Visualizzazione post con etichetta criminalità. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta criminalità. Mostra tutti i post

martedì, ottobre 13, 2009

Quali sono i costi dell'illegalità? Una ricerca ci aiuterà a scoprirli

PROMOSSA DALLA FONDAZIONE «ROCCO CHINNICI», FEDERICO II E CONFINDUSTRIA


Lo studio «I costi dell’illegalità. Camorra ed estorsioni in Campania», è partito a giugno: i risultati a marzo 2010

NAPOLI - Quali sono, in Campania, i “costi dell’illegalità”? Quanto pesano le infiltrazioni della camorra negli appalti pubblici e la morsa delle estorsioni ad imprese ed esercizi commerciali? È quanto scoprirà la ricerca socio-economica promossa dalla Fondazione «Rocco Chinnici» in collaborazione con l’Università “Federico II” di Napoli, l’Università degli Studi di Palermo, il Comitato Mezzogiorno di Confindustria, e sostenuta dalla Compagnia di San Paolo. Lo studio «I costi dell’illegalità. Camorra ed estorsioni in Campania», partito a giugno, e i cui risultati saranno pronti a marzo 2010, ripropone, con alcune innovazioni metodologiche, lo schema dell’esplorazione quanti-qualitativa del fenomeno già seguito in un’analoga ricerca condotta in Sicilia e sfociata nel volume “I costi dell’illegalità. Mafia ed estorsioni in Sicilia”.

Questa mattina, nella sede dell’Università Federico II in via Parthenope, aperta dai saluti del rettore Guido Trombetti, si è svolta la prima riunione del Comitato Tecnico Scientifico del progetto, del quale fanno parte imprenditori, docenti universitari, magistrati e rappresentanti delle istituzioni esperti del fenomeno del crimine organizzato. Tra loro il prefetto di Napoli Alessandro Pansa, il questore Santi Giuffré, i procuratori capo di Napoli, Giandomenico Lepore, Salerno, Franco Roberti, Caserta, Corrado Lembo, il direttore della Dia Antonio Girone, il commissario nazionale antiracket Giosuè Marino, gli imprenditori Cristiana Coppola e Giorgio Fiore, presidente di Confindustria Campania. A coordinare la ricerca i sociologi Giacomo Di Gennaro e Antonio La Spina e l’avvocato Giovanni Chinnici, figlio del magistrato ucciso dalla mafia nel 1983. All’esame del team di ricerca ci sono già 510 casi di estorsioni registrati nell’arco di 9 anni nelle province di Napoli e Caserta, emersi dallo studio di oltre 250 atti giudiziari. Sono state inoltre raccolte 61 interviste a magistrati, operatori delle forze dell’ordine e vittime di estorsioni.

mercoledì, ottobre 07, 2009

Immigrati criminali? Quasi come gli italiani

La criminalità degli immigrati, indagine "contro corrente"
Una ricerca che “rema contro corrente”, voluta per affrontare “con maggiore serenità” un fenomeno che appare un’emergenza crescente ai cittadini italiani. Lo studio, promosso dall’Agenzia Redattore Sociale e realizzata dall’équipe del Dossier statistico immigrazione Caritas/Migrantes - “La criminalità degli immigrati: dati, interpretazioni e pregiudizi”, ridimensiona l’allarme per “l’emergenza criminalità degli stranieri”: non esiste, infatti, alcuna corrispondenza tra l’aumento degli immigrati regolari e l’aumento dei reati in Italia: tra il 2001 e il 2005 - ultimo anno in cui sono disponibili le statistiche giudiziarie dell’Istat, per gli anni successivi esistono solo gli aggiornamenti del ministero dell’Interno sul numero totale -, le denunce nei loro confronti sono aumentate quasi del 46%, mentre gli stranieri sono cresciuti di più del 100%. Il “tasso di criminalità” degli immigrati regolari in Italia è leggermente più alto di quello degli italiani (tra l’1,23% e l’1,40%, contro lo 0,75%) ma, se si tiene conto della differenza di età, risulta uguale a quello degli italiani e addirittura inferiore tra le persone oltre i 40 anni. Critica invece la situazione di chi non ha documento: il 70-80% dei denunciati è irregolare e un quarto dei reati riguarda la condizione stessa dell’immigrato. “Il coinvolgimento degli immigrati in attività criminose è fortemente legato alla condizione di irregolarità”.Fonte: Agenzia Redattore Sociale e Dossier statistico immigrazione Caritas/Migrantes
Scarica testo completo

lunedì, novembre 19, 2007

SICUREZZA - Ragazzi fragili, città insicure

“Il reclutamento di ragazzi che ammazzano diventa sempre più forte. Forse bisogna iniziare a immaginare che la soglia di punibilità va abbassata, così come è stato fatto in Francia, per evitare che si approfitti della fragilità di questi ragazzi". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, a Giugliano, partecipando alla conferenza regionale sulla sicurezza. ‘’Lo stato non può fare da solo la lotta alla criminalità: invoco una forma di liberalismo nel mercato degli interventi per la legalità”, ha sottolineato.

- La sicurezza? Per Minniti è una questione sociale. Anche il vice-ministro dell’Interno è intervenuto alla conferenza regionale sulla sicurezza “Pol.i.s.”, in corso a Giugliano. ‘’Sono preoccupato per un Paese in cui la sicurezza diventa elemento di propaganda politica’’.

- Sono Napoli e Caserta le province campane dove la gente ha più paura. Lo dice l’indagine “La criminalità in Campania tra percezione e realtà”, condotta dal Censis su un campione di 2mila abitanti e presentata a Giugliano. A Napoli solo il 19,6% dei cittadini ritiene di vivere in una città sicura e a Caserta il 39,8%.

martedì, febbraio 06, 2007

ACLI Caserta: Serve un movimento popolare contro la criminalità


“Solidarietà e sicurezza… Tutt’insieme, contro la criminalità!!!”, il progetto promosso dalla Provincia di Caserta finalizzato alla creazione di una rete territoriale di interventi integrati ed alla promozione di strategie efficaci volte all’abbattimento delle condizioni di isolamento in cui vengono a trovarsi le vittime di reati ed, in generale, di contrasto alla criminalità, si è spostato da Maddaloni a Mondragone, a S. Maria Capua Vetere, a San Felice a Cancello, a Casal di Principe.
Un vero e proprio seminario itinerante, parte di una serie di iniziative organizzate dall’Assessorato Provinciale all’Università e Ricerca Scientifica, Trasparenza e legalità, avvalendosi del partenariato di soggetti particolarmente qualificati del mondo economico e sociale della Provincia di Caserta, quali la Camera di Commercio, l’Unione Industriali, la Confartigianato, le Associazioni delle Piccole industrie, la Confcommercio, le Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani, la Confesercenti.
Tra i contributi più incisivi sicuramente quello delle ACLI di Caserta, rappresentato dal loro Presidente provinciale prof. Michele Zannini in occasione del Seminario di Maddaloni e, recentemente, di Casal di Principe, presso l’Università per la Legalità e lo Sviluppo.
Per il Presidente delle ACLI Zannini servono prevenzione, solidarietà ed educazione alla legalità, coltivate da una sinergia di azioni che diano effettiva dimensione civile alle forme giuridiche di assistenza, di sostegno e di tutela di tutte le vittime di reato.
Lo Stato ha il dovere di garantire sempre, come fondamentale strumento di contrasto alle forme di criminalità che minacciano la sicurezza delle persone, i diritti di cittadinanza che qualificano la dimensione civile e democratica delle comunità locali.
Se molto poco ancora vengono denunciati i reati è perché ancora non sono adeguatamente garantite condizioni sociali di sicurezza come una piena efficacia della giustizia ed il controllo democratico del territorio.
La paura diffusa non è un sentimento astratto; è l’effetto di un disagio profondo e radicato nel silenzio di vittime impaurite, terrorizzate dalle minacce e quindi sostanzialmente sole.
Per Zannini, ben oltre le azioni che svolgono le Associazioni “riconosciute” e le Fondazioni, servono l’impegno, la partecipazione, la solidarietà di un complesso molto più vasto e articolato di presenze che fa riferimento alla cultura e alla pratica di soggetti, i più diversi, che sul territorio svolgono iniziative di associazionismo, di lavoro cooperativo e comunitario, di progettazione culturale, di assistenza, di tutela, di accoglienza, di promozione: dalle parrocchie al volontariato, alle associazioni di promozione sociale, ai gruppi dell’animazione culturale e sportiva, alle scuole, che hanno la capacità di mettere in campo una rete di informazioni, di esperienze di solidarietà, di aiuto morale e psicologico, che manifesta in maniera forte e visibile una alleanza irrinunciabile tra Istituzioni e società civile.
Contro una criminalità che ha molto raffinato le sue forme di intervento serve un movimento popolare di contrasto dentro un percorso insieme culturale e civile che mette in campo la volontà e le azioni delle Istituzioni ad ogni livello, ma anche quelle delle grandi imprese, del sistema creditizio, della scuola e di un ampio spettro di soggetti in grado di promuovere nelle coscienza una reazione di libertà, di trasparenza, di solidarietà.
Serve per Zannini una risposta sociale e di massa, insieme politica e civile, educativa e propositiva.

venerdì, dicembre 15, 2006

La Campania scende in piazza contro la criminalità.

La Campania scende in piazza contro la criminalità. E’ in programma oggi lo sciopero generale promosso da Cgil, Cisl e Uil; i sindacati chiedono più sicurezza sul territorio, lotta all'evasione scolastica, confisca dei beni, sviluppo economico e della ricerca. L'iniziativa è stata presentata ieri alla stampa dai segretari generali regionali di Cgil, Cisl e Uil. Il corteo parte alle 9.30 da piazza Mancini, attraverserà Corso Umberto, via Sanfelice, via Monteoliveto, via Sant’Anna dei Lombardi, via Toledo e raggiungerà piazza Dante, dove sono previsti gli interventi dei leader nazionali delle tre confederazioni, Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti.
Lo sciopero durerà fino a otto ore: rimarranno chiusi gli uffici pubblici, gli sportelli postali e bancari, le scuole.
Il corteo sarà aperto dallo striscione unitario di Cgil Cisl Uil dedicato ai temi della legalità e dello sviluppo, poi ci saranno le delegazioni dei lavoratori provenienti dalle altre regioni e i gonfaloni delle istituzioni locali. Il carattere festoso dell'iniziativa sarà assicurato dalla presenza di vari artisti di strada. “Vogliamo dare voce - spiega il segretario generale della Cgil Campania, Michele Gravano - alla società civile che vuole costruire una sfida alla invadenza della criminalità e al suo potere economico, finanziario e militare”.
“La presenza dei clan - secondo il segretario generale della Cisl campana, Pietro Cerrito - provoca un disagio sociale che frantuma le classi.Sono tanti, infatti, i giovani che decidono di lasciare questo territorio”.
“Non possono esserci - precisa Anna Rea, segretaria generale della Uil Campania - zone di impunità. C’è bisogno di una presenza visibile delle forze dell'ordine in tutti i quartieri per garantire sicurezza”.
Tante le adesioni alla manifestazione, dai rettori delle Università campane alle associazioni di categoria, dal mondo dello spettacolo a quello dello sport.
Tra le altre sigle, aderiscono anche Confindustria Campania, il coordinamento regionale delle Pmi, le ACLI, Confservizi e l’associazione “Libera”.