Nell’ambito del Convegno “Agricoltura e Biotecnologie: il fronte della ricerca tra un’avanguardia silenziosa e un’innovazione superata”, che si è tenuto presso l’Auditorium dell’Ara Pacis di Roma, la posizione delle Acli è stata rappresentata da Michele Zannini , Presidente nazionale di Acli Terra.
Il programma del Convegno, promosso dalla Task Force per un Italia libera da OGM, di cui le Acli sono parte integrante, ha registrato numerosi interventi di illustri esponenti del mondo scientifico, dichiaratamente impegnati a contrastare la diffusione di OGM, non sulla base di pregiudizi ideologici, ma proprio per un convincimento scientifico, puntualmente illustrato nei lavori del Convegno.
Il Presidente Zannini, nel suo intervento, ha voluto testimoniare, con forza, il punto di vista delle Acli, da sempre schierate a difesa di un progetto di agricoltura finalizzato a salvaguardare il patrimonio agroalimentare nazionale, come un bene inconfondibile, meritevole di essere protetto e promosso.
Per Zannini “l’agricoltura italiana non ha bisogno di OGM, perché fonda la sua competitività sulla ricchezza delle sue biodiversità, sulla varietà dei territori e sulla peculiarità dei saperi che gli agricoltori infondono nei loro prodotti, per renderli tipici e dotati di una particolare eccellenza che il mondo intero ci invidia”. Ha ribadito Zannini che il dissenso rispetto all’impiego di OGM ha natura fondamentalmente politica e, dunque, culturale e sociale. “Senza timori di essere tacciate di oscurantismo, Acli Terra e le Acli non si oppongono alla scienza ma vorrebbero che la scienza, che è e deve rimanere uno strumento a disposizione dell’umanità, sia impegnata prevalentemente per migliorare e proteggere quello che la sapienza di generazioni di milioni di contadini nel mondo sa fare. L’alternativa rischierebbe di essere quella che piega questo comparto economico, fondamentale per la vita e per la pace degli uomini, agli interessi di poche multinazionali, che, avendo già monopolizzato il mercato delle sementi e dei pesticidi, puntano ad omologare le produzioni attraverso l’impiego generalizzato di colture GM.”
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