Pubblicato il bilancio 2007 del Dipartimento politiche di sviluppo Sud superato da Spagna e Germania Est. Male scuola e occupati
EMANUELE IMPERIALI Il Mattino
Il Sud perde senza appello il confronto con Spagna e Germania ex comunista. Il paese governato da Zapatero, già in presenza di un elevato tasso di crescita nazionale, ha sviluppato ancor più le aree comprese nell'Obiettivo Uno, dove sono aumentati sia l'occupazione che, pur se meno, la produttività. In Germania, nonostante la fase moderata di espansione, i laender orientali hanno registrato un incremento della produttività superiore alla media europea. Nel nostro Mezzogiorno, invece, nulla di tutto ciò, anzi, le famiglie povere sono più di una ogni quattro, con punte preoccupanti in alcune Regioni tra cui la Campania, dove superano il 23%. E la criminalità la fa ancora da padrona, con territori come la Campania dove avviene una ogni tre rapine perpetrate dai malviventi in Italia. Nonostante la Regione abbia fatto segnare una crescita del Pil dell'1,4% e nel quinquennio 2001-2006 abbia conseguito la performance più elevata del Sud in termini di ricchezza prodotta insieme alla Sardegna. La fotografia del Dipartimento per le politiche di sviluppo scattata nella presentazione del Rapporto 2007 è tanto impietosa quanto preoccupante. Il territorio meridionale sta per fare i conti con le scelte del nuovo governo, che potrebbero penalizzarlo per il forte peso della Lega nella coalizione, favorevole a una federalismo fiscale che, se non sarà solidale come promette Berlusconi, danneggerà soprattutto le Regioni del Sud. Già oggi caratterizzate da una crescita infinitesimale nel biennio 2006-2007, una fiducia dei consumatori in netto calo, un mercato del lavoro ancora debole e incapace di assorbire la forte domanda di occupazione. A sostenere l'economia meridionale resta un buon andamento dell'export, che però ha un peso quantitativamente limitato rispetto all'interscambio commerciale del resto del Paese. Insomma, più ombre che luci. L'economia cresce troppo poco perché ancora oggi è solo l'edilizia a tirare, e il tasso di occupazione complessivo è inchiodato a un modesto 46,5%, di quasi 20 punti inferiore a quello del Centronord. Per non parlare di quello femminile, fermo a meno del 31%. Eppure, se non fosse per l'industria, in particolare quella delle costruzioni, il trend sarebbe ancora più negativo, in quanto l'agricoltura e i servizi perdono posti di lavoro. Non solo, ma nel 2007 al Sud è aumentata la quota dell'occupazione a termine, che ha toccato il 17,6% contro l'11,6% del Centro Nord. A livello regionale il tasso di disoccupazione più elevato si registra in Sicilia, attorno al 12%, seguita da Calabria, Campania e Puglia, sopra il 10%. E il meridione vanta anche il triste primato del lavoro irregolare, in quanto, in base alle ultime stime del Dps, è attestato al 20%, contro il 9% del Centro Nord. Eppure proprio la Campania e la Calabria sono, insieme al Lazio, le aree dove vi è il più elevato tasso di creazione ma anche di cessazione di imprese, un indice, comunque, di forte effervescenza e vitalità del tessuto produttivo. Il Mezzogiorno sconta un forte ritardo sul terreno dell'istruzione: la scuola, in particolare, riceve un contributo dagli enti locali di gran lunga inferiore rispetto alle altre Regioni, e ciò ha un impatto spesso molto negativo sulla qualità dei servizi, sui trasporti, sulle mense e perfino sulla manutenzione delle strutture. Il Rapporto 2007 segna un punto di discontinuità decisivo rispetto al passato anche recente perché si conclude la fase di impostazione della programmazione della politica regionale, sia europea che nazionale, per i prossimi otto anni e si avvia la fase attuativa. Potendo contare su ben 100 miliardi di euro destinati al Sud, frutto della scelta di unificare la programmazione comunitaria con quella del Fondo nazionale aree sotto sviluppate. Il fatto più innovativo è costituito dall'aver fissato alcuni obiettivi vincolanti per le Regioni meridionali, in tema di gestione dei rifiuti, di qualità del servizio idrico, di servizi per l'infanzia e gli anziani, di istruzione, legando al loro raggiungimento l'ottenimento della premialità.
Il divario con il Nord si allarga dal 2003
È dal 2003 che il Mezzogiorno cresce meno del Centronord e che quindi il divario fra le due macroaree si allarga. Il differenziale di crescita del Pil è stato lieve nel 2003 e 2005 e ampio nel 2004 e nel 2006. Il 2007, secondo i primi dati, ha confermato il trend.
7 commenti:
molto molto interessante buon fine settimana
molto intiresno, grazie
imparato molto
imparato molto
imparato molto
necessita di verificare:)
imparato molto
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