mercoledì, maggio 27, 2009

Centotrentamila passi per raggiungere l’ Assisi del Sud.





CONCLUSO CON SUCCESSO IL SETTIMO CAMMINO DELLA RICONCILIAZIONE E PACE



Grande successo per la manifestazione del Cammino di Riconciliazione e Pace, la Benevento Pietrelcina del 23 maggio 2009, inserita nel programma per il 122° anno dalla nascita di San Pio, da Pietrelcina. Centotrentamila passi, che distano da Benevento a Pietrelcina, città che ha dato i natali ad uomo di riconciliazione cha ha globalizzato la solidarietà. Per miglia di persone, sotto un sole cocente, un impegno concreto, testimoniato dalla fatica di arrivare e di essere solidale, con chi viene vinto dalla fatica non riesce a camminare da solo. Migliaia le presenze, triplicata la partecipazione rispetto al sesto cammino di otto mesi fa. Alzare la voce, per avere il coraggio di porre le attenzioni su ciò che non ci piace in questa realtà fenomenica: le criticità PER LA CRISI DEL LAVORO, i dati che ci dicono che il SUD d’Italia è fermo, il Pil in decrescita. “Il coraggio del Sud, per Alzare la Voce per la carità e la giustizia”. È l’unico modo per uscire da una condizione di insignificanza politica, per ricercare nuovi spazi dove esercitare una pressione, un minimo potere che permetta di riportare l’ambito della decisione politica nelle mani della società civile. Camminare insieme con i giovani adulti per creare le condizioni sociali che mirano a creare legami, costruire una rete in grado di mettere in discussione le istituzioni dominanti (politiche economiche, globalizzazione sfrenata per la lotta al profitto a tutti i costi.

È il lavoro che deve essere messo al centro della agenda politica del governo nazionale e internazionale- dichiara Antonio MEOLA portavoce della Tavola Sannita, meritiamo delle risposte in questo tempo di crisi, guardare oltre la crisi occupazionale per il sud d’ Italia significa accettare la sfida di produrre beni e servizi, di fare impresa, di misurarsi con la creazione e gestione di aziende in forme mutualistiche e cooperative e comunque senza perseguire il principio della massimizzazione del profitto. È quella “economia sociale” conclude Meola che non può essere considerata ruota di scorta di un “capitalismo compassionevole”, ma soggetto originale e creativo di una libera economia sociale di mercato.

Le Acli – afferma il vice presidente nazionale vicario e presidente del Patronato ACLI Michele RIZZI - sono oggi nuovamente chiamate a rispondere ad un bisogno profondo di fare, di sentirsi comunità.Un movimento sociale si forma solo quando i singoli si accorgono che altri vivono le stesse esperienze”; si riscoprono chiamate a tessere legami sociali, allargando i confini della loro azione, per riaprire cammini di speranza, di condivisione, di piena realizzazione della condizione umana. Rinnoviamo, nelle ACLI del futuro, continua Rizzi- che si fanno presente il loro impegno nel leggere i bisogni, soprattutto delle persone più deboli, nel promuovere cittadinanza attiva, nel sostenere percorsi di assunzione di responsabilità sociale e politica per gli uomini e le donne del nostro tempo in cammino per una società che non concede sicurezze, che non genera speranze, che sperimenta fino in fondo le radicali povertà e solitudini del mondo globale. Oggi stiamo costruendo ponti – non muri – conclude Rizzi in diversi Paesi del mondo (Balcani, America Latina, Africa), sia per ricomporre conflitti, sia per affrontare le situazioni di ingiustizia più gravi. Vogliamo contribuire alla costruzione di un futuro in cui ci sia meno ingiustizia, meno povertà: nel mezzogiorno d’Italia, é questo il modo di costruire la pace; iniziando,da Benevento per far diventare questa manifestazione con Pietrelcina l’Assisi del Sud.

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