sabato, dicembre 15, 2007

Decreto Flussi 2007 - Il disastro del "click day"

Ritardi, messaggi di errore e arbitrarietà nell’ accoglimento delle oltre 340mila domande:il Ministero deve dare spiegazioni

Domande oltre sette volte superiori ai posti disponibili: il sistema informatico del ministero dell'Interno ha registrato 352.955 invii per le richieste di assunzione di lavoratori extracomunitari. Il primo turno di spedizioni in corso nella giornata di sabato, infatti, offre solo 47.100 permessi destinati ai cittadini di Paesi che hanno sottoscritto accordi con l'Italia di cooperazione in materia migratoria. Nonostante questo, il "cervellone" del Viminale continua a essere bombardato dalle richieste, compilate dai singoli datori di lavoro o dai patronati. Nel momento di picco massimo di invio le richieste sono giunte con una frequenza di 200 al secondo.


La ricezione delle domande ha subito rallentamenti a causa di una falla nel sistema che non accetta cognomi troppo lunghi. Ad accorgersene sono stati i sindacati e i datori di lavoro che compilavano richieste per assumere cittadini dello Sri Lanka: «Lo stesso problema – spiega Maurizio Bove, responsabile dell'Ufficio immigrazione della Cisl di Milano - era stato riscontrato nel decreto flussi 2006. Avrebbero dovuto risolverlo per tempo».
Il blocco è durato circa due ore. «Problema risolto – afferma, infatti, Mario Morcone, responsabile del dipartimento immigrazione e libertà civili del Viminale - le domande relative agli srilankesi sono state accolte dal sistema e non è necessario procedere a un nuovo invio».


Dal ministero dell'Interno confermano anche il successo del sistema informatico: «Tutto sta funzionando – aggiunge Morcone – e non abbiamo dovuto ricorrere al sistema di scorta». Il tempo medio dell'invio della domanda – che oscilla da un minimo di dieci minuti a un massimo di diverse ore – dipende non solo dal traffico telematico ma anche dal numero di istanze. Fino a questo momento, infatti, l'invio è stato più facile per i datori di lavoro che hanno scaricato sul proprio pc il software per i flussi rispetto ai patronati, i quali hanno inviato le richieste in pacchetti multipli. «E' normale – spiega Morcone dal ministero – che le domande singole siano più veloci rispetto agli invii multipli». Ma all'Inca Cgil si parla già di "gestione discriminante" per tutti coloro che si sono rivolti ai patronati, e cioè per il 32% delle richieste.


«Verificheremo nelle prossime ore – affermano Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil e Alberto Sera, vicepresidente della Ital - se le procedure informatiche rispondono ai criteri di trasparenza e di pari opportunità che erano la 'conditio sine qua non' per la sottoscrizione del protocollo tra patronati e ministero dell'Interno».
Secondo Michele Consiglio, responsabile immigrazione delle Acli, il sistema penalizzerebbe i soggetti più deboli come anziani, persone con handicap, famiglie, piccole imprese individuali. In considerazione di ciò il patronato Acli chiede al ministero dell'Interno di provvedere fin da ora a modificare i criteri per la graduatoria delle richieste di nulla osta.

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