Capita sempre nel momento meno opportuno. Sei a tavola o sotto la doccia, squilla il telefono, corri per rispondere in tempo e: «Buongiorno, le volevamo proporre il prodotto...». E giù maledizioni per la ditta e il telefonista, o dipendente del call center che sia. Ci voleva proprio un freno. Anzi uno stop alle telefonate indesiderate a qualsiasi ora, alle e-mail pubblicitarie che intasano le caselle di posta e fanno perdere un mare di tempo per cancellarle, o alle immagini che compaiono sui siti. Soprattutto, uno stop al più insidioso e occulto pressing psicologico sui bambini, che diventano veicolo incosciamente quando vengono indotti dai messaggi pubblicitari a premere sui genitori per ottenere gli oggetti. Il governo ha varato, con due decreti legislativi, dieci regole anti-inganni per aziende e pubblicità, recependo così per primo le direttive dell’Unione europea in materia. Dieci punti, una lista nera dei comportamenti scorretti nel commercio e nella pubblicità che il governo ha elaborato per evitare che professionisti e aziende si intromettano, approfittino e persino si prendano gioco dei consumatori. Ma la lista da sola non basta e per questo il governo ha pensato di attribuire più poteri di intervento all’Antitrust in caso di abusi. Insomma, più efficacia e più efficienza perché aumenta il limite massimo imposto alle sanzioni e l’Autorità per la concorrenza potrà intervenire d’ufficio, in modo rapido. I due decreti legislativi sono un baluardo a tutela dei consumatori e uniformano i diritti dei cittadini in modo da garantire la stessa sicurezza di acquisto in tutto il vecchio continente. Il primo provvedimento, il più significativo per la vita di tutti i giorni, vieta le pratiche commerciali scorrette tra le imprese e gli acquirenti o i potenziali clienti. La novità sta soprattutto nella definizione di pratiche scorrette. I comportamenti sanzionabili non si limitano più infatti ai messaggi di pubblicità ingannevole o comparativa illecita, ma investono «qualsiasi azione, omissione, condotta o dichiarazione, comunicazione commerciale», compresa la pubblicità e il marketing, «tale da alterare in misura apprezzabile la capacità del consumatore di prendere una decisione consapevole, inducendolo ad assumere una decisione di natura commerciale che non avrebbe altrimenti preso». Il secondo provvedimento disciplina invece la pubblicità ingannevole e comparativa nei rapporti tra professionisti. Il ministro dello Sviluppo economico, Pierluigi Bersani, li definisce tutti «passi avanti nella tutela dei consumatori». Il ministro, indicato come ideatore di tutti gli ultimi provvedimenti a favore del cittadino-consumatore, si dice soddisfatto di aver recepito la direttiva Ue e soprattutto che l’Italia sia stata tra i primi Paesi ad adeguarsi. Ancor più soddisfatto è il presidente Antitrust, Antonio Catricalà, che, di fronte alla «sempre maggiore richiesta di giustizia», si vede assegnati poteri di intervento più efficaci contro «abusi, inganni e raggiri truffaldini». Convinte a metà sono invece le associazioni dei consumatori, che invitano a fare di più a tutela delle famiglie. Il Movimento difesa del cittadino sostiene che i decreti legislativi del governo hanno colmato «una grave lacuna», ma il Codacons li giudica tardivi rispetto alla direttiva Ue del 2005. Dubbi anche da parte di Adusbef e Federconsumatori che, pur plaudendo al rafforzamento dei poteri Antitrust, temono che l’annunciato giro di vite si risolva solo «in buone intenzioni non suffragate dai fatti».
FRANCESCO VASTARELLA da Il Mattino
2 commenti:
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