In primo piano Il Foglio 7 Maggio 2008
Ci si chiede se 6 zie suore del Cav.compensino il ministero superlaico
UN GOVERNO SENZA CATTOLICI
Adulti forse, ma sicuramente cattolici. Pasticcioni forse, ribelli, disincantati, rassegnati, pudichi, in qualche caso più laicisti dei laicisti, ma sicuramente cattolici. Pullulavano nel governo precedente e dannatissimo: da Prodi a Bindi, Fioroni, Rutelli, Turco, Mastella, Parisi, De Castro, Santagata. Per cattolici si intenda, in luogo di semplici battezzati o generici ex chierichetti: politici di formazione cattolica, con legami intellettuali o militanti o di rete civile e politica con il movimento cattolico organizzato, in tutte le sue forme, e con la chiesa. Personalità ogni giorno interpellate, in ragione della loro identità e fede, sulle grandi questioni nuove di relazione tra religione e politica, tra etica e potere pubblico. Bisognerebbe aggiungere il cristiano valdese Ferrero, e per le istituzioni, naturalmente, il presidente del Senato Marini, il capogruppo alla Camera Franceschini. Con l’espulsione e la marginaiízzazione dell’Udc, con il passaggio all’opposizione dei cattolici di sinistra o democratici, di tanta gloria in excelsis non resta che una vicepresidenza Buttiglione, meschina meschina. E la salda garanzia romano-vaticana di un potere di palazzo, quello di Gianni Letta, che in tanto ribaltarsi e turbarsi di ogni cosa vivrà un suo splendido isolamento, ma sempre in comunione con la gerarchia. Per il resto, nel nuovo governo così come si va configurando a balzelloni, no cattolici. Stiamo fotografando, con una punta di paradosso, una situazione in fondo scontata. La dc di sinistra nel Pd, e Casini da solo al centro, hanno perso le elezioni: ovvio che il loro posto non sia nell’esecutivo. Però fa impressione lo stesso, questo strano rovesciamento di senso per cui dopo il referendum sulla fecondazione assistita e il family day, e all’indomani delle tenorili polemiche sul dispotismo clericale nella vita pubblica italiana, i cattolici come classe dirigente sono scomparsi dalle posizioni più influenti del sistema istituzionale e politico. Il presidente della Camera ha pronunciato nel suo discorso inaugurale parole ispirate al più puro ratzingerismo. E’ immaginabile che anche Berlusconi ce la metta tutta a recuperare verbalmente il terreno che gli è smottato sotto i piedi, proprio a lui che rivendica sempre, e sempre ironicamente, la funzione protettiva di ben 6 zie suore sull’intera sua parabola umana e pubblica. Tuttavia il fatto resta, e ingolosisce e incuriosisce gli osservatori. Le condizioni per il dispiegarsi dell’anarchia etica ci sono tutte.
comunque il governo è questo:
Ministri con portafoglio
Esteri: Franco Frattini; Interno: Roberto Maroni; Giustizia: Angelino Alfano; Economia Giulio Tremonti; Difesa: Ignazio La Russa; Sviluppo economico: Claudio Scajola: Pubblica istruzione: Maria Stella Gelmini; Politiche agricole Luca Zaia; Ambiente Stefania Prestigiacomo; Infrastrutture Altero Matteoli; Welfare Maurizio Sacconi; Beni culturali Sandro Bondi.
Ministri senza portafoglio Riforme: Umberto Bossi; Semplificazione: Roberto Calderoli; Attuazione Programma: Gianfranco Rotondi; Politiche Comunitarie: Andrea Ronchi; Pari Opportunità: Mara Carfagna; Affari regionali: Raffaele Fitto; Politiche giovanili Giorgia Meloni; Rapporti con parlamento Elio Vito; Innovazione Renato Brunetta.
Ci si chiede se 6 zie suore del Cav.compensino il ministero superlaico
UN GOVERNO SENZA CATTOLICI
Adulti forse, ma sicuramente cattolici. Pasticcioni forse, ribelli, disincantati, rassegnati, pudichi, in qualche caso più laicisti dei laicisti, ma sicuramente cattolici. Pullulavano nel governo precedente e dannatissimo: da Prodi a Bindi, Fioroni, Rutelli, Turco, Mastella, Parisi, De Castro, Santagata. Per cattolici si intenda, in luogo di semplici battezzati o generici ex chierichetti: politici di formazione cattolica, con legami intellettuali o militanti o di rete civile e politica con il movimento cattolico organizzato, in tutte le sue forme, e con la chiesa. Personalità ogni giorno interpellate, in ragione della loro identità e fede, sulle grandi questioni nuove di relazione tra religione e politica, tra etica e potere pubblico. Bisognerebbe aggiungere il cristiano valdese Ferrero, e per le istituzioni, naturalmente, il presidente del Senato Marini, il capogruppo alla Camera Franceschini. Con l’espulsione e la marginaiízzazione dell’Udc, con il passaggio all’opposizione dei cattolici di sinistra o democratici, di tanta gloria in excelsis non resta che una vicepresidenza Buttiglione, meschina meschina. E la salda garanzia romano-vaticana di un potere di palazzo, quello di Gianni Letta, che in tanto ribaltarsi e turbarsi di ogni cosa vivrà un suo splendido isolamento, ma sempre in comunione con la gerarchia. Per il resto, nel nuovo governo così come si va configurando a balzelloni, no cattolici. Stiamo fotografando, con una punta di paradosso, una situazione in fondo scontata. La dc di sinistra nel Pd, e Casini da solo al centro, hanno perso le elezioni: ovvio che il loro posto non sia nell’esecutivo. Però fa impressione lo stesso, questo strano rovesciamento di senso per cui dopo il referendum sulla fecondazione assistita e il family day, e all’indomani delle tenorili polemiche sul dispotismo clericale nella vita pubblica italiana, i cattolici come classe dirigente sono scomparsi dalle posizioni più influenti del sistema istituzionale e politico. Il presidente della Camera ha pronunciato nel suo discorso inaugurale parole ispirate al più puro ratzingerismo. E’ immaginabile che anche Berlusconi ce la metta tutta a recuperare verbalmente il terreno che gli è smottato sotto i piedi, proprio a lui che rivendica sempre, e sempre ironicamente, la funzione protettiva di ben 6 zie suore sull’intera sua parabola umana e pubblica. Tuttavia il fatto resta, e ingolosisce e incuriosisce gli osservatori. Le condizioni per il dispiegarsi dell’anarchia etica ci sono tutte.
comunque il governo è questo:
Ministri con portafoglio
Esteri: Franco Frattini; Interno: Roberto Maroni; Giustizia: Angelino Alfano; Economia Giulio Tremonti; Difesa: Ignazio La Russa; Sviluppo economico: Claudio Scajola: Pubblica istruzione: Maria Stella Gelmini; Politiche agricole Luca Zaia; Ambiente Stefania Prestigiacomo; Infrastrutture Altero Matteoli; Welfare Maurizio Sacconi; Beni culturali Sandro Bondi.
Ministri senza portafoglio Riforme: Umberto Bossi; Semplificazione: Roberto Calderoli; Attuazione Programma: Gianfranco Rotondi; Politiche Comunitarie: Andrea Ronchi; Pari Opportunità: Mara Carfagna; Affari regionali: Raffaele Fitto; Politiche giovanili Giorgia Meloni; Rapporti con parlamento Elio Vito; Innovazione Renato Brunetta.
3 commenti:
tutto cambia affinchè nulla cambi
si riscrive in chiave attulaizzata
il gattopardo
Bell'analisi. Complimenti Pasquale. Copio (e diffondo) sul blog del mio circolo...
Però manca la Brambilla ;)
La ringrazio per Blog intiresny
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