Le Chiese del Sud (Campania, Puglia, Calabria, Basilicata e Sicilia) scendono in campo per il riscatto sociale e morale del Mezzogiorno.
Lo faranno con un grosso convegno che si terrà a Napoli il 12 e il 13 febbraio, presentato ieri mattina nella Curia arcivescovile dal cardinale Sepe. Un'apposita Commissione costituita da esperti delle cinque regioni meridionali, presieduta da Sepe, che ha anche proposto l'iniziativa, ha lavorato per otto mesi per mettere a punto l'incontro che a distanza di venti anni dal Documento su «Chiesa italiana e Mezzogiorno, sviluppo nella solidarietà'», del 1989 si ferma per riflettere ed attualizzare quel documento in un momento storico in cui la questione meridionale non è solo tale ma è all'attenzione di tutto il Paese. Disoccupazione, disagio dei giovani, povertà delle famiglie sono alcuni dei temi su cui si intende lavorare in un'ottica propositiva e di collaborazione con le istituzioni, perché - spiega il cardinale Sepe - «la Chiesa vuole esprimersi non per supplire a mancanze politiche o istituzionali, ma perché fa parte della propria missione farlo, della sua identità che si esprime soprattutto attraverso l'azione caritativa nei confronti degli uomini. Essa - ha proseguito Sepe - ha occhi per vedere e orecchie per sentire, occorre recuperare, nel rispetto del ruolo di ognuno i valori dell'etica, della moralità, della responsabilità cominciando con l'affrontare l'emergenza occupazione che al Sud colpisce i giovani e le famiglie. Il convegno si terrà al Tiberio Palace Hotel e sarà aperto nel pomeriggio del 12 febbraio dalla relazione dell'economista Piero Barucci. Toccherà poi a Giuseppe Savagnone, editorialista di Avvenire e a Sandro Pajno, docente universitario. Gli aspetti pastorali saranno affidati a Carlo Greco, preside della Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale, mentre le conclusioni toccheranno ad Agostino Superbo, arcivescovo di Potenza. Dal convegno verrà fuori un nuovo Documento condiviso da vescovi del Sud che sarà posto all'approvazione della Cei. «La Chiesa non vuole lavarsi le mani - ha detto Antonio Raspati, preside della Facoltà teologica di Palermo - anzi essa continua a interrogarsi, non sempre siamo riusciti ad essere occasione di riscatto, e i nostri insegnamenti non sempre sono stati al passo coi tempi».
1 commento:
i miei zii, emigrati uno a Milano l'altro a Verona, mi hanno detto che nel Nord si pensa a darsi da fare. Qui nel Meridione mandiamo i figli sulla segreteria del politico o del sindacalista anziché mandarli a scuola.
Però, aggiungo io, nel Nord hanno anche più piccole e medie imprese e cooperative. Una persona anche con una bassa scolarità trova un qualcosina da fare. Qui mi sembra oggettivamente comunque più difficile.
Posta un commento