sabato, maggio 17, 2008

Napoli: Sindaco e Cardinale botta e risposta sui rom

«Vedo che tutti più o meno dimostrano grande solidarietà ai rom. Anche il cardinale Sepe. Ma, in pratica, chi si è trovato il problema sulle spalle e ha trovato alloggio ai rom è stato il Comune e solo il Comune». Il sindaco Iervolino ha rivendicato il ruolo svolto dal Comune per affrontare la crisi dei romeni a Ponticelli e ha sottolineato l’assenza di altri contributi per trovare una sistemazione alternativa. «Quello che il Comune potrà ancora fare lo farà - assicura Iervolino - pur essendo l’immigrazione materia di competenza statale». La replica del cardinale Sepe non si è fatta attendere: «Dal primo momento siamo in mezzo alla gente. Il nostro è stato un impegno concreto, quando un gruppo di sacerdoti è andato nei campi rom e ha visto che c’erano delle necessità da soddisfare, per cui abbiamo comprato il latte per i bambini e portato da mangiare a questa gente che stava senza un tozzo di pane. Abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità stando davvero in mezzo a loro, da molto tempo prima che scoppiasse il caso rom». In effetti - come spiega Marco Mieli, presidente dell’«Opera nomadi» - il Comune ha collocato 26 stranieri alla scuola «Deledda» di Soccavo e altri 30 in altri istituti. Ovvero 56 rispetto ai 600 dichiarati presenti nei 7 campi dallo stesso Mieli e i mille dichiarati da Massimo Cilenti, vicepresidente della VI Municipalità. Mieli, intanto, punta l’indice accusatore contro i media che «hanno enfatizzato il presunto rapimento scatenando la reazione dei residenti». E si domanda: «Perchè, sul nostro territorio, la presunzione di innocenza riguarda soltanto gli italiani e non anche i nomadi e gli extracomunitari? I giornali hanno dato per scontato che la bambina fosse stata rapita senza lasciare spazio al dubbio». Mentre Massimo Cilenti (Pd) incolpa l’amministrazione comunale di non aver saputo gestire l’emergenza quando ancora non era emergenza. «La carità pelosa con cui è stato concesso a questi disperati di insediarsi in questi anni sul territorio e accamparsi in modo disumano ha delle responsabilità precise. Noi avevamo paventato quello che poi è successo. Ma siamo stati accusati di razzismo». «Sul tema rom la repressione non può e non deve essere il primo e unico strumento adottato dalla politica. Non vorrei vedere una deriva in questa direzione». Ha detto il presidente della Provincia, Dino Di Palma. Infine, da Vienna, l’Osce, l’organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa con sede nella capitale austrica, ha espresso «preoccupazione per i violenti attacchi» a un campo nomadi a Napoli sollecitando le autorità italiane ad «assicurare la protezione della popolazione rom». m.l.p.

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