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martedì, giugno 03, 2008

Violenza di genere: quali cause e quali rimedi?


Tonino Cantelmi - 03/06/2008

Se in una coppia, o più frequentemente in una ex coppia, si scatena la violenza, il più delle volte a subirla è la donna: si chiama violenza di genere. Recenti episodi hanno mostrato il volto inquietante della fragilità maschile. Infatti il più delle volte la violenza estrema, cioè l'omicidio, è opera di un uomo incapace di accettare l'abbandono della partner o un suo tradimento o semplicemente il rifiuto.



Perchè avviene questo? E perchè alle soglie del terzo millennio questi episodi sembrano essere più frequenti e persino più crudeli? Quali fattori determinano questo fenomeno?
In realtà la violenza e l'aggressività nascono dalla paura. Occorre riflettere sulle paure maschili: è come se l'uomo d'oggi si scoprisse più vulnerabile rispetto a donne sempre più autonome, emancipate e capaci. Cadono cioè le maschere e i ruoli che hanno nascosto le debolezze e le insicurezze dell'uomo. Alla radice, però, ci sono alcune questioni:- la liquidità delle relazioni (nulla sembra più difficile rispetto alla possibilità di stabilire relazioni affettive salde, durature e progettuali);
- gli effetti della scomparsa del padre: negli ultimi decenni abbiamo assistito ad una sistematica delegittimazione della figura paterna;
- - gli effetti di un femminismo radicale ed esasperato, nel quale per la verità le donne di oggi non si riconoscono;
- - l'affermarsi di una modalità organizzativa della vita estremamente competitiva, efficientista e veloce, che non lascia spazio alle emozioni (cosicchè per provare emozioni è necessario ricorrere agli sport estremi, alla cocaina, alle sfide alla morte, ai viaggi e alle sensazioni sessuali più esasperate, in una affannosa ricerca di sensazioni sempre più sconvolgenti).
- E' in questo contesto che esplodono le fragilità maschili. Ed esplodono in modo violento, crudele, disperato. La maggior parte degli omicidi avvengono all'interno di coppie dove un uomo, debole, disperato e solo non è in grado di accettare che la donna lo lasci, lo rifiuti o lo abbandoni. Eppure questi omicidi non sono raptus della follia, come i media a volte accreditano. No, sono preceduti da innumerevoli segnali di cedimento, da una lunga e tormentata premessa, fatta di crisi, litigi, piccole violenze, minacce. Quello che stupisce è che la società non riesce ad intercettare questa catena di dolore, salvo poi stupirsi e indignarsi quando la catena si interrompe drammaticamente. Non è questione di leggi, o almeno non solo. Si tratta di drammi vissuti all'interno di una coppia o di una famiglia che nessuno riesce in qualche modo ad intercettare. Per alcuni è paradossale, siamo sempre più connessi e sempre meno in relazione. Riceviamo e inviamo centinaia di sms e di mail e stringiamo sempre meno mani. Come sostiene Hilmann, le relazioni sono state sostituite da un immensa rete, un network che ci disabilita alla capacità di leggere lo sguardo altrui. Tuttavia credo che qualcosa possa essere fatto, nell'ambito di una riflessione più generale sulla sofferenza delle famiglie, spesso lasciate sole con i loro drammi (si pensi per esempio alle famiglie con un congiunto affetto da malattie mentali gravi). Credo infatti che si possano valorizzare le risorse informali già presenti nel territorio: per esempio sviluppando, soprattutto nelle grandi città, una sorta di centri di prossimità, di antenne sul territorio affidate alle associazioni di volontariato, che potrebbero essere in grado di intercettare il dolore prima che esploda il dramma. Quando fra qualche giorno leggeremo sul quotidiano della nostra città che un uomo in preda ad un raptus ha ucciso la donna che voleva divorziare da lui, smettiamola di indignarci e diamoci da fare per ricreare una rete territoriale di solidarietà e di vicinanza. I drammi che sconvolgono le famiglie possono essere gravi, ma è molto più grave la solitudine alla quale le famiglie problematiche sono talvolta condannate.
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- BIBLIOGRAFIA: Tonino Cantelmi, "Amori difficili", Edizioni San Paolo, 2007

giovedì, giugno 07, 2007

"A corto di donne - rassegna di cortometraggi al femminile" per Emergency.

A Pozzuoli, da venerdì a domenica - nel corso della rassegna di cortometraggi - saranno presenti anche i volontari dell’associazione che assiste le vittime delle guerre.
Cortometraggi contro la guerra. Da venerdì 8 a domenica 10 si svolgerà a Pozzuoli la III edizione di “A corto di donne - rassegna di cortometraggi al femminile”. Nel corso della manifestazione saranno presenti i volontari di Emergency, l’associazione del medico Gino Strada che offre assistenza medico-chirurgica gratuita e di elevata qualità alle vittime civili delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà.
Emergency è presente in vari paesi in guerra ed ha assistito milioni di persone nel mondo: dall’Irak al Sudan, dall’Afganistan alla Sierra Leone. Nei conflitti contemporanei il 90% delle vittime sono civili.
L'impegno umanitario di Emergency è possibile grazie al contribuito di migliaia di volontari e di sostenitori.
A Pozzuoli - nel corso della manifestazione che si terrà al Rione Terra di Pozzuoli - sarà distribuito materiale informativo e t-shirt disegnate in occasione della rassegna. I contributi saranno interamente devoluti ad Emergency.
“A Corto di Donne”, è promossa dall’associazione culturale “Quicampiflegrei” e dal Coordinamento Donne Area Flegrea.
Selezionati 48 cortometraggi, diretti esclusivamente da donne, provenienti dall’Italia e da 17 paesi stranieri: Russia, Stati Uniti, Germania, Turchia, Bulgaria ecc... In rassegna opere di fiction e videoarte, documentari e animazione.
Volutamente non competitiva, la manifestazione si propone quale vetrina per l’estro e la sensibilità delle giovani filmakers che utilizzano il canale della comunicazione audiovisiva breve per raccontare emozioni, descrivere fenomeni e realtà del nostro tempo.
L’ingresso a tutte le proiezioni ed eventi collaterali è libero. Il programma completo è sul sito www.acortodidonne.it
L’iniziativa si svolge sotto il patrocinio di: Regione Campania; Provincia di Napoli; Comune di Pozzuoli; Azienda Autonoma Cura, Soggiorno e Turismo di Pozzuoli; Ente Parco Regionale Campi Flegrei; Agis Campania; Campania Film Commission.

Ufficio Stampa: Ciro Biondi 393.5861941 ufficiostampa@acortodidonne.it www.acortodidonne.it