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martedì, maggio 31, 2011

Il cetriolo italiano non è killer...



Cetrioli contaminati, niente paura. Niente paura per i cetrioli, almeno in Italia. Secondo l'Adiconsum, al momento nel nostro Paese non è stato registrato nessun caso di tossinfezione alimentare riferibile ai cetrioli contaminati provenienti dalla Spagna, grazie alla pronta reazione del sistema di allerta rapido dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss), subito entrato in azione per bloccare in via cautelativa la commercializzazione del prodotto in questione e ritirare dagli scaffali quello eventualmente già presente. L’Adiconsum ricorda tuttavia che l’indicazione d’origine per i prodotti ortofrutticoli freschi è obbligatoria da alcuni anni, e consiglia pertanto ai consumatori di orientare i propri acquisti di ortaggi e insalate destinate al consumo a crudo verso prodotti italiani almeno fino al rientro dell’emergenza, controllando le etichette obbligatorie. L'Italia detiene infatti il primato qualitativo e quantitativo nella produzione di ortofrutta in Europa.

Consumare gli ortaggi italiani. Ben 9 italiani su dieci si fidano più del cibo prodotto in Italia, perché ritenuto più fresco, garantito da maggiori controlli e perché rispetta leggi più severe. E’ quanto emerge da una indagine Coldiretti/Swg divulgata in riferimento all’epidemia del batterio E.coli provocata in Europa. Una analisi che - sottolinea la Coldiretti - avvalora la sostanziale tenuta dei consumi di verdure crude in Italia . L’Italia ha importato cetrioli e cetriolini dalla Spagna per un quantitativo che ha superato gli 8 milioni di chili nel 2010, con l’ ortofrutta fresca - spiega la Coldiretti - rappresenta una delle principali voci per un valore di 591 milioni di euro e in questo momento il nostro Paese è invaso da pesche, albicocche, ciliegie e susine provenienti dalla penisola iberica. Quanto al batterio, un ceppo raro e aggressivo dell'Escherichia Coli, è responsabile di trasmettere una tossina che, dall’intestino, attraverso il sangue “migra” nei reni provocando la sindrome emolitico uremica. Si inizia con una diarrea senza febbre, che presto diventa emorragica con dolori addominali, a cui segue una insufficienza renale acuta. E’ proprio questa complicanza che ha interessato le persone intossicate in Germania e anche in Olanda, particolarmente grave perché resistente agli antibiotici.

Una decina di morti, un migliaio di infetti in Germania e decine di casi sospetti in altri paesi europei, questo il bilancio in continuo aggiornamento provocato dal batterio Escherichia coli che sarebbe presente in una fornitura di cetrioli importati dall’Olanda e dall’Andalusia, regione della Spagna. L’istituto berlinese per la salute pubblica “Robert Koch” conferma l’infezione, ma in Spagna non risulta al momento nessun caso conclamato e quindi il batterio potrebbe provenire da altri paesi. Secondo l’agenzia di stampa ceca “Ctk” infatti, alcuni dei cetrioli erano arrivati in Spagna dalla repubblica ceca. Intanto il Centro europeo per la prevenzione e il controllo (Ecdc) fa sapere di altri casi segnalati in Svezia, Danimarca, Gran Bretagna, Austria, Olanda, Svizzera, mentre in Francia ci sono delle situazioni “in corso di accertamento”.

Adriana Ruggeri

mercoledì, settembre 02, 2009

Chiudete il C.T.O. Centro Traumatologico Ortopedico.


di Giovanni Laino

In agosto ho dovuto frequentare il Solo dopo alcuni giorni ho capito il senso di un manifesto pubblicitario che nella hall avverte: abbi fegato ! Ho dedotto come mai i pazienti fossero tutti di ceto popolare. Anche i ricchi si rompono le ossa ma evidentemente vanno altrove.
Le vittime non sono valutatori indipendenti e obiettivi. Nelle singole esperienze dei parenti dei ricoverati in un ospedale napoletano si è troppo presi dalle emozioni e dalle diverse forme del patire per poter dare un giudizio obiettivo sulla sanità ospedaliera. Certo è che al CTO non si fa alcuna somministrazione di questionari per rilevare il grado di soddisfazione dei beneficiari. Forse le autorità immaginano gli esiti e quindi non fanno questi rilievi, previsti nella carta dei servizi.
La mia amica, ricoverata per quasi trenta giorni, non è stata fra i morti (fisiologici ?) del periodo. Non è stata neanche quella che ha saltato diverse volte la cura in camera iperbarica per assenza dell’autoambulanza. Ha dormito solo una notte in corridoio. L’operazione è riuscita e lei è anche sopravvissuta. Solo un paio di volte abbiamo dovuto evitare la somministrazione della terapia destinata alla ricoverata del letto a fianco subendo pochi altri errori (anche gravi) e ritardi. Abbiamo fatto un bel po’ di esercizi di pazienza per chiedere e ottenere l’assistenza sanitaria e infermieristica, facendo un difficile slalom fra disfunzioni, modi di fare quasi sempre discrezionali e confusione fra diritti e favori.
Medici e infermieri non mancano di professionalità, modi gentili ed operosità, ma sembrano essersi assuefatti ad uno standard di servizi decisamente scadente. Come in altri ospedali, l’assistenza alberghiera è carente, le stanze per diversi aspetti sono fuori norma, gli infermieri fanno le pause sonno e pasti negli orari di lavoro e non di rado attuano velate strategie per minimizzare le loro fatiche, evitando o rinviando servizi e terapie.
Facendo molti sudoku nella sala di attesa che ha due sedie buone e dieci rotte, mi è venuto in mente che stavo facendo un sudoku ben più complicato nel reparto.
Come il sapere medico incarnato in una tipica struttura ospedaliera, il gioco si presenta chiaro nelle regole, suggerisce certezze con l’uso dei numeri e di una griglia rigida e simmetrica. Il grado di difficoltà del gioco è dato dalla patologia. Spesso però persone anziane che hanno già qualche malanno cadono fratturandosi le ossa e allora, come per il magistrato Ivan Il'ič, una caduta può essere l’inizio di un percorso – non privo di misteri- che porta alla morte. In alcuni casi nel gioco subentrano regole non previste: sparisce qualche numero e allora la soluzione dipende dalla fortuna.
Dall’arrivo al pronto soccorso, dove la condizione dei cessi è già un chiaro biglietto da visita dell’ospedale, devi capire come inserire i numeri giusti al posto giusto. Ti rendi conto che oltre alla regola base più semplice, ci sono altri saperi e tecniche di adattamento che devi apprendere. Infatti c’è il modo per avere un posto in un letto anzicchè in una barella, o in una stanza singola ufficialmente dichiarata inutilizzabile, oppure nell’unica singola operativa, sicura se si è un’autorità civile o religiosa. Più occasionale risulta la benevolenza dell’infermiere per restare in stanza ad assistere il proprio congiunto, non esistendo un chiaro e trasparente modo di rilascio di permessi. Il medico di turno accoglie i familiari dei pazienti per dare spiegazioni che spesso però nel tempo non sono coerenti, talvolta contraddittorie, ripropongono l’antica abitudine che un chirurgo mi chiarì tempo fa con uno slogan: il miglior rapporto con il paziente il medico lo ha sul tavolo operatorio, quando dorme e non disturba !
E dire che ho frequentato la seconda divisione, quella più moderna ! Altre, del tutto sottoutilizzate, ricordano scene da anni Sessanta, in una struttura che era nata come centro di cure di prim’ordine. So che a Napoli e in altre città del Sud c’è di peggio ma, tenendo da parte la rabbia per il maltrattamento subito, onestamente vi dico: chiudete quell’ospedale !

lunedì, giugno 30, 2008

Diritto alla salute e ticket

Stampa e mass media hanno dato poco risalto alla sentenza 13 giugno 2008 n. 203 con la quale la Corte Costituzionale, nel dichiarare non fondate le questioni di legittimità costituzionale di alcune disposizioni della legge finanziaria 2007 che prevedevano, per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, il pagamento di una quota fissa sia sulle ricette che sulle prestazioni erogate in regime di pronto soccorso ospedaliero non seguite da ricovero, ha ribadito alcuni rilevanti principi in tema di contenimento della spesa sanitaria. Il giudice delle leggi, premesso che la spesa sanitaria deve essere resa compatibile con la limitatezza delle disponibilità finanziarie che annualmente è possibile destinare, nel quadro di una programmazione generale degli interventi di carattere assistenziale e sociale, al settore sanitario, ha posto in rilievo che l’autonomia legislativa concorrente delle Regioni nel settore della tutela della salute e, in particolare, nell’ambito della gestione del servizio sanitario, incontra limiti alla luce degli obiettivi della finanza pubblica e del contenimento della spesa. Proprio nell’ottica di assicurare l’uniformità delle prestazioni che rientrano nei livelli essenziali di assistenza (LEA), spetta allo Stato determinare la ripartizione dei costi relativi a tali prestazioni tra il Servizio sanitario nazionale e gli assistiti, sia prevedendo specifici casi di esenzione a favore di determinate categorie di soggetti, sia stabilendo soglie di compartecipazione ai costi, uguali in tutto il territorio nazionale. L’esigenza di adottare misure efficaci di contenimento della spesa e la necessità di garantire, nello stesso tempo, a tutti i cittadini, a parità di condizioni, una serie di prestazioni che rientrano nei livelli essenziali di assistenza - si legge nella motivazione della sentenza - rende, pertanto, compatibile con la Costituzione la previsione di un ticket fisso che, originariamente introdotto in funzione di dissuasione del consumo eccessivo di medicinali, successivamente ha assunto, per effetto dell’evoluzione legislativa, la funzione di finanziamento della spesa sanitaria e valenza di strumento per la riduzione della spesa pubblica. La Corte ha, infine, precisato che se la previsione di un ticket fisso non costituisce l’unica forma possibile per realizzare gli obiettivi di contenimento della spesa, essa è, comunque, pienamente legittima sotto il profilo costituzionale. Il ticket, infatti, persegue lo scopo di evitare l’aumento incontrollato della spesa sanitaria derivante dall’inesistenza di ogni forma di compartecipazione ai costi da parte degli assistiti nonché consente di non rendere particolarmente onerose nelle diverse Regioni prestazioni che si collocano nella fascia delle prestazioni minime indispensabili in modo da assicurare a tutti i cittadini il godimento del diritto alla salute.

martedì, agosto 07, 2007

FESTA DELL’OLIO …e il sapore diventa musica SAN LORENZO MAGGIORE (BN) 12-13 AGOSTO

Dal 12 al 13 agosto San Lorenzo Maggiore ospiterà la dodicesima Festa dell’Olio, evento dedicato ad uno dei prodotti di punta del territorio: il pregiato olio extravergine. Il programma della manifestazione punta alla valorizzazione del prodotto attraverso gli incontri tematici, i convegni, le degustazioni, le esposizioni dei frantoi e a rendere più interessante la proposta ci sarà un percorso nel centro storico destinato interamente alla pittura.
Infatti il Comune di san Lorenzo Maggiore per la prima volta abbina il prodotto olio alla pittura e alla musica, tanti artisti animeranno il centro storico e tutti coloro che vogliono partecipare al primo premio nazionale d’arte contemporanea: i colori dell’olio a cura di Federico Borreca e con la direzione artistica di Antonio Sole, possono farlo contattando l’organizzazione.

Programma
Domenica 12
ore 20.00 Piazza Roma
Primo Festival dell¹olio
convegno, presentazione dei frantoi, degustazioni e premiazione
saluti
Carmine NARDONE Presidente Provincia di Benevento Angelo FASULO Sindaco di San Lorenzo Maggiore
relatori
Luigi AURIEMMA Direttore provinciale Coldiretti Benevento Aurelio GRASSO Direttore provinciale C.I.A. Benevento Manfredi PASCARELLA Dirigente Confagricoltura Antonio CAMPESE Presidente regionale Confartigianato Alberto MARTINO STA.PA. CePICA Benevento Giuseppe MEOLA Presidente proviciale APROL Carmine BORRECA Presidente nazionale A.N.F.O.
Pasqualino DI PALMA Presidente L¹Olivicola di San Lupo
ore 21.00 Piazza Roma
Cantica Popularia
il suono della tradizione campana
ore 21.00 Largo di Corte
L’epoca della Piedigrotta
Posteggia napoletana
ore 21.00 Piazza Municipio
The dream of butterfly
ore 21.00 Largo Soprasanti
Gianluca Giordano e la sua fisarmonica
ore 21.00 Viale Palazzese
Momenti di Musica - Michele Di Maina
lunedì 13
ore 19.00 Largo di Corte
convegno L¹olio fa bene alla salute
saluti
Nino LOMBARDI Presidente Comunità Montana del Titerno Angelo FASULO Sindaco di San Lorenzo Maggiore
relatori
Salvatore IANNOTTI Presidente FIRE San Lorenzo Maggiore Massimo AGRESTI Direttore Cattedra Clinica Chirurgica Seconda Università degli Studi di Napoli Annamaria GIANGREGORIO Direttore Distretto Sanitario Telese Terme Pasquale DI GUIDA Direttore Sanitario Ospedale Madonna delle Grazie Cerreto Sannita Carla O. MORO Scienze dell¹Alimentazione e Tossicologia degli alimenti - Facoltà di Farmacia Università Federico II
modera
Tullio CUSANO Direttore Generale Ospedale Monaldi di Napoli
Premiazione prima edizione premio di pittura I colori dell¹olio Premiazione terza edizione della Palma d¹argento di San Lorenzo Martire
ore 21.00 Piazza Roma
Ariacorte
pizziche e suoni dal salento
ore 21.00 Largo di Corte
Liscio...come l’olio
esibizione scuole di ballo
ore 21.00 Piazza Municipio
Acoustic Tribe
ore 21.00 Largo Soprasanti
Angelo e la sua chitarra
ore 21.00 Viale Palazzese
Locman

domenica, luglio 15, 2007

Dentrifici sequestrati: il rischio si allontana

Il ministero della Salute ieri ha reso noti i risultati delle analisi preliminari effettuate dall'Istituto superiore di sanità sui primi campioni di dentifricio contraffatti sequestrati dai carabinieri dei Nas nei giorni scorsi. L'esito è fortunatamente negativo: i dentifrici non contengono dietilenglicole, un ingrediente che in quantità elevate può essere potenzialmente nocivo per la salute.

L'allarme era stato lanciato il 29 maggio dal Centro-America per alcuni dentifrici contraffatti di provenienza cinese e l'Unione europea ha immediatamente allertato i Paesi membri della possibile presenza di dietilenglicole in alcune confezioni di dentifrici contraffatti. A seguito della segnalazione, le autorità spagnole ad inizio luglio hanno rilevato la presenza di dietilenglicole in alcuni dentifrici sospetti provenienti dalla Cina. In Italia sono state sequestrate dai Nas in via amministrativa quasi 20 mila confezioni di dentifricio potenzialmente a rischio e inviate all'Istituto superiore di sanità per le analisi.

Le confezioni contraffatte a marchio "Colgate" sequestrate in Italia presentano etichette diverse in varie lingue straniere. In ogni caso non riportano le indicazioni in italiano, come da obbligo di legge, e la provenienza dei prodotti è extraeuropea.
I risultati delle analisi sono quindi rassicuranti. Consigliamo comunque ai consumatori di leggere sempre attentamente le etichette prima di acquistare i prodotti.

domenica, luglio 08, 2007

Sanità: analisi in corso dopo maxi sequestro di dentrifici contraffatti


I Carabinieri dei Nas del Ministero della Salute hanno provveduto a "sequestrare in via amministrativa quasi 20mila confezioni di dentifricio a marchio 'Colgate', di cui si sospetta una possibile contraffazione, in 53 esercizi commerciali di vario genere in 27 province".

Lo ha reso noto il ministero della Salute, specificando che "i Carabinieri dei Nas hanno provveduto ad inviare all'Istituto superiore di sanita' 61 campioni delle confezioni sequestrate per l'effettuazione delle analisi di laboratorio utili a verificare l'eventuale presenza di agenti nocivi per la salute".

L'allarme - riferisce lo stesso ministero di Lungotevere Ripa, in una nota - era scattato dopo la notizia di sequestri in Spagna e Canada di confezioni di dentifrici provenienti da Paesi non appartenenti all'Unione europea, con marchio Colgate contraffatto, e contenenti agenti nocivi per la salute.

I controlli dei carabinieri della salute riguardano tutto il territorio nazionale.
I risultati "sono attesi i primi giorni della prossima settimana". "Al momento non e' dato sapere -specifica il Ministero- se queste partite, al di la' del fatto di essere comunque non in regola sul piano amministrativo con le norme commerciali, possano rappresentare anche un pericolo per la salute. Saranno le analisi chimiche e microbiologiche in corso presso l'Istituto superiore di sanita' a verificarlo".

I sequestri sono avvenuti nelle province di Aosta, Brescia, Sondrio, Cremona, Mantova, Genova, Milano, Varese, Padova, Torino, Trento, Treviso, Bologna, Firenze, Prato, Latina, Livorno, Parma, Reggio Emilia, Chieti, Roma, Sassari, Rieti, Bari, Reggio Calabria, Cosenza.

Allarme dopo il ritiro dal commercio di centomila tubetti in Spagna I Nas bloccano la vendita nei supermercati di Roma e di altre quattro città Dentifricio Colgate contraffatto - Sequestri in Italia: "E' tossico" In alcuni campioni la presenza di dietilenglicolo, sostanza nociva per la salute da La Repubblica

ROMA - Il marchio sul tubetto è quello di Colgate ma il dentifricio è contraffatto: potrebbe contenere una sostanza tossica. I carabinieri del Nas ne hanno sequestrato circa ventimila confezioni nei supermercati di Roma, Cremona, Firenze, Genova e Aosta ma qualche giorno fa, in Spagna la polizia ha ritirato dal commercio quasi 100 mila tubetti: in una decina di tubetti, gli analisti hanno rintracciato tracce di dietilenglicolo, una sostanza nociva per la salute dell'uomo.
Allertati gli uffici di dogana nei porti e negli aeroporti italiani. Il ministero della Salute ha inviato un telegramma informativo anche ai dodici centri antiveleni del Paese perché si attrezzino per combattere possibili intossicazioni.
Sui tubetti contraffatti Colgate è scritto Tri Leaf Spearmint; sono confezioni da 140 grammi, con etichetta scritta in inglese. "Campioni delle partite sequestrate - è scritto in una nota del ministero della Salute - sono stati inviati all'Istituto superiore di sanità per effettuare le analisi sull'eventuale presenza di elementi nocivi per salute".
L'Agenzia di medicina che ha condotto le analisi sulla partita sequestrata in Spagna, ha assicurato tuttavia che i rischi per la salute sono minimi: "Il dietilenglicolo risulta tossico solo se viene ingerito in grandi quantità. Un bimbo di 12 anni per essere intossicato deve inghiottire un tubo intero da 80 millilitri". Ma la preoccupazione tra i biologi del ministero della Salute è alta e controlli dei Nucleo antisofisticazione dei carabinieri sono stati ordinati su tutta la penisola.
I dentifrici contraffati proverrebbero dalla Cina e dall'Africa; hanno raggiunto l'Europa eludendo i controlli sanitari alle frontiere. Secondo El
Pais, a Valencia, in Spagna, almeno 10 mila tubetti sono stati distribuiti anche negli ospedali della città. Già a maggio, scrivono i media spagnoli, la Commissione europea aveva avvisato le autorità spagnole dell'esistenza di dentifricio irregolare proveniente da paesi africani. Problema che non riguarda solo il vecchio continente. Novecentomila tubi illegali di pasta dentifricia proveniente dalla Cina sono stati sequestrati anche negli Stati Uniti il mese scorso.

venerdì, aprile 06, 2007

Uova di Pasqua: “Occhio alle sorprese”


Uova di Pasqua, Lega Consumatori Acli Campania:
“Occhio alle sorprese”
Napoli, 5 aprile 2007 - Un vademecum per aiutare i genitori ad acquistare uova di cioccolato con sorprese non pericolose. Lo ha predisposto lo sportello Sos Mamma di Lega Consumatori Acli in collaborazione con l’Istituto italiano sicurezza dei giocattoli ed il portale BambinoNaturale. La promozione del vademecum avverrà in tutta la Campania attraverso gli sportelli dell'associazione consumeristica, presieduta da Pasquale Orlando, che afferma: "E' necessario porre la massima attenzione, in questo periodo, a scegliere prodotti che contengano sorprese che non rappresentino potenziali pericoli nei confronti dei più piccoli, per i quali la Pasqua rappresenta un momento di gioia ed attesa di scoprire che cosa c'è nell'uovo. Invitiamo, quindi, a non comprare uova le cui sorprese siano di dubbia provenienza, magari assemblate o realizzate da bambini, che dall'altra parte del mondo, sono vittime di schiavitù."

Ecco i consigli prima dell’acquisto:

- Controllate che l’etichetta dell’uovo di cioccolato - nella parte riferita alla sorpresa - riporti le seguenti indicazioni obbligatorie per legge: - la marcature CE che significa “conformità alle norme europee”;- l’indicazione relative all’età per cui il giocattolo è ritenuto adatto (in assenza di un’età consigliata si presuppone che il giocattolo sia adatto per bambini di tutte le età, da 0 a 14 anni).
- Attenzione: le regole di marcatura CE e l’indicazione relativa all’età valgono solo nel caso di giocattoli. Nel dettaglio “si definisce giocattolo qualsiasi prodotto o materiale disegnato e chiaramente inteso per uso nel gioco da bambini di età inferiore ai 14 anni.” In questo senso, ad esempio, sorprese quali le imitazioni di articoli da bigiotteria, i modellini dettagliati in scala per collezionisti, le bamboline decorative folk o oggetti simili non sono ritenute giocattoli.

I consigli dopo l’acquisto:

- Oltre al marchio CE e alle avvertenze sulle fasce d’età consigliata, controllate che l’imballaggio della sorpresa rechi le seguenti indicazioni obbligatorie per legge: il nome e/o la ragione sociale e/o il marchio, l’indirizzo del fabbricante o importatore o distributore (in modo da poterlo contattare in caso di problemi); le istruzioni d’uso ed eventuali avvertenze aggiuntive in lingua italiana (leggetele e conservatele: vi serviranno per spiegare il corretto funzionamento del gioco al bambino).

- Poiché le indicazioni obbligatorie sono spesso attestate dal produttore mediante un’autocertificazione, verificate che le avvertenze sulle fasce d’età consigliata siano attendibili e che la sorpresa non possa in alcun modo rappresentare un pericolo per vostro figlio. In particolare: l’assenza di piccole parti che possano essere inalate o ingerite; l’assenza di parti appuntite o taglienti, ingranaggi non adeguatamente protetti, chiusure automatiche pericolose; che i materiali impiegati siano robusti, atossici e non facilmente infiammabili.

sabato, febbraio 17, 2007

Il ministro della Salute va alla guerra: guadagnare salute.

Livia Turco ha varato il suo piano per combattere diete errate ed eccessi che provocano gravi patologie Richiamo alla responsabilità, non punizioni alla Blair

Il progetto o «libro bianco», approvato ieri dal Consiglio dei ministri, ha un nome assai impegnativo, ancorché opaco: «Guadagnare salute». Frutto, come ha spiegato il ministro della Salute Livia Turco, del lavoro di ben nove ministeri, nasce dall’esigenza di sensibilizzare l’opinione pubblica e di promuovere campagne informative sui danni dell’errata alimentazione e dell’obesità, nonché del fumo e dell’eccesso di alcol.
Le probabilità che insorgano gravi patologie - disturbi cardiovascolari, tumori, diabete, malattie respiratorie, responsabili di morti precoci e di anni di vita funestati dalla malattia e dalla necessità continua di assistenza medica - potrebbero essere, in qualche misura, ridotte, evitando diete ipercaloriche e fuggendo alla tentazione di fumo e alcol. Considerati, da sempre, nemici della salute, come recita un antico detto, in auge nell’Ottocento: «Bacco, tabacco e Venere riducon l’uomo in cenere».
Il Sud perde la dieta mediterranea «virtuosa»
Difficile, dunque, avanzare riserve su un obiettivo così rispettabile come quello di tutelare e di migliorare la salute dei cittadini, al Nord e al Sud, che, a quanto pare, stando al rapporto Osservasalute 2006, stanno perdendo abitudini «virtuose» come la dieta mediterranea. Del resto che la prima medicina sia l’autocura, l’educazione alla salute, lo sosteneva già il padre della Medicina, Ippocrate, e Regimen, una delle sue opere più celebri, rimanda proprio al significato di «regola di vita».
La scelta di diffondere l’idea che la salute rappresenta innanzitutto una responsabilità individuale, peraltro ormai adottata in tutti i Paesi dell’Europa occidentale, può essere condivisa, purché naturalmente non siano messe in ombra le determinanti ambientali, sociali ed economiche che influiscono sui destini sanitari degli individui. E a patto, ancora, che l’ideale di salute pubblica non scivoli pericolosamente verso una forma di salutismo di Stato. Rassicura, comunque, il fatto che il progetto ministeriale - che mutua termini guerreschi come task force, campagne, nemici ecc. - non introduca però intenti coercitivi e punitivi come quelli proposti in Gran Bretagna, che tendono a colpire con un ticket maggiorato le visite e le analisi di coloro che si ammalano per i loro stili di vita.

La malattia e il peccato della trasgressione
Il ministro Livia Turco, anzi, ha tenuto a prendere nettamente le distanze dalla gelida Albione, definendo la ventilata procedura punitiva caldeggiata da Tony Blair una «via drastica, quasi vendicativa o comunque di stampo giustizialistico nei confronti dei cittadini, che sembra non tener conto dei molteplici fattori economici, sociali, mentali che stanno quasi sempre dietro un comportamento a rischio per la propria salute».
Nessuna «punizione», dunque. Se non vogliamo parlare, in generale, di quella di «sapere», in questo nostro tempo, che il nostro destino sanitario, prima ineluttabile, legato al fato e immerso in un’aura di sacralità e di mistero, è, come non mai, nelle nostre mani, come la parentela biologica, la costituzione genetica.
In un contesto di accelerazione del processo di medicalizzazione della vita, i malati saranno i trasgressori dell’ordine medico-sanitario, mentre le malattie saranno le sanzioni per la disubbidienza. Si apre uno scenario in cui «la salute e la malattia - ha scritto lo psicologo Aldo Carotenuto - si contendono l’uomo come il Bene e il Male: la sanità è diventata sinonimo di salvezza e la malattia evoca lo spettro del peccato».