Prima i numeri, quelli che per il governo fanno parlare di un veroe proprio successo. Nel giro di un paoio di mesi sarebbero già circolanti qualcosa come 423mila "social card", le tesserine messe a punto dal ministero del Tesoro per distribuire ai meno abbienti un aiuto da 40 euro al mese.
Secondo il Tesoro le richieste arrivate sono state oltre 500mila, di queste 157mila sono state quelle non accettate per cause che spaziano dalle anomalie nella richiesta fino alla mancanza dei requisiti richiesti in termini di reddito.
Secondo quanto riferito sarebbero invece 423mila le Social Card già caricate per un totale di 680mila transazioni effettuate per un importo medio di 33 euro, mentre l'Inps spiega che in Campania e Sicilia è concentrata quasi la metà delle ricariche effettuate.
Tutto bene? Mica tanto. Le associazioni dei consumatori prima, una serie di servizi giornalistici poi, hanno dimostrato che in parecchi casi le tesserine, una volta arrivate in mano a chi ne aveva diritto, hanno rivelato nel momento del loro uso di non essere state caricate.
Tradotto, il poveraccio di turno ha dovuto mollare alla cassa la parte di spesa fatta con la social card, con buona pace di dignità e privacy. "Si può polemizzare su tutto ma, per favore, non sulla povertà", ribatte il ministro Tremonti, che dimentica che la polemica non è sulla povertà ma su di lui e sul governo.
Secondo l'associazione Altroconsumo all'origine delle Social Card vuote a sorpresa c'è un meccanismo per cui, anche se la Social Card viene concessa, in seguito l’Amministrazione fa dei controlli sulle dichiarazioni rilasciate da chi fa richiesta. "Procedura che non fa che aumentare la confusione, il disagio e lo smarrimento dei cittadini. I controlli sull’esistenza dei requisiti per il rilascio della carta andrebbero fatti prima di consegnarla al richiedente", sottolinea Altroconsumo.
E Federconsumatori con Adusbef aggiungono: "Da più parti ci pervengono segnalazioni di disagi e difficoltà nell’uso della Social Card. Carte che non sono mai state ricaricate, mancata chiarezza riguardo ai prodotti sui quali è applicabile lo sconto, estrema difficoltà nel reperire i negozi abilitati, sono molti i cittadini che si pongono seri dubbi sulla reale fruibilità di questo strumento". Secondo le due associazioni "ben altre sarebbero le operazioni da adottare per aiutare veramente le famiglie in maggiore difficoltà, ad esempio attraverso l’aumento diretto delle pensioni sociali".
Secondo il Tesoro le richieste arrivate sono state oltre 500mila, di queste 157mila sono state quelle non accettate per cause che spaziano dalle anomalie nella richiesta fino alla mancanza dei requisiti richiesti in termini di reddito.
Secondo quanto riferito sarebbero invece 423mila le Social Card già caricate per un totale di 680mila transazioni effettuate per un importo medio di 33 euro, mentre l'Inps spiega che in Campania e Sicilia è concentrata quasi la metà delle ricariche effettuate.
Tutto bene? Mica tanto. Le associazioni dei consumatori prima, una serie di servizi giornalistici poi, hanno dimostrato che in parecchi casi le tesserine, una volta arrivate in mano a chi ne aveva diritto, hanno rivelato nel momento del loro uso di non essere state caricate.
Tradotto, il poveraccio di turno ha dovuto mollare alla cassa la parte di spesa fatta con la social card, con buona pace di dignità e privacy. "Si può polemizzare su tutto ma, per favore, non sulla povertà", ribatte il ministro Tremonti, che dimentica che la polemica non è sulla povertà ma su di lui e sul governo.
Secondo l'associazione Altroconsumo all'origine delle Social Card vuote a sorpresa c'è un meccanismo per cui, anche se la Social Card viene concessa, in seguito l’Amministrazione fa dei controlli sulle dichiarazioni rilasciate da chi fa richiesta. "Procedura che non fa che aumentare la confusione, il disagio e lo smarrimento dei cittadini. I controlli sull’esistenza dei requisiti per il rilascio della carta andrebbero fatti prima di consegnarla al richiedente", sottolinea Altroconsumo.
E Federconsumatori con Adusbef aggiungono: "Da più parti ci pervengono segnalazioni di disagi e difficoltà nell’uso della Social Card. Carte che non sono mai state ricaricate, mancata chiarezza riguardo ai prodotti sui quali è applicabile lo sconto, estrema difficoltà nel reperire i negozi abilitati, sono molti i cittadini che si pongono seri dubbi sulla reale fruibilità di questo strumento". Secondo le due associazioni "ben altre sarebbero le operazioni da adottare per aiutare veramente le famiglie in maggiore difficoltà, ad esempio attraverso l’aumento diretto delle pensioni sociali".
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