Raddoppiare i buoni vacanza e partire dall’organizzazione della domanda turistica. Turismo sociale. Una sfida per la Campania: diventare la capitale del turismo sociale mediterraneo.
La Campania è una grande regione turistica con tutte le caratteristiche culturali,ambientali e umane per vincere nuove sfide e trarre dal turismo nuovo sviluppo e occupazione. Come le altre regioni e tutto il sistema Italia subisce però la crisi che anche nel comparto turistico. ha causato sia la perdita di posti di lavoro, sia la diminuzione di flussi turistici. Restare ancorati alle vecchie strategie appoggiandosi sui tradizionali attori del settore non è sufficiente per garantire un salto di qualità, capace di affrontare meglio il futuro. La Fitus (Federazione Italiana Turismo Sociale) che raggruppa le principali OTS (organizzazioni di turismo sociale della Regione) propone la carta del turismo sociale. Il turismo sociale è in grado di muovere nuovi flussi turistici con il pregio di favorire la destagionalizzazione e l’occupazione di diverse fasce di offerta turistica.Si tratta di affermare nella programmazione regionale il ” diritto alla vacanza “ spesso negato alle fasce deboli della popolazione e alle famiglie popolari oggi più di ieri colpite dalla crisi e quindi meno capaci di affrontare la spesa turistica. In Campania negli scorsi anni si è avviato un lavoro di riflessione sul turismo sociale sfociato nell’approvazione in Consiglio Regionale di vere e proprie ” linee guide del turismo sociale”, costruite insieme ai diversi attori del turismo e del sociale organizzato con l’aiuto delle università e degli enti locali. Da allora si attende una nuova legislazione turistica regionale capace di contenere proposte concrete sul turismo sociale. Oggi la Fitus propone di: 1) Raddoppiare i buoni vacanza per le famiglie popolari. Si tratta di prendere sul serio l’esperimento dei buoni vacanza pensati nella scorsa legislatura e avviati dal governo attuale immaginando una maggiore durata e un deciso cofinanziamento da parte della Regione Campania. 2) Allargare alle OTS la concertazione sulla programmazione turistica nella consapevolezza che gli attori tradizionali del turismo non faranno decollare il PIL del turismo. La svolta necessaria è quella di agire sulla domanda nazionale organizzata dalle grandi organizzazioni popolari e sociali, già pronte a trovare mete accoglienti e sensibili al tema. Fare turismo sociale non significa costruire un circuito minore ma sfruttare pienamente la rete attuale di alberghi, villaggi e residence perchè il turismo sociale non deve essere di serie B ma turismo di tutti e per tutti con incentivi e organizzazione.
Pino Vitale
Coordinatore Regionale della Fitus e Presidente Nazionale del CTA
(Centro Turistico Acli)
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