venerdì, settembre 11, 2009

Il vento del nord. Dal blog di Andrea SARUBBI.



di Andrea Sarubbi

Gli allergici alle statistiche si turino il naso, perché oggi vi rimbambisco di numeri: quelli su povertà e disagio in Italia, che ho ascoltato stamattina in un convegno a Napoli. C’era D’Alema, è vero, ma siccome non ha parlato di gossip politico non credo che i tg nazionali se ne occuperanno: tranne una battuta su Berlusconi (“Essendo cattolico, può confessarsi e quindi si concede parecchi peccati”) ed una su Bassolino (“Non lo esaltavo prima, non lo demonizzo ora”), i giornalisti alla ricerca di schermaglie dialettiche non hanno avuto molto da portare a casa. Peccato, perché il tema merita una riflessione seria. E la meritano soprattutto le cifre dell’Istat, a cominciare da quel 13,6% di famiglie sotto la soglia di povertà che significa – più o meno – mille euro al mese per un nucleo di due persone. Pochi i bisognosi al nord, qualcuno di più al centro, tantissimi al sud: in Europa, cari amici leghisti, l’Italia detiene infatti il tristissimo primato della disparità territoriale, spaziando dal 7,3% di poveri in Lombardia al 47% in Sicilia. Si risponderà che regioni ricche e regioni povere esistono dappertutto, ma anche qui i numeri parlano da soli: in Spagna si va dal 6,7% di bisognosi in Catalogna al 27% in Andalusia; in Belgio si oscilla tra l’8% dei fiamminghi poveri al 18% dei valloni. Eppure – ha notato Gianni La Bella, della Comunità di Sant’Egidio – da noi si sta facendo strada una “nouvelle vague negazionista della questione meridionale”. Invece, cifre alla mano, si scopre che nel nord nascono più figli e si vive più a lungo, oppure che il centro-nord riceve il 72% della previdenza, che tra l’altro occupa quasi tutto il budget della nostra spesa sociale. Proprio sulla spesa sociale, D’Alema ha ricordato che siamo un punto sotto la media europea (27,5% del Pil), tre punti sotto la Francia, tre e mezzo sotto la Svezia. Al capitolo “famiglia più infanzia” destiniamo appena l’1,2% del Pil, ai disabili l’1,5%, al reinserimento dei disoccupati lo 0,5%, alle politiche abitative addirittura lo 0,1%: la decima parte della media Ue. Il governo attuale ha definanziato tutte le leggi di spesa per la lotta alla povertà (compresi l’assegno per il terzo figlio, il prestito d’onore ed il credito d’imposta, nonché la 328 per il terzo settore) e le ha sostituite con la social card, che sarà certamente un atto caritatevole ma che risolve ben poco. Il Pd – ha annunciato D’Alema – presenterà quindi un disegno di legge a prima firma Livia Turco, perché venga avviato un piano nazionale di lotta alla povertà: servono 3 miliardi di euro e non sono pochissimi, ma al bilancio statale l’abolizione dell’Ici è costata di più. Chiudo con un dato ed una riflessione, entrambi sulla Campania. Il dato – fornito dal prefetto Alessandro Pansa – è quello sui lavoratori in nero o sui disoccupati, che a Napoli rappresentano il 60,5% del totale: l’economia sommersa sembra inarrestabile ed i suoi effetti perversi, perché le imprese che non dichiarano il proprio fatturato non riescono ad accedere ai finanziamenti bancari, finendo per rivolgersi all’usura. La riflessione, invece, è ancora di Gianni La Bella, che ha elencato alcuni episodi di cronaca dell’ultimo periodo: gli incendi ai campi rom di Ponticelli, la strage contro i nigeriani a Castel Volturno, l’aggressione agli srilankesi a Mergellina, le due ragazze rom annegate a Torregaveta e lasciate sulla sabbia nell’indifferenza dei bagnanti. E poi ha chiuso con una domanda, che vi rigiro:“È arrivato il vento del nord?”.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

imparato molto

Anonimo ha detto...

good start

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie

Anonimo ha detto...

good start

Anonimo ha detto...

good start

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

good start

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

Anonimo ha detto...

My friend and I were recently discussing about how technology has become so integrated in our day to day lives. Reading this post makes me think back to that discussion we had, and just how inseparable from electronics we have all become.


I don't mean this in a bad way, of course! Societal concerns aside... I just hope that as memory becomes cheaper, the possibility of transferring our brains onto a digital medium becomes a true reality. It's one of the things I really wish I could encounter in my lifetime.


(Posted on Nintendo DS running [url=http://cryst4lxbands.sosblog.com/-b/Will-the-R4-or-R4i-work-b1-p2.htm]R4i[/url] DS Ting2)