Secondo la Confederazione Italiana Agricoltori, l´attuale ondata di freddo determinerà rincari dal 20 al 45% su frutta e verdura. Adoc parla di “presa in giro,” Coldiretti propone una soluzione a partire dalla distribuzione. E´ in arrivo l´effetto-gelo sui prezzi: secondo la Cia (Confederazione Italiana Agricoltori), l´ondata di freddo che ha investito il paese determinerà rincari dal 20 al 45% su frutta e verdura, già dalla prossima settimana. Secca la risposta dell’Adoc, associazione per la difesa e l´orientamento dei consumatori: “Basta con le prese in giro - ha dichiarato Carlo Pileri, presidente dell´Adoc - non è possibile giustificare simili aumenti dei prezzi al dettaglio solo perché è inverno. In ogni caso il gelo dovrebbe incidere sulla produzione e non sui passaggi intermedi e sulla distribuzione, come invece risulterebbe dalle stime della Cia”. “Dato che le produzioni invernali avvengono quasi tutte in serra - ha spiegato l’Adoc in una nota - aumenti del genere appaiono meramente speculativi”. Adoc calcola che con il rincaro medio del 30% stimato dalla Cia, la spesa mensile delle famiglie aumenterebbe di 22 euro al mese. Secondo Coldiretti, il problema del continuo aumento dei prezzi di frutta e verdura avrebbe già una soluzione, che aspetta solo di essere applicata: l’apertura di mercati di vendita diretta in tutti i centri, anche medio-piccoli. Autorizzare la vendita diretta dei prodotti da parte degli agricoltori locali, senza intermediazioni, combatterebbe la moltiplicazione dei prezzi dal campo alla tavola e il rischio speculazione. Coldiretti che ha già avviato numerose iniziative in tutta Italia per pubblicizzare il fatto che, con l´entrata in vigore del Decreto n.301 del 29 dicembre 2007, si è aperta la possibilità per tutti i comuni italiani di avviare mercati gestiti dagli agricoltori, anche localizzati in zone centrali e con frequenza giornaliera, settimanale o mensile, a seconda delle esigenze locali. Secondo le stime dell´Osservatorio sulle vendite dirette promosso da Coldiretti, sarebbero ben 400 le città dove potrebbero essere aperti mercati degli agricoltori, con la partecipazione di 8mila aziende agricole. Esperienze di questo tipo, dai risultati estremamente positivi, sono già attive a Taranto, a Bari, a Potenza, a Marliana (Pistoia), a Montevarchi (Arezzo), a Monselice (Padova), a Trento e a Torino dove è funzionante il progetto “Oasi dei prodotti tipici della campagna piemontese,” un mercato di prodotti tipici che si tiene ogni prima domenica del mese in piazza Palazzo di Città.
2 commenti:
basta comprare quelli campani, che non li vuole più nessuno e sono a prezzi stracciati!
ma sono sempre buoni...
Posta un commento