mercoledì, aprile 04, 2007

Giovanni Paolo II, due anni dopo. La giornata del ricordo


Una giornata di emozioni, nel ricordo di un grande uomo e di un grande papa. Ieri, la chiusura della fase diocesana della causa di beatificazione di papa Wojtyla e la Messa in suffragio celebrata da Benedetto XVI. In serata, il rosario dei giovani.

ROMA - Una giornata di emozioni, nel ricordo di un grande uomo e di un grande papa. Ieri, a due anni esatti dalla morte, è stata tutta per Giovanni Paolo II, l'attenzione dei cattolici di tutto il mondo. In mattinata, nella Basilica di San Giovanni in Laterano è stata chiusa la fase diocesana della causa di beatificazione, mentre nel pomeriggio, in piazza San Pietro, Benedetto XVI ha celebrato una messa in suffragio, in cui ha ricordato con parole profonde il suo predecessore. Ma le occasioni di riflessione e preghiera sono continuate, sia in Vaticano con il rosario recitato dai giovani sulla tomba del pontefice alle 21,37 (ora del suo decesso) che nel resto del mondo, in particolare in Polonia. Il tutto, mentre si intensificano le voci sui tempi della beatificazione, specie dopo le dichiarazioni del presidente polacco Lech Kaczynski che ha riferito i contenuti di un suo colloquio con il cardinale Tarcisio Bertone. Alla domanda se potrà vedere conclusa la causa canonica di Karol Wojtyla prima della fine del suo mandato, nel 2010, il segretario di Stato avrebbe risposto: “Prima di finire il mandato lei potrà portare ai polacchi un bell'annuncio”. Santo prima del 2010, quindi? Impossibile dirlo, anche se ambienti polacchi ipotizzano addirittura la data del 16 ottobre 2008, in cui cadrebbero i 30 anni esatti dall'elezione di Karol Wojtyla al soglio di Pietro. Intanto, rimangono le immagini e le parole di ieri, che hanno dimostrato, qualora ce ne fosse stato il bisogno, il grande sentimento di riconoscenza e affetto della Chiesa verso Giovanni Paolo II.

LA CERIMONIA IN SAN GIOVANNI. La giornata si è aperta prestissimo con una messa celebrata dal cardinale Stanislaw Dziwiwz sulla tomba del papa. Ma l'evento più importante è stato a mezzogiorno con la cerimonia di chiusura della fase diocesana del processo di beatificazione. Un atto strettamente giuridico, capace tuttavia di arricchirsi di ricordi e commozione. Dopo il disbrigo degli aspetti formali (come il sigillo degli atti processuali) è toccato al cardinale Camillo Ruini tracciare il profilo di Giovanni Paolo II, "un uomo di preghiera", ''un uomo di straordinaria ibertà interiore che si esprimeva in molte direzioni” e che ”sapeva essere autonomo nelle decisioni definitive e soprattutto non rinunciava a prendere posizioni difficili e scomode”. Nelle parole del cardinale vicario, il ricordo dei momenti più significativi del pontificato: il rapporto con i giovani, le battaglie in difesa della vita, l'affermazione del primato della dignità umana. "Tutti coloro che lo hanno conosciuto, da vicino o anche solo da lontano - ha sottolineato Ruini - sono stati colpiti dalla ricchezza della sua umanità, dalla sua piena realizzazione come uomo, ma ancor più illuminante e significativo e il fatto che tale pienezza di umanità coincide, alla fine, con questo suo rapporto con Dio, in altre parole con la sua santità". In San Giovanni, era presente anche suor Marie Simon Pierre, la religiosa francese guarita dal Parkinson per intercessione di Wojtyla. La cronaca

LA MESSA DI BENEDETTO XVI. L'esempio di Giovanni Paolo II è stato evidenziato anche dal papa, durante la messa in suffragio celebrata in piazza San Pietro, alla presenza di migliaia di fedeli, in gran parte polacchi. Benedetto XVI ha usato definizioni molto forti: “Padre e guida sicura nella fede”, “zelante pastore e coraggioso profeta di speranza”, “testimone infaticabile e appassionato servitore dell'amore di Dio”. E, partendo dall'episodio evangelico della cena di Betania e dal gesto di Maria di Magdala che profuma i piedi di Gesù, il papa ha spiegato che il profumo dell'amore di Giovanni Paolo II verso Dio e il prossimo, “ha riempito tutta la casa”, cioè “tutta la Chiesa”, traboccando in ogni regione del mondo. Un'esperienza passata attraverso la Croce, la sofferenza e la morte, ma da quel momento, “il profumo della fede, della speranza e della carità del papa riempì la sua casa, riempì Piazza San Pietro, riempì la Chiesa e si propagò nel mondo intero”. Adesso, ha detto il papa, “nella comunione dei santi, ci sembra di ascoltarle dalla viva voce dell’amato Giovanni Paolo II, che dalla casa del Padre - ne siamo certi -non cessa di accompagnare il cammino della Chiesa: “Spera nel Signore, sii forte, / si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore” (Sal 26,13-14). Sì, si rinfranchi il nostro cuore, cari fratelli e sorelle, e arda di speranza!”. Benedetto XVI rinnova così il Totus tuus del suo predecessore, affinché “ci stimoli a seguirlo sulla strada del dono di noi stessi a Cristo per intercessione di Maria”. Le parole del papa

IL ROSARIO DEI GIOVANI. La preghiera è proseguita poi per tutta la sera, con il Rosario promosso dal Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei, che ha portato 100 giovani sulla tomba di papa Wojtyla. Guidati da mons. Angelo Comastri e dal cardinale Stanislaw Dziwisz, i ragazzi sono stati i protagonisti di una veglia suggestiva, seguita anche in piazza San Pietro, attraverso i maxischermi. ''Lui vi ha cercati - ha detto l'arcivescovo di Cracovia - e voi siete venuti per stare con lui. Lui parla al mondo anche tramite voi. Siate sempre, come lui vi aveva chiamato, le 'sentinelle del mattino'”. Il cardinale Dziwisz ha voluto anche ringraziare l'attuale papa, Benedetto XVI, per la fedeltà e il continuo ricordo riservato al suo predecessore. Nel corso della veglia i giovani hanno recitato i Misteri della Gioia, voluti proprio da Giovanni Paolo II, con le meditazioni affidate a mons. Angelo Comastri che ha ricordato la vocazione del papa polacco e il suo “si” a Cristo e a Maria. “L’esperienza dell’invasione nazista, poi comuniste e poi l’esperienza drammatica della Seconda guerra mondiale ci hanno fatto percepire – ha detto mons. Comastri – l’urgenza di riportare Dio dentro la vita degli uomini”. Il presule ha citato i 104 viaggi internazionali e i 146 viaggi in Italia di papa Wojtyla che rappresentano “la fotografia della sua ansia missionaria” ed ha sottolineato la battaglia di Giovanni Paolo II a difesa della vita umana in ogni sua fase e i suoi “inascoltati” appelli alla pace. di Mattia Bianchi/ 03/04/2007

Nessun commento: