ROMA - Il più schivo, al limite dell'autolesionismo, è Jacopo Gavazzoli Schettini. Il suo sito web è monacale, sfondo giallo canarino, una foto del titolare in primo piano, una pianta d'appartamento dietro. Gavazzoli Schettini sorride, il naso ammaccato. Spiega che cos'è successo, usando la terza persona, nella sezione "storia personale": "Jacopo porta ancora i segni di una caduta con i pattini mentre giocava con il figlio. Dice che è stato quel colpo alla testa a fargli venire in mente di candidarsi...". Per chi non lo ricordasse, Gavazzoli Schettini, 42 anni, una laurea in Studi Strategici, è uno dei candidati alla segreteria del Pd e anche lui, come gli altri, fa campagna on-line. Chi c'è dietro, chi lo sponsorizza? Siccome glielo chiedono in tanti, GS cerca di fare lo spiritoso, ha tre risposte pronte: "Il Priorato di Sion", "Maga Maghella" o, "più semplicemente, la voglia di voltar pagina".
Un bel viaggio nel web, comodamente, senza muoversi da casa, è un modo di conoscere gli sfidanti. C'è il sito, virato sul verde, e ipersofisticato, di Walter Veltroni (www. lanuovastagione. it), che si affida al blog e al social network, a Youtube, a Twitter e al Cannocchiale "per costruire la community". C'è quello "della Rosy", che è come lei, mosso e imprevedibile nei contenuti (Un tale, Filippo, supera la politica, passa la censura, e annuncia: "E' intelligente, furba, tenace, la sposerei, tanto sono vedovo..."). Prima pagina color arancio: www. scelgorosy. it, "per un partito democratico, davvero". E, se non basta, ci si può collegare a "iostoconrosy. it", che è il sito dei sostenitori della candidatura del ministro della Famiglia, "rigorosamente realizzato da volontari".
Mario Adinolfi gioca in casa. E' "un blogger di Generazione U" ("u come inversione a U, come Unione, come Ulivo, come Unione Europea, ma anche come gli U2"). Chi entra nella sua casa web trova il diario di Adinolfi candidato ("Ogni giorno che passa, ogni nazione che attraverso, ho la sensazione che io sia un mero strumento per una forma di ribellione concreta e collettiva") e apprende che sta lavorando molto all'estero, in Danimarca e Svezia, "tra i giovani esuli italiani". Con il tono di chi davvero ci capisce, Adinolfi loda generosamente il sito di Enrico Letta. "Il suo video - dice - è estremamente televisivo in stile broadcast. Se mi passa la battuta amichevole, il ragazzo si farà". Il ragazzo, Enrico Letta, ti guarda dallo schermo se clicchi su www. enricoletta. it. E' in maniche di camicia, informale, davanti ad un computer. Anche lui ha scelto lo sfondo giallo, ma non anemico come quello di Gavazzoli Schettini. E' un colore carico, da mare, adatto alle sette spiagge dove Letta sta proponendo "la sua idea di politica e di Italia".
Piergiorgio Gawronski, che ieri ha tenuto la sua conferenza stampa a Roma, si è scelto la classica immagine da manager. E' al telefono, camicia e cravatta. Forse chiede aiuto e sostegno, visto che, alle 18 di ieri, i messaggi on-line sui suoi "forum interattivi" erano solo tre, di cui uno di Daniele Capezzone. Ben diversa , comprensibilmente, la situazione nella casa web di Veltroni. Nei soli primi due giorni i visitatori sono stati 15 mila, ricordano soddisfatti quelli del Comitato per Walter. Navighi e leggi gli sfoghi, i sogni, le paure, le idee, dei militanti. Più che con altre parole c'è chi vorrebbe riassumere il nascente partito democratico in volti da murales: "La faccia precaria di un ragazzo di un call center, quella degli operai dell'Italsider o dell'imprenditore antiracket cui hanno bruciato il capannone... ma anche la faccia di Enrico Berlinguer, non perché fosse comunista ma perché si fermava ai semafori". Comunicano on-line, sono tutti blogger, come Marco: "Ognuno di noi saprà trovare i suoi canali per farle sapere, caro Veltroni, come vorremmo vedere il nostro Paese tra 10 anni e come vorremmo lasciarlo ai nostri figli". Pieni di dubbi come Lulu: "Per ora discordo da quanto detto fin adesso" (sic). Tecnologici e vagamente inquietanti nel linguaggio come Nardo: "Vorrei un partito open source, un partito wiki, dove si tenga in conto la voce dei Prosumer, cioè quelli che consumano la politica". Gradita traduzione per i compagni delle sezioni.
di ALESSANDRA LONGO
1 commento:
ma le piazze, i comizi, non ci si vede più?
nicola izzo
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