Acli:Chiarezza.Forum famiglie:Coerenza.'Soft'invece Opus dei-Cdo
Roma, 27 lug. (Apcom) - Che Silvio Berlusconi non sia un "santo" turba, indigna, interroga il mondo cattolico italiano. O, almeno, una sua componente. Di certo, non è solo 'Famiglia cristiana', ormai, a criticare le vicende private del Presidente del Consiglio. Dopo un iniziale, diffuso silenzio, rotto solo dalle proteste del settimanale dei paolini, notoriamente poco tenero con questo governo (come, del resto, con i precedenti), più di un vescovo ha espresso dubbi e ha domandato chiarimenti e anche il quotidiano della Conferenza episcopale italiana 'Avvenire' ha espresso "disagio" per tutta la vicenda. E se c'è chi, in Vaticano, sottolinea che l'Italia "non è un paese di Amish o di calvinisti", c'è chi non esita a denunciare una "scissione morbida" dei cattolici dal berlusconismo. "Sembra che sia in atto una scissione morbida e silenziosa da Berlusconi e dal berlusconismo", afferma Mimmo Delle Foglie, portavoce dell'associazione Scienza e vita ed ex coordinatore del Family day: "Sono singolari le domande posto al mondo cattolico. Chi può immaginare che il giudizio dei cattolici su queste vicende sia positivo? Un comportamento del genere non si addice a un uomo privato, figuriamoci a un uomo pubblico". Gli fa eco il nuovo presidente del Forum delle famiglie Francesco Belletti: "Il valore della coerenza bisognerebbe chiederlo a tutti, a maggior ragione a chi ha ruoli pubblici". Poi punta alle promesse non mantenute su un fisco 'family friendly': "Non si vede ancora niente all'orizzonte. L'attenzione è molto debole. Questo governo, come quello precedente, ha promesso ma non ha ancora mantenuto. Le motivazioni sono comprensibili - la crisi, il debito pubblico, l'equilibrio del sistema tributario - ma chiediamo un segnale di inversione di tendenza, per essere certi che la famiglia non sia l'ultima riga della finanziaria". Il malumore cattolico nei confronti del premier, in effetti, è alimentato anche dall'insoddisfazione per alcune politiche care alla Chiesa. Sul cosiddetto quoziente famigliare, così come sui fondi alle scuole paritarie, l'associazionismo cattolico attende ancora risposte. Anche sui destini del testamento biologico c'è incertezza ora che il disegno di legge è approvato in un ramo del Parlamento, la Camera, il cui presidente, Gianfranco Fini, ha più volte espresso perplessità e critiche. "In alcuni ambiti, soprattutto sul tema della famiglia e dell'immigrazione, ci attendiamo un cambio di passo", afferma il presidente delle Acli (Associazioni italiane lavoratori cristiani) Andrea Olivero. Che su Berlusconi e i suoi incontri a Palazzo Chigi precisa: "Non basta dire 'non sono un santo'. Nessuno chiede che i governanti siano santi. Il punto è che laddove si esercitano mandati pubblici bisogna evitare condizioni che diano scandalo e che possono mettere la persona nella condizione di essere ricattabile". In questo senso, "è chiaro che oggi c'è una rilevanza pubblica di queste vicende che richiedono risposte chiare e limpide". Tra associazioni e movimenti cattolici, peraltro, non c'è, sulle vicende delle escort come su altri temi, l'unanimità. Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle opere (il 'braccio operativo' di Comunione e Liberazione), ha usato di recente parole di grande prudenza. "La coerenza personale, importante e desiderabile, non è il criterio esclusivo per valutare l'azione politica di chi governa. C'è una questione più importante: se la politica lascia libertà alle realtà che lavorano per il bene comune". Tradotto: associazioni, imprese, cooperative, scuole paritarie. "Le gerarchie cattoliche questo lo sanno bene", ha spiegato Scholz. Parole simili a quelle pronunciate, in tutt'altro contesto, da monsignor Rino Fisichella. Che, presentando in Vaticano l'enciclica del Papa con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, spiegava, in termini generali: "L'etica non può essere assunta come la panacea di tutti i mali che la società oggi vive per la crisi generalizzata, che non è solo di ordine economico, ma principalmente di carattere antropologico". E mentre il segretario della Cei Mariano Crociata fustigava - in un'omelia dedicata a Santa Maria Goretti - chi mette in piazza il "libertinaggio", il portavoce dell'Opus Dei, Pippo Corigliano, rilasciava un'intervista al 'Giornale' nella quale sosteneva: "E' pericoloso giudicare in piazza gli uomini, che siano politici o no, riguardo a quella che è la loro moralità: se si intraprende questa strada si può anche arrivare al 'Terrore' di Robespierre". Lontana dai furori termidoriani, insomma, una parte del mondo cattolico continua a guardare a Berlusconi come un alleato politico e un interlocutore per i propri progetti. Libero, ormai, da ogni condizionamento, anche il cardinale Carlo Maria Martini è sembrato accennare all'affaire Berlusconi. "La Chiesa può e deve protestare contro comportamenti rovinosi e immorali, che siano in contrasto col bene comune e deve usare cautela nel ricevere o nell'onorare certi personaggi", ha detto in una delle sue risposte ai lettori del 'Corriere della sera'. "Ma ciò non è sempre facile da stabilire e può darsi che in certi periodi si pecchi per difetto e in altri per eccesso", ha aggiunto. Diversa la posizione del Vaticano, dove prevale una posizione di cautela. Se certi comportamenti appaiono riprovevoli, altrettanto sospetto suscita l'impressione di una strumentalizzazione tutta politica delle vicende del premier e il fastidio per l'invasione che alcuni media hanno fatto della sua vita privata. Nei Sacri Palazzi, del resto, prevale il pragmatismo di chi considera molto buoni i rapporti tra le due sponde del Tevere. Tanto più che a Palazzo Chigi lavora un uomo - Gianni Letta - che, oltre ad essere Gentiluomo di Sua Santità, offre più di una garanzia per il mondo cattolico. Buoni rapporti confermati, tra l'altro, dall'incontro che domani il cardinale Tarcisio Bertone avrà in Senato per parlare con i senatori dell'anciclica 'Caritas in veritate'. L''Osservatore romano', da parte sua, non dà spazio a tutta la vicenda berlusconiana. E se 'Avvenire', pressato dalle rimostranze dei lettori, ha finito col chiedere "chiarezza" al premier e ammonirlo che il consenso dei sondaggi non va considerato "l'avallo a scelte poco consone", non ha mancato si sollevare dubbi sulle rivelazioni "non sappiamo quanto autentiche".
Roma, 27 lug. (Apcom) - Che Silvio Berlusconi non sia un "santo" turba, indigna, interroga il mondo cattolico italiano. O, almeno, una sua componente. Di certo, non è solo 'Famiglia cristiana', ormai, a criticare le vicende private del Presidente del Consiglio. Dopo un iniziale, diffuso silenzio, rotto solo dalle proteste del settimanale dei paolini, notoriamente poco tenero con questo governo (come, del resto, con i precedenti), più di un vescovo ha espresso dubbi e ha domandato chiarimenti e anche il quotidiano della Conferenza episcopale italiana 'Avvenire' ha espresso "disagio" per tutta la vicenda. E se c'è chi, in Vaticano, sottolinea che l'Italia "non è un paese di Amish o di calvinisti", c'è chi non esita a denunciare una "scissione morbida" dei cattolici dal berlusconismo. "Sembra che sia in atto una scissione morbida e silenziosa da Berlusconi e dal berlusconismo", afferma Mimmo Delle Foglie, portavoce dell'associazione Scienza e vita ed ex coordinatore del Family day: "Sono singolari le domande posto al mondo cattolico. Chi può immaginare che il giudizio dei cattolici su queste vicende sia positivo? Un comportamento del genere non si addice a un uomo privato, figuriamoci a un uomo pubblico". Gli fa eco il nuovo presidente del Forum delle famiglie Francesco Belletti: "Il valore della coerenza bisognerebbe chiederlo a tutti, a maggior ragione a chi ha ruoli pubblici". Poi punta alle promesse non mantenute su un fisco 'family friendly': "Non si vede ancora niente all'orizzonte. L'attenzione è molto debole. Questo governo, come quello precedente, ha promesso ma non ha ancora mantenuto. Le motivazioni sono comprensibili - la crisi, il debito pubblico, l'equilibrio del sistema tributario - ma chiediamo un segnale di inversione di tendenza, per essere certi che la famiglia non sia l'ultima riga della finanziaria". Il malumore cattolico nei confronti del premier, in effetti, è alimentato anche dall'insoddisfazione per alcune politiche care alla Chiesa. Sul cosiddetto quoziente famigliare, così come sui fondi alle scuole paritarie, l'associazionismo cattolico attende ancora risposte. Anche sui destini del testamento biologico c'è incertezza ora che il disegno di legge è approvato in un ramo del Parlamento, la Camera, il cui presidente, Gianfranco Fini, ha più volte espresso perplessità e critiche. "In alcuni ambiti, soprattutto sul tema della famiglia e dell'immigrazione, ci attendiamo un cambio di passo", afferma il presidente delle Acli (Associazioni italiane lavoratori cristiani) Andrea Olivero. Che su Berlusconi e i suoi incontri a Palazzo Chigi precisa: "Non basta dire 'non sono un santo'. Nessuno chiede che i governanti siano santi. Il punto è che laddove si esercitano mandati pubblici bisogna evitare condizioni che diano scandalo e che possono mettere la persona nella condizione di essere ricattabile". In questo senso, "è chiaro che oggi c'è una rilevanza pubblica di queste vicende che richiedono risposte chiare e limpide". Tra associazioni e movimenti cattolici, peraltro, non c'è, sulle vicende delle escort come su altri temi, l'unanimità. Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle opere (il 'braccio operativo' di Comunione e Liberazione), ha usato di recente parole di grande prudenza. "La coerenza personale, importante e desiderabile, non è il criterio esclusivo per valutare l'azione politica di chi governa. C'è una questione più importante: se la politica lascia libertà alle realtà che lavorano per il bene comune". Tradotto: associazioni, imprese, cooperative, scuole paritarie. "Le gerarchie cattoliche questo lo sanno bene", ha spiegato Scholz. Parole simili a quelle pronunciate, in tutt'altro contesto, da monsignor Rino Fisichella. Che, presentando in Vaticano l'enciclica del Papa con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, spiegava, in termini generali: "L'etica non può essere assunta come la panacea di tutti i mali che la società oggi vive per la crisi generalizzata, che non è solo di ordine economico, ma principalmente di carattere antropologico". E mentre il segretario della Cei Mariano Crociata fustigava - in un'omelia dedicata a Santa Maria Goretti - chi mette in piazza il "libertinaggio", il portavoce dell'Opus Dei, Pippo Corigliano, rilasciava un'intervista al 'Giornale' nella quale sosteneva: "E' pericoloso giudicare in piazza gli uomini, che siano politici o no, riguardo a quella che è la loro moralità: se si intraprende questa strada si può anche arrivare al 'Terrore' di Robespierre". Lontana dai furori termidoriani, insomma, una parte del mondo cattolico continua a guardare a Berlusconi come un alleato politico e un interlocutore per i propri progetti. Libero, ormai, da ogni condizionamento, anche il cardinale Carlo Maria Martini è sembrato accennare all'affaire Berlusconi. "La Chiesa può e deve protestare contro comportamenti rovinosi e immorali, che siano in contrasto col bene comune e deve usare cautela nel ricevere o nell'onorare certi personaggi", ha detto in una delle sue risposte ai lettori del 'Corriere della sera'. "Ma ciò non è sempre facile da stabilire e può darsi che in certi periodi si pecchi per difetto e in altri per eccesso", ha aggiunto. Diversa la posizione del Vaticano, dove prevale una posizione di cautela. Se certi comportamenti appaiono riprovevoli, altrettanto sospetto suscita l'impressione di una strumentalizzazione tutta politica delle vicende del premier e il fastidio per l'invasione che alcuni media hanno fatto della sua vita privata. Nei Sacri Palazzi, del resto, prevale il pragmatismo di chi considera molto buoni i rapporti tra le due sponde del Tevere. Tanto più che a Palazzo Chigi lavora un uomo - Gianni Letta - che, oltre ad essere Gentiluomo di Sua Santità, offre più di una garanzia per il mondo cattolico. Buoni rapporti confermati, tra l'altro, dall'incontro che domani il cardinale Tarcisio Bertone avrà in Senato per parlare con i senatori dell'anciclica 'Caritas in veritate'. L''Osservatore romano', da parte sua, non dà spazio a tutta la vicenda berlusconiana. E se 'Avvenire', pressato dalle rimostranze dei lettori, ha finito col chiedere "chiarezza" al premier e ammonirlo che il consenso dei sondaggi non va considerato "l'avallo a scelte poco consone", non ha mancato si sollevare dubbi sulle rivelazioni "non sappiamo quanto autentiche".
2 commenti:
necessita di verificare:)
molto intiresno, grazie
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