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giovedì, settembre 04, 2008

Aumentano le separazioni fittizie per cercare vantaggi fiscali: un paradosso che va sanato con il quoziente familiare

“SE SEPARARSI E’ UN AFFARE E SPOSARSI UNO SVANTAGGIO FISCALE, ALLORA IL GOVERNO SI DIA DA FARE PER PROMUOVERE UNA VERA POLITICA PER LA FAMIGLIA”.

In merito ai dati relativi alle “separazioni simulate” che coinvolgerebbero il 5% delle coppie italiane , l’On. Luigi BOBBA (PD) dichiara quanto segue: “In Italia la separazione è un affare, il matrimonio un onere. Era un fatto già noto ma non può non sorprendere la notizia relativa al numero sempre più crescente di ‘separazioni simulate’, ovvero quelle poste in essere solo per poter pagare meno tasse ed accedere a varie agevolazioni di tipo fiscale.
E’ la dimostrazione di come la legislazione italiana, in particolare in materia tributaria, sia ‘contro la famiglia’, in barba ai principi costituzionali che la dovrebbero tutelare.
Ma se separarsi è più conveniente che non vivere da marito e moglie, se essere formalmente single è più vantaggioso che non essere una famiglia, allora il Governo dovrebbe impegnarsi per promuovere una vera politica per la famiglia, anziché insistere con operazioni una tantum quali il ‘bonus bebè’ che producono effetti da pannicello caldo.
A cominciare dall’introduzione del ‘quoziente familiare’, spesso invocato (soprattutto in campagna elettorale) ma del quale fin’ora nessuno ha iniziato a discutere concretamente”.

mercoledì, aprile 16, 2008

Elezioni: 'Attendiamo nuovo governo su quoziente e 5 per mille'

Prima analisi del voto da parte delle Acli: «L'esecutivo uscente ha pagato i suoi errori»

Roma, 15 aprile 2008 - «Ha vinto la logica dell'alternanza. Chi ha governato ha pagato i suoi errori. I cittadini hanno indicato un esecutivo forte per superare la crisi». Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani commentano i risultati elettorali all'indomani del voto per il rinnovo del Parlamento. Per il presidente nazionale Andrea Olivero «emerge con chiarezza l'intento bipolare dell'elettorato italiano. I cittadini hanno optato per una semplificazione del quadro politico finalizzata soprattutto alla governabilità. E hanno scelto evidentemente spinti da una situazione di insicurezza che richiedeva un governo forte per il Paese. I numeri per questo ci sono. Toccherà ora a chi ha avuto questa larga maggioranza fare le cose che sono state dette in campagna elettorale».

Sul versante degli sconfitti, il presidente delle Acli concede le attenuanti al Partito Democratico di Walter Veltroni, «che non può essere messo sul banco degli imputati, avendo superato probabilmente i voti presi alle scorse elezioni da Ds e Margherita». «L'elettorato - spiega Olivero - ha espresso chiaramente la sua insoddisfazione per il governo uscente, che ha pagato tutti i suoi errori. A cominciare dalla rissosità al suo interno, che ne ha impedito l'efficacia oltre che danneggiato gravemente l'immagine. Il protagonismo esasperato delle piccole forze politiche alla fine è stato punito severamente dall'elettorato italiano. Lo dimostra la sorte capitata alla Sinistra Arcobaleno, ma anche, per altri versi, all'Udeur di Clemente Mastella»

«Ma la scomparsa della Sinistra più radicale dalla rappresentanza parlamentare - aggiunge il presidente Olivero - impoverisce il quadro politico generale. E chiama le forze politiche ad una maggiore assunzione di responsabilità. Maggioranza ed opposizione - nei loro ruoli distinti - dovranno sempre tener presente nel loro agire che c'è una parte del Paese che non sarà rappresentata in questo Parlamento. E dovranno pertanto mostrare un rispetto ancora più alto delle Istituzioni, che sono davvero il bene di tutti e debbono garantire anche quei cittadini che non sono direttamente rappresentati». In questo senso appare importante, per le Acli, il risultato dell'Unione di Centro, «che assicura rappresentanza a quella parte d'elettorato che si è battuta contro il bipolarismo muscolare».

«Le Acli - conclude Olivero - guarderanno certamente con attenzione quanto il nuovo governo si avvierà a fare. Su due promesse, in particolare, del programma del Popolo della Libertà avevamo espresso la nostra soddisfazione. L'introduzione del quoziente familiare, proposta che le Acli hanno presentato per prime alla politica italiana, e che riteniamo essere lo strumento migliore per invertire la rotta sulle politiche familiari. Quindi il tema del 5 per mille e della sua stabilizzazione, cioè l'avvio di una nuova sussidiarietà orizzontale che possa davvero andare a dare protagonismo ai soggetti sociali. Vedremo come si muoverà su questo il nuovo esecutivo».