venerdì, dicembre 28, 2007

Se don Milani arriva a Scampia


Fabrizio Valletti Sono più di vent’anni che si pubblica un giornalino dal nome significativo, «Fuga di notizie», nato in ambito ecclesiale. È l'unico foglio a dar voce a chi da Scampia voglia esprimere pubblicamente un impegno di testimonianza civile, superando una visione della chiesa divisa in tradizionali ambiti parrocchiali. Sensibile ai problemi del quartiere, la redazione ha voluto affrontare un nodo irrisolto del mondo della scuola: il senso di frustrazione vissuto da dirigenti, insegnanti, genitori e operatori sociali di fronte al crescente fenomeno del bullismo e dell'aggressività dei giovani, del dilagare nella scuola di modelli diseducativi e incontrollabili. È nato il desiderio di tornare a personaggi fuori del circuito ufficiale, a maestri che abbiano prodotto autentico rinnovamento. Così intorno a questi temi al Centro Hurtado nei giorni scorsi si è aperto un dibattito su don Milani in cui, a poco più di quarant’anni dalla morte, ci siamo chiesti se la sua lezione abbia ancora qualcosa da dirci. A guidarci è stata la riflessione di Sergio Tanzarella, partita dall’ipotesi che la sua esperienza sia più che mai da assimilare. Certo, i tempi sono diversi e i contesti non paragonabili, ma sono attuali la sofferenza e le denunce sulla condizione del mondo operaio, ieri negli anni della Ricostruzione che produsse anche tanto sfruttamento, oggi per le morti bianche, la precarietà e l'assenza di lavoro. Il quadro politico è diverso, ma resta la difficoltà di dare, oggi come ieri, un orientamento all'economia per far crescere la dignità e i diritti di tutti, immigrati inclusi. Don Milani insegna che non basta la cultura accademica e non sono sufficienti i centri di formazione dell'«eccellenza».
Così come sembra spesso inefficace, oltre che vero e proprio sperpero di denaro pubblico, la moltiplicazione nelle scuole di «progetti» privi di un piano unificante. Vale molto di più la seria e ordinaria pratica educativa, cosi come la trasparenza nei rapporti di lavoro e negli adempimenti fiscali. Ma nel giorno di Natale a Scampia c’è stato chi, con punto di vista laicissimo e modalità assai comunicative, ha saputo parlare di «buone azioni» non per autocompiacersi, ma per orientare i giovani su percorsi praticabili e valori altrettanto attraenti rispetto ai modelli offerti dal consumo. Proprio come se don Milani fosse tornato a vivere, oggi, a Scampia. Per un intero pomeriggio gli ascoltatori di Radiotre hanno condiviso questi pensieri con la gente di Scampia, con la guida di Marino Sinibaldi nella trasmissione di Fahrenheit. Proprio dalla piccola biblioteca del Centro Hurtado sono risuonate voci che ogni giorno curano la parola come prassi educativa, perché cresca dai più piccoli ai più grandi quella dimensione estetica della vita che sola può produrre progresso. Si è parlato della bellezza del leggere, del conoscere, del comunicare, come terreno in cui la libertà di ciascuno si confronta e si misuri con l'esperienza degli altri, nella ricerca di consenso e di collaborazione. Sono state ricordate le esperienze di «Arrevuoto» con il Mercadante, le occasioni offerte dallo sport con l'esempio dell'Arci Scampia, la testimonianza di scrittori e artisti, editori e operatori culturali e scolastici. Sono anche le voci del Gridas, della biblioteca del Centro Hurtado con i Presidi del libro, dell'Ulten Auser con il caffè letterario, delle associazioni che avvicinano i bambini rom a quelli delle famiglie del quartiere in una ammirevole fusione. A Scampia esiste veramente una rete di associazioni e di interventi che esprime «una intelligenza del sapere e dell'agire». La trasmissione di Fahrenheit ha fatto balenare l'efficacia di un progetto di unificazione delle risorse che anni fa era stato avviato, con tanto di statuto ed organizzazione offerta all'amministrazione comunale e vanificato con il cambio dell'assessorato alle periferie. Dove sono finiti i progetti per la gestione degli spazi sportivi e quelli per la sede di una facoltà universitaria? È stato singolare che proprio il giorno di Natale tante persone abbiano sottolineato il valore dell'impegno sulla «normalità e continuità» dell'agire quotidiano intelligente per la solidarietà, per far risaltare che alla base del vivere civile c'è la cura del leggere e del sapere, della bellezza e del comunicare.

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