 2400 euro per 3 mesi, e da 10 non percepiscono nulla. Quando riapriranno gli altri? “Una sessantina potrebbero riaprire presto, ma non tutti i proprietari potrebbero essere disposti a farlo”. E ad oggi non esistono agevolazioni per chi voglia ripartire.

- Onna, il vecchio e il nuovo si guardano. La piccola comunità si è unita più che in passato e ora tutti sono a lavoro per ricostruire il borgo. Poche settimane dopo il terremoto è nata la onlus “Ricostruire Onna”, che riunisce oltre 200 cittadini impegnati nel monitoraggio della ricostruzione, nell’assistenza e in attività di volontariato. “L’Unione ha fatto sì che il paese non morisse. Compatti abbiamo detto no al piano Case e siamo stati ascoltati”. E incombe il rischio di una variante che dovrebbe sorgere fra l’abitato e il fiume. vai al sito>>

TERREMOTO -

L'Aquila, così è cambiata la vita degli adolescenti
Vivevano per strade e stradine e si davano appuntamento ai quattro cantoni, sulla scalinata barocca di san Bernardino, a Piazza Palazzo davanti alla statua di Sallustio. Per mesi non si sono visti, divisi fra le tendopoli e la costa. Sono gli adolescenti aquilani, che ora hanno spostato i propri appuntamenti del sabato in quello che è ormai il centro della città: un centro commerciale alle porte della città, pochi metri dall’autostrada.

- “Servono nuovi spazi per ricostruire amicizie”. Rapporto di Save the Children: oltre 12.500 i minori colpiti dal sisma, quasi tutti tornati in classe nelle 72 scuole di nuovo operative. Solo alcuni vivono ancora in alberghi.L’associazione in questo anno ha seguito 1.700 bambini e adolescenti.
- Per le scuole 81 milioni. E' il costo dallo stato per realizzare le nuove strutture, oltre 30 milioni spesi per intervenire sulle strutture danneggiate. vai al sito>>

venerdì, maggio 08, 2009

L’agricoltura di qualità per il rilancio dell’Abruzzo”


Il Presidente Nazionale di Acli Terra, Michele Zannini, concluderà, con il suo intervento, il prestigioso convegno, aperto dal Prof Seghetti, agronomo dell’Università di Teramo e promosso dal Copagri , “L’agricoltura di qualità per il rilancio dell’Abruzzo”, che si terrà a Chieti il prossimo 10 Maggio. Il programma dell’evento, incentrato su tematiche specifiche relative alla produzione agricola, alle risorse climatiche, alla sostenibilità e alla promozione del territorio, si articolerà in una serie di comunicazioni e dibattiti, introdotti dal Presidente Provinciale di Copagri, Camillo D’Amico, e moderati dal Presidente Regionale di Acli Terra Abruzzo, Mimmo D’Alessio. Il contributo del Presidente Zannini rappresenta un importante valore aggiunto al dibattito sul rilancio dell’Abruzzo, data la rilevante attenzione rivolta, da parte di Acli Terra, alla centralità delle persone e dei territori, in modo particolare in un contesto come quello dell’Abruzzo, recentemente colpito dal sisma, i cui effetti devastanti si sommano inevitabilmente a quelli della crisi generale che investe tutto il Paese. Ai rischi che comporta questo stato di allerta, relativi al deficit nel comparto economico e alle problematiche sociali legate alla possibilità di rinascita e ricostruzione di un territorio, Acli Terra ritiene possibile porre rimedio grazie alla promozione ed alla valorizzazione delle biodiversità, in virtù di una peculiare attenzione alle tipicità locali, alle energie rinnovabili e ad una sempre più positiva rivalutazione degli aspetti sociali e culturali dell’ambiente rurale.

domenica, aprile 26, 2009

Con L'Aquila, fedeli al futuro

In Abruzzo, anche le Acli sono chiamate alla ricostruzione: quella della vita sociale

(da Aesse 4 2009)

Sentirsi comunità è difficile, lo sappiamo. Eppure è in momenti come questo, di fronte a tragedie come quella che ha colpito L’Aquila e l’Abruzzo, che ci rendiamo tutti conto che abbiamo bisogno l’uno dell’altro, dei beni materiali e insieme dell’affetto, della simpatia o anche solo della presenza di persone amiche.

La perdita di persone care, della propria casa e degli oggetti personali non può essere risanata dagli aiuti che pur copiosi (ma tanto ancora c’è da fare, e va fatto!) stanno giungendo alle popolazioni. Né sono sufficienti le polemiche che già si stanno levando per denunciare le tante, troppe, negligenze o colpe nella gestione della sicurezza delle nostre città. Tanto gli aiuti quanto l’accertamento delle responsabilità sono un dovere di civiltà e una responsabilità nei confronti di chi ha perso la vita sotto le macerie, ma da soli non bastano. C’è bisogno di solidarietà, nel senso più alto e vero del termine: ciascuno di noi è chiamato a farsi vicino agli amici dell’Abruzzo, a garantire aiuto e amicizia non solo nell’emergenza, ma a partire da oggi anche nei mesi e negli anni a venire, fino a che la ferita non sarà risanata.

Le Acli non sono un’associazione di protezione civile, pronta ad attivarsi, come altre hanno fatto con professionalità e abnegazione, per venire incontro alle prime necessità, ma hanno un compito ugualmente importante da assolvere: ricostruire vita sociale, ripristinare la normalità dello stare insieme, dell’affrontare la quotidianità, del fare festa. Non solo le case sono necessarie per riprendere a vivere in modo degno, ma servono anche i circoli, i luoghi di ritrovo, le sedi dei servizi di prossimità cui rivolgersi per le piccole o grandi necessità che nascono con la ripresa del ritmo abituale del lavoro, della famiglia, della vita parrocchiale e comunitaria. Qui le Acli debbono esserci, per mettersi al servizio di chi ha più bisogno e per manifestare concretamente la forza dei valori che le sostengono.

Tanti nostri soci e dirigenti sono stati colpiti nei loro affetti e nei loro beni e ci chiedono di non abbandonarli, di stare loro vicini e di scommettere con loro sulla ripresa di una terra magnifica, per quanto oggi provata. Non possiamo non rispondere al loro appello: attiviamoci tutti, ciascuno secondo le proprie forze, con donazioni, gemellaggi, animazione nei campi e le mille idee che l’associazionismo sa inventare per dare corpo alla solidarietà. L’importante è non stare fermi, non delegare a qualcun altro, non chiuderci nell’egoismo. È questo il momento per testimoniare nel concreto agli amici dell’Aquila e dei tanti paesi terremotati, animati dalla speranza cristiana, la nostra fedeltà al futuro. Da costruire insieme.

domenica, aprile 19, 2009

TERREMOTO: LE ACLI DI NAPOLI ESPRIMONO SOLIDARIETÁ ALLA POPOLAZIONE ABRUZZESE E INVITANO GLI ACLISTI A VERSARE UN CONTRIBUTO

“Esprimiamo piena solidarietà alla popolazione dell’Abruzzo colpita gravemente dal terremoto”. A dichiararlo è il presidente delle Acli dI Napoli Pasquale Orlando, che lancia un appello a tutti gli aclisti partenopei: “La situazione che stanno vivendo in queste ore gli abitanti de l’Aquila e dei paesi distrutti dal terribile sisma che ha devastato la regione – afferma Orlando – è profondamente drammatica: si tratta di persone che hanno perso parenti e amici e la casa, in molti casi frutto di enormi sacrifici sostenuti per una vita intera. Perciò invitiamo tutti gli aclisti napoletani a compiere un gesto di solidarietà facendo una donazione attraverso i due conti correnti attivati dalle Acli nazionali”.
I contributi di solidarietà possono essere versati sul conto corrente bancario di Banca Etica (Iban - IT 06 M 05018 03200 000000129000) intestato a “Acli – Un aiuto per L’Aquila”; oppure su conto corrente postale intestato alle “Acli” (Iban - IT68 D07601 03200 000030577001), indicando nella causale “Acli – Un aiuto per L’Aquila”.

Le ACLI di Napoli sono anche in contatto con circoli ACLI Abbruzzesi per valutare forme di intervento diretto a sostegno dell'associazionismo e della società civile della regione colpita.

martedì, aprile 14, 2009

La guerra tra poveri. Il 5 per mille?


Mi spiace ricominciare con una polemica, soprattutto se di mezzo c’è il terremoto. Cercherò, allora, di andarci delicato: l’idea del 5 per mille all’Abruzzo è una cagata pazzesca. Otto righe di riassunto: dal 2006 si può destinare mezzo centesimo dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, indipendentemente da quello che si decide di fare con il proprio 8 per mille. I fondi raccolti (per un tetto massimo di 380 milioni di euro) possono servire: al sostegno del volontariato, delle onlus, delle associazioni di promozione sociale, delle fondazioni, di altre associazioni riconosciute; al finanziamento della ricerca scientifica e delle università; al finanziamento della ricerca sanitaria; dal 2008, anche ai Comuni di residenza, per sostenerne le attività sociali, ed alle associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal Coni. In una parola, attraverso questi soldi scorre il sangue del terzo settore, che senza quei fondi sarebbe ancora di più nei guai: io stesso, per dire, destino il mio ad una onlus, il Vides, che senza il 5 per mille non potrebbe realizzare parecchi progetti di solidarietà. L’idea geniale di Tremonti è quella di canalizzare il 5 per mille verso l’Abruzzo, per aiutare i terremotati. Che hanno bisogno di aiuto, ci mancherebbe, e che certamente sull’onda emotiva della tragedia riceverebbero (fra tre anni, visti i tempi tecnici di questo meccanismo) parecchie donazioni: tutte quelle che verrebbero tolte alla ricerca sul cancro, alle associazioni di famiglie con disabili, alle strutture di accoglienza di minori in difficoltà eccetera eccetera. È un concetto di solidarietà un po’ strano, quello di Tremonti: come se, per sfamare il mendicante che chiede i soldi sotto alla Rinascente, andassi a rapinare il venditore di fiori al semaforo. Se fate un giro sulla rete, trovate le comprensibili reazioni del terzo settore, che parla di “guerra tra poveri” e che giudica l’iniziativa del governo “inquietante e demagogica”. Anche perché un canale privilegiato per i terremotati esiste già, ed è proprio l’8 per mille: la quota destinata allo Stato, spiega il decreto del 1998 che lo istituì, deve essere ripartita tra “gli interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali”. In particolare, ”gli interventi per calamità naturali sono diretti all’attività di realizzazione di opere, di lavori o di interventi concernenti la pubblica incolumità o al ripristino di quelli danneggiati o distrutti a seguito di avversità della natura, di incendi o di movimenti del suolo. Tra detti interventi rientrano quelli di ricerca finalizzata, monitoraggio, ricognizione, sistemazione e consolidamento del territorio”. Possibile che Tremonti non lo sappia? Lo sa, lo sa. Ma il problema è che, in questi anni, l’8 per mille è diventato un bancomat milleusi: dalle falle di bilancio alle missioni militari in Afghanistan, quando serve è lì che si pesca. Con buona pace del terzo settore, che pure qualche credito lo vanterebbe: progetti non finanziati per 20-25 miliardi di euro, sostiene un’inchiesta del settimanale Vita, confermata dai calcoli del Sole 24 ore. No profit? No party.
dal blog di Andrea Sarubbi
http://andreasarubbi.wordpress.com/2009/04/14/5-per-mille-terremoto-abruzzo-tremonti/

venerdì, aprile 10, 2009

ERMETE REALACCI: "DETASSIAMO L'ANTISISMICO".


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Ora è il tempo dell’emergenza, della solidarietà e dell’unità nazionale. La priorità è portare i soccorsi e gli aiuti materiali alle popolazioni gravemente colpite dal sisma e il sistema di protezione civile del nostro paese, tra i migliori del mondo grazie anche alla collaborazione tra istituzioni e mondo del volontariato, si sta ancora una volta dimostrando all’altezza della situazione.
Quando sarà superata l’emergenza e avviato il processo di ricostruzione, però, la priorità sarà un’altra. Sarà non dimenticare, come purtroppo è sempre accaduto in passato, che il nostro è un paese fragile, costantemente a grave rischio sismico e con gran parte del patrimonio edilizio di qualità scadente. Una condizione che richiederebbe la massima attenzione quando si costruisce e che invece viene costantemente disattesa quando si da il via libera alla deregulation edilizia, alla cementificazione senza qualità, a costruzioni lontane dagli standard antisismici indispensabili in un paese dove la terra trema. Voglio ricordare che dal mese di dicembre giace senza risposta un’interrogazione parlamentare da me presentata in occasione del centenario del terremoto di Messina in cui, prendendo il caso di quell’area, che fra l’altro è la zona a maggior rischio sismico del Mediterraneo, si fa presente che se oggi si verificasse un nuovo evento sismico di magnitudo pari a quello del 1908, gran parte del patrimonio edilizio esistente nelle città di Messina e Reggio Calabria, perlopiù di qualità scadente e non rispondente ai necessari requisiti antisismici, risulterebbe gravemente danneggiato.
Le conseguenze sarebbero perciò drammatiche sia per il presumibile alto numero di vittime, sia per le moltissime persone che rimarrebbero senza casa, senza contare i danni economici alla popolazione, al territorio e allo stato. Purtroppo una situazione analoga è riscontrabile in molte altre aree del paese.
Se si avviasse immediatamente un piano straordinario di consolidamento e miglioramento sismico degli edifici pubblici e privati, non solo si potrebbe mettere in sicurezza gran parte della popolazione, ma si potrebbe rilanciare un’economia legata all’edilizia di qualità, in grado di produrre anche un rilevante effetto sul terreno occupazionale.
È proprio in questa tragica occasione che avanziamo la richiesta di una misura concreta attivabile da subito; quella di stendere il beneficio fiscale del 55%, non solo a chi ristruttura la proprio abitazione nel segno dell’efficienza energetica, ma anche a chi vuole intervenire con requisiti antisismici. E in questa direzione può essere utile la proposta di buon senso avanzata nei giorni scorsi dal ministro dello sviluppo economico Scajola di adeguare il nuovo piano per l’edilizia varato dal governo anche a misure per il miglioramento sismico degli edifici. Per inciso, tra ieri e l’altro ieri, sono da registrare due fatti positivi. Il primo riguarda il tanto discusso piano per l’edilizia di Berlusconi che è stato ulteriormente modificato in corso d’opera, introducendo un articolo “misure urgenti in materia antisismica” in sostituzione di precedente articolo “semplificazioni in materia antisismica”.
Il secondo riguarda l’approvazione all’unanimità in Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della camera della risoluzione per l’entrata in vigore delle nuove norme tecniche in materia di costruzione per rendere obbligatoria l’applicazione del decreto ministriale del 14 gennaio 2008 e abrogare le successive proroghe.
Convince molto meno, invece, l’idea del presidente del consiglio Berlusconi di costruire a l’Aquila delle “new town”, perché un conto è ricostruire la città con criteri di sicurezza, efficienza, qualità, un’altra immaginare insediamenti senza anima e identità che contrastano con le caratteristiche di quel territorio e con la sua storia. E non credo che neanche l’orgoglio e la dignità degli abruzzesi apprezzerebbe una “L’Aquila due”.

martedì, aprile 07, 2009

TERREMOTO - Centinaia di volontari da tutta Italia

TERREMOTO - Centinaia di volontari da tutta Italia Supereranno forse il migliaio i volontari che dal Trentino alla Sicilia si stanno muovendo verso l'Abruzzo: una risposta simile a quella avvenuta nel '76 per il terremoto in Friuli Venezia Giulia e nell'80 per quello dell'Irpinia.-

La Toscana: "Nostra la prima colonna partita per L'Aquila". Da Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia partono 240 volontari in totale. La protezione civile del Lazio ne manda 200.

Dalle Marche arriva un ospedale da campo con 100 persone tra medici e volontari della protezione civile; la regione allerta i suoi nosocomi. Dalla Sicilia pronti a partire tecnici con mezzi di trasporto e cucine da campo. Dall'Emilia-Romagna partono 120 volontari, mezzi e attrezzature, con una task force logistica, due moduli cucine, geometri e ingegneri. Allertata struttura mobile per anziani non autosufficienti. La protezione civile di Milano invia 50 uomini. L'Ordine dell'Abruzzo prepara una "task force" di psicologi per supportare la popolazione abruzzese. A rischio in particolare i bambini. - "Quegli anni in Friuli e in Irpinia".Nel '76 e nell'80 ci fu una grandissima mobilitazione da parte dell’Agesci. L’amarcord di Edo Patriarca (ex portavoce del Forum III settore), che ha trascorso quasi un’intera vita negli scout: "Partivamo con le nostre strutture e i nostri viveri: non volevamo pesare sulle strutture che lavoravano per la popolazione colpita. E per l’Irpinia lasciammo a casa tanti volontari che avevano chiesto di partire, erano troppi. Allora coprivamo dei buchi, oggi la struttura della protezione civile è più efficiente".

- Il "Ruggito della solidarietà".La popolare trasmissione di Radio 2 "Il ruggito del coniglio" dalle 8 del mattino stravolge la programmazione per dare voce ai cittadini. E va in onda la generosità della gente. ''I centralini sono impazziti''. - Universitari e commercianti solidali. L'Unione universitari offre posti letto agli studenti sfollati. Scatta la solidarietà dei commercianti abruzzesi: i panificatori Confesercenti riaprono i forni per produrre confezioni da 250 grammi, nei negozi a disposizione stock di acqua minerale.-

''Date un mano concreta''. Il Centro servizi per il volontariato di Pescara chiede a tutti di mettersi a disposizione per l'emergenza donando sangue e cibo. Il Banco Alimentare ha già iniziato ad inviare i prodotti nelle zone colpite.

TERREMOTO - Corsa di solidarietà per feriti e sfollatiAncora imprecisato il numero di vittime (diverse decine) del terremoto della scorsa notte in Abruzzo, così come quello degli sfollati che oscilla tra una stima di 50 mila e quella di 100 mila fatta dalla Caritas Italiana.

Berlusconi: "Requisiti gli alberghi della costa. Stasera in Consiglio dei ministri i primi provvedimenti economici". - Agli uffici nazionali della Caritas telefonate da tutte le diocesi italiane per mettersi a disposizione. La Caritas abruzzese: "Collaboriamo con la questura di Pescara per trovare alloggi a chi non potesse tornare nelle propria casa".

- Dalla Caritas di Roma un fondo di solidarietà specifico e una colletta per fronteggiare la prima fase di emergenza: "La donazione economica unico modo utile per esprimere solidarietà". La Caritas Ambrosiana si propone di coordinare gli aiuti al fine di "evitare iniziative individuali che potrebbero creare confusione o difficoltà all'opera dei soccorsi". Le Marche, regione confinante, tra le più attive: pronta la Caritas di Fermo, posti letto messi a disposizione da alberghi e istituzioni sulla costa picena.

TERREMOTO - Mobilitato il soccorso del non profitLe principali associazioni non profit di soccorso tutte mobilitate con interventi diretti e con l'apertura di conti correnti per la raccolta fondi.

- Macchina operativa Anpas. In moto la macchina operativa dei volontari della pubblice assistenze: attiva a Firenze la sala operativa nazionale. Partiti 40 mezzi da Toscana, Puglia, Lazio, Calabria e anche i gruppi cinofili. Per l'Anpas dell'Abruzzo al lavoro oltre 100 volontari e 20 ambulanze-

Avis: ''Una goccia tra le macerie''. L'associazione mobilitata per la raccolta di sangue in tutta Italia, con un appello pubblico, rilanciato anche su Facebook. Risposta immediata: nel pomeriggio il capo della Protezione civile Bertolaso dice "basta donazioni, c'è troppo sangue".-

Mobilitate le 700 Misericordie di tutta Italia. "Garantiranno tutto il loro sostegno, sala operativa nazionale a Firenze. - Croce Rossa: ''Arrivano cucine da campo e posti medici''. Inviate dalla Cri 10 mila coperte per le primissime esigenze, una cucina da campo in grado di fornire 10 mila pasti al giorno e 2 cucine da 200 pasti ciascuna per l'ospedale dell'Aquila. Dalla Cri appello per le donazioni.-

Zamberletti: "Edifici inadeguati a resistere". Una emergenza superiore a quella dell'Umbria, dice Giuseppe Zamberletti, ex ministro della Protezione civile e oggi presidente del Centro nazionale volontariato di Lucca: "Il disastro creato dall'inadeguatezza degli edifici, che non erano pronti a resistere a una scossa di tale portata".