mercoledì, settembre 30, 2009

«Il Mezzogiorno è dimenticato» I vescovi della Cei lanciano l’allarme


Il monito del Consiglio episcopale permanente
«Il Mezzogiorno è dimenticato» I vescovi della Cei lanciano l’allarme
Documento finale della Conferenza episcopale: «La questione meridionale continua ad essere grave»

ROMA — «Un clamoroso si­lenzio, pur in presenza di pre­occupanti segnali di crisi, ri­schia di avvolgere la questio­ne meridionale». La durissi­ma denuncia è arrivata ieri, contenuta nel documento fi­nale del Consiglio episcopale permanente. La Cei, dunque, si esprime su una questione cruciale per il Paese nel gior­no in cui nell’aula di palazzo Madama il tema del mezzo­giorno entrava prepotente, sotto forma di cinque mozio­ni sull’utilizzo del Fondo aree sottoutilizzate; e all’indomani del convegno sul Mezzogior­no organizzato a Napoli dal partito di maggioranza. La Cei non fa sconti a nessuno, si ri­volge a tutti i soggetti in cam­po: ai partiti, alle classi diri­genti, agli stessi cittadini del sud e del nord del Paese e lo fa anche guardando al passa­to. Così a chi dimentica o ac­cantona le esperienze degli scorsi decenni, ricorda: «La questione meridionale pur­troppo continua ad essere de­licata con problemi gravi, non come 40 anni fa, ma che sono ancora vivi e presenti». Come dire: non si può fare de­magogia su un tema di tale na­tura. E, dunque, - ha poi detto il segretario della Conferenza episcopale Mariano Crociata ­(nella foto a lato) la Chiesa parteciperà «al cam­mino di tutto il Paese affinché tutto il Paese cresca con la co­scienza che una zona che ri­mane indietro diventa un pe­so per tutti, mentre una zona che si desta dal ritardo è un elemento di traino». Insom­ma, anche per la Chiesa il sud può essere una risorsa, ma a certe condizioni. Spiega Crociata che «c’è il rapporto con il resto della na­zione, la distribuzione degli investimenti e delle risorse, l’emigrazione delle giovani ge­nerazioni verso il nord, ma c’è anche un problema relati­vo all’esercizio della responsa­bilità pubblica e amministrati­va nelle Regioni e negli enti lo­cali meridionali, la promozio­ne del senso civico nella socie­tà tutta». In sostanza, dice la Cei, bisogna tenere insieme un corretto ed equo uso delle risorse, che non lasci indietro i territori che già lo sono, e dall’altro bisogna che le classi dirigenti facciano un uso cor­retto e saggio delle risorse stesse. Ma i cittadini non deb­bano essere da meno e infatti «c’è una sfida educativa da mettere a fuoco: il nostro im­pegno è far sì che le nostre co­munità diventino luoghi in cui maturino veri cristiani e autentici cittadini. Al sud - è la conclusione di Crociata ­serve una società più giusta e solidale al proprio interno e in rapporto con l’intera nazio­ne » . Questo, ovviamente, chia­ma in causa il tema della rifor­ma Calderoli e il segretario della Cei si sofferma sulla ne­cessità che «il processo fede­ralista tenga conto anche del sud e del mantenimento del­l’unità del Paese». Quindi ag­giunge che «fra gli interessi del Paese c’è quello dell’equili­brio tra le esigenze dell’unità e della solidarietà nazionale e i vantaggi e l’importanza di quei passi verso il federali­smo che si stanno compien­do ». In sostanza, secondo la Cei il federalismo va bene, purché «tenga presente quel­l’equilibrio che contemperi le diverse esigenze presenti an­che in vista delle celebrazioni per i 150 anni dell’unità d’Ita­lia » . Le considerazioni della Cei probabilmente sono destina­te ad aprire, più di tanti conve­gni, una discussione sul Mez­zogiorno, a ridosso di una campagna elettorale che si an­nuncia difficile, in attesa dei decreti delega di attuazione della riforma federalista. Così a commentare le parole della Conferenza episcopale è, il re­sponsabile Mezzogiorno del Pd, Sergio D’Antoni, il quale osserva che «invece di affidar­si a proclami vuoti, il governo e la maggioranza farebbero bene ad ascoltare il duro mo­nito sul mezzogiorno che arri­va oggi dalla Comunità epi­scopale ». Il capodelegazione dei deputati pugliesi del Pd in­vece preferisce rivolgersi ai colleghi di maggioranza: «Si tratta di assumere tutta la no­stra responsabilità di meridio­nali per il sud, costruendo con le istituzioni le forze so­ciali e civili un percorso condi­viso per l’Italia». Quindi Ludo­vico Vico conclude: «Mi chie­do se i colleghi pugliesi e me­ridionali del centrodestra so­no disponibili a confrontarsi su questi temi».
Rosanna Lampugnani

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