(ASCA) - Roma, 2 feb - Il Ministro della Salute Livia Turco ha incontrato oggi a Napoli il Commissario per l'emergenza rifiuti Gianni De Gennaro per fare il punto della situazione con particolare riferimento ai rischi per la salute connessi con il mancato smaltimento dei rifiuti nelle strade della citta' e della provincia. Lo rende noto un comunicato in cui si ricorda che il Ministero della Salute e' coinvolto direttamente con un proprio distaccamento, coordinato dal Capo dipartimento per la prevenzione Donato Greco, con il compito di coadiuvare il Commissario De Gennaro nella verifica dell'impatto sulla salute dei nuovi siti individuati dal piano messo a punto per lo smaltimento dei rifiuti. Nel frattempo - prosegue la nota - stanno andando avanti i rilievi ambientali e sanitari da parte delle Asl e dell'Iss per accertare lo stato di salute della popolazione delle zone interessate all'emergenza. I primi risultati illustrati oggi al Ministro Turco, non rilevano eccessi di patologie che possano essere connesse alla presenza di rifiuti nelle strade. Il distaccamento del Ministero della Salute sta inoltre procedendo alla realizzazione di una campagna di comunicazione rivolta alla popolazione per incentivare la raccolta differenziata e per fornire informazioni corrette sui reali rischi per la salute connessi ai rifiuti. ''Il lavoro che stiamo svolgendo insieme al prefetto De Gennaro - ha detto il Ministro - testimonia quanto sia importante poter lavorare insieme in un campo dove purtroppo si e' fatta e si fa molta disinformazione spesso motivata da paure e sospetti sul pericolo per la salute dei rifiuti, che oggi, alla luce dei risultati delle analisi che mi sono stati illustrati, appare fortunatamente molto ridimensionato se non del tutto smentito. Si tratta quindi di promuovere un'intensa attivita' di informazione ai cittadini, coinvolgendo le autorita' sanitarie locali, i medici di famiglia e gli operatori dell'ambiente, per chiarire che la vera emergenza non e' la salute ma quella di rimuovere presto e bene i rifiuti dalle strade. I cittadini - prosegue il ministro della Salute - devono sapere che nessun sito per lo smaltimento sara' aperto senza il nulla osta sanitario del Ministero della Salute. E' la prima volta nella storia lunghissima dei rifiuti in Campania che il Ministero della Salute e il Commissario lavorano insieme e a stretto contatto. E' la strada giusta - conclude la Turco - per dare risposte serie e documentate a quanto i cittadini ci chiedono per la loro tranquillita' e per la tutela della salute dei loro figli''. com-sam/sam/alf
A partire dall'esperienza associativa vissuta nelle ACLI e da quella amministrativa a Napoli e Castellammare di Stabia utilizzo questo spazio per affrontare i temi del dialogo tra le generazioni, del lavoro, della formazione, del welfare, della partecipazione e della loro necessaria innovazione.
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sabato, febbraio 02, 2008
martedì, maggio 29, 2007
I Nas nelle scuole? "I ragazzi ci rideranno in faccia"
Gli operatori impegnati nella prevenzione a scuola commentano la proposta del ministro Turco di inviare i Nas a fare controlli antidroga tra gli studenti.
- Don Gino Rigoldi (Comunità Nuova): "Non sappiamo più parlare ai ragazzi, allora mandiamo i carabinieri". "Ogni settimana scopro che insegnanti, genitori e studenti non si parlano e sanno poco di droghe". "Non serve essere autoritari, i ragazzi ti ridono in faccia".
- Mongardi (La Rupe, Bologna): "Si creerebbe una situazione da ‘guardie e ladri’...". "Così si distruggono le basi della prevenzione".
- Clavario (Strada Facendo, Pescara). "Sarebbe un disastro". "Se militarizziamo la scuola e criminalizziamo i ragazzi, questi si sentiranno traditi e perderemo ogni possibilità di interagire con chi consuma droghe e con chi è a rischio". vai>>
- Don Vinicio Albanesi: "Questi genitori 'adolescenti', che non hanno più il coraggio di dire cosa è bene e cosa è male". NEL BLOG>>
- "Più psicologi e meno carabinieri nelle scuole", dice l'Ordine degli psicologi della Lombardia. "Inserire i Nas a scuola è come chiudere il serraglio quando le mucche sono già scappate".
- Gonnella (Antigone) annuncia le dimissioni dalla Consulta sulle dipendenze istituita dallo stesso ministro della Salute.
da Redattore sociale. http://www.redattoresociale.it/
- Don Gino Rigoldi (Comunità Nuova): "Non sappiamo più parlare ai ragazzi, allora mandiamo i carabinieri". "Ogni settimana scopro che insegnanti, genitori e studenti non si parlano e sanno poco di droghe". "Non serve essere autoritari, i ragazzi ti ridono in faccia".
- Mongardi (La Rupe, Bologna): "Si creerebbe una situazione da ‘guardie e ladri’...". "Così si distruggono le basi della prevenzione".
- Clavario (Strada Facendo, Pescara). "Sarebbe un disastro". "Se militarizziamo la scuola e criminalizziamo i ragazzi, questi si sentiranno traditi e perderemo ogni possibilità di interagire con chi consuma droghe e con chi è a rischio". vai>>
- Don Vinicio Albanesi: "Questi genitori 'adolescenti', che non hanno più il coraggio di dire cosa è bene e cosa è male". NEL BLOG>>
- "Più psicologi e meno carabinieri nelle scuole", dice l'Ordine degli psicologi della Lombardia. "Inserire i Nas a scuola è come chiudere il serraglio quando le mucche sono già scappate".
- Gonnella (Antigone) annuncia le dimissioni dalla Consulta sulle dipendenze istituita dallo stesso ministro della Salute.
da Redattore sociale. http://www.redattoresociale.it/
sabato, febbraio 17, 2007
Il ministro della Salute va alla guerra: guadagnare salute.
Livia Turco ha varato il suo piano per combattere diete errate ed eccessi che provocano gravi patologie Richiamo alla responsabilità, non punizioni alla Blair
Il progetto o «libro bianco», approvato ieri dal Consiglio dei ministri, ha un nome assai impegnativo, ancorché opaco: «Guadagnare salute». Frutto, come ha spiegato il ministro della Salute Livia Turco, del lavoro di ben nove ministeri, nasce dall’esigenza di sensibilizzare l’opinione pubblica e di promuovere campagne informative sui danni dell’errata alimentazione e dell’obesità, nonché del fumo e dell’eccesso di alcol.
Le probabilità che insorgano gravi patologie - disturbi cardiovascolari, tumori, diabete, malattie respiratorie, responsabili di morti precoci e di anni di vita funestati dalla malattia e dalla necessità continua di assistenza medica - potrebbero essere, in qualche misura, ridotte, evitando diete ipercaloriche e fuggendo alla tentazione di fumo e alcol. Considerati, da sempre, nemici della salute, come recita un antico detto, in auge nell’Ottocento: «Bacco, tabacco e Venere riducon l’uomo in cenere».
Il Sud perde la dieta mediterranea «virtuosa»
Difficile, dunque, avanzare riserve su un obiettivo così rispettabile come quello di tutelare e di migliorare la salute dei cittadini, al Nord e al Sud, che, a quanto pare, stando al rapporto Osservasalute 2006, stanno perdendo abitudini «virtuose» come la dieta mediterranea. Del resto che la prima medicina sia l’autocura, l’educazione alla salute, lo sosteneva già il padre della Medicina, Ippocrate, e Regimen, una delle sue opere più celebri, rimanda proprio al significato di «regola di vita».
La scelta di diffondere l’idea che la salute rappresenta innanzitutto una responsabilità individuale, peraltro ormai adottata in tutti i Paesi dell’Europa occidentale, può essere condivisa, purché naturalmente non siano messe in ombra le determinanti ambientali, sociali ed economiche che influiscono sui destini sanitari degli individui. E a patto, ancora, che l’ideale di salute pubblica non scivoli pericolosamente verso una forma di salutismo di Stato. Rassicura, comunque, il fatto che il progetto ministeriale - che mutua termini guerreschi come task force, campagne, nemici ecc. - non introduca però intenti coercitivi e punitivi come quelli proposti in Gran Bretagna, che tendono a colpire con un ticket maggiorato le visite e le analisi di coloro che si ammalano per i loro stili di vita.
La malattia e il peccato della trasgressione
Il ministro Livia Turco, anzi, ha tenuto a prendere nettamente le distanze dalla gelida Albione, definendo la ventilata procedura punitiva caldeggiata da Tony Blair una «via drastica, quasi vendicativa o comunque di stampo giustizialistico nei confronti dei cittadini, che sembra non tener conto dei molteplici fattori economici, sociali, mentali che stanno quasi sempre dietro un comportamento a rischio per la propria salute».
Nessuna «punizione», dunque. Se non vogliamo parlare, in generale, di quella di «sapere», in questo nostro tempo, che il nostro destino sanitario, prima ineluttabile, legato al fato e immerso in un’aura di sacralità e di mistero, è, come non mai, nelle nostre mani, come la parentela biologica, la costituzione genetica.
In un contesto di accelerazione del processo di medicalizzazione della vita, i malati saranno i trasgressori dell’ordine medico-sanitario, mentre le malattie saranno le sanzioni per la disubbidienza. Si apre uno scenario in cui «la salute e la malattia - ha scritto lo psicologo Aldo Carotenuto - si contendono l’uomo come il Bene e il Male: la sanità è diventata sinonimo di salvezza e la malattia evoca lo spettro del peccato».
Il progetto o «libro bianco», approvato ieri dal Consiglio dei ministri, ha un nome assai impegnativo, ancorché opaco: «Guadagnare salute». Frutto, come ha spiegato il ministro della Salute Livia Turco, del lavoro di ben nove ministeri, nasce dall’esigenza di sensibilizzare l’opinione pubblica e di promuovere campagne informative sui danni dell’errata alimentazione e dell’obesità, nonché del fumo e dell’eccesso di alcol.
Le probabilità che insorgano gravi patologie - disturbi cardiovascolari, tumori, diabete, malattie respiratorie, responsabili di morti precoci e di anni di vita funestati dalla malattia e dalla necessità continua di assistenza medica - potrebbero essere, in qualche misura, ridotte, evitando diete ipercaloriche e fuggendo alla tentazione di fumo e alcol. Considerati, da sempre, nemici della salute, come recita un antico detto, in auge nell’Ottocento: «Bacco, tabacco e Venere riducon l’uomo in cenere».
Il Sud perde la dieta mediterranea «virtuosa»
Difficile, dunque, avanzare riserve su un obiettivo così rispettabile come quello di tutelare e di migliorare la salute dei cittadini, al Nord e al Sud, che, a quanto pare, stando al rapporto Osservasalute 2006, stanno perdendo abitudini «virtuose» come la dieta mediterranea. Del resto che la prima medicina sia l’autocura, l’educazione alla salute, lo sosteneva già il padre della Medicina, Ippocrate, e Regimen, una delle sue opere più celebri, rimanda proprio al significato di «regola di vita».
La scelta di diffondere l’idea che la salute rappresenta innanzitutto una responsabilità individuale, peraltro ormai adottata in tutti i Paesi dell’Europa occidentale, può essere condivisa, purché naturalmente non siano messe in ombra le determinanti ambientali, sociali ed economiche che influiscono sui destini sanitari degli individui. E a patto, ancora, che l’ideale di salute pubblica non scivoli pericolosamente verso una forma di salutismo di Stato. Rassicura, comunque, il fatto che il progetto ministeriale - che mutua termini guerreschi come task force, campagne, nemici ecc. - non introduca però intenti coercitivi e punitivi come quelli proposti in Gran Bretagna, che tendono a colpire con un ticket maggiorato le visite e le analisi di coloro che si ammalano per i loro stili di vita.
La malattia e il peccato della trasgressione
Il ministro Livia Turco, anzi, ha tenuto a prendere nettamente le distanze dalla gelida Albione, definendo la ventilata procedura punitiva caldeggiata da Tony Blair una «via drastica, quasi vendicativa o comunque di stampo giustizialistico nei confronti dei cittadini, che sembra non tener conto dei molteplici fattori economici, sociali, mentali che stanno quasi sempre dietro un comportamento a rischio per la propria salute».
Nessuna «punizione», dunque. Se non vogliamo parlare, in generale, di quella di «sapere», in questo nostro tempo, che il nostro destino sanitario, prima ineluttabile, legato al fato e immerso in un’aura di sacralità e di mistero, è, come non mai, nelle nostre mani, come la parentela biologica, la costituzione genetica.
In un contesto di accelerazione del processo di medicalizzazione della vita, i malati saranno i trasgressori dell’ordine medico-sanitario, mentre le malattie saranno le sanzioni per la disubbidienza. Si apre uno scenario in cui «la salute e la malattia - ha scritto lo psicologo Aldo Carotenuto - si contendono l’uomo come il Bene e il Male: la sanità è diventata sinonimo di salvezza e la malattia evoca lo spettro del peccato».
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