martedì, novembre 20, 2007

I Corleonesi regalavano cassate alla camorra. In cambio pomodori e pesche sciroppate

I racconti del pentito Brusca

NAPOLI- Pesche sciroppate, conserve di pomodori, ccannoli e cassate siciliane. Un frequente scambio di doni tra i Corleonesi e i loro alleati napoletani del clan Nuvoletta che si interrompe quando i rapporti tra le due organizzazioni si raffreddano. A parlarne, nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Napoli che ha portato all’emissione di una ordinanza di custodia nei confronti di Totò Riina, è il pentito Enzo Brusca in un interrogatorio, davanti al pm Paolo Itri, del 24 settembre scorso. Il collaboratore di giustizia parla della stretta alleanza tra i Corleonesi e la famiglia Nuvoletta la quale era «in guerra con altri gruppi della camorra napoletana che si erano resi autori dell’omicidio del fratello di Lorenzo Nuvoletta, Ciro». Pertanto «Riina all’epoca premeva sui suoi alleati napoletani affinchè spazzassero via i comuni nemici (Antonio Bardellino, ndr). Nuvoletta però, forse per questioni di carattere strategico, era piuttosto restio ad affrontare il problema con la necessaria fermezza». Enzo Brusca afferma che «tale circostanza determinò nella seconda metà degli anni 90 un raffreddamento dei rapporti tra Riina e Nuvoletta». «Io ebbi chiaramente la percezione di ciò - racconta - in quanto, mentre fino ad allora tra il nostro clan e quello di Marano vi erano spesso reciproci scambi di doni in natura (in particolar modo ricordo che i Nuvoletta ci mandavano una volta all’anno conserve di pomodori e pesche sciroppate, mentre noi gli mandavano i nostri prodotti), successivamente non vidi arrivare più niente». Il collaboratore ricorda inoltre di essere stato da piccolo ospite nella villa di Marano della famiglia Nuvoletta. E che «lo stesso Riina spesso si recava a Napoli per incontrarsi con i Nuvoletta» quando il boss durante la latitanza veniva ospitato in uno stabile nei pressi dell’ippodromo.
20 novembre 2007

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