I suoli appartenevano alla cosca dei Magliulo
ALESSANDRO URZÌ Afragola. Una vera e propria azienda agricola produttiva su un terreno confiscato alla camorra. Trentacinque ettari trasformati a coltivazione di pesche e albicocche, con un reddito lordo di circa 20mila euro l'anno, gestiti dall'associazione Acli-terra di Benevento e dal Comune di Afragola. Ieri il via alla raccolta, per il terzo anno consecutivo, delle pesche e delle albicocche, frutti dei 2000 nuovi alberi che sono stati messi a dimora nella zona Cantariello su un terreno confiscato alla famiglia Magliulo, della quale tutt'oggi ci sono ancora le tracce. Un'alfetta, crivellata di colpi di mitraglietta, una escavatrice, una pala meccanica, un'antenna abusiva di una emittente casertana e un casolare abbandonato, che i gestori vorrebbero trasformare in una scuola agricola e in una sala espositiva per la vendita dei beni prodotti. Il terreno fu affidato all'Acli-terra nel febbraio del 2006 dalla commissione straordinaria, che ha amministrato il Comune di Afragola fino ad aprile scorso, con lo scopo non solo di avviare una produzione qualificata di pesche ed albicocche, ma anche per dare lavoro ai giovani afragolesi, attraverso la costituzione di cooperative, per la coltivazione e vendita dei frutti prodotti. Un obiettivo che i gestori continuano a perseguire, «perché ciò - come spiega il presidente di Acli-terra, Pasquale Orlando - ci consentirebbe di avere maggiori ricavi da destinare a nuovi investimenti». I beni sono contrassegnati da un grande tabellone all'ingresso, con l'indicazione di «Bene confiscato alla criminalità organizzata» e degli enti che si occupano della gestione: Comune di Afragola e Acli-terra. «Un'iniziativa - dice il sindaco Vincenzo Nespoli (nella foto) - che va incrementata e utilizzata anche per i numerosi beni confiscati alla camorra, insistenti sul territorio di Afragola, per dare lavoro, attraverso la costituzione di cooperative, ai tanti giovani afragolesi disoccupati».
ALESSANDRO URZÌ Afragola. Una vera e propria azienda agricola produttiva su un terreno confiscato alla camorra. Trentacinque ettari trasformati a coltivazione di pesche e albicocche, con un reddito lordo di circa 20mila euro l'anno, gestiti dall'associazione Acli-terra di Benevento e dal Comune di Afragola. Ieri il via alla raccolta, per il terzo anno consecutivo, delle pesche e delle albicocche, frutti dei 2000 nuovi alberi che sono stati messi a dimora nella zona Cantariello su un terreno confiscato alla famiglia Magliulo, della quale tutt'oggi ci sono ancora le tracce. Un'alfetta, crivellata di colpi di mitraglietta, una escavatrice, una pala meccanica, un'antenna abusiva di una emittente casertana e un casolare abbandonato, che i gestori vorrebbero trasformare in una scuola agricola e in una sala espositiva per la vendita dei beni prodotti. Il terreno fu affidato all'Acli-terra nel febbraio del 2006 dalla commissione straordinaria, che ha amministrato il Comune di Afragola fino ad aprile scorso, con lo scopo non solo di avviare una produzione qualificata di pesche ed albicocche, ma anche per dare lavoro ai giovani afragolesi, attraverso la costituzione di cooperative, per la coltivazione e vendita dei frutti prodotti. Un obiettivo che i gestori continuano a perseguire, «perché ciò - come spiega il presidente di Acli-terra, Pasquale Orlando - ci consentirebbe di avere maggiori ricavi da destinare a nuovi investimenti». I beni sono contrassegnati da un grande tabellone all'ingresso, con l'indicazione di «Bene confiscato alla criminalità organizzata» e degli enti che si occupano della gestione: Comune di Afragola e Acli-terra. «Un'iniziativa - dice il sindaco Vincenzo Nespoli (nella foto) - che va incrementata e utilizzata anche per i numerosi beni confiscati alla camorra, insistenti sul territorio di Afragola, per dare lavoro, attraverso la costituzione di cooperative, ai tanti giovani afragolesi disoccupati».
4 commenti:
i magliulo sono stati sempre gente perbene,e onesti lavoratori i terreni che hanno sono dei loro padri e nonni e se li sono lavorati col sudore della fronte.tanto che u loro zio quando annaffiava i campi di notte talmente della stanchezza dormva nel canaone dell acqua talmente che era stanco se li sono sudati con onesta' e dignita' sign sindaco e lei lo sa benissimo...
good start
quello che stavo cercando, grazie
hmmmmm veramente 1 impara prima a scrivere poi a ragionare su quello che dici...c sara un motivo no e x qll ke ne so uno bello grande
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