Il deputato dl: gli elogi di Bertone al mio libro? Un grande regalo, tra noi c’è amicizia .
ROMA—Nessun cattolico impegnato in politica, Teocon o Teodem che fosse, avrebbe resistito alla tentazione di ostentare ai quattro venti politici una «benedizione» del calibro di quella ricevuta dal cardinal Tarcisio Bertone. Invece Luigi Bobba, 52 anni, senatore della Margherita, ex presidente delle Acli inventore (con Enzo Carra) della sigla «Teodem», ha preferito un profilo bassissimo dopo la presenza del segretario di Stato vaticano alla presentazione del suo libro Il posto dei cattolici, martedì a palazzo Giustiniani: «Un magnifico regalo, una bellissima sorpresa. Ma preferisco non avventurarmi su questo terreno. Ho sempre abitato a Vercelli e Bertone è stato vescovo di quella città per cinque anni. C’è affetto, amicizia».
Ma il gesto del segretario di Stato è apparso esplicito quanto la frase pronunciata quel pomeriggio («I cattolici in politica non sono la ‘longa manus’ della Santa Sede e nemmeno della Cei»). La spiegazione di Bobba è diplomatica: «Da lui è venuto un segnale di valorizzazione delle presenze dei cristiani, ovunque siano collocati, ma che non vogliano tacere la loro identità. Ed ha ricordato che la riproposizione di alcuni valori non negoziabili manifesta l’interesse della Chiesa a difendere quei soggetti più deboli destinati ad essere travolti da un’egemonia culturale». Non altro, giura Bobba.
Una posizione di basso profilo, dunque, nonostante molti avessero interpretato la «benedizione» di Bertone come la nomina a leader del cosiddetto partito del Family day. «Non ho la possibilità, nè il desiderio di mettermi al comando di nessuno schieramento — ribatte Bobba — certo se movimenti ed associazioni assumono iniziative per dar vita a manifestazioni in difesa della famiglia è un segnale che accolgo ben volentieri. Prodi ha fatto bene ad inserire la famiglia tra le priorità del governo, e se arrivano robuste sollecitazioni in tal senso da parte di movimenti è sicuramente una sollecitazione positiva». E la manifestazione di domani? «Non penso che i Dico siano una priorità per il Paese».
Parole pacate però forti nella sostanza: niente toni bellicosi, solo ragionamenti diritti. Come il fulcro del suo libro edito da Einaudi: un attacco sia al «moderatismo», al rischio che un cattolico in politica corre di «diventare marginale nella forza politica o nella coalizione in cui opera», sia al «fondamentalismo», cioè la «difesa dei valori cristiani e dell’Occidente come bandiera politica.., per ridare a un Paese incerto e confuso un’identità venuta meno». Non è un caso se il libro si conclude con una citazione di Tellhard de Chardin, il «gesuita proibito» che trovava «Dio in terra», addirittura nel profondo dell’evoluzionismo.
Nel libro insomma Bobba si pone il problema di «una nuova stagione di impegno civile e politico» quindici anni dopo la fine della Dc e dell’unità politica dei cattolici. Questo ex presidente delle Acli fortemente voluto da Francesco Rutelli nelle liste del Senato sa polemizzare senza insultare. Nel 2005 se la prende con chi organizza pellegrinaggi medjugoriani fissando l’ora del miracolo: «Che cosa assurda, la Madonna non appare a comando come in un palinsesto tv». Quando il governo, nel luglio 2006, ripristina l’Ici per i beni ecclesiastici utilizzati a scopi commerciali quasi esulta: «Decisione giusta, i cattolici non vogliono privilegi». Per questa cifra culturale e politica, per questo stile così poco «politichese» e molto cristiano-sociale (le radici ideologiche di Bobba affondano nella corrente Dc di Forze Nuove) Bertone apprezza l’autore de «Il posto dei cattolici»? Bobba sorride e risponde nel suo modo: «Ma no. Io ho solo riproposto, come altri, il nesso tra valori e politica». Teodem fino in fondo.
Paolo Conti dal Corriere della Sera.
GIOVEDI 15 MARZO ORE 18- SALA DELLA MUNICIPALITA' DI S.GIOVANNI A TEDUCCIO (sala R.D'Angelo via Atripalda) A NAPOLI, SARA' PRESENTATO IL LIBRO "IL POSTO DEI CATTOLICI" di LUIGI BOBBA. PARTECIPANO MASSIMO MILONE, MARIO DI COSTANZO, MARCO ROSSI, DONATO MOSELLA, PASQUALE ORLANDO.
ROMA—Nessun cattolico impegnato in politica, Teocon o Teodem che fosse, avrebbe resistito alla tentazione di ostentare ai quattro venti politici una «benedizione» del calibro di quella ricevuta dal cardinal Tarcisio Bertone. Invece Luigi Bobba, 52 anni, senatore della Margherita, ex presidente delle Acli inventore (con Enzo Carra) della sigla «Teodem», ha preferito un profilo bassissimo dopo la presenza del segretario di Stato vaticano alla presentazione del suo libro Il posto dei cattolici, martedì a palazzo Giustiniani: «Un magnifico regalo, una bellissima sorpresa. Ma preferisco non avventurarmi su questo terreno. Ho sempre abitato a Vercelli e Bertone è stato vescovo di quella città per cinque anni. C’è affetto, amicizia».
Ma il gesto del segretario di Stato è apparso esplicito quanto la frase pronunciata quel pomeriggio («I cattolici in politica non sono la ‘longa manus’ della Santa Sede e nemmeno della Cei»). La spiegazione di Bobba è diplomatica: «Da lui è venuto un segnale di valorizzazione delle presenze dei cristiani, ovunque siano collocati, ma che non vogliano tacere la loro identità. Ed ha ricordato che la riproposizione di alcuni valori non negoziabili manifesta l’interesse della Chiesa a difendere quei soggetti più deboli destinati ad essere travolti da un’egemonia culturale». Non altro, giura Bobba.
Una posizione di basso profilo, dunque, nonostante molti avessero interpretato la «benedizione» di Bertone come la nomina a leader del cosiddetto partito del Family day. «Non ho la possibilità, nè il desiderio di mettermi al comando di nessuno schieramento — ribatte Bobba — certo se movimenti ed associazioni assumono iniziative per dar vita a manifestazioni in difesa della famiglia è un segnale che accolgo ben volentieri. Prodi ha fatto bene ad inserire la famiglia tra le priorità del governo, e se arrivano robuste sollecitazioni in tal senso da parte di movimenti è sicuramente una sollecitazione positiva». E la manifestazione di domani? «Non penso che i Dico siano una priorità per il Paese».
Parole pacate però forti nella sostanza: niente toni bellicosi, solo ragionamenti diritti. Come il fulcro del suo libro edito da Einaudi: un attacco sia al «moderatismo», al rischio che un cattolico in politica corre di «diventare marginale nella forza politica o nella coalizione in cui opera», sia al «fondamentalismo», cioè la «difesa dei valori cristiani e dell’Occidente come bandiera politica.., per ridare a un Paese incerto e confuso un’identità venuta meno». Non è un caso se il libro si conclude con una citazione di Tellhard de Chardin, il «gesuita proibito» che trovava «Dio in terra», addirittura nel profondo dell’evoluzionismo.
Nel libro insomma Bobba si pone il problema di «una nuova stagione di impegno civile e politico» quindici anni dopo la fine della Dc e dell’unità politica dei cattolici. Questo ex presidente delle Acli fortemente voluto da Francesco Rutelli nelle liste del Senato sa polemizzare senza insultare. Nel 2005 se la prende con chi organizza pellegrinaggi medjugoriani fissando l’ora del miracolo: «Che cosa assurda, la Madonna non appare a comando come in un palinsesto tv». Quando il governo, nel luglio 2006, ripristina l’Ici per i beni ecclesiastici utilizzati a scopi commerciali quasi esulta: «Decisione giusta, i cattolici non vogliono privilegi». Per questa cifra culturale e politica, per questo stile così poco «politichese» e molto cristiano-sociale (le radici ideologiche di Bobba affondano nella corrente Dc di Forze Nuove) Bertone apprezza l’autore de «Il posto dei cattolici»? Bobba sorride e risponde nel suo modo: «Ma no. Io ho solo riproposto, come altri, il nesso tra valori e politica». Teodem fino in fondo.
Paolo Conti dal Corriere della Sera.
GIOVEDI 15 MARZO ORE 18- SALA DELLA MUNICIPALITA' DI S.GIOVANNI A TEDUCCIO (sala R.D'Angelo via Atripalda) A NAPOLI, SARA' PRESENTATO IL LIBRO "IL POSTO DEI CATTOLICI" di LUIGI BOBBA. PARTECIPANO MASSIMO MILONE, MARIO DI COSTANZO, MARCO ROSSI, DONATO MOSELLA, PASQUALE ORLANDO.
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