lunedì, maggio 18, 2009

Con la mente in Europa

Con la mente in Europa

Si avvicinano le elezioni europee. Tre le sfide da raccogliere nonostante il disinteresse diffuso

(da Aesse 5 2009)

Guardando i dati resi noti da Eurobarometro sulla partecipazione dei cittadini alle prossime elezioni europee, emerge un quadro poco confortante. Il 75 % degli intervistati non sa quando si terranno, al 51% il tema delle elezioni europee non interessa e solamente il 30%, dichiara che certamente andrà a votare.
Questi dati non possono non far riflettere sulla necessità che il futuro dell’Unione europea torni ad essere al centro delle politiche dei singoli Paesi.

A oggi questo interesse, almeno in Italia, non sembra esserci. Continuiamo a vedere campagne elettorali non incentrate sul futuro dell’Europa. La battaglia e la polemica politica infuriano, ma il centro non è mai la politica europea. Ci piacerebbe sapere dai nostri candidati, quali programmi, quali idee hanno per l’Europa. Ci piacerebbe sapere per che cosa si batteranno una volta eletti al Parlamento europeo, se saranno ancora i parlamentari più pagati e, al tempo stesso, i più assenteisti.

Prendendo spunto dall’Appello ai cittadini europei in occasione delle prossime elezioni europee, promosso dall’Iniziativa dei cristiani per l’Europa (Ixe), vogliamo porre al centro del dibattito sul futuro dell’Europa tre grandi sfide che possono far diventare l’attuale crisi economica una importante occasione.
La prima riguarda l’economia. È urgente che l’Europa diventi il luogo dove realizzare, di fronte alla mondializzazione dei mercati, nuove politiche che rimettano l’economia al servizio dell’uomo, contribuendo a costruire un’Europa più solidale, che superi le frontiere nazionali.

La seconda riguarda le risorse ambientali. Serve un’Europa capace di porre un limite al consumo sfrenato delle risorse disponibili, che s’interroghi seriamente, soprattutto di fronte ad un cambiamento climatico che avrà conseguenze importanti, sulla necessità di inaugurare nuovi modelli di vita, incentrati sulla sobrietà.

La terza è la sfida demografica. L’Europa è il continente più colpito dall’invecchiamento e dalla diminuzione della popolazione. Porre rimedio a questa situazione, che porta con sé gravi conseguenze socioeconomiche, significa accrescere l’attenzione sulle famiglie. Servono politiche capaci di conciliare la vita familiare e quella professionale, che diano opportunità alle giovani generazioni, che siano in grado di proporre politiche di reale integrazione per gli immigrati, i quali rappresentano i tre quarti circa del tasso di crescita della popolazione europea.

Queste sono solo alcune delle sfide che attendono l’Europa del futuro: l’augurio è che i candidati non le lascino cadere nel vuoto facendosi coinvolgere in conflitti provinciali della politica italiana. Ritornare a parlare veramente con i cittadini di Ue, sapendo proporre loro un progetto per un futuro di pace e progresso nel nostro continente, è l’unico modo per recuperare la disaffezione verso un’istituzione che può ancora candidarsi ad essere attrice di pace credibile per la propria regione e per il mondo.

Michele Rizzi

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