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venerdì, giugno 27, 2008

I fondi pensione crescono meno del TFR

Preoccupano le Acli i dati presentati oggi della Covip, la Commissione di Vigilanza sui fondi pensione, che denunciano l'andamento negativo dei rendimenti finanziari di tutte le forme di previdenza complementare. Ma ancor più dei dati è preoccupante, per le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani, che «a due anni appena dalla riforma, le valutazioni evochino un clima da performance speculativa piuttosto che da previdenza sociale».
Tre sono, invece, secondo le Acli e il loro Patronato, i punti di attenzione che i dati presentati dal presidente Scimìa suggeriscono di tenere ben fermi: la prima questione è che il risparmio previdenziale è necessariamente un progetto di lungo periodo; la seconda è che l’obiettivo di ogni forma di accantonamento è di assicurare, a tutti i lavoratori in pensione, livelli di reddito dignitosi e non di creare distinzioni e sperequazioni tra chi ha aderito ai fondi e chi no; la terza questione è che bisogna far crescere una nuova cultura previdenziale, in grado di promuovere l’azione e la consapevolezza di ciascuno all’interno di uno scenario comune e collettivo.
Rispetto a quest’ultimo punto, le Acli esprimono soddisfazione per l’iniziativa congiunta Covip / Ministero della Pubblica Istruzione, che impegna entrambe le istituzioni a promuovere l’educazione previdenziale nelle scuole secondarie di secondo grado, con particolare riferimento alle prospettive della previdenza complementare.
La crescita della cultura previdenziale è un punto di particolare sensibilità e impegno per le Acli, cui hanno dedicato importanti e reiterate campagne di informazione sociale. Attraverso il loro Patronato e non solo, le Acli si candidano ancora una volta a fare la loro parte, in particolare “informando i lavoratori sulla possibilità, prevista dalla legge, di iscrivere ai fondi pensione i “familiari a carico”, che costituisce un’opportunità per iniziare a costruire il futuro previdenziale dei propri figli, nella consapevolezza che un corretto approccio ai temi del risparmio previdenziale sembra trovare naturale collocazione nel più ampio contesto della tutela dei redditi della famiglia”.

Alcuni dati del Rapporto COVIP
Secondo i dati riportati nella Relazione annuale della Covip, il rendimento medio dei fondi pensione nel 2007 è stato del 2,1% contro il 3,1% del Tfr che è stato spinto dalla crescita dell'inflazione. Solo 70 mila lavoratori hanno detto sì ai fondi con il silenzio-assenso. Molto scarsa ancora l'adesione dei giovani sotto i 35 anni che rappresentano solo il 25% degli aderenti.
Su un potenziale di 12,2 milioni di lavoratori interessati solo 3,5 milioni di lavoratori dipendenti del settore privato hanno aderito a forme pensionistiche complementari, circa il 28,7% del totale, mentre sono 4,7 milioni in tutto gli iscritti alle forme pensionistiche ad aprile 2008.
I fondi pensione continuano a concentrarsi soprattutto nel nord del paese e nelle grandi imprese, mentre nelle piccole aziende la previdenza complementare rimane essenzialmente assente, come accade anche nel settore pubblico, fatta eccezione per il fondo Espero della scuola.
«Dopo quattro anni di crescita sostenuta - ha detto Scimia - l'andamento negativo delle principali borse mondiali, iniziato in coincidenza con le note vicende legate alla crisi dei mutui subprime e acuitosi nei primi mesi del 2008, si è purtroppo riflesso nei rendimenti non incoraggianti conseguiti dai fondi. In media i risultati sono stati inferiori alla rivalutazione del Tfr». I dati in possesso della Covip sulle performance finanziarie dei fondi dicono che nel 2007 il rendimento medio aggregato dei fondi pensione negoziali è stato del 2,1%, mentre i fondi pensione aperti sono andati addirittura sotto (meno 0,4%), a fronte di un guadagno del 3% del Tfr. «Non è però possibile una valutazione su un solo anno» avverte Scimia. Nell'ultimo quinquennio infatti (2003-2007), i fondi negoziali chiusi hanno messo a segno un rendimento pari al 25%, i fondi aperti +25,5%, il Tfr +14 per cento. Per quanto riguarda il 2008, «il primo trimestre è negativo, ma c'è una ripresa in aprile e maggio; quindi pensiamo che il primo trimestre venga compensato dal secondo trimestre», ha detto il presidente della Covip. Tuttavia, il 2008 non registrerà certamente le performance degli anni fino al 2006 ma «si attesterà sui livelli del 2007» questo perchè, ha sottolineato Scimia, la crisi dei mercati finanziari non ha influito solo sulle quotazioni azionarie, ma anche sui titoli obbligazionari.

martedì, gennaio 01, 2008

Scuola: termini e modalità di cessazione dal servizio

Con il decreto 14 novembre 2007, n. 97, e la successsiva circolare n. 98 del 15 novembre 2007, il Ministero della Pubblica Istruzione ha dettato le disposizioni concernenti le modalità di cessazione dal servizio e termini di presentazione delle relative domande per il personale del comparto scuola.
E’ bene precisare che il termine obbligatorio del 10 gennaio, e le modalità di inoltro delle istanze di cessazione o trasformazione del rapporto lavorativo, riguardano solo e soltanto le istanze di cessazione e trasformazione del rapporto lavorativo (dimissioni, collocamento a riposo, trattenimento in servizio etc…) e non le domande di pensione.
Le domande di pensione possono essere inoltrate in qualsiasi momento nel corso dell’anno scolastico, antecedentemente o successivamente al 10 gennaio, con le uniche due accortezze che l’inoltro delle domande di pensione di anzianità non può avvenire prima di 12 mesi dalla data prescelta per l’accesso a pensionamento e che, quale termine ultimo (non obbligatorio ma semplicemente opportuno) suggerito dall’Inpdap affinché la pensione sia posta in pagamento immediatamente dopo la cessazione senza interruzione con lo stipendio, la domanda sia inoltrata almeno 4 mesi prima della data di cessazione stessa.
Va inoltre ribadito che, contrariamente a quanto asserito da taluni uffici dell’amministrazione scolastica (segreterie delle scuole, Uffici Scolastici Provinciali) che i patronati non sarebbero legittimati ad inoltrare le domande di pensione per il personale della scuola, nel modello ufficiale di domanda di pensione si trova incorporato il mandato di assistenza per il Patronato e la delega per il sindacato dei pensionati. Anche le avvertenze di ultima pagina riportano la possibilità di rivolgersi, per l’inoltro della domanda, agli Enti di patronato. I Patronati sono quindi ufficialmente legittimati (per quanto ce ne fosse stato bisogno) al patrocinio e inoltro della domanda. E ogni resistenza o controindicazione da parte delle amministrazioni scolastiche può essere agevolmente fugata già con la sola evidenziazione di questa circostanza (L.152/2001 e protocollo Inpdap/Patronati poi completano il discorso).

lunedì, marzo 26, 2007

Destinazione del TFR

Destinazione del TFR maturando, il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale ricorda:
Decreto interministeriale 30 gennaio 2007, recante “Attuazione dell’articolo 1, comma 765, della legge 27 dicembre 2006, n. 296. Procedure di espressione della volontà del lavoratore circa le destinazione del TFR maturando e disciplina della forma pensionistica complementare residuale presso l’INPS (FONDINPS)”.
Il Ministero del lavoro e della previdenza sociale ricorda che ai fini della espressione della volontà circa le destinazione del TFR maturando il lavoratore deve riconfermare la propria scelta eventualmente fatta precedentemente alla pubblicazione del decreto che contiene i moduli ufficiali TFR1 e TFR2
Infatti:
* la manifestazione della volontà di destinazione del TFR deve esse esercitata esclusivamente attraverso la compilazione dei moduli TFR1 e TFR2 allegati al decreto;
* la disposizione di cui al comma 6 dell’articolo 1 del decreto (“Per i lavoratori che successivamente al 31 dicembre 2006 e prima della data di pubblicazione del presente decreto avessero già manifestato al datore di lavoro la propria volontà di conferire il TFR ad una forma pensionistica complementare, è fatta salva la decorrenza degli effetti dalla data della scelta già compiuta, a condizione che tale scelta sia confermata mediante la compilazione del modulo TFR1 o TFR2, allegato al presente decreto, entro 30 giorni dalla predetta pubblicazione”) ha definitivamente chiarito che i soli moduli utilizzabili sono quelli denominati TFR1 e il TFR2, ma che comunque è fatta salva la decorrenza degli effetti della scelta della previdenza complementare già compiuta fino al 31 gennaio 2007, purché sia riconfermata mediante la compilazione dei soli moduli validi TFR1 e TFR2, entro 30 giorni dalla pubblicazione del decreto 30 gennaio 2007.