Sta accendo i motori la macchina del nascente Partito Democratico che dovra' assistere e portare al voto centinaia di migliaia di cittadini alle primarie che il 14 ottobre sceglieranno il segretario del partito nuovo. Per non fare del voto un evento stressante con code troppo lunghe e seggi difficilmente individuabili, la struttura organizzativa sta mettendo a punto una macchina che si avvarra' di 15.000 seggi, in parte all'interno di sezioni di partito (Ds e Margherita), in parte con gazebo o altri luoghi che siano in grado di assicurare un'ordinata partecipazione, che si prevede di grandi numeri. Gia' alcuni pochi esempi sono in grado di far capire la complessita' organizzativa: in ogni seggio ci dovranno essere 5 persone addette alle procedure di votazione e pertanto gli scrutatori dovranno essere 75.000. A questi si devono aggiungere tutte le persone che saranno impiegate nei servizi di assistenza e di supporto logistico per un totale non inferiore a 100.000 volontari. Il giorno precedente a quello del voto dovranno essere trasportati tutti i kit e le schede di voto. Per le schede elettorali, la stampa sara' affidata alle strutture regionali. In ogni seggio saranno allestite 4 urne, 2 per l'elezione regionale e due per il segretario nazionale. Dagli scatoloni del kit elettorale, usciranno manifesti che verranno affissi all'esterno per fare individuare la sede del seggio, insieme a due bandiere dell'Ulivo e del tricolore, i registri per verbalizzare i voti, i pacchetti di ricevute per i 5 euro che si dovranno versare, la liberatoria che l'elettore sottoscrivera' per permettere l'inserimento del proprio nome nel registro degli elettori, schermi per la protezione (come con le cabine) della riservatezza del voto, le matite copiative. Gli elettori per parte loro dovranno portare il certificato elettorale e un documento di identita'. Le candidature per i collegi saranno convalidate e rese pubbliche il 22 settembre.
A partire dall'esperienza associativa vissuta nelle ACLI e da quella amministrativa a Napoli e Castellammare di Stabia utilizzo questo spazio per affrontare i temi del dialogo tra le generazioni, del lavoro, della formazione, del welfare, della partecipazione e della loro necessaria innovazione.
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mercoledì, luglio 25, 2007
mercoledì, giugno 27, 2007
Walter scende in pista: «E' il momento di voltare pagina»
Un’Italia nuova, sicura, equa, unita e solidale. Walter Veltroni disegna il Paese del futuro come leader in pectore del Partito Democratico. Con un discorso lungo, dettagliato e appassionato, il sindaco di Roma ha scandito quelli che, a suo avviso, devono essere gli obiettivi del nascente Partito unitario del centrosinistra. «Una nuova Italia chiede un cambiamento profondo, in alcuni casi un cambiamento radicale», ha spiegato Veltroni.
"Grazie a Romano Prodi"
Nelle prime battute del discorso con cui ha annunciato la sua candidatura alla guida del Pd, Veltroni ha ringraziato il «fondatore dell’Ulivo, Romano Prodi», che «per questo progetto si è speso». «Il Partito democratico - ha proseguito il sindaco di Roma - è la grande forza riformista che l’Italia non ha mai avuto». «Il primo compito del Partito democratico è dare un pieno e coerente sostegno al governo». Poi, dopo aver ringraziato anche Francesco Rutelli, Piero Fassino e Carlo Azeglio Ciampi, Veltroni è sceso nei particolari del suo «programma».
"Più lotta contro la precarietà"
La lotta alla precarietà è - ha detto il sindaco della capitale - la grande frontiera attuale che il Partito democratico ha davanti a sé. «È la precarietà, soprattutto la precarietà die giovani quella che noi dobbiamo combattere. In un tempo fantastico della loro vita - ha detto tra gli applausi - a loro viene detto solo di aspettare, aspettare di avere un lavoro serio, un mutuo per la casa. Ma la vita non può essere saltuaria, non può essere part-time».
Poi ha lanciato un appello perché vengano superati gli «odi e i rancori, le divisioni che frenano». «La ripresa non è né di destra né di sinistra, dobbiamo tutti fare il possibile per rafforzarla», ha detto Veltroni. Il sindaco di Roma ha citato Olaf Palme secondo il quale «la battaglia non è contro la ricchezza ma contro la povertà».
L'apertura sulle pensioni
Quindi ancora attualità: «Vorrei che il Pd lavorasse al buon esito dell’ammorbidimento dello scalone e auguriamo successo all’azione riformista del governo ma anche che si concentri sui disagi e le disuguaglianze determinate dal mancato adeguamento dello stato sociale». «Il sindacato - ha poi aggiunto - deve saper tutelare i giovani perché faticano ad entrare nel mondo del lavoro».
"Serve un patto generazionale"
«Serve un nuovo patto generazionale» dal momento che la vita degli italiani si è allungata e dunque occorre garantire che il sistema pensionistico regga. «Una politica finanziaria rigorosa non è figlia di una ideologia ma è una necessità», ha detto Veltroni, sostenendo che «per la nuova Italia» è necessario un patto intergenerazionale.
"Grazie a Romano Prodi"
Nelle prime battute del discorso con cui ha annunciato la sua candidatura alla guida del Pd, Veltroni ha ringraziato il «fondatore dell’Ulivo, Romano Prodi», che «per questo progetto si è speso». «Il Partito democratico - ha proseguito il sindaco di Roma - è la grande forza riformista che l’Italia non ha mai avuto». «Il primo compito del Partito democratico è dare un pieno e coerente sostegno al governo». Poi, dopo aver ringraziato anche Francesco Rutelli, Piero Fassino e Carlo Azeglio Ciampi, Veltroni è sceso nei particolari del suo «programma».
"Più lotta contro la precarietà"
La lotta alla precarietà è - ha detto il sindaco della capitale - la grande frontiera attuale che il Partito democratico ha davanti a sé. «È la precarietà, soprattutto la precarietà die giovani quella che noi dobbiamo combattere. In un tempo fantastico della loro vita - ha detto tra gli applausi - a loro viene detto solo di aspettare, aspettare di avere un lavoro serio, un mutuo per la casa. Ma la vita non può essere saltuaria, non può essere part-time».
Poi ha lanciato un appello perché vengano superati gli «odi e i rancori, le divisioni che frenano». «La ripresa non è né di destra né di sinistra, dobbiamo tutti fare il possibile per rafforzarla», ha detto Veltroni. Il sindaco di Roma ha citato Olaf Palme secondo il quale «la battaglia non è contro la ricchezza ma contro la povertà».
L'apertura sulle pensioni
Quindi ancora attualità: «Vorrei che il Pd lavorasse al buon esito dell’ammorbidimento dello scalone e auguriamo successo all’azione riformista del governo ma anche che si concentri sui disagi e le disuguaglianze determinate dal mancato adeguamento dello stato sociale». «Il sindacato - ha poi aggiunto - deve saper tutelare i giovani perché faticano ad entrare nel mondo del lavoro».
"Serve un patto generazionale"
«Serve un nuovo patto generazionale» dal momento che la vita degli italiani si è allungata e dunque occorre garantire che il sistema pensionistico regga. «Una politica finanziaria rigorosa non è figlia di una ideologia ma è una necessità», ha detto Veltroni, sostenendo che «per la nuova Italia» è necessario un patto intergenerazionale.
martedì, febbraio 13, 2007
SAGGI CONSEGNANO MANIFESTO, PARTITO DEMOCRATICO ENTRO 2008
ROMA - "Noi, i democratici, amiamo l'Italia". Ha un incipit un po' all'americana, con una dichiarazione d'amore per il Belpaese e gli italiani, il 'Manifesto per il Partito Democratico', sul quale per tre mesi i 12 saggi si sono applicati per delineare valori, fisionomia ed indicare un traguardo temporale certo entro il quale nascerà il partito dei riformisti: la fine del 2008. Quindici cartelle, suddivise in tre corposi paragrafi, nei quali i 12 saggi hanno cercato in tre mesi a suon di riunioni e mediazioni di sciogliere i nodi ancora irrisolti del partito nuovo ma anche di disegnare un orizzonte di ampio respiro per una politica nuova. Ecco i passaggi principali del 'Manifesto', consegnato via e-mail ai leader Romano Prodi, Piero Fassino e Francesco Rutelli e che a breve sarà illustrato in una manifestazione pubblica alla società civile, che svolgerà, afferma il Manifesto, un ruolo fondamentale anche nella scelta del leader in base al principio "una testa, un voto".
PERCHE' IL PD. L'Italia, è la convinzione dei 12 saggi, è un grande paese ma non è oggi "all'altezza delle sue ambizioni e delle sue possibilità, è un paese bloccato,smarrito che ischia il declino", nel quale anche la classe dirigente "é terribilmente invecchiata e quasi esclusivamente maschile" e la politica "é frammentata e rissosa e si rivela troppo spesso debole nei confronti degli interessi forti ed incapace di svolgere una funzione nazionale". Pd, dunque,per rinnovare la politica e per abbattere "definitivamente i muri ideologici del '900'' e costruire ponti tra culture e generazioni.
LA COLLOCAZIONE INTERNAZIONALE. "Vogliamo contribuire a rinnovare la politica europea, dando vita, con il Pse e le altre componenti riformiste, ad un nuovo vasto campo di forze, che colmi la carenza di indirizzo politico sulla scena continentale".
LA LAICITA'. Il Partito democratico riconosce la laicità "non come un'ideologia antireligiosa e neppure come il luogo di una presunta neutralità", bensì come "rispetto e valorizzazione del pluralismo". Per i saggi, "solo il dialogo tra diverse visioni religiose, etiche e culturali può portare a soluzioni normative ragionevoli e condivise, rispettose del criterio irrinunciabile della dignità della persona umana e capaci di far incontrare il valore della libertà di ricerca e di scelta col principio per cui non tutto ciò che è tecnicamente possibile è moralmente lecito".
LA FORMA PARTITO E PRIMARIE PER LEADERSHIP. Il Pd non sarà un partito leggero ma "di popolo, radicato e diffuso sul territorio, capace di rendere partecipati e condivisi i processi di riforma". Un partito vero nel quale, al tempo stesso, "sin dalla sua fase fondativa, sia aperto alla partecipazione di una larga platea di cittadini, ed affidi al loro voto, diretto e segreto, la scelta della leadership". Chi sottoscriverà il Manifesto parteciperà secondo il principio 'una testa,un voto'' alla formazione degli organi costituenti e sceglierà attraverso le primarie i candidati per le cariche di governo negli enti locali.
LEADER, QUOTE ROSE, LIMITI A MANDATO. Il Pd sarà "capace di parlare al paese con una voce autorevole, che proponga il suo leader alla guida del governo della nazione. Contro le discriminazioni e per la trasparenza, il Manifesto prevede una quota del 40 per cento per genere, un "rigoroso codice deontologico" per incarichi e candidature ed un limite al rinnovo dei mandati in ogni ambito istituzionale.
I VALORI. "Libertà, uguaglianza, solidarietà, pace, dignità della persona" sono i valori a cui si ispira il Pd, che ha le sue radici "nel cristianesimo, nell'illuminismo e nel loro complesso e sofferto rapporto". La traduzione dei valori nella realtà fa sì che il Pd si spenderà per valorizzare il merito ed i talenti "contro la gerontocrazia ed il nepotismo", per un benessere più diffuso,per una scuola "inclusiva" e per completare "la riforma federale dello Stato" con un numero di parlamentari ridotto e funzioni distinte per le due Camere.
PERCHE' IL PD. L'Italia, è la convinzione dei 12 saggi, è un grande paese ma non è oggi "all'altezza delle sue ambizioni e delle sue possibilità, è un paese bloccato,smarrito che ischia il declino", nel quale anche la classe dirigente "é terribilmente invecchiata e quasi esclusivamente maschile" e la politica "é frammentata e rissosa e si rivela troppo spesso debole nei confronti degli interessi forti ed incapace di svolgere una funzione nazionale". Pd, dunque,per rinnovare la politica e per abbattere "definitivamente i muri ideologici del '900'' e costruire ponti tra culture e generazioni.
LA COLLOCAZIONE INTERNAZIONALE. "Vogliamo contribuire a rinnovare la politica europea, dando vita, con il Pse e le altre componenti riformiste, ad un nuovo vasto campo di forze, che colmi la carenza di indirizzo politico sulla scena continentale".
LA LAICITA'. Il Partito democratico riconosce la laicità "non come un'ideologia antireligiosa e neppure come il luogo di una presunta neutralità", bensì come "rispetto e valorizzazione del pluralismo". Per i saggi, "solo il dialogo tra diverse visioni religiose, etiche e culturali può portare a soluzioni normative ragionevoli e condivise, rispettose del criterio irrinunciabile della dignità della persona umana e capaci di far incontrare il valore della libertà di ricerca e di scelta col principio per cui non tutto ciò che è tecnicamente possibile è moralmente lecito".
LA FORMA PARTITO E PRIMARIE PER LEADERSHIP. Il Pd non sarà un partito leggero ma "di popolo, radicato e diffuso sul territorio, capace di rendere partecipati e condivisi i processi di riforma". Un partito vero nel quale, al tempo stesso, "sin dalla sua fase fondativa, sia aperto alla partecipazione di una larga platea di cittadini, ed affidi al loro voto, diretto e segreto, la scelta della leadership". Chi sottoscriverà il Manifesto parteciperà secondo il principio 'una testa,un voto'' alla formazione degli organi costituenti e sceglierà attraverso le primarie i candidati per le cariche di governo negli enti locali.
LEADER, QUOTE ROSE, LIMITI A MANDATO. Il Pd sarà "capace di parlare al paese con una voce autorevole, che proponga il suo leader alla guida del governo della nazione. Contro le discriminazioni e per la trasparenza, il Manifesto prevede una quota del 40 per cento per genere, un "rigoroso codice deontologico" per incarichi e candidature ed un limite al rinnovo dei mandati in ogni ambito istituzionale.
I VALORI. "Libertà, uguaglianza, solidarietà, pace, dignità della persona" sono i valori a cui si ispira il Pd, che ha le sue radici "nel cristianesimo, nell'illuminismo e nel loro complesso e sofferto rapporto". La traduzione dei valori nella realtà fa sì che il Pd si spenderà per valorizzare il merito ed i talenti "contro la gerontocrazia ed il nepotismo", per un benessere più diffuso,per una scuola "inclusiva" e per completare "la riforma federale dello Stato" con un numero di parlamentari ridotto e funzioni distinte per le due Camere.
venerdì, febbraio 09, 2007
Ambiente: nuova frontiera per l’Ulivo/Partito Democratico
Ambiente: nuova frontiera per l’Ulivo/Partito Democratico, per l’Italia, per l’area metropolitana di Napoli, per il Mezzogiorno.
APPELLO PER UN PERCORSO PARTECIPATO DI COSTRUZIONE DEL NUOVO SOGGETTO POLITICO
Napoli 12 febbraio 2007, ore 16,30
Aula Consiliare Provincia di Napoli, S. M.la Nova
INTERVENGONO:
Massimo Paolucci-Segretario Federazione Provinciale D.S. Napoli-
Salvatore Piccolo -Coordinatore per la Provincia di Napoli della Margherita-
Nino Bocchetti-Coordinatore per la città di Napoli della Margherita-
Francesco Ferrante-Direttore Nazionale Legambiente-
Massimo Scalia-Coordinatore Nazionale Movimento Ecologista-
Fabrizio Vigni-Portavoce Nazionale Sinistra Ecologista-
Il Comitato promotore per Napoli:
Aldo Avvisati, Mario Conforto, Maurizio Conte, Giuliana Di Fiore, Fernando Di Mezza, Giulio Facchi, Maria Fortuna Incostante, Ugo Leone, Giovanni Lubrano Di Ricco, Claudio Refuto, Anna Savarese.
APPELLO PER UN PERCORSO PARTECIPATO DI COSTRUZIONE DEL NUOVO SOGGETTO POLITICO
Napoli 12 febbraio 2007, ore 16,30
Aula Consiliare Provincia di Napoli, S. M.la Nova
INTERVENGONO:
Massimo Paolucci-Segretario Federazione Provinciale D.S. Napoli-
Salvatore Piccolo -Coordinatore per la Provincia di Napoli della Margherita-
Nino Bocchetti-Coordinatore per la città di Napoli della Margherita-
Francesco Ferrante-Direttore Nazionale Legambiente-
Massimo Scalia-Coordinatore Nazionale Movimento Ecologista-
Fabrizio Vigni-Portavoce Nazionale Sinistra Ecologista-
Il Comitato promotore per Napoli:
Aldo Avvisati, Mario Conforto, Maurizio Conte, Giuliana Di Fiore, Fernando Di Mezza, Giulio Facchi, Maria Fortuna Incostante, Ugo Leone, Giovanni Lubrano Di Ricco, Claudio Refuto, Anna Savarese.
lunedì, febbraio 05, 2007
Primarie Unione: Orlando vince a Palermo.
(Adnkronos/Ign) - Unione 'alla prova' per le amministrative di primavera. Alta è stata ieri l'affluenza alle primarie del centrosinistra che si sono svolte in otto città e nella provincia di La Spezia. A Palermo ha stravinto Leoluca Orlando che sarà quindi il candidato sindaco dell'Unione alle prossime elezioni mentre a a Genova la diessina Marta Vincenzi.
L'ex sindaco di Palermo, appoggiato da Margherita, Italia dei Valori, Udeur e Sdi, ha vinto con oltre il 72% delle preferenze, per un totale di 11.919 voti. Distanti gli altri due candidati alle Primarie. Alessandra Siragusa, ex assessore comunale della giunta Orlando, appoggiata dai Ds che si è fermata al 20,11% con 3.887 voti, e l'europarlamentare di Rifondazione comunista Giusto Catania, appoggiato anche da Primavera siciliana e Pdci, si e' fermato al 7,88% con 1.523 voti.
Complessivamente sono stati 19.455 gli elettori dell'Unione che ieri, dalle 8 alle 22, si sono recati negli oltre 20 gazebo sistemati in vari punti della città, con un'affluenza leggermente minore rispetto a quella per le Primarie per le Politiche dello scorso anno.
Per il fondatore della Primavera di Palermo Leoluca Orlando "il successo di queste primarie è un chiaro segno della diffusa volontà di cambiamento e indica la possibilità di una alternativa all'attuale non-sindaco". Anche Alessandra Siragusa, seconda arrivata, si dice comunque soddisfatta. "Un venti per cento di risultato - ha detto - significa che a Palermo è nata una nuova classe dirigente e questa è una buona cosa per la città e per Orlando". La Siragusa ha espresso poi preoccupazione perché "dall'affluenza emerge che siamo leggermente cresciuti nelle periferie ma registriamo un calo non trascurabile nel centro", fino ad oggi vero e proprio zoccolo duro dell'elettorato di centrosinistra.
Mentre a Genova sarà Marta Vincenzi la candidata sindaco del centro-sinistra . L'europarlamentare diessina, ex presidente della Provincia, sostenuta da Ds e Margherita, ha vinto le primarie dell'Unione, con il 60% dei voti, seguita dall'ex presidente di Assoindustria Stefano Zara col 25,7% e da Edoardo Sanguineti (Prc e Pdci, i Verdi hanno appoggiato sia Sanguineti sia Vincenzi) con il 14,3%. Oltre 35mila i votanti.
Alle primarie della Spezia, 15.600 votanti hanno scelto i candidati a sindaco e a presidente della Provincia. Per la carica di sindaco, Massimo Federici, sostenuto dalla quasi totalità dell'Unione, ha raccolto circa l'85% dei consensi, contro il 15% di Ferdinando Giorgieri, appoggiato da Verdi e ambientalisti. Più combattuta la competizione per la Provincia. Ha vinto Vittorio Fiasella, della Margherita, attestandosi intorno al 38% dei voti. Pochissimi i voti di scarto dal secondo arrivato, Gino Ambrosini, anche lui della Margherita.
L'ex sindaco di Palermo, appoggiato da Margherita, Italia dei Valori, Udeur e Sdi, ha vinto con oltre il 72% delle preferenze, per un totale di 11.919 voti. Distanti gli altri due candidati alle Primarie. Alessandra Siragusa, ex assessore comunale della giunta Orlando, appoggiata dai Ds che si è fermata al 20,11% con 3.887 voti, e l'europarlamentare di Rifondazione comunista Giusto Catania, appoggiato anche da Primavera siciliana e Pdci, si e' fermato al 7,88% con 1.523 voti.
Complessivamente sono stati 19.455 gli elettori dell'Unione che ieri, dalle 8 alle 22, si sono recati negli oltre 20 gazebo sistemati in vari punti della città, con un'affluenza leggermente minore rispetto a quella per le Primarie per le Politiche dello scorso anno.
Per il fondatore della Primavera di Palermo Leoluca Orlando "il successo di queste primarie è un chiaro segno della diffusa volontà di cambiamento e indica la possibilità di una alternativa all'attuale non-sindaco". Anche Alessandra Siragusa, seconda arrivata, si dice comunque soddisfatta. "Un venti per cento di risultato - ha detto - significa che a Palermo è nata una nuova classe dirigente e questa è una buona cosa per la città e per Orlando". La Siragusa ha espresso poi preoccupazione perché "dall'affluenza emerge che siamo leggermente cresciuti nelle periferie ma registriamo un calo non trascurabile nel centro", fino ad oggi vero e proprio zoccolo duro dell'elettorato di centrosinistra.
Mentre a Genova sarà Marta Vincenzi la candidata sindaco del centro-sinistra . L'europarlamentare diessina, ex presidente della Provincia, sostenuta da Ds e Margherita, ha vinto le primarie dell'Unione, con il 60% dei voti, seguita dall'ex presidente di Assoindustria Stefano Zara col 25,7% e da Edoardo Sanguineti (Prc e Pdci, i Verdi hanno appoggiato sia Sanguineti sia Vincenzi) con il 14,3%. Oltre 35mila i votanti.
Alle primarie della Spezia, 15.600 votanti hanno scelto i candidati a sindaco e a presidente della Provincia. Per la carica di sindaco, Massimo Federici, sostenuto dalla quasi totalità dell'Unione, ha raccolto circa l'85% dei consensi, contro il 15% di Ferdinando Giorgieri, appoggiato da Verdi e ambientalisti. Più combattuta la competizione per la Provincia. Ha vinto Vittorio Fiasella, della Margherita, attestandosi intorno al 38% dei voti. Pochissimi i voti di scarto dal secondo arrivato, Gino Ambrosini, anche lui della Margherita.
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