Disordini a Pianura: la Procura apre un'inchiesta contro gli ultrà violenti
I pm sospettano che ci fosse un legame tra tifosi e camorristi
Sospetti su un politico, considerato «regista» degli scontri
NAPOLI - I magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli hanno aperto un’inchiesta su un gruppo di ultrà violenti che sarebbero stati utilizzati per provocare le proteste delle scorse settimane a Pianura. Dalle indagini della polizia di Stato è emerso che oltre ai tifosi, che sarebbero stati pagati per provocare gli incidenti, sarebbero stati presenti anche camorristi.
Si inadaga, inoltre, anche su un politico di Napoli che al momento non è ancora indagato dai pm della Direzione distrettuale antimafia. Un esponete della «bassa politica» sospettato di essere il regista e l’istigatore degli scontri avvenuti nelle scorse settimane a Pianura. Il politico, secondo le indagini dei carabinieri, avrebbe utilizzato un gruppo di tifosi violenti per provocare gli scontri. Dall’indagine emerge pure che gli ultrà napoletani sarebbero stati pagati. Il «gruppo di mercenari», come viene indicato dagli investigatori, si è mischiato, come sostengono gli investigatori, con la brava gente che invece voleva manifestare pacificamente.
Nelle scorse settimane a Pianura si sono vissute giornate e notti di vera e propria guerriglia . Sabotaggi ai mezzi meccanici, bus dati alle fiamme, blocchi stradali, autobotti dei vigili del fuoco incendiate. Vere azioni di guerra urbana, che apparivano studiate a tavolino, con giovani incappucciati in sella a motorini, pronti a lancare sassi e molotov contro el forze dell'ordine. Alcune forze politiche avevano, fin dall'inizio, lanciato l'allarme e segmalato l'ombra della camorra, interessata a non far riaprire la discarica.
Dalle indagini della polizia di Stato è emerso che, oltre ai tifosi, sarebbero stati presenti anche alcuni pregiudicati ritenuti vicino a clan camorristi. Alcuni gruppi criminali avrebbero interesse, infatti, a mantenere lo stato d’emergenza in modo da poter favorire le imprese a loro vicine, facendole lavorare direttamente con la pubblica amministrazione. Anche se viene fatto notare negli ambienti investigativi che altri gruppi camorristici sono ormai infastiditi della presenza massiccia sul territorio di forze dell’ordine che non gli consente di portare avanti i loro affari. A Pianura gli scontri erano esplosi dopo l’annuncio che la discarica in contrada Pisani si sarebbe fatta. La polizia aveva caricato i manifestanti che avevano incendiato due autobus, divelto pali della segnaletica stradale, bloccato le strade con detriti per impedire il passaggio dei mezzi e incendiato i cumuli di rifiuti. Bombe molotov e sassi erano stati poi lanciati contro i vigili del fuoco accorsi a spegnere gli incendi. Inoltre, tre operatori di Rai, Sky e Mediacom erano stati picchiati con calci, pugni e derubati. eranoo state rubate anche le cassette delle registrazioni, che contenevano le immagini degli scontri.
I pm sospettano che ci fosse un legame tra tifosi e camorristi
Sospetti su un politico, considerato «regista» degli scontri
NAPOLI - I magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli hanno aperto un’inchiesta su un gruppo di ultrà violenti che sarebbero stati utilizzati per provocare le proteste delle scorse settimane a Pianura. Dalle indagini della polizia di Stato è emerso che oltre ai tifosi, che sarebbero stati pagati per provocare gli incidenti, sarebbero stati presenti anche camorristi.
Si inadaga, inoltre, anche su un politico di Napoli che al momento non è ancora indagato dai pm della Direzione distrettuale antimafia. Un esponete della «bassa politica» sospettato di essere il regista e l’istigatore degli scontri avvenuti nelle scorse settimane a Pianura. Il politico, secondo le indagini dei carabinieri, avrebbe utilizzato un gruppo di tifosi violenti per provocare gli scontri. Dall’indagine emerge pure che gli ultrà napoletani sarebbero stati pagati. Il «gruppo di mercenari», come viene indicato dagli investigatori, si è mischiato, come sostengono gli investigatori, con la brava gente che invece voleva manifestare pacificamente.
Nelle scorse settimane a Pianura si sono vissute giornate e notti di vera e propria guerriglia . Sabotaggi ai mezzi meccanici, bus dati alle fiamme, blocchi stradali, autobotti dei vigili del fuoco incendiate. Vere azioni di guerra urbana, che apparivano studiate a tavolino, con giovani incappucciati in sella a motorini, pronti a lancare sassi e molotov contro el forze dell'ordine. Alcune forze politiche avevano, fin dall'inizio, lanciato l'allarme e segmalato l'ombra della camorra, interessata a non far riaprire la discarica.
Dalle indagini della polizia di Stato è emerso che, oltre ai tifosi, sarebbero stati presenti anche alcuni pregiudicati ritenuti vicino a clan camorristi. Alcuni gruppi criminali avrebbero interesse, infatti, a mantenere lo stato d’emergenza in modo da poter favorire le imprese a loro vicine, facendole lavorare direttamente con la pubblica amministrazione. Anche se viene fatto notare negli ambienti investigativi che altri gruppi camorristici sono ormai infastiditi della presenza massiccia sul territorio di forze dell’ordine che non gli consente di portare avanti i loro affari. A Pianura gli scontri erano esplosi dopo l’annuncio che la discarica in contrada Pisani si sarebbe fatta. La polizia aveva caricato i manifestanti che avevano incendiato due autobus, divelto pali della segnaletica stradale, bloccato le strade con detriti per impedire il passaggio dei mezzi e incendiato i cumuli di rifiuti. Bombe molotov e sassi erano stati poi lanciati contro i vigili del fuoco accorsi a spegnere gli incendi. Inoltre, tre operatori di Rai, Sky e Mediacom erano stati picchiati con calci, pugni e derubati. eranoo state rubate anche le cassette delle registrazioni, che contenevano le immagini degli scontri.
1 commento:
che ci fosse uno stretto legame con la mafia era più che certo, quello che mi meravigli che lo stanno scoprendo solo ora dopo che quel "Tronfo" e farabutto di Casini, alla trasmissione "Ballarò" si trasformò in una feroce iena.
A questo punto c'è da querelare non solo Casini ma carcerare tutti i responsabili dei disordini di Napoli.
Posta un commento