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lunedì, ottobre 17, 2011

Incremento della speranza di vita e innalzamento dell’età pensionabile: la legge non fa sconti

Con riferimento all’applicabilità ai lavoratori destinatari di procedure di mobilità, già sottoscritte in sede ministeriale prima dell’entrata in vigore dell’art.12, comma 12 ter, lett.a) del D.L. 78/2010, convertito in Legge 122/2010, che dispone l’innalzamento dell’età pensionabile in base all’aumento della speranza di vita accertato dall’Istat, il Ministero del Lavoro, con Interpello n.35, del 9 agosto 2011, ha affermato che tale norma non prevede eccezioni, pertanto si verificherà che alcune categorie di lavoratori, tra cui i lavoratori in mobilità, resteranno privi di reddito per il periodo intercorrente tra la maturazione dei requisiti e la decorrenza del trattamento pensionistico.


Ministero del Lavoro, Interpello n. 35, 09/08/2011

domenica, novembre 21, 2010

Pensioni, sale l'età per l'assegno Da gennaio servono 61 anni


ROMA (20 novembre) - Doppio scalino in arrivo per i lavoratori che vogliono andare in pensione: dal prossimo gennaio per ottenere l'assegno bisognerà aver compiuto almeno 61 anni. Dal 2011 infatti entreranno in vigore sia le nuove regole per l'accesso alla pensione di anzianità previste dalla riforma del 2007 (l'età minima per uscire passa da 59 a 60 anni per i lavoratori dipendenti a fronte di almeno 36 anni di contributi) sia quelle sulle finestre per l'uscita previste dalla manovra di luglio. Si devono ora aspettare almeno 12 mesi dal raggiungimento dei requisiti, sia di anzianità sia di vecchiaia.

Boom delle pensioni di anzianità nei primi dieci mesi del 2010: tra gennaio e ottobre le uscite anticipate rispetto all'età di vecchiaia sono state 155.440 a fronte delle 100.880 pensioni effettivamente liquidate nell'intero 2009. Il dato - sottolinea il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua - risente del forte calo per le pensioni di anzianità registrato nel 2009 ed è dovuto alla maturazione dei requisiti per l'uscita dal lavoro di una parte rilevante di persone «bloccate» dall'aumento dello scalino a luglio del 2009 (da 58 a 59 anni). Nel 2011 - avverte - ci si attende un nuovo calo con uscite per anzianità sotto le 100.000 unità. La gran parte delle uscite per anzianità del 2010 è dovuta ai lavoratori dipendenti (97.559 a fronte delle 56.963 pensioni liquidate nell'intero 2009 con un aumento del 71%).

mercoledì, marzo 04, 2009

Sondaggio del Mattino sull'età pensionabile delle donne. Cisl e CGIL contrarie all'innalzamento.



Roberto Bonanni, leader della Cisl boccia la proposta di innalzare l'età pensionabile delle donne nel pubblico impiego: «La Cisl non condivide la decisione del Governo nè nel merito nè nel metodo».



In una nota il segretario generale aggiunge: «Per la Cisl è inammissibile che su un tema delicato come quello delle pensioni, il Governo abbia deciso unilateralmente, senza aprire un confronto con il sindacato, come si è sempre fatto per tutti gli interventi sulla previdenza».

Quanto al merito, prosegue il leader della Cisl, «si tratta di una decisione sbagliata che ci riporta indietro negli anni, introducendo criteri di accesso differenziati alla pensione di vecchiaia per le lavoratrici pubbliche rispetto a quelle private. Il Governo può contrastare la sentenza della Corte di Giustizia europea facendo presente che il regime pensionistico pubblico non è un regime professionale distinto da quello legale generale.

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Al no della Cisl anche l'altolà della Cgil: «Continuo a pensare che la scelta di innalzare l'età pensionabile per le donne sia una scelta che non va bene. L'intervento sulle pensioni non va bene nel metodo perchè è la prima volta che viene presa una decisione del genere senza sentire il sindacato». Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, a margine dell'assemblea dei delegati della Cgil Lombardia. Epifani ha spiegato inoltre che la scelta è sbagliata anche nella tempistica in quanto avviene proprio in un momento di grave crisi e significa «scaricare il costo della crisi due volte sul mondo del lavoro e tre volte sulle donne lavoratrice».