Nel 2007 in Italia 975 mila famiglie si trovavano in condizioni di povertà assoluta. Sono il 4,1% delle famiglie residenti. In questi nuclei familiari vivono 2 milioni 427 mila individui, il 4,1% della popolazione. A riferirlo è l’Istat che oggi ha presentato i nuovi criteri per la definizione della soglia di povertà assoluta, intesa come la spesa mensile minima necessaria ad uno standard di vita minimamente accettabile.
Più poveri al sud, ma al nord la situazione peggiora. Delle 975 mila famiglie in condizioni di povertà assoluta, 443 mila si trovano nel Mezzogiorno. Rispetto al 2005 (2,7%) l’incidenza percentuale nelle regioni settentrionali sale al 3,5%. Stabile il centro. Più povere le famiglie numerose: nuclei con 5 o più componenti sono più poveri di quelli meno ampi: quasi un decimo (8,2%) si trova in condizioni di povertà assoluta.
Più povere anche le famiglie guidate da operai tra 45 e 54 anni. Tra il 2005 e il 2007 l’incidenza della povertà per le famiglie con a capo un adulto tra 45 e 54 anni con bassa istruzione è passata dal 2,6% al 3,4%. Migliora la situazione per quelle guidate da un giovane.
- Chiara Saraceno: “I dati presentati dall’Istat sulla base di una nuova metodologia di ricerca dimostrano che la social card è sfocata e che i soldi sono stati dati ai poveri, ma non ai più poveri fra i poveri”. Per la sociologa i requisiti di accesso non hanno saputo individuare le condizioni di maggiore povertà del paese. Fiopsd: ''Bene il nuovo metodo di rilevazione dell'Istat''. Il presidente, Paolo Pezzana, esprime soddisfazione: ''Mettere fine al paradosso durato sino ad oggi, per cui i più poveri tra i poveri sono esclusi dalle statistiche''.
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POVERTA' - Nuovi metodi per individuare le soglie dell'indigenza
Presentato dall’Istat il nuovo metodo di stima della povertà assoluta, che individua i beni e servizi essenziali, omogenei su tutto il territorio nazionale, che rappresentano il minimo accettabile sotto il quale si vive in una condizione di “povertà assoluta”. Nel nuovo metodo di calcolo tre le aree principali: l’alimentazione (con la definizione del fabbisogno minimo nutrizionale), l’abitazione (riscaldata e dotata degli elettrodomestici essenziali) e i rimanenti beni e servizi (sanità, istruzione, abbigliamento, trasporto, comunicazioni). In base ai prezzi sul territorio stabilite tante soglie di povertà quante sono le combinazioni tra tipologia familiare, ripartizione geografica e dimensione del comune di residenza.
- Le soglie di povertà Istat. Al nord servono più soldi per raggiungere un livello di qualità della vita minimo: più difficile in una grande città che in un piccolo comune. Un single fra i 18 e i 59 anni ha bisogno di 487 euro per vivere al di sopra della soglia di povertà assoluta in un piccolo comune del sud. Se però vive a Roma ha bisogno di 682 euro, mentre a Milano sotto i 724 euro è un povero assoluto. E ancora: a una famiglia di 4 persone con 2 figli sotto i tre anni occorrono 1.270 euro circa per vivere in condizioni minime accettabili a Milano: lo stesso standard si raggiunge con poco più di mille in un piccolo comune del Centro e con 930 euro in un grande comune del sud
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2 commenti:
Perche non:)
quello che stavo cercando, grazie
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