MARCO TORIELLO Se il Comune di Napoli non sbloccherà entro un mese 40 milioni di euro dei pagamenti che associazioni e cooperative del Terzo settore aspettano da quasi un anno, saranno a rischio i servizi socio-assistenziali forniti a 40 mila famiglie napoletane. L’allarme arriva dalle 150 organizzazioni riunite nel Forum regionale del Terzo settore e nel comitato «Il welfare non è un lusso», che ieri mattina hanno manifestato a piazza Municipio contro i ritardi nei pagamenti per i servizi erogati, che vanno dall’assistenza agli anziani e ai disabili fino alla realizzazione di progetti educativi per bambini e di inserimento per gli immigrati. E al credito vantato con il Comune si aggiunge quello con l’Asl Napoli 1, che deve alle associazioni quasi 25 milioni di euro. Non è la prima volta che i rappresentanti partenopei del Terzo settore denunciano una situazione che mette a rischio l'esistenza stessa di decine di associazioni e cooperative che operano a sostegno delle fasce più deboli della popolazione. Nel luglio del 2007, un analogo contenzioso con il Comune si concluse con una cessione alle banche del credito vantato con Palazzo San Giacomo, per un importo di 60 milioni di euro. Un’operazione che consentì alle associazioni di fare cassa, ma che non ha impedito l’accumularsi di ulteriori ritardi nei pagamenti dovuti negli ultimi 10 mesi. «Finora il Comune ha trovato soltanto soluzioni occasionali - spiega Sergio D'Angelo, portavoce dei due comitati che hanno manifestato a piazza Municipio - eppure nel 90% dei casi ci viene affidata la gestione di servizi di natura pubblica, di cui dobbiamo anticipare i costi anche per 14-15 mesi». Servizi che ieri sono stati sospesi dai 4 mila operatori napoletani, ma che riprenderanno oggi e saranno erogati almeno fino a giovedì, quando è previsto un incontro con l’assessore comunale alle Politiche sociali Giulio Riccio e con i dirigenti del Comune. Già ieri una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta da Riccio, che però non è riuscito a rassicurare del tutto gli operatori. «L’assessore ci ha garantito che i crediti saranno pagati, che in futuro si eviteranno altri ritardi e che verranno adeguate le tariffe dei servizi erogati, ferme a dieci anni fa - continua D’Angelo - non è però la prima rassicurazione che riceviamo dal Comune. Preferiamo sospendere il giudizio fino a giovedì, quando verificheremo concretamente come il Comune intende effettuare i pagamenti».
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