Da Avvenire del 15.12.2008
Nell’Italia delle politiche spot per le famiglie capitano cose strane. Ci sono giovani nuclei monoreddito, con un affitto da pagare e con tre bimbi piccoli ( cioè, un bel lavoro per la mamma) che hanno diritto alla neonata carta acquisti – ergo, sono tecnicamente ' poveri' – ma non al bonus famiglia – ossia, proprio alla misura nominalmente pensata per loro – per il quale evidentemente sono considerati troppo ' ricchi'. ' Colpa' dei diversi sistemi di calcolo dei requisiti.
Per ottenere la carta acquisti, infatti, si fa riferimento alla situazione Isee. Strumento di calcolo che, per quanto insufficiente, tiene conto di alcune spese sostenute ( ad esempio per l’affitto), del patrimonio complessivo e della composizione familiare. Per il bonus famiglia, invece, si fa riferimento ai soli redditi imponibili con tetti crescenti ( di poco) in base al numero di componenti, ma senza tener conto di altri parametri.
Seguiamo un’esperienza in presa diretta. Siamo a Roma, Zona Esquilino, dalle parti dello storico mercato di piazza Vittorio Emanuele, sabato scorso. Un giovane padre di famiglia va all’ufficio postale più vicino col suo modulo, speditogli a casa, per richiedere la carta acquisti come da comunicazione ricevuta. Anzi, ne ha due di moduli, perché ha due figli sotto i 3 anni, evidentemente considerati bisognosi. « Scusi, signora, è qui che si chiede la carta acquisti? » , domanda. L’anziana signora annuisce in silenzio, quasi circospetta. Pettinata, curata e molto molto dignitosa, aspetta qualche lungo minuto che l’impiegato compili a video la sua scheda e poi le consegna trionfante la busta con la card, specificando: « Poi le manderanno il pin ed entro due giorni la caricheranno con i primi 120 euro » . E lei: « Cosa, il pin? » E ancora: « Sì, ma cosa devo fare, come funziona? » .
Qualche spiegazione e poi tocca
Una famiglia con tre figli piccoli è considerata tanto 'povera' da aver diritto a due carte acquisti, e troppo 'ricca' per avere l’una tantum per famiglie
a lui, al padre di famiglia.
L’impiegata dello sportello accanto segue il lavoro del collega ( è una caso rarissimo perché ha diritto addirittura al corrispettivo di due carte acquisti e il travet si arrovella per gestire al meglio la pratica) ogni tanto lo guarda con un’aria da ' Carramba che sorpresa', con il sorrisino svenevole di chi pensa: « Uh, che carino, padre di famiglia con tre figli piccoli, questo sì che si merita la carta… » . Qualche minuto quindi il padre esce con la sua card. Non sa ancora se hanno versato i 240 euro promessi: bisogna « aspettare il pin » . Cosa pensare alla fine?
Il pacchetto di misure progettate dal governo ' per le famiglie' ha alcuni aspetti positivi, ma altri assai discutibili. I 40 euro in più al mese ( 80, nel caso del nostro papà) per la spesa e le bollette sono un aiuto concreto ed è probabilmente la prima volta che vengono mappate situazioni sociali che sfuggono alle statistiche ufficiali.
L’incongruenza tra aventi diritto alla carta e al bonus, però, sono evidenti. E sulla carta acquisti rimangono altre perplessità.
Anzitutto, la carta è anonima ma ' parla da sola', perché è ben riconoscibile e non a tutti può far piacere mostrare di essere in qualche modo ' bisognosi'. Certo, si dovrebbe sommare a specifici sconti in alcuni supermercati, ma è ancora tutto da verificare. E poi chi deve risparmiare fa la spesa al mercato rionale: vi voglio vedere con la carta acquisti al banco delle verdure di Filippo a p. zza Vittorio. E allora non era meglio versare quei soldi in busta paga, nella pensione o mandare un assegno a casa?
Tanto più che il papà della nostra storia ( vera) compila e ricompila da anni decine di moduli quasi identici, con gli stessi dati fiscali e le stesse informazioni previdenziali. A caccia dell’aiutino spot nell’estenuante attesa, probabilmente vana, di una vera, strutturale, politica per la famiglia.
Simone Sereni
Nell’Italia delle politiche spot per le famiglie capitano cose strane. Ci sono giovani nuclei monoreddito, con un affitto da pagare e con tre bimbi piccoli ( cioè, un bel lavoro per la mamma) che hanno diritto alla neonata carta acquisti – ergo, sono tecnicamente ' poveri' – ma non al bonus famiglia – ossia, proprio alla misura nominalmente pensata per loro – per il quale evidentemente sono considerati troppo ' ricchi'. ' Colpa' dei diversi sistemi di calcolo dei requisiti.
Per ottenere la carta acquisti, infatti, si fa riferimento alla situazione Isee. Strumento di calcolo che, per quanto insufficiente, tiene conto di alcune spese sostenute ( ad esempio per l’affitto), del patrimonio complessivo e della composizione familiare. Per il bonus famiglia, invece, si fa riferimento ai soli redditi imponibili con tetti crescenti ( di poco) in base al numero di componenti, ma senza tener conto di altri parametri.
Seguiamo un’esperienza in presa diretta. Siamo a Roma, Zona Esquilino, dalle parti dello storico mercato di piazza Vittorio Emanuele, sabato scorso. Un giovane padre di famiglia va all’ufficio postale più vicino col suo modulo, speditogli a casa, per richiedere la carta acquisti come da comunicazione ricevuta. Anzi, ne ha due di moduli, perché ha due figli sotto i 3 anni, evidentemente considerati bisognosi. « Scusi, signora, è qui che si chiede la carta acquisti? » , domanda. L’anziana signora annuisce in silenzio, quasi circospetta. Pettinata, curata e molto molto dignitosa, aspetta qualche lungo minuto che l’impiegato compili a video la sua scheda e poi le consegna trionfante la busta con la card, specificando: « Poi le manderanno il pin ed entro due giorni la caricheranno con i primi 120 euro » . E lei: « Cosa, il pin? » E ancora: « Sì, ma cosa devo fare, come funziona? » .
Qualche spiegazione e poi tocca
Una famiglia con tre figli piccoli è considerata tanto 'povera' da aver diritto a due carte acquisti, e troppo 'ricca' per avere l’una tantum per famiglie
a lui, al padre di famiglia.
L’impiegata dello sportello accanto segue il lavoro del collega ( è una caso rarissimo perché ha diritto addirittura al corrispettivo di due carte acquisti e il travet si arrovella per gestire al meglio la pratica) ogni tanto lo guarda con un’aria da ' Carramba che sorpresa', con il sorrisino svenevole di chi pensa: « Uh, che carino, padre di famiglia con tre figli piccoli, questo sì che si merita la carta… » . Qualche minuto quindi il padre esce con la sua card. Non sa ancora se hanno versato i 240 euro promessi: bisogna « aspettare il pin » . Cosa pensare alla fine?
Il pacchetto di misure progettate dal governo ' per le famiglie' ha alcuni aspetti positivi, ma altri assai discutibili. I 40 euro in più al mese ( 80, nel caso del nostro papà) per la spesa e le bollette sono un aiuto concreto ed è probabilmente la prima volta che vengono mappate situazioni sociali che sfuggono alle statistiche ufficiali.
L’incongruenza tra aventi diritto alla carta e al bonus, però, sono evidenti. E sulla carta acquisti rimangono altre perplessità.
Anzitutto, la carta è anonima ma ' parla da sola', perché è ben riconoscibile e non a tutti può far piacere mostrare di essere in qualche modo ' bisognosi'. Certo, si dovrebbe sommare a specifici sconti in alcuni supermercati, ma è ancora tutto da verificare. E poi chi deve risparmiare fa la spesa al mercato rionale: vi voglio vedere con la carta acquisti al banco delle verdure di Filippo a p. zza Vittorio. E allora non era meglio versare quei soldi in busta paga, nella pensione o mandare un assegno a casa?
Tanto più che il papà della nostra storia ( vera) compila e ricompila da anni decine di moduli quasi identici, con gli stessi dati fiscali e le stesse informazioni previdenziali. A caccia dell’aiutino spot nell’estenuante attesa, probabilmente vana, di una vera, strutturale, politica per la famiglia.
Simone Sereni
3 commenti:
Ti ringrazio amico, ho un blog sull'Esquilino di Roma ma questo articolo mi era sfuggito. Grazie e buone feste !
SINDACO, FACCIA UN PASSO INDIETRO
il sindaco per il bene della citta' dovrebbe compiere un gesto di alta democrazia, di amore verso la sua napoli.
ne parlo nel mio blog
imparato molto
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