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giovedì, gennaio 27, 2011

"Giorno della Memoria"

"Istituzione del "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti"

pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 177 del 31 luglio 2000

Art. 1.

1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

Art. 2.

1. In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinchè simili eventi non possano mai più accadere.

domenica, gennaio 24, 2010

Martin Niemoeller: una riflessione per la giornata della memoria con un bel quadro del maestro Umberto Gamba

“Prima vennero a prendere gli zingari
e fui contento perchè rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali
e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti
e non dissi niente perchè non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me
e non c’era rimasto nessuno a protestare.”
Martin Niemoeller (1892 1984) pastore evangelico deportato a Sachsenhausen e Dachau.
Poesia di Martin Niemoeller sul pericolo dell'apatia di fronte ai primi passi dei regimi totalitari.
La poesia è ampiamente citata anche se la sua origine è incerta e le parole precise rimangono controverse.

martedì, gennaio 27, 2009

Pedagogia della memoria


Pedagogia della memoria
Le Acli celebrano la Giornata della memoria.
Respingere i negazionismi con la massima determinazione
Tener vivo il ricordo della Shoah e impegnarsi a trasmetterlo ininterrottamente, di generazione in generazione, può diventare oggi un originale contributo alla costruzione di una nuova era di responsabilità di cui le Acli condividono profondamente l’auspicio e il compito.
Valorizzare la memoria per edificare il futuro è una delle scelte più significative di pedagogia sociale e di cittadinanza attiva che oggi la nostra associazione può compiere.
La riflessione sulla Shoah dovrebbe offrire l’opportunità di fare i conti con il peso del passato per costruire il futuro con uno sguardo libero da ogni residua visione manichea, tra un regno del Bene contrapposto al regno del Male, poiché il grano e la zizzania crescono insieme sullo stesso terreno e su entrambi cade la pioggia e risplendono i raggi del sole. La banalità del male, di cui parla Hannah Arendt, è un fatto che non cessa di sorprendere perché fa capire che il male assoluto è stato perpetrato in modo ordinario da persone 'normali' che però hanno rinunciato alla propria capacità di 'pensare' con la loro testa pur di obbedire agli ordini impartiti dai rispettivi superiori. Cittadini del tutto irreprensibili davanti alla legge, ligi al senso del dovere, che hanno perfino adempiuto con grande zelo e cronometrica precisione il comando ricevuto. L’avvenimento singolarmente tragico della Shoah sta invece a dimostrare che non è degno dell’uomo abdicare alla responsabilità delle proprie azioni, neanche quando queste sono compiute in nome dell’obbedienza. Una coscienza civile non si riduce mai ad essere pura esecuzione, e una persona può dirsi veramente consapevole solo quando non rimane a guardare davanti alla sopraffazione, alla violenza e all’ingiustizia, perché è appunto in questo silenzio assordante che i meccanismi de-umanizzanti possono giungere ad annientare incontrastati, il volto dell’altro, fino a quando ci accorgiamo che l’altro non c’è più. La memoria dell’irreparabile che ci viene dal passato deve anche oggi attivare un forte senso di vigilanza affinché anche nei conflitti attuali - dalle discriminazioni razziali all’uso delle armi - non venga mai superata la soglia estrema della legalità e del diritto internazionale. È in questa luce che la lezione del passato potrà trasformarsi in un monito sul presente e aprire sentieri di dialogo e spiragli di conciliazione che spesso si ritengono impossibili e impraticabili.In questo senso, revisionismi e negazionismi sono da respingere con la massima determinazione, da qualsiasi parte essi provengano, ancor più se presentati nella forma di slogan sbrigativi o di subdole e ingannevoli mistificazioni scientifiche. Neutralità ed equidistanza sono categorie improponibili mentre facciamo memoria della Shoah, poiché solo mettendoci dalla parte delle vittime riusciamo a capire pienamente il carattere etico-civile che assume per ogni futuro umanesimo. Soprattutto nella presente società caratterizzata da una preoccupante disorientamento educativo si sente la necessità di dar vita ad una pedagogia della memoria per ricucire il legame tra una generazione e l’altra poiché il più delle volte esiste una frattura, una distanza, uno scollamento, un vuoto che attende di essere colmato ma che spesso né la famiglia, né la scuola, né le associazioni del civile e ancora meno la politica hanno la forza per porvi rimedio con opportune iniziative e proposte di intervento.Piuttosto che parlare di giovani che non si porrebbero più domande di senso, bisognerebbe parlare forse di adulti che non sanno più dare risposte e stimolare le nuove generazioni a guardare al futuro valorizzando il passato.

Giornata della memoria, premiato l'aclista Michele Covito




In occasione della Giornata della Memoria il cavalier Michele Covito, nato nel 1920, ex partigiano e padre della scrittrice Carmen, è stato celebrato stamattina presso la Prefettura di Napoli e decorato con una medaglia d’onore concessa dal Presidente della Repubblica come risarcimento morale per la deportazione e l’internamento ad Auschwitz durante la Seconda Guerra Mondiale.

Lo stabiese Covito riuscì a salvarsi perché era un bravo elettricista e quindi le SS decisero di dispensarlo dai lavori forzati. Ciò non gli evitò, però, un ricovero per congelamento ai piedi: quando i sovietici liberarono il lager Covito si trovava ancora in infermeria. Tornato in Italia ha potuto farsi una famiglia ed è nata anche Carmen, autrice del bestseller “La bruttina stagionata”.

Ad accompagnarlo in Prefettura, oltre ai familiari, c'erano anche il presidente delle Acli provinciali di Napoli Pasquale Orlando, il vice presidente Vincenzo Cirillo e il presidente delle Acli di Castellammare di Stabia Carmine Raimo, poichè Covito è iscritto alle Acli dal lontano 1946. La richiesta a Giorgio Napolitano è stata infatti inoltrata dal presidente nazionale dell’associazione dei lavoratori cristiani , Andrea Olivero, “per dare il giusto tributo ad un uomo coraggioso che ha sofferto ingiustamente.”

lunedì, gennaio 26, 2009

Medaglia d'oro a Michele Covito nella giornata della memoria.

In occasione della Giornata della Memoria il cavalier Michele Covito, nato nel 1920, ex partigiano e padre della scrittrice Carmen, sarà celebrato stamattina presso la Prefettura di Napoli e decorato con una medaglia d’onore concessa dal Presidente della Repubblica come risarcimento morale per la deportazione e l’internamento ad Auschwitz durante la Seconda Guerra Mondiale.

Lo stabiese Covito riuscì a salvarsi perché era un bravo elettricista e quindi le SS decisero di dispensarlo dai lavori forzati. Ciò non gli evitò, però, un ricovero per congelamento ai piedi: quando i sovietici liberarono il lager Covito si trovava ancora in infermeria. Tornato in Italia ha potuto farsi una famiglia ed è nata anche Carmen, autrice del bestseller “La bruttina stagionata”.

Ad accompagnarlo in Prefettura, oltre ai familiari, saranno Pasquale Orlando e Carmine Raimo, dirigenti delle Acli napoletane, a cui Covito è iscritto dal lontano 1946. La richiesta a Giorgio Napolitano è stata infatti inoltrata dal presidente nazionale dell’associazione dei lavoratori cristiani , Andrea Olivero, “per dare il giusto tributo ad un uomo che ha sofferto ingiustamente.”

giovedì, gennaio 24, 2008

"HOTEL MEINA", DELL’OTTANTASEIENNE CARLO LIZZANI SULLE RIVE DELLA MEMORIA


Nell’albergo sul Lago Maggiore, nell’autunno 1943 si trovano un gruppo di ebrei, alcuni villeggianti e un plotone di SS. Una storia vera finita in tragedia.

Non è un caso se Hotel Meina esce nelle sale a partire da venerdì, due giorni prima della Giornata della Memoria che si celebra il 27 gennaio per ricordare la Shoah e tutte le vittime della persecuzione nazista. E ancor meno lo è il fatto che a firmare la pellicola sia Carlo Lizzani, regista di titoli storici come La vita agra, Banditi a Milano, Celluloide e di toccanti film-tv come Maria Josè, l’ultima regina.

Cineasta sensibile, formatosi alla dura scuola del documentario, Lizzani ha sempre avuto un’attenzione particolare per quelle vicende, ispirate a eventi realmente accaduti o a opere letterarie, che tratteggiassero una sorta di storia per immagini del fascismo e dell’antifascismo. Dalle origini negli anni Venti (Fontamara con Michele Placido e Cronache di poveri amanti con Mastroianni) agli illusori anni Trenta (Un’isola basato sul libro di Giorgio Amendola). Dalla nascita della Resistenza (Achtung! Banditi! ) fino al tragico epilogo nell’aprile 1945 (L’oro di Roma e poi Mussolini ultimo atto con Rod Steiger ed Henry Fonda).

Ora Lizzani chiude il cerchio rievocando in modo asciutto ed emozionante il primo eccidio di ebrei, un gruppo di 16, perpetrato dai nazisti in Italia (a Meina sul Lago Maggiore) all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre 1943. Una pagina nera della storia italiana a lungo rimossa. Ma anche una testimonianza struggente dell’incapacità di credere a cotanto orrore, di quella sorta di inerzia paralizzante che fece di milioni di ebrei le vittime sacrificali della bestialità hitleriana.

«Gli anni dell’ultimo conflitto mondiale sono fonte inesauribile di storie, individuali e collettive, dalla valenza universale», spiega Lizzani, 86 anni il prossimo 3 aprile ma ancora tanta vitalità, nel corpo dritto e asciutto, da reggere la fatica del set. «Ciò che mi ha affascinato nella storia, tutta vera, dell’Hotel Meina, raccontata nel suo omonimo libro da Marco Nozza, è il modo sottile e imprevedibile con cui Male e Bene sono entrati in conflitto in un luogo e in un momento apparentemente idilliaci».

* A che cosa si riferisce?

«In questo albergo affacciato su uno degli scorci più belli del Lago Maggiore, nel settembre ’43 si trovano a convivere per giorni alcuni ebrei benestanti, un plotone di SS e un gruppo di villeggianti italiani e tedeschi fuggiti lontano dai fronti di guerra e dai bombardamenti alleati. La caduta di Mussolini nonché l’armistizio, annunciato in quel modo equivoco che tutti ricordiamo, fanno dell’Italia una sorta di terra di nessuno. Non è possibile lasciare l’albergo, eppure la sorveglianza dei nazisti sugli ebrei è morbida. Tutti sembrano in attesa di ordini, di notizie. Il confine svizzero è lì vicino. Perché, però, scappare se la guerra probabilmente sta per finire? Così, qualche volta si mangia insieme, si fa musica, si gioca a carte... Finché vittime e carnefici non saranno chiamati ai loro ruoli».

Raccontata in questo modo la storia sembrerebbe banale. Ma sullo schermo Lizzani la traduce in un duello sottile di sguardi, allusioni, minacce, seduzioni intrecciate tra alcuni personaggi che emergono sullo sfondo del gruppo di villeggianti. C’è il comandante Krassler, che guida il plotone di SS: giovane, altero, belloccio, ben educato eppure di una spietatezza inumana. C’è Giorgio Benar, proprietario dell’albergo, di fede giudaica ma di passaporto turco (quindi cittadino di Paese neutrale) che intuisce la minaccia ma non sa come sventarla. C’è sua figlia Noa, innamorata del giovane ebreo Julien. Poi un drappello di soldati svogliati e di clienti eleganti che si incrociano ogni giorno pericolosamente. Su tutti, l’affascinante tedesca Erika Bern: ambigua, incline a dare spago al voglioso ufficiale ma in realtà antinazista in combutta con un gruppo internazionale.

A dare spessore a sentimenti e tradimenti fra le mura dell’hotel (il cui scheletro diroccato spicca tutt’oggi sulle rive di Meina, quasi fosse un monumento alla vergogna) sono attori tanto bravi quanto sconosciuti alla grande platea: italiani come Federico Costantini, Ivana Lotito, Marta Bifano e soprattutto i tedeschi Benjamin Sadler e Ursula Buschhorn.

* Lizzani, il suo film è stato lungamente applaudito alla Mostra di Venezia ma anche criticato da alcuni storici...

«Che non capiscono che il cinema deve narrare la verità di una vicenda ma dare pure allo spettatore umori e segnali che lo calino nello spirito dell’epoca. È vero, il radiogiornale anticipa l’avvento della Repubblica di Salò, ma devo far capire cosa aleggiava nell’aria... E se il personaggio di Erika nel libro non c’è, a me serve per restituire dignità alle migliaia di tedeschi antinazisti che pagarono con la vita, come i giovani universitari della Rosa Bianca o gli ufficiali impiccati dopo l’attentato a Hitler del ’44».

Arbeit macht frei: "il lavoro rende liberi", campeggia tuttora sul cancello di Auschwitz. Ma la memoria di più.

Maurizio Turrioni

giovedì, luglio 19, 2007

PALERMO, VIA D'AMELIO PALCOSCENICO DELLA MEMORIA


Oggi via D'Amelio a Palermo diventa il palcoscenico della memoria per ricordare a quindici anni dalla strage mafiosa il giudice Paolo Borsellino e i 5 agenti della sua scorta, Agostino Catalano, Walter Cusina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina. Protagonisti sono i bambini, che hanno invaso la strada dove le manifestazioni si erano aperte alle 23.59 di ieri con la veglia organizzata quest'anno per la prima volta. Le manifestazioni sono promosse dalla sorella del giudice, Rita Borsellino, deputata regionale dell'Unione, e da varie associazioni tra cui Acli, Agesci, I Ragazzi di Paolo, il comitato Addio Pizzo e il comitato 19 Luglio. Alle 9.30 sono state deposte corone di fiori vicino all'ulivo piantato davanti al palazzo che fu sgenato dall'esplosione dell'autobomba e dove risiedeva la madre del magistrato. Presenti tra gli altri il prefetto Giosue' Marino, il questore Giuseppe Caruso, il vicesindaco Giampiero Cannella. Un momento di raccoglimento sulle note del silenzio, poi via D'Amelio e' tornata dei bambini che assieme agli scout hanno animato il "Gioco dell'oca della legalita'". Gli scout dell'Agesci hanno issato striscioni che riportavano alcune frasi di "Pensa", la canzone di Fabrizio Moro. "E' importante che sia un gioco della memoria sopratrtutto per i bambini che si possono riappropriare del territorio utilizzando il gioco, perche' in questo modo si imparano le regole", ha detto Rita Borsellino, che sta seguendo la manifestazione. Sulla ringhiera del palazzo i bambini hanno appeso diversi cartelloni multicolore con le foto di Paolo Borsellino e di Giovanni Falcone e diverse frasi: "Per non dimenticare quello che hai fatto per noi", "Uniti contro la mafia" e "Le vostre idee camminano sulle nostre gambe". Sul posto anche lo scultore Tommaso Domina che ha posizionato sotto l'ulivo due sue opere in gesso raffiguranti i due magistrati. Paolo Borsellino in piedi, sorridente e con l'eterna sigaretta in bocca, Giovanni Falcone seduto in atteggiamento di ascolto: "Li ho voluti rappresentare come persone comuni che scherzano mentre si raccontano le barzellette", ha detto Domina.(AGI) - Palermo, 19 lug.

lunedì, maggio 21, 2007

Benevento: il VI Circolo si apre alla città


Martedì 22 maggio, alle ore 18,00, il VI circolo didattico di Benevento, dirigente dott.ssa Virginia Mercurio, si apre alla città.
Presso il Teatro Massimo di Benevento, infatti, gli alunni delle classi V^A, V^B di S. Angelo a Sasso e della classe V di S. Giuseppe Moscati, presentano “NOI IMMERSI NELLA MEMORIA”.
Attraverso tale manifestazione, momento conclusivo di un ricco ed articolato itinerario progettuale annuale, si mira ad accrescere l’interazione SCUOLA-FAMIGLIA-TERRITORIO e a promuovere, in termini amplificati, dinamiche di sensibilizzazione e di riflessività.
L’Itinerario delle classi quinte, coerentemente collegato al Progetto di Educazione alla Legalità del Circolo, si prefigge l’educazione alla convivenza civile.
Esplorando mito, arti, benefattori, ricerca, tradizioni, gli alunni hanno riflettuto su valori e disvalori, di ieri e di oggi….

martedì, maggio 08, 2007

Napoli: Primo giorno della memoria delle vittime del terrorismo

In occasione del giorno della memoria delle vittime del terrorismo, istituito recentemente dal Parlamento italiano, il 9 maggio 2007 alle ore 9, i Giovani della Margherita della città di Napoli consegneranno una targa commemorativa al Preside dell’Istituto comprensivo statale Campo del Moricino, plesso “Caduti di via Fani” sito in Napoli alla piazza Sant’Eligio 106.
Nel 29° anniversario dell’omicidio del Presidente Aldo Moro, i giovani DL di Napoli, promuovono un momento d’incontro e riflessione per rinnovare e costruire una memoria storica contro il terrorismo in difesa delle istituzioni democratiche.
Gianfranco Wurzburger

venerdì, marzo 16, 2007

IO C’ERO. IL PROGRAMMA DI SABATO 17 MARZO PER RICORDARE “DON GIUSEPPE DIANA”

9.15: Prefettura di Caserta - Tavolo Tecnico Istituzionale -
firma del Protocollo d'Intesa
Libera- Comitato Don Diana- Provincia di Caserta
Per "Osservatorio della Provincia di Caserta sui beni confiscati"
10.30: Aula Consiliare della Provincia di Caserta
Don Luigi Ciotti incontra gli studenti degli Istituti Superiori della Provincia di Caserta
Santuario Madonna di Briano – Villa di Briano
15,30: Apertura stand - LIBRI - Prodotti tipici locali - commercio equo e solidale
ìOre 16,00: "Io c'ero" - l'inizio
Intervento di Valerio Taglione coordinatore del Comitato don Peppe Diana, referente provinciale di Libera
Saluti del vescovo di Aversa Mario Milano
Gustavo Ascione - Commissario Camera di Commercio
Proiezioni di filmati e lettura di testi che ricordano don Diana
Legge i testi l'attore Roberto Solofria

Testimonianze:
Prefetto Luigi Damiano ex prefetto di Caserta, Donato Cegliemagistrato, Dina Tufano Capo Guida Agesci, Ferdinando Imposimato magistrato, Renato Natale ex sindaco di Casal di Principe, Rosa Natale insegnante, Pier Giorgio Manzi maggiore dei Carabinieri, Lorenzo Diana ex senatore, Lucia Esposito Assessore Provincia di Caserta; Monsignor Antonio Riboldi vescovo benemerito di Acerra, Monsignor Raffaele Nogaro Caserta, Don Luigi Ciotti presidente Libera

Ore 20,00: esibizione musicale del gruppo folk CALATIA GENTES
Ore 21,00: Filmati d'impegno civile:
Joe Marrazzo - La passione della verità - presentato da Tiziana Panella - assessore Cultura Provincia di Caserta
Con le idee ed il coraggio di Peppino Impastato - presentato da Enrico Milani - assessore alla Formazione Provincia di Caserta

'O Sistema - presentato da Corrado Gabriele assessore alla Formazione Regione Campania
Per amore del mio popolo
La primavera della giustizia
La mafia è bianca

mercoledì, gennaio 24, 2007

PACE: "Shalom Auschwitz"

Caserta- "Shalom Auschwitz" è il titolo dello struggente e meditativo canto di Pace con cui Agnese Ginocchio, la cantautrice e testimonial per la Pace di Terra di lavoro, originaria di Alife, ha voluto rendere omaggio in occasione dell' annuale ricorrenza della 'Shoah, Giornata della memoria' per ricordare lo sterminio in cui persero la vita oltre sei milioni di ebrei e per ricordare inoltre tutte le vittime delle guerre, stermini, eccidi, genocidi, barbarie e ingiustizie che si sono suseeguiti e si susseguono nel mondo a causa delle ingiuste scelte dei potenti. 'Voce di Donna in cammino per la Pace, Agnese Ginocchio è impegnata attivamente nei percorsi di cultura di educazione alla Pace e alla Nonviolenza, attraverso la scelta della Pace e della Nonviolenza come sua compagna di strada. L’impegno viene associato allo strumento delle parole, musica, voce e chitarra da lei definiti: "La mia 'arma nonviolenta e disarmante contro tutte le guerre e le mafie". Per ascoltare il demo della canzone e leggere il testo collegarsi al sito della cantautrice: http://www.agneseginocchio.it/Canzoni_Miriam.htm (clicca il titolo). La cantautrice inoltre comunica di mettere a disposizione (dietro esplicita richiesta scritta da inoltrare a: info@agneseginocchio.it ) il file musicale della suddetta canzone, come materiale didattico per scuole, enti, associazioni e per quanti volessero utilizzare la canzone per lo svolgimento di manifestazioni e giornate di sensibilizzazione inerenti all'argomento.