venerdì, agosto 08, 2008

IN DIFESA DELLE AREE INTERNE

Il tema delle discariche in Campania ha riproposto il nodo del rapporto metropoli e zone interne. L'emergenza a Napoli e il caso Chiaiano lo hanno rimesso all'ordine del giorno con diversi interventi sulla stampa. Pubblichiamo oggi quello di Antonio De Lucia di Benevento che risponde con una lettera a La Repubblica Napoli all'articolo del prof. Mazziotti.

La lettera di Gerardo Mazziotti pubblicata il 4.8 u.s. (“Gli errori di Berlusconi ai danni di Napoli”) sarebbe incredibile se non si inserisse in una corrente di pensiero nella quale si riconosce gran parte, ed in modo bipartizan, della classe dirigente napoletana (la stessa dimostratasi incapace di risolvere il problema dei rifiuti). Ho esitato a lungo a rispondere per far sì che la rabbia mi sbollisse: lo faccio ora, sperando peraltro nella cortese pubblicazione della presente lettera.

Sostiene adunque il Mazziotti, e con lui, ad esempio, la Iervolino, che i rifiuti napoletani debbano essere depositatati nelle aree interne, perché le stesse (testuale) «sono prive di centri abitati e di impianti produttivi per migliaia di Kmq», quindi adatte a servire da discarica rifiuti. Sorvolo (ma a fatica) sul tono sprezzante nei confronti dei rarissimi abitanti di queste lande desolate, ma non posso fare a meno di chiedermi in quale pianeta o satellite del Sistema Solare il signor Mazziotti viva. Nelle aree interne campane, infatti, non c’è gente con l’anello al naso ed, anzi, in qualche misura, è arrivata anche la civiltà. A dire il vero ne sarebbe arrivata anche di più (di civiltà) se non fosse stato per il pervicace atteggiamento depredatorio della fascia costiera napoletana che ha sottratto dalle aree interne energie, sedi di servizi superiori, infrastrutture, con lo straordinario risultato di rendere invivibile la fascia costiera medesima. Il totale fallimento della programmazione regionale, che nulla ha fatto per impedire questo sfascio (restando, ad esempio, lettera morta dagli Anni Settanta le “opzioni Cascetta” - dal nome dell’allora presidente della Regione - per il riequilibrio territoriale), ha innescato le condizioni per lo spopolamento delle zone interne, dove è difficile arrivarvi, vi sono pochi ospedali, le scuole chiudono, etc. in un circolo vizioso di: “minor numero di abitanti – minor numero di servizi – minor numero di abitanti”. Il Mazziotti, forse non lo sa, ma (tanto per dire) San Bartolomeo in Galdo, capoluogo morale delle aree interne del nord est, nel 1861, cioè quando era al centro del sistema autostradale del tempo (“Regio Tratturo”) contava 7.633 abitanti; mentre nel 2001, nell’era “Regione Campania” e dopo il boom economico-demografico, ne contava soltanto 5.841. Questo significa a mio avviso che non sono state impostate e tanto meno attuate politiche per lo sviluppo socio-economico delle aree interne.

Ora, però, grazie alla visione strategica del Mazziotti, esse rinascerebbero creando un’immensa discarica che comincia al di là delle colline di Caserta, delimitanti l’immane conurbazione napoletana. Ma dove, di preciso? La metà, infatti, dei 2.071 Kmq del Sannio, ad esempio, è territorio montano (stessa situazione nelle altre Province): ciò significa che i TIR trasportanti la gradita monnezza napoletana non possono affrontare curve e tornanti; per l’altra metà del territorio (tutta collinare) si può anche fare, a patto di distruggere le preziose coltivazioni dell’Aglianico del Taburno, della Falanghina e così via.

In tutte le capitali europee c’è un termovalizzatore all’interno della città: uno ad esempio si trova a tre chilometri in linea d’aria dal Campanile di San Marco a Venezia; a Napoli, invece, per qualche misteriosa ragione, non si può fare, sebbene sia la stessa Città che è allegramente convissuta per decenni con un’acciaieria in uno dei più bei golfi del mondo; con una miriade di mega serbatoi di petrolio accanto a Scuole, a Università, a Ferrovie, etc.; con un terrificante groviglio di autostrade e tangenziale ad un passo dai balconi, dai marciapiedi, etc.

Quello che maggiormente offende nelle parole di Mazziotti è che si percepisce che Napoli voglia tranquillamente, nonostante tutto, senza alcuna assunzione di responsabilità, continuare come prima a produrre immondizia indifferenziata senza fare caso alle conseguenze, tanto, a prendersi la mondezza, (come è accaduto a Sant’Arcangelo Trimonte, Piano Borea, Toppa Infuocata, Taglianaso, Tre Ponti – tutte lande desolate del Sannio), ci pensano le aree interne.

Le quali, infine, potrebbero ancora salvarsi dal deserto vagheggiato dal Mazziotti, se fosse invece riconosciuto, persino dai napoletani, il valore aggiunto del loro paesaggio (di livello “toscano – umbro”).

Antonio De Lucia


1 commento:

Anonimo ha detto...

sono d'accordo, anch'io sono campana, per la precisione Valle telesina, e mi vergogno dei nostri politici locali perchè stanno facendo di tutto per sporcare la nostra bella zona. Abitando al nord sono venuta a luglio a casa e ho notato che onostante ci sia la raccolta differenziata porta a porta, le persone preferiscono buttare la loro 'mmonnezza nei fossati ai lati delle strade: INCIVILTA' e IGNORANZA!!!!!!!!!!!!