Il mondo dell'associazionismo insorge e annuncia
la campagna: «Siamo noi lo scudo dei più deboli»
NAPOLI - Nuovi tagli al welfare della Regione Campania: il mondo dell'associazionismo insorge e annuncia la campagna di sensibilizzazione "Siamo noi lo scudo dei più deboli". Dopo l’ennesima batosta alle Politiche Sociali, con la Regione che nell'ultimo bilancio lascia pressoché scoperta la voce “welfare” (poi salvata in extremis con una pressione da parte dei consiglieri del Partito Democratico che hanno permesso uno stanziamento di 11 milioni di euro), sul caso sono intervenute alcune tra le principali sigle del welfare campano che per i prossimi giorni promettono battaglia.
L'APPELLO DELL'ARCI - «Anche se apprezzabile, lo sforzo dei democratici in commissione bilancio che hanno garantito un finanziamento di 11 milioni per il welfare campano, il problema dei tagli alle politiche sociali in favore dei cittadini resta ancora quasi del tutto irrisolto - dichiara Mariano Anniciello di Arci nazionale - la nostra terra attraversa da mille dolori e tante difficoltà non può lasciare indietro gli ultimi. Per questo motivo ci appelliamo a tutte le forze politiche per avviare seriamente una battaglia in favore di un “giusto” welfare di Palazzo Santa Lucia sul bilancio. Che sia all’altezza almeno dello scorso anno ma con fondi veri e non bugie».
IN CAMPANIA 2500 ASSOCIAZIONI - Alle voci autorevoli del Terzo Settore campano si aggiunge anche quella della sigla che ha storicamente rappresentato il volontariato italiano. «E’ assurdo che una regione come la Campania che conta oltre 2500 organizzazioni di volontariato, di cui circa 1400 nella sola provincia di Napoli, ignori con le sue politiche la necessità di un welfare strutturato che sia in grado di essere vicino al cittadino in un momento di così grande difficoltà economica - afferma senza sé e senza ma Alfonso Gentile Presidente del MOVI Federazione Provinciale Napoli - Ormai ci troviamo in una situazione di povertà diffusa e percepita ben oltre le statistiche ufficiali. E’ tempo di smetterla con la rincorsa ai finanziamenti europei come palliativo di una situazione drammatica, è tempo che la Regione inizi ad investire risorse proprie che esistono ma che sono spesso gestite in modo inadeguato. E soprattutto è necessario che la Regione ricordi le magliai di operatori del settore sociale che ormai non percepiscono spettanze da oltre un anno. Pare incredibile che l’unico atto concreto sia lo scaricabarile nei confronti dei Comuni». Intanto, le associazioni annunciano che partirà la campagna di sensibilizzazione che prenderà il nome di "Siamo lo scudo dei più deboli".
SETTE EURO PRO CAPITE - Alla protesta si aggiunge anche il movimento “Il Welfare non è un lusso”, nato proprio per combattere i tagli fatti dalle pubbliche amministrazioni. «Al di là dei proclami politici resta per noi assurdo che la Regione abbia dato avvio alla Legge 11 sulla dignità sociale senza che di fatto vi sia alcuna copertura economica. Le nostre proposte restano inascoltate, eppure sono semplici e concrete. Da tempo, infatti, sollecitiamo la Campania affinché, oltre ad obbligare i Comuni, ormai in ginocchio, a destinare 7 euro per cittadino alle politiche sociali, scenda essa stessa in prima linea raddoppiando con un contributo di pari entità il "tesoretto" necessario. Con un piccolo sforzo si passerebbe così da un contributo di 5 milioni ad uno di 35 milioni. Siamo partiti quasi due anni fa – dichiara il portavoce Pasquale Calemme - con un budget previsto di 100 milioni di euro, poi sceso a 60 milioni con la tassazione del bollo auto e mai destinata al welfare perché distratta per altre emergenze e adesso siamo a soli 11 milioni. Tutto ciò e' intollerabile» ha aggiunto Calemme.
L'APPELLO DELL'ARCI - «Anche se apprezzabile, lo sforzo dei democratici in commissione bilancio che hanno garantito un finanziamento di 11 milioni per il welfare campano, il problema dei tagli alle politiche sociali in favore dei cittadini resta ancora quasi del tutto irrisolto - dichiara Mariano Anniciello di Arci nazionale - la nostra terra attraversa da mille dolori e tante difficoltà non può lasciare indietro gli ultimi. Per questo motivo ci appelliamo a tutte le forze politiche per avviare seriamente una battaglia in favore di un “giusto” welfare di Palazzo Santa Lucia sul bilancio. Che sia all’altezza almeno dello scorso anno ma con fondi veri e non bugie».
IN CAMPANIA 2500 ASSOCIAZIONI - Alle voci autorevoli del Terzo Settore campano si aggiunge anche quella della sigla che ha storicamente rappresentato il volontariato italiano. «E’ assurdo che una regione come la Campania che conta oltre 2500 organizzazioni di volontariato, di cui circa 1400 nella sola provincia di Napoli, ignori con le sue politiche la necessità di un welfare strutturato che sia in grado di essere vicino al cittadino in un momento di così grande difficoltà economica - afferma senza sé e senza ma Alfonso Gentile Presidente del MOVI Federazione Provinciale Napoli - Ormai ci troviamo in una situazione di povertà diffusa e percepita ben oltre le statistiche ufficiali. E’ tempo di smetterla con la rincorsa ai finanziamenti europei come palliativo di una situazione drammatica, è tempo che la Regione inizi ad investire risorse proprie che esistono ma che sono spesso gestite in modo inadeguato. E soprattutto è necessario che la Regione ricordi le magliai di operatori del settore sociale che ormai non percepiscono spettanze da oltre un anno. Pare incredibile che l’unico atto concreto sia lo scaricabarile nei confronti dei Comuni». Intanto, le associazioni annunciano che partirà la campagna di sensibilizzazione che prenderà il nome di "Siamo lo scudo dei più deboli".
SETTE EURO PRO CAPITE - Alla protesta si aggiunge anche il movimento “Il Welfare non è un lusso”, nato proprio per combattere i tagli fatti dalle pubbliche amministrazioni. «Al di là dei proclami politici resta per noi assurdo che la Regione abbia dato avvio alla Legge 11 sulla dignità sociale senza che di fatto vi sia alcuna copertura economica. Le nostre proposte restano inascoltate, eppure sono semplici e concrete. Da tempo, infatti, sollecitiamo la Campania affinché, oltre ad obbligare i Comuni, ormai in ginocchio, a destinare 7 euro per cittadino alle politiche sociali, scenda essa stessa in prima linea raddoppiando con un contributo di pari entità il "tesoretto" necessario. Con un piccolo sforzo si passerebbe così da un contributo di 5 milioni ad uno di 35 milioni. Siamo partiti quasi due anni fa – dichiara il portavoce Pasquale Calemme - con un budget previsto di 100 milioni di euro, poi sceso a 60 milioni con la tassazione del bollo auto e mai destinata al welfare perché distratta per altre emergenze e adesso siamo a soli 11 milioni. Tutto ciò e' intollerabile» ha aggiunto Calemme.
Campania, welfare in ginocchio Cresce la mobilitazione sociale - Corriere del Mezzogiorno
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